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poesie postume 213


4

Ad un novo alumno della Religione di Somaschi

O di novella pianta or or inserta
del sommo Sire al nobile giardino
germe piú bello, in cui, se dal matino
conosco il giorno, la speranza è certa,
pregoti, essendo al cominciar de l’erta,
ravvivite di Spirito divino,
ch’ogni parte del mondo, ogni confino
alita, quanto ciascun ente merta.
Apri la mente al suo calor fecondo,
ché frutti produrrai d’eterna fama,
purgate le caligini del mondo.
Il vanegiante spirto a sé ti chiama
con lusinghe bugiarde e spasso immondo:
vedi ove asconde sua maligna brama.

5

[Per monacazione]

Io, ch’oggi d’Artemisia lascio il nome,
finito il corso del natio costume,
e mi consacro al pio celeste Nume,
cui son mie voglie omai soggette e dome,
e rendo al mondo le caduche some
presso la guida dell’eterno lume,
ch’all’alto volo mi vestí le piume,
spogliati i panni e le superbe chiome:
chieggio licenzia a voi del sangue mio:
altro padre, altra madre a me conviene,
altre suore e fratelli ed altro zio.
Entro fra sacri ferri e pie catene;
a tutti dico addio; parenti, addio:
arrivederci presso al Sommo Bene.