Lettere per lo più premesse ad opere dall'autore pubblicate/Ad Antonio Marsand

Ad Antonio Marsand

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Al marchese Gio. Giacomo Trivulzio Ad Edmondo Davenport
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AL CHIARISSIMO SIGNORE

ABATE ANTONIO MARSAND1

p.p. professore nella r. università
di padova

Voi solete, pregiatissimo Amico, tenere buon conto di un qualche lavoretto tipografico che per opera mia esce di quando in quando alla luce, o mi ricorda la lieta accoglienza che avete fatta alle Novelle di Messer Anton Francesco Doni, che l’anno scorso ho per la prima volta raccolte e messo a stampa. Spero di farvi oggidì una grata sorpresa intitolando a dirittura a voi questa opericciuola, che mi piacque scerre onde saggiar un nuovo picciolo e nitido carattere fuso qui presso Giuseppe [p. 350 modifica]

Picotti. Il fregiare del Vostro nome la fronte di questo libro riesce a me dolcissima cosa, mentre posso così attestare in faccia del pubblico di essere con voi legato della più intrinseca e cara amicizia; né riuscirà a Voi ciò malgrazioso, mentre verrete ad ottenere la dedicazione di un libro che gli avi nostri hanno creduto pur degno di mandar indirizzato ad illustri vescovi, e di mettere in sino a’ piedi di papa Gregorio xiv, come scorgesi da alcune vecchie stampe fattene in Padova, in Venezia e in Milano2. Ma entriamo un poco a ragionar dell’Autore e della famosa sua Vita Sobria, affinché questa lettera tenga anche luogo di prefazione.

Lungo discorso potrebbe farsi intorno a Luigi Cornaro, vissuto in que’ beati tempi del cinquecento, ne quali i peregrini ingegni pul[p. 351 modifica]

lulavano per tutta Italia come le violette nei campi a’ bei giorni di primavera. Parlarono già di lui con onore i suoi illustri coetanei, Bembo, Speroni, cardinale Commendone, Pierio Valeriano, Vasari, Mureto ed altri, e ci diedero poi belle notizie intorno alla sua vita e alle sue diverse opere il Tuano, il Teissiero, il Ghilini, il Graziani, il doge Foscarini, il Fontanini, lo Zeno, il Morelli, scrittori tutti da potersi consultare con profitto da chi volesse scrivere la vita del Cornaro3. Io non entrerò in alcuna particolarità, e basterammi ricordare, che, discendente egli da una delle più illustri famiglie veneziane4, [p. 352 modifica]ne accrebbe lo splendore colla fama de’ suoi talenti, e con quella sobrietà e temperanza della sua vita, condotta fin presso a cent’anni, dopo aver pure speso la giovanezza nel dissipamento e in mezzo alle più penose indisposizioni. Seppe egli mantenersi stimato e riverito da quanti vi erano a’ suoi tempi uomini dabbene e letterati, i quali rimaneano presi delle sue dolci e generose maniere, et della sua più che privata magnificenza. Dalle Stesse sue parole, contenute ne’ Trattatelli e nelle Lettere che ora si pubblicano, vedrà ognuno com’egli abbia saputo formarsi creatore e signore di larga fortuna, mantenersi sempre in invidiabile tranquillità di animo, e sentire innanzi assai negli studi delle arti, delle lettere, delle scienze, avendo scritto opere intorno alla pittura, all’architettura, all’agricoltura, alla musica, non che intorno alla Laguna di Venezia, ed eziandio una commedia tutta piena di onesti risi e di piacevoli molti. Ultima sua fatica furono i Discorsi [p. 353 modifica]intorno all’arte di prolungar la vita umana5 che continuano il Trattato della Vita Sobria. Nobilissimo dispensatore delle ricchezze, sappiamo che a sue proprie spese egli eresse un tempio elegante, ingrandì privati edificj, si creò ville amenissime e sulla pianura e in collina, procacciò speziosi miglioramenti ai suoi poderi con disseccamenti di paludi e con industrie infinite; promosse in fine gli agi della sente sua, e favoreggiò costantemente i letterati e gli artisti, che trovarono sempre nella sua casa utile assistenza e generosa ospitalità.

