Nuovo vocabolario siciliano-italiano/OS
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Osanna. Voce ebrea, che vale evviva, salve ecc: osanna.
Osanza diri. Modo riempitivo, in forza di meraviglia, ammirazione: senza più, altro che questo. (Pasq. dice che sia frase composta da: oh senza dire; potrebbe venire da osare, come se si dicesse: ardire di dire).
Osara. Interiezione: ohimè! ohitè!
Osari. V. assaiari.
Oscenamenti. avv. In modo osceno: oscenamente.
Oscenità, Oscenitati. s. f. Disonestà, lascivia: oscenità, oscenitade, oscenitate. || Azione oscena: oscenità. || Ciò che muove o invita a oscenità: oscenità.
Oscenu. add. Che ha oscenità: osceno. Sup. oscenissimu: oscenissimo.
Oscillamentu. s. m. L’atto dell’oscillare.
Oscillari. v. intr. Muoversi su e giù o qua e là, come di corpo abbandonato alla sua gravità: oscillare. P. pres. oscillanti: oscillante. P. pass. oscillatu: oscillato.
Oscillata. s. f. L’azione dell’oscillare: oscillata (V. participiu).
Oscillatedda. dim. di oscillata.
Oscillatoriu. add. Aggiunto dato al moto di oscillazione: oscillatorio.
Oscillazzioni. s. f. Il moto di un corpo abbandonato alla sua gravità: oscillazione.
Oscurabbili. add. Che può oscurarsi: oscurabile.
Oscuramenti. avv. Con oscurità: oscuramente.
Oscuramentu. s. m. L’oscurare: oscuramento.
Oscurari. v. a. Far oscuro, tor la luce: oscurare. || rifl. a. Oscurarsi. P. pass. oscuratu: oscurato.
Oscurata. s. f. V. oscuramentu.
Oscurettu. add. dim. di oscuru: oscuretto, oscuriccio.
Oscurità, Oscuritati. s. f. L’esser oscuro: oscurità, oscuritade, oscuritate. || fig. Si dice di scritture, ragionamenti e simili: oscurità. || Vita privata o nascita umile: oscurità. || La non chiara storia de’ secoli passati: oscurità.
Oscuru. add. Tenebroso, privo di luce: oscuro, bujo. || Nero, lugùbre: oscuro. || Difficile a intendersi: oscuro. || Non conosciuto, umile: oscuro. || essiri a l’oscuru d’una cosa, non la conoscere: esser al bujo, all’oscuro d’una cosa. || V. scuru. Sup. oscurissimu: oscurissimo.
Osìa. Congiunzione. Lo stesso che o: ossia.
Ospitali. add. Che ha ospitalità: ospitale. Sup. ospitalissimu: ospitalissimo.
Ospitalità. s. f. Liberalità nel ricevere i forestieri: ospitalità.
Ospitalmenti. avv. Con ospitalità: ospitalmente.
Òspiti. s. m. Quegli che dà e quegli che riceve ospitalità: ospite.
Ospizziari. v. a. Alloggiare: ospiziare (Mort.).
Ospizzieddu. dim. di ospizziu.
Ospìzziu. s. m. Luogo dove si alloggiano gl’infermi o i pellegrini ecc: ospìzio.
Ossaloru. V. ussaloru.
Ossami. s. m. Quantità d’ossa: ossame.
Ossatura. s. f. Ordine e componimento dell’ossa: ossatura. || Per sim. sostegno interiore d’alcuna macchina: ossatura. || L’unione robusta di grosso legname, che forma il corpo d’un bastimento: costolatura, ossatura. || Il legname che forma sostanzievolmente l’imposta di porte o che: ossatura.
Ossequiamentu. V. ossequiu.
Ossequiari. v. a. Rendere ossequio: ossequiare. P. pass. ossequiatu: ossequiato.
Ossèquiu. s. m. Riverenza, osservanza, rispetto: ossèquio.
Ossequiusamenti. avv. Con ossequio: ossequiosamente.
Ossequiusu. add. Che fa ossequio: ossequioso. Sup. ossequiusissimu: ossequiosissimo.
Osserva. Nella frase stari supra l’osserva: star attento.
Osservabbili. add. Da osservarsi: osservabile.
Osservabbilmenti. avv.In modo osservabile: osservabilmente.
Osservamentu. s. m. L’atto di osservare: osservamento.
Osservandissimu. add. Titolo dato a persona degnissima: osservandissimo.
Osservanti. add. Che osserva: osservante. || Religioso d’uno de’ mille disciolti ordini: osservante. Sup. osservantissimu: osservantissimo.
Osservanza, Osservànzia. s. f. Osservazione: osservanza, osservanzia. || Regola e ordine dei frati Francescani, ora sciolti: osservanza. || Rito, costume: osservanza. || Attenta considerazione: osservanza. || Ossequio, riverenza: osservanza. || Puntualità, lealtà: osservanza.
