Opere volgari (Alberti)/Nota sul testo (volume II)/Theogenius

Theogenius

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Nota sul testo (volume II) - Rime Nota sul testo (volume II) - Profugiorum ab ærumna
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II

THEOGENIUS

A) TESTIMONIANZE

manoscritti


Firenze
Biblioteca Riccardiana
1. Cod. Moreni 2 (M).

Cod. cart. sec. XV; mm 220 x 155; cc. 77 precedute da un foglio scritto di pergamena, numerate modernamente a macchina da 1 a 78. Antica numerazione (del ’6oo o del ’700) da 1 a 76 sulle attuali cc. 3-78. Sul foglio pergam. num. ir (mano del ’700 o dell ’800) la nota: «Par che sieno di Leon Battista Can. Fior.no e Architetto i suoi scritti in Dialogo della Rep.ca della Vita Civile, e Rusticana, e della Fortuna». Sotto la nota (mano probabilmente dell’Alberti): Laus deo. Al verso del foglio l’abbozzo autografo della prima pagina, contenente l’«Ordine delle Lettere», della grammatica volgare dell’Alberti (per cui v. la bibliografìa qui sotto). A c. 2r un’altra nota di mano del ’6oo o del ’700; bianco il verso. Le cc. 3r-73v, scritte da una sola mano, contengono le seguenti opere tutte dell’Alberti:

cc. 3r (antica num. 1) - 53v: il Theogenins (con correzioni dell’autore), mancante in principio (comincia: «ora nascondendosi fra le chiome...»), e perciò senza titolo, e seguito dalla lettera dedicatoria a Leonello d’Este;
cc. 60r-67r: Naufragio tracio dello XI libro Intercenalium (v. pp. 346-65 di questo volume);
cc. 67r-73v: Epistola Consolatoria (v. pp. 289-95 di questo vol.).

Bianche le cc. 54r-59v e 74r-77v.

Descritto da C. Nardini e A. Gigli, I MSS della Bibl. Moreniana, I, Firenze, 1903, pp. 3-4; e da C. Colombo, L. B. Alberti e la prima [p. 406 modifica]grammatica italiana, in «Studi linguistici italiani», III, 1962, p. 179. Il testo della grammatica, già edita da me presso la Commissione per i testi di lingua, Bologna, 1964 (Collezione di op. inedite o rare, vol. 125), verrà ristampato nel vol. III della presente edizione.


Modena
Biblioteca Estense
2. Cod. α P. 9. 24 (già VII. A. 26) (E).

Cod. membran. sec. XV; mm 195 x 135; fi. 46.

Contiene il solo Theogenius, anepigrafo, preceduto dalla dedica al principe estense.

Bellissimo esemplare con iniziali a colore, probabilmente quello dedicato a Leonello d’Este; al f. 3r lo stemma estense.

Breve descrizione in D. Fava, La Bibl. Estense nel suo sviluppo storico, Modena, 1925, p. 39. Un accenno a questo ms. pure in Gamba, Serie di testi di lingua, Venezia, 1839, p. 364.


Oxford
Bodleian Library
3. Cod. Canon. Lat. 19 (B).

Cod. cart. sec. XV; cc. 130 numerate modernamente a matita, con varie cc. bianche non numerate: 3 all’inizio, 4 tra le cc. 77-78, e 4 in fine; mm 215 x 125.

Consta di due codd. copiati da mani diverse, messi insieme poi probabilmente dal Canonici.

(а) cc. 1r-77r: Ovidius, De arte amandi libri tres eiusdem, De remedio amoris.
(b) cc. 79r-130r: L. B. Alberti Dialogus in Michrotyrum et Theogenium; precede (a c. 78v;) uno schizzo a penna e colori raffigurante l’incontro di Microtiro e Teogenio. La metà superiore della c. 109, che forse conteneva qualche altra illustrazione all’inizio del lib. II, è stata tagliata e asportata con danni pure al testo. La lettera dedicatoria a Leonello d’Este in fondo (cc. 130r-v) è incompleta (explicit: ‘e vedoli pure’).
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Cfr. H. O. Coxe, Catalogi Codd. MSS Bibl. Bodl. pars tertia codd. graecos et latinos Canonicianos complectens, Oxford, 1854, p. 118.


