Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici/Degli effetti attribuiti dagli scolastici all'antiperistasi

Degli effetti attribuiti dagli Scolastici all'antiperistasi

../Se abbia la elettricità atmosferica qualche influenza sul corpo umano ../Della fiamma volante IncludiIntestazione 23 settembre 2022 75% Da definire

Se abbia la elettricità atmosferica qualche influenza sul corpo umano Della fiamma volante
[p. 218 modifica]

Degli effetti attribuiti dagli Scolastici all’Antiperistasi.


1. Quelli, che lodano la Corrente Fredda, tra le altre ragioni sogliono addurre anche questa (e la si sente ogni giorno) che mangiano bene, e digeriscono meglio. Pare infatti, che nella stagione fredda più caldo sia lo stomaco, il ventre, e tutto l’interno del nostro corpo. Or questo è uno de’ fatti, che i Filosofi della scuola solevano attribuire all’Antiperistasi.

2. Per Antiperistasi, che letteralmente in Greco suona Contracircostanza, o Circonresistenza, e che con metafora presa dal Militare, significantemente potrebbe chiamarsi Contravallazione, s’intendeva un contrasto, o una reazione d’una qualità alla sua contraria, in quanto all’assalto di questa, quella si poneva in difesa, si fortificava, si esaltava. Figuratevi come il Generale Helliot in Gibilterra raddoppiava gli sforzi a misura, che gli Spagnuoli spingevano gli attacchi contro della Fortezza; devesi però notare, che questo effetto dell’Antiperistasi [p. 219 modifica]veniva, come pare, limitato alle limitato alle qualità pressochè sole del Caldo, e del Freddo.

3. In questo senso, nell’accennato esempio, chiedendo uno, come nella Stagione Fredda, lo stomaco, il ventre fossero più caldi, rispondevano, per Antiperistasi; in quanto il Caldo interno dell’Abdome si concentrava, e si corroborava contro il Freddo esterno. E per tal motivo l’acqua de’ Pozzi nel Verno era calda, e per il freddo esterno fumava: era fredda nella State per il caldo di fuori; freddissima era la mezzana regione dell’aria, perchè frapposta all’inferiore, calda per la vicinanza della terra, ed alla superiore, caldissima per la vicinanza della sfera del fuoco; e la Gragnuola si generava nella State, gelandosi la Pioggia, cadendo a basso nell’aria calda, per Antiperistasi; e così, secondo lo stile di quel filosofare, con una parola avevano tutto spiegato.

4. Or è dovere del buon Fisico render ragione, che vuol dire, addurre la vera cagione dei fatti (perchè ben verificati) e questo è quello che secondo i miei scarsissimi lumi cercherò di fare, intorno ai fenomeni, che all’Antiperistasi riferire si possono, formando così una picciola, classe di Problemi Naturali spie[p. 220 modifica]gati, come Aristotele, Plutarco, Galileo stesso, ed altri ne hanno dato l’esempio.

5. Il primo, ch’io conosca aver dato un vero senso all’Antiperistasi, fu il P. Cabéo, Gesuita Ferrarese, contemporaneo del Galileo, che fece il bel Commento alle Meteore di Aristotele. Questo ingegno capace, e forte, che si deve annoverare tra i Fisici di prima classe, non era uomo da contentarsi di mere parole; penetrando a dentro nelle cose, voleva le ragioni vere dei fenomeni, il meccanismo della natura. Capì dunque bene il Cabéo, che tutto quello, che attribuivasi all’Antiperistasi, altro non era che un’Evocazione, o una Concentrazione di spiriti, e di calore, o, vogliam dire, la traspirazione stessa, promossa, o soppressa.

6. Con questo principio vero, e coi lumi della buona Fisica, non ancora palesi al tempo del P. Cabéo, non ci sarà difficile lo spiegare gli effetti tutti di questo genere. Io mi pongo a descriverne alcuni più insigni, così senz’ordine, come si presenteranno, e comincio da quelli, ove il Freddo sembra più erroneamente generoso dal Caldo, o vice versa, il Caldo dal Freddo.

7. Per esempio ne’ fatti qui sopra mento[p. 221 modifica]vati, lo stomaco, ed il ventre sono più caldi nel Verno, perchè il Freddo costipa, chiude i meati della cute, e con ciò sospende, o minora la perdita del fuoco naturale.

8. L’Acqua de’ Pozzi profondi, non è forse più calda nel Verno, che nella State, così l’aria de’ sotterranei? ed il senso diverso è prodotto dalla temperie cangiata dell’Atmosfera, o de’ nostri sensorj: Nelle Cave dell’osservatorio di Parigi, e generalmente ne’ sotterranei profondi, si tiene costantemente il Termometro al Temperato, o sia a’ Gradi 10. di Reaumur (Era ciò vero già mezzo secolo, ora questo calor innato della Terra si trova minorato per più d’un grado: il che conferma il risultato della lunga Serie dell’osservazioni di Padova, che provano una reale diminuzione di calore, al meno presso di noi). Nullaostante un grado sensibile di calore si mantiene eguale in ogni stagione ad una certa profondità dentro la Terra (e più si vuole che cresca, più che si profonda, come se si avvicinasse alla sede del calor centrale).

