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nota | 279 |
direttamente il processo del Campanella, nel 1875 donata da un impiegato pontificio ad un ecclesiastico suo amico1. Di mezzo a questi documenti ritornò alla luce quella copia incompleta intrapresa da fra Pietro Ponzio, che le autoritá carcerarie avevano sequestrata e della quale si era perduta ogni traccia ed ogni ricordo.
L’Amabile descrive cosí il prezioso ritrovamento. Le poesie sono «tutte riunite in un libretto coverto di pergamena con residui di nastri di seta messi per fermagli. Il libretto non ha titolo, ma solo un principio di dedica cosí concepita: Al molto Ill. e Sig. Francesco Gentile Patritio della Rep. a Genovese mio Padron Colendissimo — Havendo io visto con quanto desiderio V. S. va cercando li Sonetti del Padre Campanella. .; né va piú oltre, ma tutto il resto della pagina rimane bianco. Il carattere è di mano di fra Pietro Ponzio, vi sono qua e lá correzioni, talune forse di mano del Campanella, altre peggiorative»2.
La raccolta, acquistata dall’Amabile, passò alla sua morte per legato alla Biblioteca nazionale (ora Vittorio Emanuele III) di Napoli, e fa parte del vol. V dei Processi ecclesiastici di Campanella e soci, col titolo: Processo di Napoli — Scritture trovate a’ frati allegate (ms. xi, AA, 28, a fi. 97-178).
La paternitá del Campanella per le poesie comprese in questo codice è stata assodata dal medesimo Amabile mediante gli stessi atti processuali3. Solo di una (il n. 22 a p. 248 di questa ed.) si può con qualche fondamento dubitare che sia del Campanella4. Le poesie contenute nel manoscritto sono 82 e non sono solamente sonetti, come è detto nella dedica; quindici di esse fanno parte anche della edizione Adami, cioè quelle segnate in essa coi numeri: 19, 20, 21, 22, 36, 37, 38, 39, 45, 50, 51, 53, 55, 60, 61.
Si avverta che il sonetto caudato: Grecia, tre spanni di mar (pp. 216-8) è non precisamente una riproduzione, ma un rifacimento, solo formale però, del n. 36 della Scelta.
In questo stesso libro, in cui dava il primo annunzio di en-