Ma tutte queste belle prerogative di Luigi Cornaro non sarebbero bastanti a rendere il suo nome chiaro in Europa, se non ci fos[p. 354 modifica]

sero rimasti i presenti piccioli Trattati intorno alla Vita Sobria, composti in varie volte nella decrepita sua età di anni 83, 86, 91, e 95. Io credo che il candore che spirano colla semplicità loro, la importanza dell’argomento, e’l favore con cui ci diamo tutti a conoscere i mezzi di prolungare la nostra vita, abbiano loro agevolato tanta fortuna da venire lodali a cielo da uomini del miglior senno. Voi conoscete meglio di me le molte edizioni che se ne sono fatte in Italia, e le versioni che fuori d’Italia col corredo di note fisiche e filologiche furono divulgate, ora nel latino, ora nel francese, ora nel tedesco, ora nell'inglese idioma. Furono in fatti questi Discorsi tenuti quasi in conto di classico libro, e avvegnaché alcuna volta ruvidetti e bassi, pure siccome

Poca favilla gran gran fiamma seconda,
così bastarono a riscaldare un Lessio, un Bartolini, un Ramazzini, un Cheine, un Hufeland e tanti altri, i quali poi scrissero opere di maggior polso sullo stesso argomento6. [p. 355 modifica] Fu taluno che bandì guerra alle dottrine del Cornaro, e primo di tutti si pose in campo per prova d’ingegno il suo illustre amico e

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contemporaneo Sperone Speroni, il qaale scrisse contro la Sobrietà; ma poco dopo riimettendosi spoutaneamente nel buon sentiere,

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ci lasciò nn bel frammento di altro suo sodo Discorso in favore della Sobrietà7. Anche un cotal signor de la Bonaudiere francese pubblicò in Parigi l'Anti-Cornaro, libro ch'io non conosco punto, ma che monsignor Fontanini giudicò dettato contro tutte le regole della onestà, e che i nuovi compilatori francesi della Biographie Universelle asseriscono scritto con osservazioni tont-à-fait oiseuses. Il gentiluomo italiano marchese Francesco Eugenio Guasco, corredando di sua Prefazione una moderna ristampa de’ Discorsi del Cornaro, fattasi in Lucca,8, vi aggiunse di volo

[p. 358 modifica] una critica che piacemi riportare, onde veggiate quanto sono varie le fantasie degli uomini; non dissimulando punto che dal canto mio non esiterei troppo a credere irrepugnabili le ragioni del Guasco: I precetti, egli dice, contenuti nel Discorsi della Vita Sobria composti dal signor Luigi Cornaro, sono più dilettevoli a leggersi, che facili a praticarsi. Per poter imitare la sua vita felice, e per aspirare con buono augurio ad una età tanto avanzata, e, quel che molto importa, esente dagl'incomodi della vecchiezza, bisognerebbe avere tutti quel mezzi, de’ quali il nostro Autore era stato largamente fornito dalla natura e dalla fortuna. Circa il temperamento, o sia la complessione, voglio credere che la sobrietà e la moderazione possano formarla robusta e forte a dispetto ancora dell'imperfezione della macchina; ma circa la tranquillità dell'animo, che è, a mio giudizio, quella che più contribuisce ad una lunga e beata vita, non può conseguirsi né con la moderazione o sceltezza dei cibi, né con la prudente ed opportuna variazione del clima. Se mi parlate di quella pace dell'animo che nasce dalla perfetta osservanza delle leggi divine, e dal buon testimonio d’una [p. 359 modifica]