9. Per altro (25. Novembre 1783.) essi fatto da noi una piccola prova di tal fatto. La sera precedente a 4 ore di Notte (Ita[p. 222 modifica]liane) calai un Termometro nel fondo d’un Pozzo, situato nella Corte del nostro Castel Vecchio, esposto a Tramontana; discese l’Istrumento dentro d’una cestella di vinchi, con peso, a piedi 15 sotto la superficie del la Terra, e 5 sotto quella dell’Acqua. Lasciai nello stesso tempo un Termometro immerso in una secchia d’acqua vicino al Pozzo. La mattina dei 25, avanti l’osservazione mezzora, sospesi un Terzo Termometro all’aria libera di Tramontana. Verso il levar del Sole, poco dopo (ora del maggior freddo della giornata) si fece il confronto di questi tre Termometri.

Il Termometro ch’era stato del fondo del Pozzo, estratto con fretta, si trovò sopra il grado del Gelo,

Gradi +8°

il Termometro immerso nell’

Acqua della Secchia Gradi +1°

e pure l’acqua stessa della Secchia aveva una sensibile tela di Ghiaccio, e sull’erba v’era una grossa brina. Il Terzo Termometro, appeso al muro, marcava più d’un Grado, e mezzo sotto il Cielo, o sia

1,6.


Nello stesso tempo osservava il Dr. Chiminello tre altri Termometri. Il famigliare [p. 223 modifica]
nostro dell’osservazioni quotidiane, esposto all’aria libera di Tramontana, ed elevato sopra il suolo, in circa 40 Piedi, marcava, 2 Gradi di Freddo |||
 
Due altri Termometri esposti in altre parti della Specola uno all’elevazione di 80 Piedi, l’altro di 120 sulla Terrazza, mostravano un Grado solo di Freddo |||
 
Un Itermometro dentro la Camera della Meridiana colla Finestra a Mezzodì aperta mostrava |||
 +4,° 5

e quello della mia Stanza domestica, rivolta

a Mezzodi |||
 +7, 5

sicchè nel fondo del Pozzo era ancora più tepido, che questa mia tepida Stanza da letto; poichè, come dissi, era il Termometro del Pozzo a’ Gradi 8. L’Igrometro di Retz, nella Stanza suddetta della Meridiana, segnava 43 Gradi, che vuol dire piuttosto Secco.

10. Veramente mi manca un’osservazione corrispondente, per la State, che non mi avvisai di fare (ma la farò): non sarebbe da stupire, se qualche divario si trovasse dal Verno alla State, essendo il Pozzo poco profondo, e partecipando perciò dell’altera[p. 224 modifica]zioni di temperatura, che succedono alla superficie vicina della Terra. Ma è credibile, che il divario sarà poco, e si suffragono l’osservazioni da altri fatte, che attestano un grado costante di temperatura ad una data profondità. Questa poi confrontata colla temperatura variata alla superficie, produce, come accennai, quel diverso senso, e rapporto tra li Sensorj, e Termometri nostri da una stagione all’altra.

11. Che se per accidente si trovasse effettivamente maggiore il Calore de’ Pozzi nel Verno, che nella State, non perciò si potrebbe dire effetto d’Antiperistasi nel senso Scolastico, ma la soppressa traspirazione basterebbe a renderne ragione.

12. Questa traspirazione del Caldo, o del Fuoco dal corpo della Terra non credo che possa venire rivocata in dubbio da veruno; ed è essa l’origine delle maggiori alterazioni nell’Atmosfera, quando sia esaltata, e nel corpo stesso della Terra, quando venga trattenuta. Per esempio li Terremoti, i quali in pieno regnano più nel Verno, cioè, quando la Terra è costipata, che nella State, per la maggior parte potranno ripetersi da questi aliti terreni soppressi; e gli Strati [p. 225 modifica]pietrosi, forse gli stessi pavimenti delle grandi Città possono contribuirvi coll’impedire la detta traspirazione. Ma parlando del Freddo, e del Caldo, il Sig. Hales, nell’Appendice al suo Trattato dell’Aria, reca questa curiosa osservazione, ch’è la XIII, ed ultima. Li 24 Novembre 1731, essendo la Notte caduta un poco di Neve, la mattina, avanti Mezzodì, si trovò quasi tutta disciolta, eccetto che in varj luoghi d’un Portico, sotto i quali erano stati per lo scolo dell’acque scavati de’ Canali, poi ricoperti di terra, ed anche dove passavano tubi di legno, benchè profondi tre, o quattro piedi. Dice il Signor Hales, che questi condotti interrompono il calore della terra, che scioglie la Neve da poter penetrare sino alla superficie. Ma la cagione più diretta, e più vera pare questa, che i Canali restano umidi, e l’umido assorbe il fuoco, come dopo avremo occasione di meglio spiegare. Il Caldo dunque seguendo piuttosto la via dell’umido, o sia la direzione de’ Canali stessi, distoglie dal penetrare la terra sovraposta. In fatti si vedrà sempre quel tratto di strada, o di terra, che giace sopra un luogo vuoto, anche selciato, più umido, o più [p. 226 modifica]secco, secondo le circostanze, di quello sia il rimanente.

