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INDICE ANALITICO DEI NOMI
E DELLE ALLUSIONI PIÙ NOTEVOLI

Adami (Tobia). Letterato sassone (n. a Verdau, nel Voigtland, 1581, m. ivi, 1643), precettore di Rodolfo di Bunau (v. q. n.), amico del Campanella e primo editore dei suoi versi (pp. 3; 5; 113, n. 70; 270-2; 274; 279; 288; 293-5; 299; 301).

«Albo cavallo». Personificazione dell’ordine domenic., sulla scorta dell’Apocalisse (p. 137, madr. 8).

Alfonso I d’Aragona, v. Napoli (re di).

Amabile (Luigi). Sue ricerche e scoperte campanelliane (pp. 259-303, passim ).

Ambrosius episcopus, v. De Politis.

Amida. Antico culto giapponese (pp. 11, v. 80; 144, madr. 12).

Anacarso. Probabilmente Anacarsi, uno dei sette savi (p. 256, n. 3).

Andrea (Giov. Valentino). Letterato tedesco amico dell’Adami, dal quale ebbe comunicazione di prose e versi del Campanella, e primo traduttore tedesco di alcune poesie di questo (pp. 3; 272-4).

Anna (donna), v. Moscosa.

Antimacchiavellismo (o libro «contra macchiavellisti»). Allude al suo Atheismus triumphatus (pp. 17, n. 6; 138, madr. 9; 145, madr. 12).

Artemisia. Forse nome poetico di ragazza che si fa monaca (pp. 213, n. 5; 291).

Ascolani. Due giovani di Ascoli (piceno verosimilmente) incontrati dal Campanella nelle prigioni del S. Uffizio in Roma (1594-95) e non meglio identificati (p. 285).

«Astratto». Allusione del Campanella a sé stesso (p. 107, n. 62).

Aurelio. Persona non identificata, «tra i molti che si riunivano nelle accademie napoletane» (Am. T. C., II, p. 289), in rapporti amichevoli col Campanella intorno al 1601 (pp. 234, n. 29; 291).


Bagnara (barone di), v. Ruffo.

Barisciana (Dianora o Eleonora, di Barletta). Forse una suora francescana parente del guardiano della torre di Castel nuovo dove fu rinchiuso il Campanella tra il 1602 e il 1603, abitante al piano inferiore della cella di lui ed entrata in rapporti abbastanza intimi con lui (pp. 236, n. 3; 291).

Bastaso o «vastaso»: parola dispregiativa dialettale nel senso di uomo di fatica, facchino (p. 26, n. 17).

Bavaro. Allusione all’imperatore Enrico IV (p. 254).

Berillo (latinamente Berillarius). Sarebbe un don Brigo di Pavia, ecclesiastico probabilmente regolare, «uno di quei monaci cui le porte dovunque erano facil-