Parma
Biblioteca Palatina
4. Cod. Pal. 267 (P).

Descritto nel vol. I della presente edizione, pp. 457-8.

Contiene, oltre al Theogenius, la Villa e gli Apologhi dell’Alberti trascritti dal fratello Carlo.


Roma
Biblioteca Angelica
5. Cod. 1715 (A).

Cod. misc. cart. sec. XV; mm 200 x 145; cc. 66.

Sulla c. di guardia il nome di un possessore: Laelius Guidiccionius (che visse tra il 1570 e il 1643), seguito da tre righe scritte in latino («Oratio pigri sermo vanus», ecc.).

Contiene alle cc. 2-56 il solo Teogenio (preceduto dalla lettera dedicatoria a Leonello), che qui porta il semplice titolo: B. Albertus de consolatione.

Contiene pure: Oratio Demostenis ad Alexandrum; Sexti Pythagorici sententiolae aureae; un sonetto adespoto, Io mi parto dal cuor che il foco dura.

Descritto in Inventari dei MSS delle Bibl. d’Italia, vol. XXII, Firenze, 1915, p. 137 (errata qui l’ascrizione del cod. al sec. XVII).


Biblioteca Casanatense
6. Cod. 601 (Ca).

Contiene soltanto opere dell’Alberti. Per la descrizione vedi il voi. I della presente edizione, pp. 375-6.

A cc. 63r-90v:||Teogenio (titolo aggiunto da mano posteriore); manca la lettera dedicatoria. [p. 408 modifica]


Biblioteca Vaticana
7. Cod. Barb. Lat. 4051 (V5).

Cod. cart. sec. XV; mm 285 x 205; cc. 169 numerate a macchina; danneggiato in molte parti dall’umidità, soprattutto le cc. 62-67; legatura moderna (1825). Miscellanea di lettere, dicerie (di Stefano Porcari), sonetti (di Gio. da Prato, Gio. Pegolotti, Nicc. Tinucci, Buonaccorso da Montemagno, Fr. Sacchetti, Cino Rinuccini), più la Ruffianella (cc. 1-26). Contiene le seguenti opere dell’Alberti:

cc. 26r-38r: Epistola a P. Codagnello di M. B. Alberti;
cc. 38v -42r: Risposta fatta a uno singhulare amico et molti chonsigli et exempli dati all'opera del torre donna;
cc. 42v-51r: Epistola fatta per lo nobile Intorno messere Batista Alberti chiamata Uxoria molto notabile;
cc. 51v-67v: Deiphira;
cc. 68r-70v: Mirtia;
cc. 71r-82r: Ecatonfilea;
cc. 85v-88r: Agilitta;
cc. 146r-169r: Teogenio (il solo Libro I, e senza lettera dedicatoria).

(Le cc. 88v-145v contengono, oltre l’Amiria [incompleta] di Carlo Alberti, varie lettere, novelle e sonetti di autori del ’400).


Wellesley (Mass.).
Wellesley College Library
8. Plimpton Ms. 860 a (W).

Cod. membr. sec. XV; mm 216 x 136; cc. 48. Contiene:

cc. 2r-37r: L. B. Alberti, Dialogus Microtirum et Theogenium-,
cc. 38r-48r: Isocrates ad Demonicum.


A c. 1v uno scudo, dentro una corona di foglie, con la figura di un pellegrino e le iniziali: Z. P.

In fondo alla c. 2r l’uno stemma (un cervo su sfondo di oro e azzurro) con le iniziali: A. Z.

Descritto nel Catalogue of the Frances Taylor Pearsons Plimpton collection of Italian Books and MSS in the library of Wellesley College, curato da M. H. Jackson, Cambridge, Mass., 1929, p. 393. [p. 409 modifica]

EDIZIONI

1. Opera di Mesere Batista Alberti De Republica De Vita Civile e Rusticana e de Fortuna, [Firenze, 1500?]1. (Brit. Museum, IA 28130).