13. E parlando dello scioglimento della Neve, esporrò occasionalmente un fenomeno, che vi sembrerà piccolo, ma certo inaspettato, che ho perciò registrato, e che m’è venuto in mente a questo incontro. Lì 18 Gennajo 1776, essendo la Notte precedente caduta molta Neve, andai a prendere il Vaso per liquefare la Neve, e misurare l’acqua. Era il Vaso pieno, quasi sino all’orlo, ma aveva una crociera di due solchi, larghi un dito circa, posti in diagonale, nei quali la Neve era quasi sciolta. Questo fenomeno mi colpì, e perciò l’ho, come dissi, registrato. Si noti, che il Vaso, ch’è un piede quadro di Latta, per fermezza del fondo al di sotto, e fuori ha due listelli di ferro, tesi appunto secondo le diagonali, ed appunto sopra di questi listelli erano li solchi della Neve fusa. Due spiegazioni mi passarono allora per mente di questo fenomeno, nè tuttavia m’arrischio a crederle, e darvele per soddisfacenti. La più ovvia è questa. Quei due listelli diagonali di ferro tengono sollevato il Vaso dalla pietra, e lasciano gli altri spazj vuoti; viene ad essere [p. 227 modifica]così un caso consimile a quello dell’Hales. In questi vuoti penetrò l’aria fredda esterna, che mantenne il freddo della Neve, che vi era sopra, non così nei siti sopra i listelli, e perciò sopra essi potè fondersi la Neve. Ma questa spiegazione non mi appaga. Prima, il Vaso era circondato da Neve, che impediva l’accesso dell’aria libera nei detti vuoti; e poi bisogna finalmente trovare un caldo, un fuoco, che facesse questa fusione della Neve sopra i listelli di ferro: donde è Venuto questo fuoco? Si sa che il ferro è un buon Conduttore; la Neve elettrizza tuttora i Conduttori: quei listelli dunque di ferro essendo anche diretti per diagonale agli spigoli del Vaso, furono elettrizzati dalla Neve, mentre cadeva, e giacendo sopra il macigno restarono da quella parte quasi isolati, onde rifondendo il fuoco nella Neve più vicina, la fecero squagliare. Un fatto analogo sapeva d’aver letto di fresco nell’Opera del Sig. Saussurre sopra gl’Igrometri: nol trovava, l’ho trovato, ed è questo. Un quadro di vetro non riceve più la rugiada se la sua superficie inferiore venga armata d’una foglia di metallo. Questo fatto fu osservato prima dal Sig. du Fay, verificato poscia dal [p. 228 modifica]Sig. di Saussurre stesso, che lo riguarda come soggetto di sottile ricerca. Quel metallo sotto del vetro rispinge i vapori dal deporsi sulla superficie di sopra, come i nostri listelli di ferro fecero sendere la Neve: la rugiada stessa elettrizza: la foglia di metallo raccoglie questa elettricità, essa si scarica nei vapori, e li volatilizza. Questa mi pare la spiegazione più probabile di questo apparente fenomeno di Antiperistasi (mentre il ferro freddo par fondere la Neve); senza però che osi garantirlo per la vera. Ritorniamo agli effetti dell’evaporazione soppressa.

14. È detto, e creduto, che la Neve riscalda, come una coperta di Lana la terra, e questo detto ha un senso vero, in quanto trattenendo dentro la terra gli spiriti, che ne uscirebbero, fa che invece vadano ad impregnare i succhi terreni, e le radici delle piante.

15. In simil modo l’acqua aspersa da Fabbri sopra i carboni, li rende più ardenti, perchè quest’acqua colle ceneri forma una specie di crosta alla superficie, e, in qualunque modo, tiene il fuoco più unito. Questa stessa è la cagione, che i fuochi comu[p. 229 modifica]ni dei Camini, e delle Lucerne sono più vivi in tempo freddo, perchè l’aria densa e pesante tiene più unita la fiamma, e la spigne in su più vigorosamente. Sono questi effetti quanto ovvj e noti, tanto facili da intendersi, e spiegarsi da tutti. Ve ne sono degli altri un poco più complicati, e per me almeno alquanto oscuri.

16. È noto che nei gran freddi dei Paesi Settentrionali gelansi le membra, e le persone; e se non si rimedia a tempo, perdonsi le membra, e le persone periscono. Perdere il naso, l’orecchie, le dita, le mani, sono questi i regali familiari, le ciliegie, li fichi, le pesche, e simili delizie di quei beati climi Settentrionali. Curioso è poi il rimedio. Si ricuperano le membra, e le persone colla Neve, e coi bagni freddi, quando col bagno caldo, e colle vesti riscaldate infallibilmente periscono; e non par questo un effetto d’Antiperistasi, che la Neve, ed il freddo restituisca il caldo perduto? Lo stesso accade alle frutta gelate appresso di noi. Sono quì due effetti da spiegare, uno del male, l’altro del rimedio.

17. Quanto al danno che fa un bagno caldo in simili casi, gli Scolastici [p. 230 modifica]coll’Antiperistasi avrebbero detto, che quel freddo attaccato da quel caldo si concentra, e si esacerba, ed avrebbero addotto l’esempio de’ fanciulli, che avendo le mani gelate, vengono dalle incaute donne avvicinati al fuoco, e riscaldati, e soffrono i meschini quei così detti Diavoletti, dolori atroci, e ben me li ricordo, avendo io qualche volta avuto questa fortuna. Peggio accade a quelli, che hanno le membra, e tutto il corpo davvero gelati.