coscienza innocentte, v'accordo cliesla in mano di chicchessia il procacciarsela; ma se intendete di quella tranquillità meramente filosofica, e che coi mezzi umani si acquista, io sono di parere che non dipenda da noi. Dipende Amico, dall'aver de' danari assai, o almeno quanti ne abbisognano a ciascheduno per mantenersi con agio e con decoro nella propria condizione, senza pensieri, senza fastidii, senz’angustie, e, come dice un poeta francese, sans lendemain. Privi di questi, crediatemi, è difficile, anzi stimo impossibile di poter essere tranquillo; ed io mi rido di quei filosofi che vantavano grande tranquillità senza danari; no, non do fede alle loro parole. Tutti insegnavano che la tranquillità dell'animo è il maggiore di tutti i beni, e questo è verissimo: ma che? credete voi che godessero di questo sommo bene senza i mezzi di procacciarselo? La cristiana filosofia è la sola che possa condurre un uomo ad esser beato, ancorché povero e privo del bisognevole; fuori di essa tutto è impostura; e chi non ha tutto ciò ch’è necessario alla sua condizione, qualunque siasi, se non è contintnuamente agiato, non può, a dir poco, essero perfettamente tranquillo. Se il signor Luigi [p. 360 modifica]

Cornaro non avesse avuto molte sostanze da pagare i debiti, da provvedersi di tutti i comodi della vita; se non avesse avuto i mezzi di fabbricarsi una Villa alla collina, e l'altra alla pianura, di fare de’ viaggi, o di cangiar clima secondo l’opportunità delle stagioni, di farsi recare i cibi più conformi alla sua complessione e le medicine più perfette, di accogliere e trattenere in sua casa una compagnia geniale di amici e di letterati che lo andavano a visitare: se in luogo di una moglie docile, moderata ed onesta, gli fosse toccata una donna d’umor bisbetico, come fu quella di Socrate; se non avesse avuto una corona di undici nipoti bene inclinati, graziosi e ben composti; finalmente se non fosse stato dotato di molto talento, se non avesse avuto il modo di provvedersi di buoni libri, e di tutto il corredo letterairio, necessarissimo a chi coltiva le scienze e le belle arti; non so s’egli avrebbe passata una vita tanto tranquilla com’egli assicura, e se sarebbe giunto all’età di cent’anni, come affermano gli storici che parlano di lui. Voglio dire con questo, che i Discorsi della Vita Sobria sono belli e buoni, ma che senza la pace dell'animo poco giovet ebbero a prolungare la vita; [p. 361 modifica]

e dico che questa pace non si può ottenere se non col favore di tutti quei mezzi ch'ebbe per procacciarsela il nostro autore. Ciò non pertanto siccome vi sono nel mondo moltissimi che hanno, o possono avere tutti quei mezzi, così è bene che almeno questi trovino nei presenti Discorsi il metodo che s’ha a tenere da essi per viver tranquilli, e vivendo tranquilli prolungarsi la vita.

Dopo la diceria del marchese Guasco non volendo io favellar pili a dilungo, mi contenterò, prima di terminare questa lettera, di pregarvi, mio pregialissimo amico, a non essermi discortese di qualche lode per le cure da me preso nella presente ristampa. Vi ho dato dentro a tutt'uomo onde ingentilirla più d’ogni altra, tornando la lezione al nativo candore, e allogando alcune parti disgiunte, che mi parvero atte a formare un bel corpo solo. Consistono queste in tre sonetti d’ottimo sapore, al Cornaro stesso indirizzati da Girolamo Gualdo; in una Dedicatoria di Bernardo Tomitano a Cornelio Musso, vescovo di Bitonto, che manca in molte edizioni; nel Disorso o lettera di Sperone Speroni contro la Sobrietà, e nel frammento dell'altro suo Discorso in favore dela Sobrietà, l'uno e l'al[p. 362 modifica]