2. Dialogo di Messer Leon Battista Alberti, fiorentino. De Republica, De Vita Civile, De Vita Rusticana, De Fortuna, in Vinegia per Venturino Rosinello, 1543.

3. Della republica, della vita civile, et rusticana, et della fortuna, in Alberti, Opuscoli morali, ed. curata da C. Bartoli, Venezia, 1568, pp. 256 sgg.

4. L. B. Alberti, Opere volgari, a cura di A. Bonucci, voi. III, Firenze, 1845, pp. 159-229.

P. H. Michel, La pensée de L. B. Alberti, Parigi, 1930, p. 28, cita anche un’altra edizione: Teogenio, dialogo morale, Venezia, 1545, che non sono riuscito a rintracciare.

B) LA PRESENTE EDIZIONE

In uno studio preliminare sui problemi di questo testo2 mi limitai a controllare le edizioni a stampa con un solo manoscritto, l’Estense, qui segnato E. L’esame completo degli altri manoscritti permette di distinguerne tre gruppi principali e di individuare la fonte probabile delle edizioni a stampa.

Nel codice Moreniano (M) abbiamo la fortuna di possedere un codice corretto e ampliato dall’Alberti stesso. Accanto ad esso stanno altri due codici, B e W, che rispecchiano con alcune varianti il testo riveduto [p. 410 modifica]di M. Prescindendo da alcune integrazioni essenziali fatte dall’autore su M, si può dire che due codici, Ca e V5 (quest’ultimo per il solo libro I) rappresentano lo stato del testo anteriore alla revisione autografa, il quale è pure quello delle edizioni a stampa del ’500. Gli altri tre codici, E A e P, contengono invece alcune delle correzioni e aggiunte fatte su M (9 in tutto), ma non tutte (manca una buona dozzina), mentre A e P si distinguono da E per molte lezioni e lacune comuni.

Le varianti che confortano questa constatazione sono tutte registrate nell’apparato critico che segue. Basti qui indicarne i principali elementi e dare gli appositi rinvii a pagina e riga del testo e dell’apparato:

1. - Correzioni e aggiunte fatte su AI, rispecchiate da B e W, ma non da A P E Ca V5 : pp. 59, 6; 60, 20, 23, 25; 61, 28, 32; 62, 6; 63, 2, 13; 78, 22; 83, 4, 20; 94, 8, 15-16; 98, 7.

2. - Correzioni e aggiunte fatte su M, rispecchiate da tutti gli altri codici salvo Ca e V5 (quest’ultimo per il solo libro I): pp. 58, 18; 62, 7; 63, 6; 69, 26; 73, 3; 81, 29; 86, 15-19; 91, 3, 17-19-. (Si noti però che l’aggiunta del nome a p. 91, 3, manca pure in E, e che ad E solo è passata l’aggiunta del nome a p. 82, 31).

Nelle edizioni a stampa del ’500 mancano tutte le aggiunte e correzioni qui elencate: derivano cioè da un testo affine a Ca. Per altri particolari e varianti entro le edizioni vedi l’apparato (ove ne figurano soltanto alcune lezioni più importanti) e il mio articolo preparatorio citato sopra.

3. - Correzioni e aggiunte fatte su M che non figurano in nessun altro manoscritto: pp. 59, 20; 67, 17; 73, 6; 86, 25 (le prime due sono piccole cose di non grande importanza). Ma oltre a queste, W e B si distinguono da M per altre varianti comuni, alcune provenienti certamente da errori di lettura: pp. 63, 6; 74, 20; 75, 35; 77, 33; 80, 1; 81, 1, 10, 33, 35; 84, 3; 89, 17; 98, 34; 103, 11, 35. D’altra parte B dimostra di essere stato collazionato e corretto su W (o su un altro codice affine): vedi per esempio pp. 66, 3; 83, 20; 93, 35.