18. Bea si conosce il danno semplice del Gelo nelle frutta, e nelle piante, non solo tenere e verdi, ma adulte, ed annose, procedere da quella dilatazione capace di squarciare non solo i Vasi, e la corteccia de’ vegetabili, ma sino li più forti cannoni di metallo, ed i macigni. Effetto simile succedendo nelle membra degli animali, se la congelazione si avanza, distrugge tutta la tessitura, e l’organizzazione, e genera con ciò una pronta è vera cancrena. In simil modo forse si forma una cancrena nello stomaco, che succede talora colle bibite d’acqua fredda alle persone riscaldate; la violenta contrazione delle fibbre produce una lacerazione ne’ minimi vasi, con essa uno strava[p. 231 modifica]samento, una dissoluzione, vale a dire una distrazione della parte, ch’è la cancrena.

19. Ma non tutte le gelature arrivano, a questo grado estremo, perchè sarebbero tutte irreparabili: o che alcune non sieno tanto avanzate, o consistano altre in una, semplice sospensione di moto nella parte costipandosi solo graduatamente, e proporzionatamente i fluidi ed i solidi; in tali casi e le parti, e le persone si possono ricuperare. Ma se si adoprasse un bagno caldo, si verrebbe a fare quel male, che non era stato fatto dal freddo. Un violento e repentino urto, e, dilatamento dato ai fluidi, stirerebbe i solidi, donde il dolor acuto de’ sopraddetti diavoletti, o anche potrebbe squarciarli, come si vede ne’ frutti gelati, se, vengono posti in acqua calda, ne’ quali per lo stravaso, cagionato dalla lacerazione de’ vasi, sussegue la putrefazione. Un elastro comunque pieghevole, sbattuto forte, e stirato bruscamente, si spezza. In una parola, succede in questi casi quello che succede ai vetri, e vasi di terra cotta versandovi liquor bollente. La disugualità di tensione indotta dal caldo improvviso tra le parti, delle qualli altre si dilatano, mentre le, più rimote, o [p. 232 modifica]quelle di mezzo restano contratte, produce necessariamente la frazione; e così nei corpi animali si fa dal caldo una distensione alla superficie, che contrasta colla costipazione delle parti interne, o vicine, e questo genera il dolore. Ed un’altra similitudine, benchè assai materiale, parmi poter addurre: quando il chiavistello d’una serratura si trova trascorso, o incantato a mezza volta, se uno vuole sforzare rompe o la chiave, o l’opera della serratura. Per far che la chiave lavori, conviene ingegnarsi di ridurre pian piano il chiavistello a segno, che l’incontri la dentatura della chiave. Un incanto simile succede talora sbadigliando forte. La mandibola di sotto resta come inchiavata, ed è un brutto imbroglio, perchè non si può chiudere la bocca, e peggio sarebbe sforzarla. Vi sarà bisogno di giudizioso Chirurgo a ridurla. Per me in questo caso, che m’è occorso più d’una volta, la natura, o il riflesso m’ha suggerito il vero e pronto rimedio; non tento già di chiuderla, ma mi sforzo all’opposto di aprirla di più; con ciò la mandibola si disnoda, come il chiavistello, ed allora la chiudo naturalmente. Cosi sarebbe come sforzare la chiave o [p. 233 modifica]la mandibola incantata, tentando di rimettere le parti gelate coll’acqua calda; s’applichi invece della Neve, la quale, nel caso, tiene un grado minore di freddo, che la parte gelata, poscia dell’acqua fredda, e sempre meno fredda a gradi: a poco a poco disnodansi i fluidi, ed i solidi, e si rimettono alle loro funzioni senza danno; così devonsi ricuperare le carni, la frutta, le piante gelate.

20. Lo stesso accade nel Granchio delle membra, quel doloroso stiramento de’ muscoli, che nasce per lo più da freddo preso. Ognuno sa che col caldo s’irrita, e cresce il dolore, col porne la parte, p. e. il piede sul pavimento freddo, si scioglie; e si scioglie, perchè il freddo produce quel grado di contrazione maggiore, che rimette in sito le Fibbre. Sono questi fenomeni di apparente Antiperistasi, che succedono nei corpi degli animali, e gli ho spiegati del mio meglio; avrò motivo di ritornarvi. Ora per variare gli oggetti, consideriamo qualche fenomeno Meteorologico.

21. La regione media dell’Atmosfera si trova certo più fredda di questa inferiore presso terra, non già mai della superiore. [p. 234 modifica]Congedata da gran tempo la sfera del fuoco, i Viaggiatori delle Montagne hanno trovato, che quanto più alto si sale, tanto più intenso freddo s’incontra. La regione più bassa deve essere, ed è la più calda, per le esalazioni flogistiche de corpi terreni; quindi a misura che ci allontaniamo dalle pianure, e dalle valli, il caldo scema, il freddo cresce; tanto che si arriva alla linea della neve perpetua, e del gelo eterno: la qual linea sotto l’Equatore trovandosi elevata due miglia e mezzo circa, si va di mano in mano abbassando verso i Poli; e nei Poli stessi tocca la terra, o entra anche sotterra; quindi nelle nostre Alpi, a una media latitudine dall’Equatore, s’incontrano le Ghiacciaje, e la nevi perpetue a poco più di un miglio d’altezza.