Osservari. v. a. Guardar e considerar alternamente: osservare. || Attender alla promessa: osservare. || Obbedire: osservare. || Spiare gli altrui andamenti: osservare. P. pass. osservatu: osservato.
Osservata. V. osservamentu.
Osservatòriu. s. m. Luogo donde si osserva il cielo e gli astri: osservatòrio.
Osservaturi. verb. m. Chi o che osserva: osservatore.
Osservazzioni. s. f. L’osservare: osservazione. || Pregiudizio che altri ha del por mente a certe cose, e da quelle presagire: osservazione. || Considerazione, esame di opere letterarie o che: osservazione.
Osservazziunedda. dim. di osservazione: osservazioncella, osservanzioncina.
Ossessu. add. Indemoniato: ossesso.
Ossicanta. V. berberi.
Ossiceddu. V. ussiddu.
Ossidari. v. a. Combinar un corpo semplice coll’ossigeno: ossidare. P. pass. ossidatu: ossidato (Mort.).
Ossidazzioni. s. f. L’ossidare od ossidarsi: ossidazione.
Òssidu. s. m. T. chim. Sostanza metallica combinata con l’ossigeno: òssido.
Ossificarisi. v. rifl. pass. Diventar osseo: ossificarsi. P. pass. ossificatu: ossificato.
Ossificazzioni. s. f. Formazione o sviluppo delle ossa: ossificazione.
Ossìgginu. s. m. T. fis. Sostanza combustibile componente dell’aria: ossìgeno.
Ossu. s. m. La parte più solida del corpo animale: osso. || pl. ossa: ossa e ossi. || Quel granello, contenente il seme, più o meno grosso e duro che è dentro il frutto: nòcciolo, osso. || – di balena, striscetta di quella lamina cornea, tratta dalla mascella superiore della balena: osso di balena. || – di siccia, quella materia bianca, calcàrea, di cui son provvedute le seppie, e che usasi dagli orefici per pulire, ecc.: osso di seppia. || ossa, nel giuoco dell’oca sono i: dadi. || – duru, si dice di impresa difficile, malagevole: osso duro. || – di lu bustu: le stecche, del busto che si mettono le donne. || un ossu pigghia deci o vinti, giuoco da fanciulli co’ nòccioli delle albicocche: truccino. || essiri peddi ed ossa, essere magrissimo: esser ossa e pelle. || lassaricci l’ossa, rovinarsi interamente o morire: lasciar le polpe e l’ossa. || essiri un saccu d’ossa, essere sfinito, lasso. E qualche volta si dice a persona magra, secca, e allora anco in Toscana dicono: esser un sacco di ossa. || arrusicarisi l’ossu, travagliarsi in una impresa scabrosa: torre a roder un osso duro. || E arrusicarisi l’ossa, rabbiarsi: rodersi. || dari ossu ad unu, dargli fastidio: travagliarlo. || asciuttu com’un ossu, fig. dicesi a chi non fa caso di cosa dispiacevole qualunque: imperturbabile. || aviri l’ossa duri, essere vecchio: colle ossa dure. E l’usiamo anco per dinotare robustezza o fortezza. di membra: essere di buon osso. || essiri all’ossu, fig. in misero stato: essere al verde. || dari ’ntrall’ossa, travagliare, affliggere: tribolare. || fari manciari o strudiri l’ossa, fare stizzire fortemente: far mangiare l’aglio (Tigri, Canti pop. Tosc.), fare roder l’anima. || avirila ntall’ossa, avere un vizio, o che, incarnato, per natura: averla nell’ossa. E Guerrazzi scrisse: egli ha il birbo fitto nell’osso. p. e. l’havi ntall’ossa di fari lu sbirru. || fari fari ’na cosa cull’ossu, per forza. || in carni e in ossa, per asseverare l’esser proprio in persona: in carne e in ossa, p. e. è lui in carne e in ossa, è un baron f.... in carne e in ossa. || rumpiri, stuccari, o ciaccari l’ossa ad unu, zombarlo, bastonarlo per bene: fiaccar le ossa a uno, metter a uno le ossa in un paniere. E dicesi di cagione anco morale che abbatta il corpo e lo spirito: dar addosso, p. e. quest’affare mi dà addosso. || Prov. nun essicci nè ossa nè spina, non esservi da appuntare, non esservi difficoltà alcuna: non avere nè spina nè ossa, o nè lisca nè osso. || quannu l’ossu cc’è, la carni veni, o mentri l’ossu cc’è, la carni va e veni, finchè si vive si può sempre ritornar a buona sanità: a chi salva la pelle, la carne rimette. Si usa anco fig. per altre cose. || cu’ si mancia la carni caca l’ossu: chi mangia il pesce caca le lische. || quannu la carni è pocu pigghia l’ossu, quando non puoi avere come vuoi, piglia come puoi. || ossu sagru, quello che sta nella parte inferiore della spina dorsale: osso sacro. || V. in carni: un prov. e così ad altre voci per altri.