tro scritti elegantemente; ed al fine in alcune poche, ma importanti lettere di Luigi Cornaro o di altri a lui, che mi furono segnate dalla infinita cortesia del dottissimo cavalier Morelli, e che spargono nuova luce su la vita, e su le opere del nostro Autore9. Come se ciò non potesse essere tuttavia sufficiente per far riuscire questo libricciuolo degno del finissimo vostro gusto, mi prendo la cura di presentarvene un esemplare impresso in candidissime pergamene di Augusta10; e scommetterei che a quest’ultima tentazione con cui vi assalgo non saprete come più contrastare, e ch'io avrò quindi sempre più stabiliti i miei diritti alla vostra amorevolezza. Addio.
Di Venezia addì 10 di agosto, 1816.

Note

  1. Lettera premessa al libro Vita Sobria di Luigi Cornaro. Venezia, Tipografia Alvisopoli, 1815, in 8.
  2. La prima edizione di Padova, 1558 in 4, è da Bernardino Tomitano, dedicata a monsignor Vescovo di Bitonto. Una ristampa fatta ivi, 1591 in 4, è da un certo Evangelista Oriente dedicata al Sommo pontefice Gregorio xiv; come lo è pure la ristampa fattasi in Milano nel 1627 in 12. Altra ristampa di Venezia, 1620 in 8, da un certo Giorgio Gennaro è dedicata a mosignor Marco Cornaro, vescovo di Padona.
  3. Il celebre Tuano ( de Tou) parla con onore di Luigi Cornaro nella Storia de' suoi tempi, ed Antonio Teissiero nelle Addizioni fatte alla Storia medesima. Il Ghirlini ne dà notizia nel suo Teatro degli uomini illustri; il Garzanti nella Vita del cardinal Commendone; lo Cheyne nell'opera, Metodo naturale di cura, ecc.; il doge Foscarini nella Storia della Letteratura Veneziana; il Fontanini nella Biblioteca Italiana; e lo Zeno, meglio di ogni altro, nelle Annotazioni alla Biblioteca medesima. Il cavalier abate Morelli nella sua Notizia di opere di disegno, ecc., consacrò a Luigi Cornaro una lunga Nota, ch'è un tesoretto di recondita erudizione.
  4. Veggasi lo Zeno nello Note al Fontanini, che, spezialmente intorno all’origine della Famiglia Cornaro, intorno alla nobiltà del suo casato, da alcuno posta in dubbio, ed intorno all’anno della morte di Luigi, seguita nel 1565 in età di anni 98, ei dà le più sicure notizie.
  5. Di tante fatiche letterarie, annunziate qua e là nelle Lettere ristampate in questo volume ed altrove, non ci sono rimasti se non che i presenti Discorsi sulla Vita Sobria, ed un raro libro intitolato: Trattato delle acque. Venezia, per Grazioso l’ercacino, 1560 in 4. In questo l’autore espone le sue teorie per regolare le acque della veneziana laguna, ed è da notarsi che di avviso contrario al suo fu il celebre Fracastoro, del quale si è per mia cura pubblicata nel 1816 per la prima volta coi torchi della Tipografia Alvisopoli in 4, la Lettera indirizzata al Cornaro medesimo su tale argomento.
  6. Dopo la prima edizione di Padova, per Grazioso Percacino, 1558 in 4, (la quale non contiene altro che il primo Discorso) si pubblicarono le operette del Cornaro in altre molte ristampe; e quele del xvi secolo a me note sono di Padova 1561 in 8, ivi 1563 in 8, ivi 1565 in 8, (di questa edizione, fatta pure per Grazioso Percacino, non ho io veduto se non che l'epuscolo, Amorevole Esortazione, ecc., in cui la data per isbaglio è così: mdixv ) ; di Venezia, al segno del Diamante, senza nota di anno, in 8; di Padova per Evangelista Oriente 1591 in 4. Trovo ricordate da varj altre edizioni del secolo susseguente fatte in Roma, per Mascardi, 