22. Or, a questa linea del gelo permanente, in qualunque clima, ove pertanto si elevano i vapori, e le nuvole, specialmente nella State, sei i vapori stessi vengono a radunarsi in goccie, forza è che si congelino, o vengano a generar la Neve, o la gragnuola: nè questo gelo è effetto del caldo ambiente, ma di sommo freddo. Non nego per questo, che possa la gragnuola formarsi ta[p. 235 modifica]lora nelle nuvole più basse a guisa di sorbetti, o gelati artifiziali, ove altro non si fa che un’evocazione di calore, o sia di fuoco, dal corpo che si gela, in quello che si disgela, senza parlar di qualche coagolo salino, che potrebbe avervi parte.

23. Parlando di refrigerare il caldo, in apparenza, una folla di fenomeni si presentano. I Viaggiatori traversando i Deserti dell’Asia, e dell’Affrica, i Naviganti nei Mari d’India, e della Torrida, appiccano quelli a’ Cammelli, questi agli alberi de’ bastimenti, gli otri, i fiaschi, e barili, circondandoli di canevaccj o straccj bagnati: così esposti al vento, ed al Sole, i suddetti otri, fiaschi, e barili, mentre si vanno asciugando, si rinfrescano, e sempre più, replicando l’operazione. Questa bella operazione di Antiperistasi dipende da questo solo, che i vapori volando via, seco asportano il fuoco, o il caldo, e con ciò lasciano il freddo, che non è altro, che un caldo minorato. Si conosce già l’affinità, o amicizia del fuoco all’acqua, contro la volgar opinione. Il fuoco s’attacca all’acqua, segue l’acqua, spezialmente ridotta in vapori, e per questo appunto l’acqua estingue il fuoco, perchè il [p. 236 modifica]fuoco si distacca dal legno, e dagli altri corpi per islanciarsi nell’acqua. Nota è l’esperienza bagnando la palla d’un Termometro: nell’atto che questa si asciuga, il liquore nel tubo si abbassa, e se si bagnerà con quel sottile spirito, che si chiama etere, in ogni stagione discende sotto il segno del Gelo, e spruzzando, o lasciando cadere di questo spirito all’intorno d’un vaso d’acqua, gelasi questa repentinamente; e per tal modo, in qualunque luogo, o tempo, si può procacciare gelo a piacere. Fu, se ben mi ricordo, il Signor Bichman quel martire dell’elettricità, che osservò il primo quel fenomeno del Termometro. Ma è il Signor Gullen di Edemburgo, che pose nel suo gran lume questa virtù dell’evaporazione per refrigerare. V’è chi pensa, che la gragnuola stessa si formi nelle nubi per effetto d’evaporazione, cagionata dal Sole o dal fuoco elettrico: il celebre Chimico Sig. di Morreau (dell’Accademia di Dijon) è di questo sentimento.

24. Questa maniera di rinfrescare per mezzo dell’evaporazione, ch’è quanto dire col caldo, può avere altre utilissime applicazioni nella vita. P. E. a rinfrescare nella State i vini, l’acqua stessa, i frutti, i poponi, ec. [p. 237 modifica]non occorre riporli ne’ Pozzi, o ne’ sotterranei, meglio, e più pronto assai fia bagnarli, come fanno gl’Indiani i loro otri, con de’ canevaccj, ed esporli al Sole. Che se volete rinfrescarvi bene, bagnatevi, ed esponetevi al Sole; se volete ottener l’effetto più presto, bagnatevi con acquavite, che si volatilizza più presto; che se poi amate di non patire mai più nè caldo, nè freddo in vita vostra, ordinate che si seguiti a bagnarvi per un pajo d’ore, vi assicuro, che non patirete più caldo, nè freddo, perchè la vita sarà bella e finita; tanto è grande lo spoglio che l’evaporazione opera del fuoco naturale.

25. E questa è la cagione principale degl’infreddamenti più pericolosi, esser sudati, ed aver bagnate le vesti da pioggia, ed asciugarsele attorno. Allora il nostro corpo diventa l’otre appiccato al Cammello; l’umido evaporato asporta seco lo spirito della vita, ch’è il fuoco. Questo stesso è il motivo per cui in tempi umidi si sente più freddo di quello porti il grado del Termometro, e la temperie esterna.

26. E poichè senza accorgermi sono ritornato a parlar dei fenomeni degli animali, eccone uno che sembra un paradosso. Gli animali [p. 238 modifica]vivi, in un ambiente caldo, generano freddo dentro di loro: non par questa una vera Antiperistasi? Sopra tal soggetto puossi vedere una bella Memoria del Sig. Cravvford, il celebre illustratore del Calor latente de’ Corpi, nel Volume ultimo, ch’io abbia veduto, delle Transazioni (1781, Pag. 11.) . Credo già tradotta in Italiano questa bella Memoria.

