Gli assempri/Ai lettori/Nota (B)

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Nota (B).

Epoche della Vita di fra Filippo. Epoche precedenti alla sua nascita. [p. xxvi modifica]

1270. Era Priore di Lecceto fra Bandino Balzetti di cui è la vita all’Assempro 40.

1322. Le cronache dette degli Aldobrandini raccontano il fatto della donna lisciata dal diavolo. Assempro. 2.

1326. Storia del Cavaliere rapito dai diavoli.

Epoche della vita di Fra Filippo.

1339. Dai calcoli che seguono si può credere nascesse in quest’anno fra Filippo.

1353. Prende l’abito di Lecceto il 31 Decembre. Niccolò suo fratello aveva dieci anni. Conobbe in quest’anno fra Niccolò Tini, e fu suo novizio. Fra Filippo non poteva avere meno di 15. anni, età nella quale ancora fra Giovanni Molli entrò alla Religione. V. Nota C.

1355. Parla della caduta del governo de’ Nove, scrivendo dopo il 1387. Assempro 41.

1363. Dice essere sempre Diacono e conventuale in Lecceto. Assempro 7.

1370. Rammenta a quest’anno le stragi di Faenza. Assempro 58.

1374. Rammenta la mortalità di quest’anno. Assempro 57.

1388. Celebra il funerale di fra Niccolò Tini; ne scrive la vita, e dice averne avute notizie alla sua età di 34 anni, che non può essere stato in quest’anno se nel 1353 ebbe l’abito. Bensì in quest’anno potè averne 49, se n’ebbe 15 al 53. Diremo dunque che lo conobbe per il tempo di 34 anni.

1396. Mad. Francesca, Vedova di Misser Stefano Salimbeni, istituisce eredi alcuni Frati di Lecceto, fra’ quali è nominato fra Filippo.

1397. Dice avere scritto il libro degli Assempri in quest’anno. (V. Prologo degli Assempri). Ma però vi si trovano altre date.

1398. Eletto Priore di Lecceto. (V. Patente del Gene[p. xxvii modifica]rale fra Bartolomeo di Venezia, fra’ documenti di Lecceto). Dall’88 al 93 fu preceduto da due altri Priori.

1401. Non è nominato in una patente, del Generale, benchè Priore di Lecceto. (V. Doc. di Lecceto p. 37).

1404. Fabbrica la Torre di Lecceto. Segna quest’anno all’assempro 60.

1406. Nominato come Priore di Lecceto in una vendita di terre fatta da fra Stefano di Giovanni Procuratore del Convento.

1408. Si trasferisce nel Convento dei Canonici Regolari di S. Martino in Siena, ed era uno dei fondatori di esso.

Il 20 Novembre dell’anno stesso torna a Lecceto.

1409. Gli sono restituite le possessioni il 1 Febbrajo.

1414. Suo Documento Autografo. (V. Cod. B. IX. 19. pag. 1. Documenti di Lecceto, nella P. Libreria Comunale). Niccolò in tal anno era morto.

1416. O poco dopo scrive l’Assempro 61.

1422. Muore il 30 ottobre in Lecceto. Gli storici lo dicono ottuagenario: probabilmente di 82. anni.

A queste notizie su fra Filippo, aggiungerò pochissime parole intorno alla sua casata. Per il Documento riportato alla Nota C si conosce l’ascendenza di Lui e quella di suo fratello fino al nonno, ma non si sa quale attinenza avesse questo ramo col resto della prosapia della Gazzaja, la quale si rileva nei pubblici libri essere per venuta da Monticchiello circa al 1284. appartenere all’ordine dei Nove, perciò esser mercanti in origine e facilmente facoltosi: E che alcuni tennero la Magistratura dei Nove, od altre cariche cospicue della Repubblica.

Niccolò fratello di Fra Filippo fu dei Gonfalonieri Maestri nel 1392. Del 1394 fu del Magistrato dei Regolatori, e nel 1404 era Rettore dell’Opera del Duomo e perciò Cavaliere. Abbandonando però ogni ricerca genealogica, pella [p. xxviii modifica]quale non abbiamo nè agio nè uopo, non taceremo di uno di questa famiglia degnissimo di essere mentovato. È questi Tommaso di Mess. Bartolomeo, Ambasciatore al Conte di Virtù nell’1384: Cavaliere, capitano di Monteriggione nel 1410. Ma quel che importa, autore di un curiosissimo Trattato di Aritmmetica mercantile, che si può vedere in Copia autentica nella P. nostra Bibl. al Cod: III. 23. p. 136, ch’egli scriveva circa al 1412 o poco dopo: degno d’esser veduto specialmente per un difficile e importantissimo ragguaglio fra le diverse monete e pesi del tempo. Fu mercante e molto locupletò. Amò ancora la bella letteratura, ed a Lui non un solo terzo, ma certamente tutto si deve il vago libro della Vita del Re Giannino. Egli seppe ordire un racconto pieno di brio, e per forma e per lingua pregiatissimo, sui pochi fatti di un oscuro avventuriere. Nutriamo speranza, che il chiaris. Cav. Sig. D. G. Milanesi lo dia alla luce, arricchito di quelli studi, dei quali Egli è vero ed esperimentato Maestro.