Il numero dei manoscritti dovette essere una volta assai più grande (l’Alberti stesso, nella lettera a Leonello, dichiara i suoi «libretti» richiesti da molti), ed è difficile ricostruire uno stemma che tenga conto di questo stato di cose rivelato dai codici superstiti. Ma supponendo che M sia stato capostipite di E A P W B, che ne discendessero in vari modi [p. 411 modifica]da diversi stadi della revisione di M (escludendo cioè che certe correzioni e aggiunte fatte su M non siano state copiate dall’autore da qualche altro esemplare), si potrebbe forse esprimere la situazione nel modo seguente (indico con M1, M2, M3 la progressiva revisione di M): Comunque, in questa situazione, in cui le varianti di W e B non sono tali da rendere sicura l’ipotesi di un’ulteriore revisione del testo dovuta all’autore, preferii fondare la presente edizione su M (che sarebbe M3), anche se questo codice non è del tutto privo di errori pur dopo la correzione autografa. Non ho esitato perciò a correggere in alcuni punti la lezione di M, valendomi degli altri codici e delle stampe, e segnalando sempre nell’apparato gli elementi su cui fondo il mio intervento.

Al testo dell’opera premetto la dedica a Leonello d’Este che figura in M E A P B, ma non in Ca V5 W. Essa non solo contiene alcune osservazioni molto interessanti sull’uso del volgare, ma ci offre anche utili indicazioni sui motivi e sulla data della composizione dell’opera. L’Alberti la scrisse «per consolare se stessi in sue avverse fortune», e la dedicò poi al principe estense in obitu parentis, cioè dopo il 26 dicembre 1441. La composizione sarà da collocarsi con tutta probabilità entro gli anni 1438-1441, e forse precisamente nel 1440, ma è difficile spiegarci, con gli elementi biografici a nostra disposizione, l’estremo stoicismo e pessimismo di questi dialoghi3. Si può notare, comunque, che, se il [p. 412 modifica]codice E è effettivamente, come pare, l’esemplare di dedica a Lionello, l’autore continuò poi a correggere e ampliare la sua opera dopo la data della presentazione al marchese estense. Il Theogenius avrà avuto, come la dedica pare indicare, maggior diffusione di quanto suggeriscono i pochi codici rimasti; ed è notevole il fatto che esso solo, fra tutte le opere morali volgari dell’Alberti, abbia avuto una fortuna editoriale cinquecentesca, anche se questa, come ora sappiamo, non era conforme alle ultime cure date al testo dall’Alberti.

Le antiche edizioni danno all’opera un titolo diverso (De repubblica, ecc.) da quelli, pur vari, registrati nella tradizione manoscritta. Tra questi abbiamo scelto quello indicato da Carlo Alberti nel cod. Pal. di Parma: Theogenius, confortati in ciò dall’abitudine dell’Alberti di dare titoli latini anche alle sue opere volgari.

Il Theogenius è pieno di richiami ed esempi tolti dai classici e dalla storia antica. Per quanto ci è stato possibile, li abbiamo controllati sulle fonti certe o probabili, ma ci siamo limitati a citare nell’apparato soltanto i casi più importanti per la costituzione del testo: cioè quelli in cui a) la fonte aiuta a determinare la lezione del testo, b) l’Alberti ha tradotto o rifatto in qualche modo versi, detti o discorsi di poeti e scrittori antichi. La compiuta illustrazione delle fonti utilizzate o rimaneggiate dall’Alberti richiederebbe un ampio commento che esorbita dai limiti delle norme della presente collana4 .