27. Occasione a questa ricerca porsero le famose sperienze del Signor Fordyce, ’e di altri, i quali in istuffe sforzate si esposero senza patir pregiudizio di salute ad un calore prodigioso; sino a 260 di Fahrenheit, tanto più grande di quello dell’acqua bollente; l’interno calore del sangue conservando frattanto all’incirca il calor naturale di gradi 95. Posesi prima il Signor Crawford a verificare i fatti. Presa una rana viva, ed una rana morta, e tenendole amendue nel medesimo ambiente caldo, tanto dell’aria, che dell’acqua p. e. a gradi 100, la rana viva sempre trovavasi più fredda della rana morta. P. E. se la rana morta mostrava gradi 70, la viva non ne aveva che 67. Questo vuol dire, che la rana viva generava freddo. Immerso un Cane nell’acqua assai calda per molti minuti, sempre marcò 4 gradi di minor caldo, che l’acqua; [p. 239 modifica]dopo an quarto d’ora che fu il Cane in questo stato, apertogli una vena, si trovò che questo sangue venoso, naturalmente più oscuro, com’è noto, era divenuto chiaro, come l’arterioso. Suggerì questo fenomeno la spiegazione del generato freddo, ed in poche parole è questa.

28. Perde il sangue nei polmoni una gran parte del suo calore sensibile per quella grande evaporazione che si fa colla respirazione; anzi, dice il Signor Crawford, tanto ne perde, che se non lo compensasse, assorbendone nell’aria inspirata, la sua temperatura calerebbe di 30 gradi (sempre intendasi Gradi di Fahrenheit). Ora, in un mezzo, o ambiente caldo, è più quello, che perde per l’evaporazione, di quello che tragga, ed acquisti dall’aria ispirata; questo discapito dee dunque venire risarcito da’ vasi capillari, dove si genera il calore, cioè il calore latente diventa calor sensibile, e questo colle replicate rivoluzioni del sangue, i tende infine ad impoverire il sistema del centro per fornirne al la superficie. Prova n’è il sangue venoso divenuto chiaro, come l’arterioso, sapendosi, che il color oscuro del venoso dipende dal flo[p. 240 modifica]gisto assorto ne’ minimi vasi. Ecco come si spiega questa strana Antiperistasi.

29. Un corollario manifesto sarà questo, che i bagni caldi tendono a rinfrescare il sangue, ed il corpo, sembrando perciò indicati per togliere le infiammazioni; quando all’opposto i bagni freddi tendono a riscaldare il sangue, e l’interno de’ corpi animali. Chiedo perdono ai Medici, se condotto dall’argomento mi sono inoltrato a balbettare sopra di queste materie. E poichè ci sono, mi si permetta un pensiero per ispiegare un’altra generazione di freddo animale, odiosissimo freddo! e pertanto desideratissimo da tutti i mortali, il freddo della Vecchiaja.

30. Emmi questo pensiero venuto, leggendo ultimamente un libro mandatomi a donare dal Signor Senelier, Bibliotecario della Repubblica di Ginevra, Filosofo abbastanza noto. È intitolato Recherches sur l’influence de la lumiere Solaire pour metamorphoser l’air fixe en air pur pour la vegétation. Prova il dotto Filosofo per una serie d’ingegnosissime sperienze, variate in mille guise, che le piante vegetando hanno la forza coll’ajuto del lume del Sole, di estrarre dall’aria fissa, che [p. 241 modifica]assorbono colle foglie, e colla corteccia, un’aria vera pura, e deflogisticata, che tramandano fuori (il che per parentesi, mostra quanto salubre sia l’abitazione in mezzo alle piante, soleggiate però e ventilate): tramandano, dico, l’aria pura di fuori, e si ritengono il flogistico fonte della vita materiale.

31. Quì dunque ho fatto riflesso, che l’animale, quanto all’economia della vegetazione, non differisce guari dalle piante. Gli alimenti, che prendiamo, per mezzo della digestione nello stomaco, e negl’intestini, svíluppano quantità grande d’aria fissa. L’aria fissa, come pare da tutti riconosciuto, non è altro, che una data combinazione d’aria pura col flogistico. Or l’aria fissa, sviluppata più o meno da tutti gli alimenti viene assorbita dai vasi inalanti degl’intestini, o sola, o col chilo: passando, e circolando ne’ vasi, si decompone, come nelle piante, ne’ due suoi componenti, l’aria pura, ed il flogistico; l’aria si disperde, come dalle piante: il flogistico resta nel sangue, genera il calore latente, indi il sensibile, e stabilisce la forza della vita, ch’è il calore. Ora le giovani persone, che hanno i meati aperti assorbono quest’aria fissa in copia, e con essa il flogistico, [p. 242 modifica]quindi il fervore della gioventù. Ma i vecchi hanno li meati in gran parte otturati, nè la vecchiaja materiale è altro, che la successiva ostruzione de’ vasi, che viene a costruire quella rigidezza, o secchezza delle fibre senili, tanto fuori, che dentro. Non possono dunque più assorbire che scarsissimamente l’aria fissa sviluppata dagli alimenti. Quindi il ventre de’ vecchi si trova infestato da queste arie, colle pur troppo note conseguenze incomodissime: tanto più che cambiando configurazione i capi degl’intestini, non ne permettono la facile espulsione; lo sterno s’incurva in dentro, e strozza la bocca dello stomaco; quindi difficoltata l’eruttazione; l’intestino retto si ritira dal fondamento, ristrioge l’ano, ed impedisce l’ingresso dell’aria. Quindi le Ernie. Dunque in fine non assorbendo ne’ vasi del chilo, o del sangue più l’aria, non assorbono neppure più il flogistico. Ecco una causa almeno parziale della mancanza di calore, ed ecco l’abborrito fatale freddo della vecchiaja. Dimando di nuovo scusa, e ritorno a qualche altro fenomeno Meteorologico.

