Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/279


libro quarto. 263


XXVII. Però è ancor officio del buon principe instituire talmente i popoli suoi e con tai leggi ed ordini, che possano vivere nell’ozio e nella pace, senza pericolo e con dignità, e godere laudevolmente questo fine delle sue azioni che deve esser la quiete; perchè sonosi trovate spesso molte republiche e principi, li quali nella guerra sempre sono stati florentissimi e grandi, e subito che hanno avuta la pace sono iti in ruina e hanno perduto la grandezza e ’l splendore, come il ferro non esercitato: e questo non per altro è intervenuto, che per non aver buona instituzion di vivere nella pace, nè saper fruire il bene dell’ozio; e lo star sempre in guerra, senza cercar di pervenire al fine della pace, non è licito: benchè estimano alcuni principi, il loro intento dover esser principalmente il dominare ai suoi vicini, e però nutriscono i popoli in una bellicosa ferità di rapine, d’omicidii e tai cose, e lor dànno premii per provocarla, e la chiamano virtù. Onde fu giả costume fra i Sciti, che chi non avesse morto un suo nemico non potesse bere ne’ conviti solenni alla tazza che si portava intorno alli compagni. In altri lochi s’usava indrizzare intorno il sepolcro tanti obelisci, quanti nemici avea morti quello che era sepolto; e tutte queste cose ed altre simili si faceano per far gli uomini bellicosi, solamente per dominare agli altri: il che era quasi impossibile, per esser impresa infinita, insino a tanto che non s’avesse subjugato tutto ’l mondo; e poco ragionevole, secondo la legge della natura, la qual non vuole che negli altri a noi piaccia quello che in noi stessi ci dispiace. Però debbon i principi far i popoli bellicosi non per cupidità di dominare, ma per poter difendere sè stessi e li medesimi popoli da chi volesse ridurgli in servitù, ovver fargli ingiuria in parte alcuna; ovver per discacciar i tiranni, e governar bene quei popoli che fossero mal trattati, ovvero per ridurre in servitù quelli che fossero tali da natura, che meritassero esser fatti servi, con intenzione di governargli bene e dar loro l’ozio e ’l riposo e la pace: ed a questo fine ancora debbono essere indrizzate le leggi e tutti gli ordini della giustizia, col punir i mali, non per odio, ma perchė non siano mali ed acciò che non impediscano la tranquillità dei buoni; perchė in vero è cosa enorme