C) APPARATO CRITICO


Libro I
p. 57 12. A P om. molto; B e ne lacrimai, W om. insieme 16. A P om. quanto 17. E carissima 19. W B restituire altri a miglior stato 23. A & copre, P ci copre 25. W B om. mille, A P E B Ca splendore, W risplendere, V5 splendere
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p. 58 3. A P salutar noi 6. W B avolge e veggiando. Qui comincia M (ora nascondendosi) 8. W B murmurando (in iniziale cancellato in B), A P mi s'inchina 17. A P nostri 18. M noi corr. ex voi, V6 Ca voi 26. M colui agg. m. a.
p. 59 6. M che agg. m. a., A P E V5 Ca om. che 9. Ca om. avenia 9-11. Plat. Rep., 8, 552 d 3-6 12. W B E provano 18. A P queste parti 20. W B inexorabile; M la agg. in. a., altri codd. om.; Ca om. quali tutti... raro 24. A P inmettere
p. 60 1. W B con trattarle, E intractabile 3. A P un'altra terza 5-6. W B e della iniquità da e' 17. W B modi 20. A P E V5 Ca star (M star ma con r espunto; W B sta) 23. A P E V5 Ca giacere (M giacere con re espunto; W B giace) 25. M ne agg. m. a., A P E V s Ca om. ne 26. W B stiamo
p. 61 11. M B troverano 12. M W E V5 perturbati 20. W B driciamo, A P riduciamo, Ca l’adriciamo 27. W B e ad edure in cenere, Ca edadurre a 28. Ca alla quale (cfr. Bonucci, p. 169); M e agg. m. a., A P E B Ca V5 om. e 32. M elle agg. m. a., A P E V5 Ca om. elle 34. A P E V5 variamo 35. A P sentenze.
p. 62 6. M ch'elle agg. m. a., A P E B V5 Ca om. ch’elle 7. M in altri agg. m. a. dopo non buone poi cancellò, W B non buone in altri quanto; M noi agg. m. a., V s Ca om. noi 22. P E molti 33. B revelazioni.
P- 63 2. M è agg. m. a., A P E B V5 Ca om. è 6. M agg. m. a. (?), V6 Ca om. , W B intesi già più giorni della diversita 13. M sì, per, che agg. m. a. 14. M cresceno, scemano corr. m. a. ex crescere, scemare, - aggiunte e correzioni passate a B W, ma non ad A P E V5 Ca (né alle edizioni a stampa) 15. A P E B V5 Ca stimi 21. M elato corr. m. a. ex lato, E lato, V5 om. elato 34. P om. ch'io.
P- 64 7. Edd. solo e primo 17. Edd. tanti dì 30. A P arienti.
P- 65 14. Edd. cominciamo da costui. Dimmi 17. Ed. 1500 renderesti, Bart. vorresti, altre edd. risponderesti 27. A P veruna (alcuna) faccenda era vita laboriosissima, V5 om. era faccenda 29. E questa.
p. 66 2. Edd. non meglio stai 3. E ma chi in mezzo esponesse le ricchezze agg. in margine. La stessa frase evidentemente mancava in B, dove è aggiunta invece: Ma se tu conoscesti quelle, che è lezione pure di W. 22. Ca V5 e Edd. muto, altri codd. vinto (lezioni paleograficamente quasi indistinguibili, e nel contesto ugualmente possibili) 36. - p. 67, 1. A P om. queste vostre carte... vi porgono.
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p. 67 12. Edd. cose, ridurle per 17. Codd. (salvo M) t'affermo me questo stato (in M è espunto), Edd. me in questo stato 22. Edd. trovo 31. A P cose sue.
p. 68 3. M E truomi 5. Ed. 1543 ricordamnmi lodatimi; A P lor 16. Edd. E solenne quale 28. A P om. cose sottili... e parm 30. A P lor 32. A P om. e fastidio.