1616 in 8; in Milano nel 1617 in 12; in Venezia 1620 in 8; nuovamente in Milano nel 1627 in 12. Magnifica, ma scorretta, è un'edizione con caratteri testo d'Aldo, fatta in Padova, per Pietro Maria Frabotto, 1699 in 4 grande dall'impressore dedicata alla Eccellentissima casa Cornaro. Nello scorso secelo si riprodusse prima in Parma, per Paolo MOnti, 1712 in 8, in un'opericciuola intitolata: La Scuola Salernitana, ecc., indi in Venezia per Domenico Occhi, 1743, in 12, nel libro intitolato: La Medicina Statica di Santorio de' Santorj,' ecc.; indi in Lucca, per Giuseppe Rocchi, 1767, in 8, inserita nel vol. vii de' Miscellanei di varia letteratura, ecc.; indi in Torino, per Francesco Prato, nella stamperia reale, senza nota di anno, in 12; e finalmente in Verona presso Ramanzini, 1788, in 12. Dobbiamo questa ultima edizione alle cure dell'abate Agostino Vivorio, il quale non la migliorò punto nel testo qua e là mancante, ma la corredò di una epistola de- dicatoria al signor Alberto Albertini, e di una prefazione ricca di buone notizie spezialmente intorno ad alcuni letterati patrizj veneziani. Il catalogo ora da me tessuto, posto a confronto con quello che trovasi all’articolo Cornaro (Louis) inserito nella Biographie Universelle che si sta pubblicando in Parigi, servir potrà a far conoscere quanto poco sieno (secondo il solito) esatte le relazioni che de’ libri italiani ci vengono date dagli stranieri. L'articolo francese sarà forse meno imperfetto nelle notizie che ci somministra intorno alle versioni fattesi in lingue straniere de' Discorsi sulla Vita Sobria, notando che nel solo idioma francese si possono contare quattro traduzioni diverse, una di Sebastiano Hardy Parigi, 1646 in 8; altra di Giacomo Martin, Parigi, 1647 in 8; altra di M. D.** (Mons. de Premoni) Parigi, 1701 in 12; ed altra di M. D. L. B. (Mons. de la Bonaudiere) Parigi, 1701 in 12. La versione tedesca del Ludovici fu impressa in Lipsia, 1701 in 8, e la inglese col titolo: Discourses on a sober and temperate life, iu Londra 1725, ed ivi poi riprodotta negli anni 1765, e 1798. Sul finire del secolo xvii si pubblicò anche in Roma, ex Tipograph. Rev. Cam. Apostol., una versione latina in 4. 11 compilatore francese, che ci ricorda la traduzione latina di Leonardo Lessio, il quale la riunì al suo Hygiosticon, pubblicato in Anversa nel 1613 in 8, non dovea omettere anche la versione del Lessio medesimo, illustrata da un nostro chiarissimo medico italiano, e separatamente impressa col titolo seguente: Annotationes in Librum Ludovici Cornelii de Vitae Sobriae commodis Bernardini Ramazzini. Patavii, Conzatti, 1714 in 4. Fu anche inserita nella raccolta di tutte le opere del Ramazzini.
  7. Leggonsi questi Discorsi dello Speroni nel tomo iii delle sue Opere, edizione di Venezia, 1740 in 4. pag. 414 e seg.
  8. Questa moderna ristampa porta la Prefazione scritta a guisa di Lettera, dall'editore marchese Guasco indirizzata al marchese Lorenzo Bottini, patrizio lucchese.
  9. La prima di queste Lettere trovasi inscritta nel tomo v delle Opere di Sperone Speroni. Venezia, 1740 in 4. pag. 329. Le altre sono scelte da maggior numero che trovasi impresso nel vol.vii della raccolta intitolata, Miscellanea di varie Operette, ecc. Venezia, per Tommaso Bettinelli 1743, in 12, pag. 349 e seg.
  10. Questo trovasi oggidì nella biblioteca del re di Francia. V. Catalogue des livres in veli, etc., à Paris, 1824.