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un altro; e così sarà anco in cielo: chi ne cavarà più dolcezza e chi meno. Inde Santo Tommaso, trattando di questo pònto, dice che in questo mondo non si possono intèndare quelle cose che sònno o che si fanno nella gloria. Adunque, per non potere intèndare, non intendiamo.

Ma che intendi tu di questo nome Iesu? Tu intendi che elli è Salvatore: così lo intendono tutti li valenti uomini, e così dico io, che elli è salvatore nostro. Come credi tu che lo intendesse Agustino? Pure a questo modo e per questa via. E se fussero tutti li valenti uomini del mondo, cercando ciò che si potesse cercare di perfezione in questo mondo, in tutto ciò che intendono non sarà nulla a rispetto che è inteso in gloria. E questo è solo perchè noi non siamo capaci; ché le cognizioni che noi aviamo qui della gloria, non è altro che una ignoranzia a rispetto che è lassù. E così dallo intèndare di questo benedetto nome di Iesu, per la bassezza e debilità dello intelletto non potremo mai saglire in questa vita a uno minimo di cognizione di quelli della gloria. Nunc videmus per ispeculum in enigmate; tunc autem facie ad faciem: - Qui ora si conosce questo nome per figura, come si fa allo specchio, il quale ti rappresenta la cosa, ma in gloria sarà per altro modo; ché in gloria noi il vedremo a faccia a faccia. - E per quello veder noi il comprendaremo e vedremo come dìe èssare veduto et inteso senza altro mezzo.

Se tu mi dicesse: - o come sarà questo nome di Iesu inteso? - Rispondoti ch'io nol so, e non sapendolo, mai non tel potrei dare a intèndare.

Elli so' molti che dicono: - io so che elli è altro nome di Iesu, che