p. 69 12. E possia a te 16-26. Intendi L. Sicius Dentatus, e cfr. Plin., VII, 28, 101, da cui l’A. prese le notizie, facendo però un pasticcio nei numeri (v. anche Val. Max., 3, 2, 24); ma forse si serviva di un testo guasto. Dalla stessa fonte provengono pure gli esempi di M. Capitolino e M. Sergio (r. 28, 31) 26. M volte agg. m. a., V6 Ca e Edd. om. volte 36. Cfr. 91, 9, e intendi Flavio Vopisco (codd. e prime edd. Prisco; 1543, Bonucci: Vopisco), Aur., 6.
p. 70 4. Tolgo simili dall’ed. 1543: manca in tutti i codd., ma il senso richiede qualche integrazione; Ca vecchio suo prudente.
p. 71 1-5. Plut. Reg. Apophth., p. 175 c. 3. Edd. beni 11. E mantenne 12. Juv., I, 3, 152-3 14-17. Cfr. Stoic. vet. fragm. (Teubner) I, n. 277 30-31. A P E V5explicarci e satisfarci, W expularci e satisfarci.
p. 72 6. Edd. istoriografo 33. Ca e Edd. svolsi, altri codd. sciolsi (problema di scelta analogo a quello di p. 66, 22) 36. Mart., V, 42, 7.
p. 73 3. M ma di quelle agg. m. a.: l’aggiunta non è passata a V6 né a Ca (fortuna di queste quali, che è lezione pure delle Edd.) 6. M potranno ex potere corr. m. a. in margine, E B W V5 Ca potere (= Edd.), A P poteron 14. A P persona bene giugne 22. A P Gaio: intendi Marcius Censorinus, e cfr. per i particolari del testamento di C. Claudius Isidorus, Plin. N. H., 33, 10.
p. 74 20. W B datti (per prodotti) 32-36. Hor. A. P., 412-414: Qui studet optatam cursu contingere metam / multa tulit fecitque puer, sudavit et alsit, / abstinuit venere et vino....
p. 75 5. Edd. inetto o inetta... 11. E V2infinito (M infinito con t espunto) 13. M V5tenuti, W teniuti 24. A P v'imponesse 29. Edd. desideri 32. P questo, Ca questa 35. W B cosa solo reputo.
p. 76 30. V6 om. scurre 32. P E stimare.
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p. 77 5. Plut. Agesilaus, 3 25. A P Gige (cfr. Val. Max., VII, I, 2) 33. W B che lui felicissimo (in B lui è agg. in interlinea), A P fortunatissimo (ma P in marg. alias felicissimo) 33-36. Cfr. Herod., I, 30.
P. 78 15-19. ps. Plat. Axiochus, 369 a, 7-10 17. P E W B sutile, Edd. disutile 22. M spregiare e agg. m. a. in margine: l’aggiunta appare in W B, ma non negli altri codd. né nelle Edd.
p. 79 27. M V2 E PA Massimissa 28. M E V2 Ca Arthoxerses (cfr. Iustin., X, I, I) 29. Intendi Herotimus (cfr. Iustin., XXXIX, 5, 6).
p. 80 29. W B exilio (in B in marg. alias auxilio) 10. A P E Ca V2 om. a (grave merore) 16. A P B om. e fama (spazio bianco in A P) 18. Ca V2 provargli (= Edd.).
P. 81 I. A P doni 2. W B e Edd. incommodo 10. W B subito sussidio 13. Edd. (salvo Bart.) natura (per nostra) 29. M alli dii agg. m. a., non figura in Ca V2 né nelle Edd. 33. B ora agg. in interlinea sopra perduta, W opera agg. sopra perduta, Edd. perduta hora e degna (lezioni che testimoniano confusione tra ora e ma?) 35. WB dolore.
P. 82 I. A P prelevarmi 4. A P inminuiva, Ca V2 inniuna (?) 5-7. Mart., V, 76, 1-2 II. P restiamo 13. A P troppo dolore 14. A P eccitato 22. Edd. e molto a 26. P E assidui o agitati 31. M Valerio agg. m. a. in margine, W B V2 Ca Edd. om. Valerio, A P om. fratello di.