32. Fenomeno riferibile all’Antiperistasi può considerarsi il sensibile aumento di freddo, [p. 243 modifica]che succede intorno il levar del Sole; in tempo, che comincia il Sole a scaldare. Chiunque si trovi in Campagna, o all’aria aperta in tal tempo può averlo provato: in tal caso, o in viaggio, o sulla Specola, in tutte le stagioni, non mi è mai spiacciuto un buon paltrano di panno. In fatti il Termometro esposto cala allora più, in pochi minuti, di quello che faccia in ore in altro tempo. È ben vero, che deve esser questa l’ora del maggior freddo della giornata, dovendo crescere tutta la notte non essendovi motivo che si scemi; ma è l’aumento rapido, quella specie di salto, che si fa rimarcare.

33. Spiega questo fenomeno il valoroso Sig. De Luc colla caduta de’ vapori, che succede secondo lui, col fevar del Sole, et jam nox hiimida Cælo præcipitat; aut cum Sole novo terras irrorat Edus. Comincia, dice, sin dall’Aurora il Sole a riscaldare l’aria crepusculare della regione più alta dell’Atmosfera. Quest’aria di mano in mano che si riscalda, si dirada, e diradandosi lascia cadere i vapori di lor natura più pesanti. In effetto ci troviamo allora colle vesti inumidite; questi vapori calano da un luogo freddo, come si è osservato sopra, portano dunque un grado mag[p. 244 modifica]giore di freddo, ch'è quello indicato dal Termometro, e sentito da noi nei nostri corpi.

34. È un peccato, che questa spiegazione così facile e chiara sia fondata sul falso. Essi il Signor De Luc, come accade talvolta a tutti, lasciato trasportare dalla corrente de' Fisici, che hanno adottato l’opinione dell’Abbate Nollet, avvalorata per quanto credeva, da sperienze decisive (tanto conviene esser cauti), che l’aria rarefatta lasci scappare i vapori che sosteneva essendo densa. Il Sig. di Saussurre nell’esimio suo recentissimo libro sugl’Igrometri ha provato con esperienze fatte con ben altre cautele, che quest’asserzione è falsa di pianta, ed ha scoperto il fonte dell’illusione dell’Abb. Nollet, perchè i vapori concreti, ch’ei vedeva nel recipiente della Macchina Pneumatica, non erano quelli, che cadevano dall’aria rarefatta, ma quelli che sorgevano dal pistone, ed altre parti adjacenti, bene asciugate le quali, i vapori cessarono di comparire.

35. Difatto riflettendo bene, si vede, che la ragione si oppone alla credenza dell’Abb. Nollet. Quando estraete l’aria dalla Macchina, p. e. una decima, un’ottava, una sesta, una quarta, una metà, ec. tanto estraete una [p. 245 modifica]decima, un ottava, una sesta, ec. dei vapori, ch’erano in essa aria incorporati. Se estraendo l’aria, restasse la medesima massa di vapori, si potrebbe dire, che allora l’aria residua, divenuta più rara, non ha più forza di sostenerli; ma diradandosi i vapori del pari con essa, non ha più luogo questo discorso. Che se un’Igrometro, posto nella Campagna dimostri forse minore avvicinamento al secco di quello porti la proporzione dell’aria estratta, ciò procede da questo, che l’aria residua essendo minorata di massa, conserva anche minor forza di ritenere i proprj residui vapori in dissoluzione quando l’Igrometro restando il medesimo, ritiene anche tutta la sua forza di attrazione, di prima, anzi rispettivamente ne acquista una maggiore. Falso dunque essendo il principio della caduta de’ vapori dall’aria al levar del Sole, falsa pure sarà la spiegazione dell’aumento del freddo che succede in quell’ora.

36. Piuttosto dunque sarà da ricorrere al principio impiegato di sopra, alla forza dell’evaporazione di refrigerare. Prima, tutti i vapori dell’aria vicino a terra sono caduti per la condensazione del freddo notturno, quindi la rugiada; al primo arrivo de’ raggi Solari [p. 246 modifica]le acque, e le terre comiņciano a fumare: la rugiada comincia a sciogliersi, muovonsi dunque i vapori all’alto, e per l’affinità suddetta, asportano seco il calore terreno, e quello de' corpi nostri. S’aggiugne il venticello, per lo più il Levante, che suol precedere, ed accompagnare il levar del Sole; il vento, per se rinfresca spogliandoci della nostrą Atmosfera tepida, e porta via i vapori, e con essi il calore. Ne abbiamo dunque abbastanza, credo, per intendere questo apparente fenomeno d’Antiperistasi.

