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254 | poesie postume |
te, come pensi, se non chi ha dato in reprobo senso come Giuliano apostata, o come il Bavaro, e come Arrigo ottavo; e ruinerenno peggio di quelli, insieme con te. E gli altri, che conoscono Dio, e che in terra mantiene un tribunale e un vicario, come è ragionevole a Dio, s’egli ha cura degli uomini (e gli ama piú che padre, secondo, per certa e pia fede, conosciamo), sapendo pur la rovina di quelli, che hanno tentato quel che tu tenti, e che questa canzone del tuo pseudoteologo è vecchia e dannata mille volte, perché mette il tribunal della terra sopra quel del cielo, ti saran contra e ti affliggeranno. E io muto la mia canzone a questo modo:
Solo Cam con la sua progenie immonda
ch’al gran padre, nel vin sepolto, fanno
vergogna e vituperio, ora in te stanno;
ché ’l seme giusto è uscito omai da l’onda.
Tu nave or di Caronte, ch’a la sponda
tartarea guidi nell’eterno danno
tante alme tristi, che piangendo vanno
la sua brama d’un obolo profonda.
Da questa metamorfosi ognun puote
scorger che ’l Ciel sdegnato a voi l’ingegno,
per punir vosco tutta Europa, invola.
Ecco dal polo andar lunge Boote,
ed a l’altro emisfero il santo regno
del fiero drago; e Dio far nova scola.