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Vuole si trovino nel Cortegiano altre qualità oltre le già dette, ed è incaricato di esporle nella seguente riunione |||
Libro Quarto.
I. — L’Autore compiange la morte di Gaspar Pallavicino, di Cesare Gonzaga, e di Roberto da Bari |||
II. — Elogio di altri fra i cavalieri della corte di Urbino |||
III-VI. — Il signor Ottaviano, ripigliando il ragionamento del Cortegiano, dice, le buone qualità del medesimo allora essere veramente degne di lode, se indrizzate a guadagnarsi la grazia del principe, onde dirigerlo al bene |||
VII-VIII. — Quanto difficilmente la verità giunga al principe, e danni che ne derivano |||
IX-X. — Officio del Cortegiano è di guidare il principe per l’austera strada della virtú, e rendergliela piú agevole |||
XI-XVI. — Se la virtú possa insegnarsi. Dall’ignoranza nascere tutti i mali. |||
XVII-XVIII. — La continenza essere virtú imperfetta. Non doversi però svellere gli affetti, ma dirigere al bene |||
X1X-XXIV. — Se sia più felice dominio quello di un buon principe, o di una buona repubblica |||
XXV-XXVI. — Quale vita piú convenga al principe, se l’attiva o la contemplativa |||
XXVII-XXVIII. — Fine della guerra deve essere la pace. Virtú necessarie nell’una e nell’altra |||
XXIX. — L’educazione doversi incominciare colla consuetudine, proseguire colla ragione |||
XXX. — Altri consigli, che un buon Cortegiano dovrebbe dare al principe |||
XXXI. — Di formare un consiglio dei piú nobili e saviii far eleggere un altro consiglio dal popolo; sì che il governo, nascendo dal principe, partecipi del reggimento degli ottimati e del popolare |||
XXXII-XXXV. — Di essere giusto, pio, non superstizioso, amante della patria e dei popoli; di non tenerli nè in troppo servitù nè in troppo libertà; di cercare l’amore dei sudditi, procurando di renderli buoni e felici. |||
XXXVI-XLII. — Utili e laudevoli essere le grandi opere, ma piú utile la giustizia e il ben governare i popoli. Lodi di Francesco di Francia, di Enrico d’Inghilterra, di Carlo di Spagna, e di Federico di Mantova. |||
XLIII-XLVIII. — Eccellenza di un buon principe. Quanto anche il nome e le qualità di perfetto Cortegiano siano degni di laude. Esempii di Fenice, di Platone e di Aristotele cortegiani |||
XLIX-LII. Essendosi mossa questione, se il Cortegiano abbia ad essere innamorato, Pietro Bembo si fa a parlare dell’amore e della bellezza. |||