37. Ancora un altro, che talor si presenta nella formazione del ghiaccio; l’ho riferito altrove ad altro proposito (Saggio Meteorologico Artic. 1.). Una Bottiglia, una Tazza piena d’acqua, benchè abbia concepito 3, 4, 6, 10 gradi di freddo maggior del gelo, non si gela pertanto sempre, in tutta una notte; ma è un piccolo tremito, un soffio, che ci si dia, la fa in un momento gelare. Lunedì prossimo di mattina 24 del cadente (Nov. 1783) era andato a vedere il Termometro esposto, che segnava gradi 3 sotto del gelo. Era ivi il Dottor Chiminello guardando una Tazza posta su quella stessa finestra, presso il Termometro, piena d’acqua, con un Igrometro dentro po[p. 247 modifica]sto in esperienza. L’acqua di quella Tazza, come neppure quella d’altra Scudella vicina, non era punto, nè poco gelata; avvicinandosi indi colla Tazza in mano (quando fu sulla porta per entrare nella Stanza della Meridiana in un ambiente molto meno freddo) sentì un crepito; credè crepata la Tazza; ma vide formate di repente le lamelle piramidali, o i cristalli del ghiaccio, ben folte; che riempivano la Tazza, e me le mostrò tosto. Questo fenomeno già Osservato dal Fahrenheit il primo, poi da tanti altri, per essere piccolo, non è meno curioso, nè meno difficile da spiegarsi. Come? per formare la quiete delle particelle dell’acqua, qual si richiede per il ghiaccio, non opera la quiete del vaso, nè il freddo stesso? ma piuttosto vi contribuisce il trenmito, od il caldo stesso in certo grado? Non si può dir’altro, se non che, come per assettare dei materiali irregolarmente posti, conviene agitarli, p. e. del grano gittato in uno stajo, così per assettarsi le particelle dell’acqua a formare il ghiaccio, occorra qualche agitazione, alla quale può benissimo contribuire un grado di calore.

38. Per ora non mi sovviene altro nè di questo fatto, nè di altri, da riporsi sotto la [p. 248 modifica]categoria dell’Antiperistasi. Se ve ne sia, saranno egualmente spiegabili con simile meccanismo. L’esplosione, che si fa talora dell’umido negli stampi, ove si fondono i bronzi, o d’una goccia d’acqua caduta sui metalli bollenti, che tante stragi può produrre, non è altro che la violenta volatilizzazione dell’acqua in vapore, che si dilata più di 14 mila volte, ed acquista una forza eccedente 60, 70 migliaja di peso. Qui non v’è Antiperistasi, perchè la qualità del caldo non vi produce freddo, bensì produce quell’estremo caldo, che volatilizza il freddo.

39. Similmente quando l’aceto si gela, la parte più sottile, e veramente acida si ritira nel mezzo; restando fluida, e forma quello che si chiama aceto concentrato, che certo non è caldo, per dirsi effetto d’Antiperistasi; ma si ritira, unito per affinità propria d’attrazione tra le sue parti, gelandosi la sola parto flemmatica

40. Fuor poi delle qualità del freddo, e del caldo, neppure gli Scolastici, come s’avviso da principio, conoscevano effetto d’Antiperistasi. Un effetto d’Antiperistasi d’un’altra qualità potrebbe sembrare quello della Bottiglia di Leyde, quando nell’atto, che la superficie [p. 249 modifica]interna si carica di fuoco elettrico, l’esterna ne resta d’altrettanto spogliata; parendo così, che l’elettricità positiva nell’atto che si forma, e cresce da una parte, produca, ed aumenti l’elettricità negativa dalla parte opposta. Ma, prima si conosce quì un semplice effetto di pulsione, o di ripulsione; e poi non v’è opposizione vera, ma semplicemente un più, ed un meno (opposizione semplice di parole), o piuttosto una privazione: nè la privazione pone in essere una qualità contraria positiva, come si richiederebbe nel vero senso dell’Antiperistasi.

E questa è la mia diceria, la quale forse vi avrà gelati e seccati in alto grado con positiva, o negativa Antiperistasi. Qualunque compatimento voleste donarle, mi basta.


27 Novembre 1783.

[p. 250 modifica]

FENOMENI

SPIEGATI NELLA MEMORIA

Del Signor Abbate Toaldo sull’Antiperistasi.

1. Il creduto caldo dello stomaco cresciuto nel Verno.

2. Il caldo de’ Pozzi e de’ Sotterranei nel Verno, il Freddo in Estate; sperienze fatte.

3. Fusione singolare di Neve; osservazione propria.

4. Come la Neve riscaldi la Terra.

5. Come l’acqua aspersa sui Carboni li renda più ardenti, e così il freddo, il Faoca de’ Camini.

6. Spiegazione degli effetti delle gelature nei Paesi del Nord, e del rimedio della Neve, o dell’Acqua fredda.

7. Del Granchio de’ Muscoli.

8. Formazione della Gragnuola nell’alte regioni dell’Atmosfera.

9. Della refrigerazione praticata dai Naviganti dell’India de’ Vasi d’acqua, col bagnar[p. 251 modifica]li, e lasciarli asciugare dal Vento, e dal Sole. Forza dell’evaporazione per rinfrescare.

10. Spiegazione de’ raffreddamenti.

11. Del freddo generato ne’ corpi co’ bagni caldi.

12. Del freddo della Vecchiaja.

13. Del fresco, che si prova in ogni stagione al levar del Sole.

14. Della formazione brusca del gelo in certi casi; osservazione particolare.

15. Dell’aceto concentrato nel gelarsi.

16. D’altri fenomeni, non riferibili all’Antiperistasi, come l’esplosione de’ vapori negli Stampi de’ Fonditori, e della carica opposta nella Bottiglia di Leyde.