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ORU | — 678 — | OSS |
a modu so esponi la liggi, per la corruzione degli uomini: il suon dell’oro crolla le più dure colonne. || un pugnu d’oru scassa ’na porta di ferru: il martello d’argento, spezza le porte di ferro. || lu judici ama l’oru e l’avvocatu l’argentu, insomma entrambi aman le monete. || la furnaci prova l’oru e l’oru prova la donna: donna che regge all’oro, val più d’un gran tesoro, pare che sia difficile trovare donna che regga all’oro, ma impossibile a trovar un uomo che vi regga, secondo me.
Orubbeddu. V. orpellu.
Oruri. V. oduri.
Orva. s. f. T. zool. Uccello rapace notturno, con becco nero, iride gialla, piedi pennuti, unghie nere; abita i boschi e i luoghi paludosi: allocco di palude. Strix brachyotus L. || In gergo vale pancia: buzzo.
Orvàggini. V. urvàggini.
Orvicari. V. urvicari.
Orvu. add. Che è privo del vedere: cieco, orbo. || – d’un occhiu: monòcolo. || Detto di lettere che sono senza soscrizione: lettera cieca. || Detto di scala o camera che non ha finestra: scala o camera cieca.
Orvu. s. m. Colui che è privo del vedere: cieco. || vastunati d’orvu, sode e senza guardare dove cascano: bastonate o legnate da ciechi. || Que’ musici ambulanti, che privi della vista, vanno sonando e cantando: cieco. || storia d’orvu, noiosa, prolissa e monotona diceria: lungaja. O racconto favoloso: fròttola, novellata. || sapiri ’na cosa a storia d’orvu, saperla a menadito. || Prov. a la terra di l’orvi beatu cu’ havi un occhiu, chi sa qualche cosa fra gl’ignoranti è riputato dottissimo: in terra di ciechi beato chi ha un occhio. || quannu un orvu accumpagna a ’n autru, tutti dui cadinu ’nta la fossa, quando uno segue i consigli di chi non sa consigliare, trova il danno: se un cieco guida l’altro, tutti due cadono nella fossa, o chi segue il rospo cade nel fosso. || orvu cimineddu, giuoco fanciullesco, nel quale uno si benda, e cerca così acchiappare un altro il quale, preso, dee bendarsi a vece dell’altro, e così di seguito: mosca cieca. || orvu di l’occhi, modo di giuramento, quasi dire: possa io accecare.
Orza. V. orsa.
Orzata. s. f. Bevanda di decozione d’orzo: orzata.
Orzi. s. m. pl. T. mar. Gomitoli di canape di 10 braccia.
Osanna. Voce ebrea, che vale evviva, salve ecc: osanna.
Osanza diri. Modo riempitivo, in forza di meraviglia, ammirazione: senza più, altro che questo. (Pasq. dice che sia frase composta da: oh senza dire; potrebbe venire da osare, come se si dicesse: ardire di dire).
Osara. Interiezione: ohimè! ohitè!
Osari. V. assaiari.
Oscenamenti. avv. In modo osceno: oscenamente.
Oscenità, Oscenitati. s. f. Disonestà, lascivia: oscenità, oscenitade, oscenitate. || Azione oscena: oscenità. || Ciò che muove o invita a oscenità: oscenità.
Oscenu. add. Che ha oscenità: osceno. Sup. oscenissimu: oscenissimo.
Oscillamentu. s. m. L’atto dell’oscillare.
Oscillari. v. intr. Muoversi su e giù o qua e là, come di corpo abbandonato alla sua gravità: oscillare. P. pres. oscillanti: oscillante. P. pass. oscillatu: oscillato.
Oscillata. s. f. L’azione dell’oscillare: oscillata (V. participiu).
Oscillatedda. dim. di oscillata.
Oscillatoriu. add. Aggiunto dato al moto di oscillazione: oscillatorio.
Oscillazzioni. s. f. Il moto di un corpo abbandonato alla sua gravità: oscillazione.
Oscurabbili. add. Che può oscurarsi: oscurabile.
Oscuramenti. avv. Con oscurità: oscuramente.
Oscuramentu. s. m. L’oscurare: oscuramento.
Oscurari. v. a. Far oscuro, tor la luce: oscurare. || rifl. a. Oscurarsi. P. pass. oscuratu: oscurato.
Oscurata. s. f. V. oscuramentu.
Oscurettu. add. dim. di oscuru: oscuretto, oscuriccio.
Oscurità, Oscuritati. s. f. L’esser oscuro: oscurità, oscuritade, oscuritate. || fig. Si dice di scritture, ragionamenti e simili: oscurità. || Vita privata o nascita umile: oscurità. || La non chiara storia de’ secoli passati: oscurità.
Oscuru. add. Tenebroso, privo di luce: oscuro, bujo. || Nero, lugùbre: oscuro. || Difficile a intendersi: oscuro. || Non conosciuto, umile: oscuro. || essiri a l’oscuru d’una cosa, non la conoscere: esser al bujo, all’oscuro d’una cosa. || V. scuru. Sup. oscurissimu: oscurissimo.
Osìa. Congiunzione. Lo stesso che o: ossia.
Ospitali. add. Che ha ospitalità: ospitale. Sup. ospitalissimu: ospitalissimo.
Ospitalità. s. f. Liberalità nel ricevere i forestieri: ospitalità.
Ospitalmenti. avv. Con ospitalità: ospitalmente.
Òspiti. s. m. Quegli che dà e quegli che riceve ospitalità: ospite.
Ospizziari. v. a. Alloggiare: ospiziare (Mort.).
Ospizzieddu. dim. di ospizziu.
Ospìzziu. s. m. Luogo dove si alloggiano gl’infermi o i pellegrini ecc: ospìzio.
Ossaloru. V. ussaloru.
Ossami. s. m. Quantità d’ossa: ossame.
Ossatura. s. f. Ordine e componimento dell’ossa: ossatura. || Per sim. sostegno interiore d’alcuna macchina: ossatura. || L’unione robusta di grosso legname, che forma il corpo d’un bastimento: costolatura, ossatura. || Il legname che forma sostanzievolmente l’imposta di porte o che: ossatura.
Ossequiamentu. V. ossequiu.
Ossequiari. v. a. Rendere ossequio: ossequiare. P. pass. ossequiatu: ossequiato.
Ossèquiu. s. m. Riverenza, osservanza, rispetto: ossèquio.
Ossequiusamenti. avv. Con ossequio: ossequiosamente.
Ossequiusu. add. Che fa ossequio: ossequioso. Sup. ossequiusissimu: ossequiosissimo.
Osserva. Nella frase stari supra l’osserva: star attento.
Osservabbili. add. Da osservarsi: osservabile.