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libro quarto. 283


che al Cortegiano o institutor del principe, come lo vogliate chiamare, il qual tenda a quel buon fine che avemo detto, non si convengan tutte le condizioni attribuitegli da questi signori, ancora che fosse severissimo filosofo e di costumi santissimo, perchė non repugnano alla bontà, alla discrezione, al sapere, al valore30, in ogni età, ed in ogni tempo e loco. —

XLIX. Allora il signor Gaspar, Ricordomi, disse, che questi signori jersera, ragionando delle condizioni del Cortegiano, volsero ch’egli fosse inamorato; e perchè, reassumendo quello che s’è detto insin qui, si poria cavar una conclusione, che ’l Cortegiano, il quale col valore ed autorità sua ha da indur il principe alla virtủ, quasi necessariamente bisogna che sia vecchio, perchè rarissime volte il saper viene inanzi agli anni, e massimamente in quelle cose che si imparano con la esperienza: non so come, essendo di età provetto, se gli convenga lessere inamorato; atteso che, come questa sera s’è detto, l’amor ne’ vecchi non riesce, e quelle cose che ne’ giovani sono delizie, cortesie ed attilature tanto grate alle donne, in essi sono pazzie ed inezie ridicole, ed a chi le usa partoriscono odio dalle donne, e beffe dagli altri. Però se questo vostro Aristotele, Cortegian vecchio, fosse inamorato, e facesse quelle cose che fanno i giovani inamorati, come alcuni che n’avemo veduti a’ di nostri, dubito che si scorderia d’insegnar al suo principe, e forse i fanciulli gli farebbon drieto la baja, e le donne ne trarrebbon poco altro piacere che di burlarlo. — Allora il signor Ottaviano, Poichè tutte l’altre condizioni, disse, attribuite al Cortegiano se gli confanno ancora che egli sia vecchio, non mi par già che debbiamo privarlo di questa felicită d’amare. — Anzi, disse il signor Gaspar, levargli questo amare è una perfezion di più, ed un farlo vivere felicemente fuor di miseria e calamità. —

L. Disse messer Pietro Bembo: Non vi ricorda, signor Gaspar, che ’l signor Ottaviano, ancora ch’egli sia male esperto in amore, pur l’altra sera mostrò nel suo gioco di saper che alcuni inamorati sono, li quali chiamano per dolci li sdegni e l’ire e le guerre e i tormenti che hanno dalle lor