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§89 IL PIACERE dell’onesta
Baldovino,
E io l’ho accettata!
Agata.
Ma dichiarando avanti quali sarebbero state le conseguenze per non farle accettare a lui! — Ebbene, io le ho accettate!
Baldovino.
E non dovevate, non dovevate, signora! Perchè
— (il vostro errore è qui) — non ho parlato io
— mai — qua; ha parlato una maschera grottesca! — E perchè? Voi eravate qua, tutti e tre, nella povera umanità che spasima nella gioj?i e gode nel tormento della sua vita! Una povera debole madre, qua, aveva pur saputo compiere il sacrifizio di consentire che la sua figliuola amasse fuori d’ogni legge! E voi, presa d’amore per un brav’uomo, avevate potuto non pensare che quest’uomo era sventuratamente legato a un’altra donna! — Vi son sembrate colpe, queste? Avete voluto correr subito al riparo, chiamando me qua?
— E io sono venuto a parlarvi un linguaggio asfissiante, quello di un’onestà fittizia e contro natura, a cui voi avevate avuto il coraggio di ribellarvi! — Sapevo bene che a lungo andare quegli altri due non avrebbero più potuto accettarne le conseguenze. La loro umanità doveva ribellarsi! Ho sentito tutti gli sbuffi, di vostra madre e quelli del signor marchese. — È m’è piaciuto tanto, credete, vedergli ordire ora quest’insidia pur contro la più grave delle conseguenze che gli avevo predette! — Il pericolo vero era per voi, signora; che le accettaste voi sino alla fine! e le avete accettate, difattl, avete potuto accettarle, voi, perchè disgraziatamente in voi, per forza, con la maternità, l’amante doveva morire. — Ecco, voi non siete più altro che madre. — Ma io, io non sono il padre del vostro bambino, signora! — Capite bene ciò che vuole dir questo?