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mai nominata nei nostri documenti, ivi. La Pinta e il Boccale dei Mandamenti di Zogno e Piazza hanno la stessa base delle nostre misure del secolo undecimo, p. 67.
§ 1. Differenti libbre sotto i Romani, p. 125 seg. Alterazione delle misure di peso sotto Carlo Magno, p. 126. — § 2. La riforma ponderale di Carlo Magno non prese piede fra noi, e la libbre sottile rimase come continuazione della libbra romana, p. 127. Origine della libbra grassa e del suo multiplo detto Peso, p. 127 seg. Esistenza probabile della libbra grossa nel 828, p. 128. Ragioni che confermano questa congettura, p. 129. — § 3. Tutto permette di credere alla duplicità delle libbre fin dalla più antica legislazione Statutaria p. 129 seg. Prima menzione della libbra grossa negli Statuti di Como e di Milano, p. 130 seg. Da noi la libbra grossa è direttamente ricordata per la prima volta nello Statuto del 1263, p. 131. Nello Statuto più vecchio però si nomina già il Peso, e le misure dell’olio create nel secolo undecimo hanno per base la libbra grossa, p. 132. — § 4. Il Centenarium ed il Milliarium usati fin dall’epoca romana, p. 133. Questi due nomi servivano ad indicare grossi pesi, p. 134. Essi indicavano anche il numero degli oggetti, p. 134 seg. Il Centenarium ed il Milliarium contenevano 100 e 1000 libbre sottili, p. 135. Perchè siasi continuato da noi a conteggiare in questo modo i grossi pesi, p. 136. — § 5. Le suddivisioni della libbra grossa. Sistema frazionario dell’Uncia, p. 136 seg. Frazione minima detta Granum e origine di questo nome, p. 138 seg. Le suddivisioni della libbra piccola, p. 140. Sistema sedicesimale nella divisione dell’oncia, p. 141. Prospetto delle misure di peso, p. 142. — § 6. Il trovare nei nostri documenti più antichi indicata la libra senz’altra aggiunta non permette di credere alla esistenza di una sola libbra nella nostra città, p. 142 seg.