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basta? Ho anch’io infine la mia povera carne che grida! Ho sangue anch’ io 1 nero sangue, amaro di tutto il veleno dei miei ricordi.... — e ho paura che mi s’accenda 1 — Jeri, di là, quando questo signore
Indica Fabio.
mi buttò in faccia, davanti alla vostra nobile figliuola, il presunto mio furto, io son caduto, più cieco di lui, più cieco di tutti, in un’altra e ben più grave insidia che da dieci mesi, stando qua, accanto a lei, quasi senza ardire di guardarla, occultamente m’ha teso questa mia carne: — s’è servita del vostro trabocchetto da bambini, signor marchese, per farmi sentir l’abisso. — Io dovevo tacere, capite? ingozzare davanti a lei la vostra ingiuria, passar per ladro, sì, davanti a lei: poi prendervi a quattr’occhi e dirvi e dimostrarvi che non era vero e costringervi segretamente a seguitar fra noi due d’intesa la parte sino alla fine. — Non ho saputo tacere, capite? — La mia carne ha gridato! — Voi.... lei.... tu.... avete ancora il coraggio di trattenermi? — Io dico che per castigare a dovere questa mia veccliia carne, sono ora forse costretto a rubare davvero!
Restano tatti mnti a i?nardarlo, sbigottiti. Una pausa. Entra dall’uscio a destra Agata, pallida e decisa. S’arresta dopo alcuni passi. Baldovino la guarda; vorrebbe forzarsi a resisterle composto e grave; ma gli si legge negli occhi quasi uno smarrimento di terrore.