Ossupizziddu. s. m. Quell’osso che sporge dalle parti laterali del collo del piede: noce del piede, mallèolo. || junciri ’na cosa sinu all’ossu pizziddu, piacere estremamente: toccare o morder l’ugola. || duluri di stomacu ’ntall’ossu pizziddu, si dice per garrire chi vuol dar a intendere di essere ammalato.
Ossutu. V. ussutu.
Ostàculu. s. m. Impedimento, opposizione: ostàcolo.
Ostàggiu. s. m. Persona che rimane in mano altrui come pegno di checchessia: ostàggio.
Ostali. V. funnacu. (Dall’ital. ant. ostale per ostello).
Ostalirìa. V. osterìa.
Ostanti. add. Che osta: ostante. || non ostanti, quantunque, benchè: non ostante.
Ostari. v. intr. Far ostacolo: ostare.
Ostarìa. V. osterìa.
Ostensoriu. s. m. Sfera d’argento od oro dove si espone la Eucaristia: ostensorio.
Ostentamentu. s. m. L’ostentare: ostentamento.
Ostentari. v. a. Mostrare con ostentazione: ostentare. P. pass. ostentatu: ostentato.
Ostentata. V. ostentamentu.
Ostentateddu. add. dim. di ostentato.
Ostentaturi –tura. verb. Chi o che ostenta: ostentatore –trice.
Ostentazzioni. s. f. Pomposa mostra, ambiziosa dimostrazione: ostentazione.
Ostentazziunedda. dim. di ostentazione: ostentazioncella (crederei usabile).
Osteri. s. m. Colui che tiene osterìa: ostiere.
Osterìa. s. f. Luogo dove si mangia e delle volte vi si dorme, è più nobile di taverna, ma meno di albergo: ostería.
Osteriedda. dim. Osterietta.
Ostetrìcia. s. f. T. chir. Parte della chirurgia che riguarda il parto: ostetrìcia.
Ostètricu. s. m. Chi esercita ostetricia: ostètrico.
Osti. s. m. Chi tiene osteria: oste. || T. mar. Fune che allacciata ai bracotti della penna della vela serve a tirar le antenne verso poppa: oste (Zan. Voc. Met.).
Òstia. s. f. Quel pane che si consacra nella messa: òstia. || Ogni pasta ridotta in sottilissima falda che serve a vari usi: ostia. || stari cull’ostia in mucca, tacere: stare coll’acqua in bocca. Onde ostia ’m mucca si dice per dire silenzio! zitto! acqua in bocca.
Ostiariatu. s. m. T. eccl. Il primo dei quattro ordini minori: ostiariato.
Ostiàriu. s. m. Propriamente custode dell’uscio: ostiàrio. || Chi è insignito dell’ostiariato: ostiario. || Lo strumento con cui si fanno o si tagliano le ostie.
Ostili. add. Nemico: ostile.
Ostilità. s. f. Nimistà, nimicizia: ostilità. || T. mil. L’azione della guerra, o i combattimenti con cui essa si comincia: ostilità.
Ostilmenti. avv. Nemichevolmente: ostilmente.
Ostinarisi. v. intr. pron. Diventar ostinato: ostinarsi.
Ostinatamenti. avv. Con ostinazione: ostinatamente.
Ostinatazzu. pegg. di ostinatu: ostinataccio (in Firenze).
Ostinateddu. dim. Ostinatello, ostinatetto.
Ostinatissimamenti. avv. sup. Ostinatissimamente.
Ostinatizza. s. f. La qualità astratta di chi è ostinato: ostinatezza.
Ostinatu. add. Che ha ostinazione: ostinato. || Prov. cori ostinatu nun voli cunsigghiu: animo risoluto non ha orecchi. Sup. ostinatissimu: ostinatissimo.
Ostinatuni. accr. di ostinatu.
Ostinazzioni. s. f. Persistenza contro ragione nel proprio sentimento o volere: ostinazione.
Ostinazziunedda. dim. di ostinazzioni: ostinazioncella.
Ostinazziununa. accr. di ostinazzioni.
Ostirlicchia. V. osteriedda.
Òstraca. s. f. T. zool. Molluschi acefali contenuti in guscio bivalve, che comprende molte specie; è di squisito sapore: òstrica.
Ostracaru. s. m. Chi vende ostriche: ostracajo.
Ostrachedda. dim. di ostraca: ostrichetta, ostrichina.
Ostracuna. accr. Ostricone.
Òstrica. V. òstraca e seguenti.
Ostru. V. pùrpura. || È nome di vento di mezzodì: ostro.
Ostruiri. v. a. Cagionar ostruzione: ostruire. P. pres. ostruenti: ostruente. P. pass. ostruttu: ostrutto.
Ostruttivu. add. Che induce ostruzione: ostruttivo.
Ostruzzioni. s. f. Serramento de’ vasi e canali del sangue, ritenzione degli umori: ostruzione.
Ostruzziunazza. pegg. di ostruzzioni.
Ostruzziunedda. dim. di ostruzzioni: ostruzioncella.
Supplemento