P. 83 4-7. Il detto, qui attribuito a tutti, è di Senofonte (Diog. Laert., II, 55) 5. M un agg. m. a., P A E V2 Ca Edd. om. un; M aspettavalo ex aspettando corr. m. a., A P E V2 aspettando, W aspettava 14. W B in (m) provando 20. M a te, dico, Tichipedo mio, non interverrebbono agg. m. a.; l’aggiunta manca in A P E V2 Ca e Edd., figura soltanto in W e B (agg. qui in marg. dal copista); A P minimo impeto 36. Ca Eimito, A P hei muto, Edd. immito.
P. 84 1. Aen., IV, 434: dum mea me victam doceat fortuna dolere 3. WB conforme overo concorde (risultato forse di un alias?).
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Libro II
p. 85 19. A P con vizi.
p. 86 15-19. M Ieronimo istorico... la sua continenza agg. m. a.: l’aggiunta manca solo in Ca e nelle Edd. 25. M perì ex visse, infelicità ex povertà corr. m. a., altri codd. e Edd. visse in estrema povertà (la correzione corrisponde ai fatti; cfr. Plut. Crass., 31 sgg.).
p. 87 4. A P e Edd. di tanto numero d’uomini, W de uomini 9. M W B E estremissime, A P estraniissime 14. A P sessanta 16-19. Ovid. Tr., V, 8, 15-18: Passibus ambiguis Fortuna volubilis errat, / et manet in nullo certa tenaxque loco; / sed modo laeta meat, vultus modo sumit acerbos / et tantum constans in levitate sua est 17. Edd. luogo mai ma; adotto l’integrazione per raddrizzare l’endecasillabo (supponendo, cioè, che siano versi come negli altri casi in questo testo) 29. A P successione 30. Plat. Rep., VIII, 546 c.
p. 88 2-3. Astr., III, 532 34. W B MCXL (M E Ca M & XL, P A mille e quaranta) 36. A P om. Cicrope.
p. 89 8. A P essere stata, B esser agg. in interlinea 17. W B Apaneghia, P Pamea 18. Tac. Ann., XVI, 13 19. A P onni altra pianta 35. Pin. Pyth., VII, 99-100 (ma l’A. l’avrà preso da qualche fonte indiretta?).
p. 90 31. A P potera.
p. 91, 3. M Fabbio senatore agg. m. a. in uno spazio lasciato in bianco, E Ca e Edd. om. Fabbio senatore 9. Cfr. 69, 36: Flavio Vopisco, Car., 8 11-12. Ed. 1500, Bart. che lo filosofo... Safonides 16. A P studiando 17-19. M Isocrate quale... per dolore espiro agg. m. a. in margine: manca in Ca e nelle Edd. 24. M A E P Ca fascino, W B fascineno.
p. 92 13. Intendi Abderite 18. A P a’ populi e ranocchi e grilli 20. M E trovavasi, W B trovasse, Ca A P truovasi 29. E la si 30. A condiece, altri codd. conduce, 1500, Bartoli condice (1543 om. il verbo).
p. 93 19. M extrenuissime (cfr. p. 87, 9) 26. Ca e Edd. tanti 35. M E Ca B Gide (B in margine alias Gangie), W e Edd. Gangie, A P Tigre 36. Edd. 1534, Bon. quattrocento e sessanta (ma cfr. Herod., I).
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p. 94 8. A P E Ca e Edd. nostre ingluvie e stoltizia (già lezione di M corr. poi, credo, da m. a. - correzione rispecchiata da W B) 15-16. M Lapo dicea Plauto poeta essere l’uomo agli altri uomini agg. m. a. in margine; il passo figura in W B, ma non in A P E Ca e Edd. (cfr. Profug. ab aerumna, p. 147, 21 di questo volume).
p. 95 6. M sue modessimi, B sue medesmi, W suoi sine desimi, Ca P E sue modestissimi, A modestissimi suoi (Edd. modestissimi); cfr. Plut. Aem. Paulus, 35-36, Liv., 45, 40-41 25. M A E P Ca lasciano lo spazio per il nome, W B non hanno né nome né spazio, Edd. non come presso; v. Ter. Phorm., 245-6; W B om. pensando.
p. 96 19. B scludere corr. in escludere, Edd. scindere 20. A V da te e ascoltarmi 24. A P nulla atrarli 35. A P investigheremo.
p. 97 4. Edd. qualunque re, di 7. A P loro fortuna 14. A P dritto 27. Edd. 1500, Bart., Bon., om. parlar; 1543 om. parlar di chi 28-33. Cfr. Sall. Iug., 85, 27.
p. 98 7. M a loro (diletti) agg. m. a., E P A tanto diletti, Ca e Edd. tanto li diletti 23. A P molesto 34. A P W B e Edd. passion(e), Ca pssion (mantengo la più difficile lezione di M E) 36. A P di sdegno.
p. 99 12. A P sia infesto 33. A P sia cosa non buona.
p. 100 8. Plat. Ep. IX, 358 A, 3-6 21. M E quali 25. A P di Simiossimo; A P Ida selva 5-7. Cfr. Iliad., IV, 473 sgg.; Simoesios, figlio di Antemione, nato in Ida presso il fiume Simois, fu ucciso da Aiace: manca nella fonte selva / insula, ed esito a correggere secondo A P, perché insula potrebbe risalire ad un errore dell’A. stesso.
p. 101 3-6. Juv., X, 243-5: Haec data poena diu viventibus, ut renovata / semper clade dornus multis in luctibus inque / perpetuo nuerore et nigra veste senescant 9. M iñta, A P vita, Ca e Edd. om. innata (seguo W B E) 16-18. Xen. Apol. Socr., § 27. 23-26. Lucr., III, 451-4: Post ubi iam validis quassatum est viribus aevi / corpus et obtusis ceciderunt viribus artus, / claudicat ingenium, delirat lingua, labat mens, / omnia deficiunt atque uno tempore desunt.
p. 102 3. A P entriamo, M W B entramo, Ca entrammo 17. Diog. Laert., X, 27 22. B come del vivere si come de cibi, P comodi cibi, A commodi debiamo ellegere cibi.
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p. 103 11. Ca W B e Edd. peso, M E A P presso. Non sono riuscito a trovare la fonte del detto attribuito ad Eraclito 16. A P fuori dì vita 19-21. Sil. Ital., XI, 186-8 31. A P effuggire 21-23. Plaut. Rud., 675-6 34. Edd. 1543, Bon., Biton (lascio stare la forma data dalla tradizione ms.; ma cfr. Herod., I, 31 sgg.) 35. M E A P Edd. 1500, Bart. Ninive, W B Edd. 1543, Bon., Iunone, Ca iûpne (?).
p. 104 21. Non trovo conferma di questo nome Beloe tra gli scrittori antichi 23. Intendi Derbices, e cfr. Hier. adv. Iovin., 2, 7 (P. L., 23, col. 296) 29-32. Cfr. Jambl. Pyth., XXX, 103; Burley (Kunst), p. 76 e nota (per Macrobio e Platone) 32-33. Diog. Laert., I, 5, 5 34-36. Mart., X, 47, 13.


Note

  1. Cfr. Gesamtkktalog dar Wiegendrucke, I, col. 263 (n. 508), che propone invece: Milano, Leonhard Pachel (?), 1492 (?).
  2. Notes on the texts of some vernacular Works of L. B. Alberti, in « Rinascimento», III, 1952, pp. 238-244.
  3. Cfr. G. Ponte, La datazione del «Teogenio» di L. B. Alberti, in «Convivium», N. S., II, 1955, 2, pp. 150-159; e vedi più avanti in questo volume la lettera di Carlo Alberti al Vettori intorno alla composizione dei Profugiorum ab aerumna libri (pp. 421 sgg.).
  4. Cfr. anche le nostre osservazioni su problemi analoghi nel testo dei Profug. ab aerumna libri, a pp. 429 sgg. di questo volume. Non sono problemi di facile soluzione, e confesso di aver cercato finora invano le fonti di alcuni esempi e detti citati dall’Alberti. Per quelle trovate, sono molto debitore verso gli amici: il mio collega Colin Hardie, e Alessandro Perosa, che durante la sua permanenza oxoniense (1964-65) ha voluto prestarmi il suo valido aiuto in queste ricerche.