La chioma di Berenice (1803)/Coma Berenices/Versi 25-28

Coma Berenices - Versi 25-28

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Sensibus e rectis mens excidit! Atque ego certe
     Cognoram a parva virgine magnanimam: 26
Anne bonum oblita es facinus, quo regium adepta ’s
     Conjugium, quod non fortior ausit alìs? 28

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varianti.

Verso 25. Tutti, fuorcbè il Vossio, l’Acate Volpi, ed il Valcken. sensibus ereptis. I quattro manoscritti ambrosiani erectis. Vossio decidit per excidit. Guarino, Santeno, Valcken., mss. A. ast ego per atque. Vossio, Volpi at te ego, da’ mss. Y, B at ego. Mureto, Stazio, Scaligero, Doering atqui che suona et tamen; ma non tornava il cangiare l’antica lezione, poiché atque si usurpa negli antichi per atqui; vedilo nel Sallustio del Corte, Giugurt. iv.

Verso 27. Aldina i, Valcken. quod regium. Guarino cum regium. Faerno quum. — Verso 28. Principe, ediz. 1481, e variorum fortior aut sit alis. Antiche, Aldina i, Guarino, Stazio auxit avis. Mureto quo non fortius. Nic. Heinsio fortior ausit Halyn, vel fortior audit avis. Santeno quoi non faustior adsit avis. Withoflo, Valcken. quod non fortior ulla cluit.

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note.

Sensibus e rectis mens exc. La mente cadde da sentimenti ragionevoli. Lo Stazio reca questo passo di Manilio ch’io trovo nel lib. v, verso 588.

     Quae tua tunc fuerat facies? Quam fugit in auras
     Spiritus! ut foto caruerunt sanguine membra!

Anne bonum etc. Queste parole sono l’argomento della prima parte del nostro discorso ii. Ecco l’esposizione letterale: Forse dimenticasti l’egregio fatto onde t’acquistasti le regali nozze, fatto, da niuno, sebben più di te forte, osato? Pare che qui Callimaco alluda a taluno potente di que’ tempi che con viltà sopportasse l’impero della madre di Berenice, e V l’usurpazione del drudo [p. 90 modifica] Demetrio. Callimaco era Cireneo, nec caussas eorum procul habebat. — La lezione ausit non solo è coerente al contesto, ma una semplice correzione dell’aut sit dell’edizione principe, e dell’auxit de’ manoscritti; sebbene anche il Vossio pretenda di avere ne’ manoscritti trovato ausit. Questa lezione fu la prima volta stampata nell’Aldina ii; a torto poi da tant’altri repudiata per puerili, ed impertinenti congetture. Vedi varianti.

Bonum facinus. Ecco l’interpretazione Scaligeriana accolta come sacro tesoro da madama Dacier e consorti. Hai forse obbliata la bella impresa, cioè che hai sposato Tolomeo, e che niuno sia più forte di te? Ma poichè ignoravano la congiura di Berenice contro Demetrio, non dovevano ignorare che la parola facinus è usata sempre per un’azione cospicua non senza ardire e violenza: e prende qualità dalla circostanza, e più sovente dall’epiteto. È celebre questa parola co’ suoi contrarj significati in Sallustio; ma più distintamente Tacito: Duobus facinoribus altero flagitiosissimo (ammazzò Galba), altero egregio (s’ammazzò generosamente) tantummodo apud posteros (Otho) meruit bonae famae quantum malae. Ma non v’è nè ardire né violenza nello sposalizio, e nell’essere d’animo forte. — Trovo negli antichi latini la parola bonum intesa per le cose che congiungevano tutte le doti della scienza, del sapere e deila fortuna: da ciò parmi che derivi la disunzione di Tullio nel i de Legibus intorno a’ beni della vita chiamandoli con gli stoici non bona, sed commoda; e questo dà forse lume alla solennità ed al misterio che Platone dava alla parola bene. Lucrezio intende di apostrofare Memmio quando con questa parola senz’altro nome lo richiama iii. 207, [p. 91 modifica]

Quae tibi cognita res in multis, o bone, rebus
Utilis invenietur et opportuna cluebit.

ἐσθλὸς et bonus con l’infinito significa esperto boni inflare calamos Virg. Egl. v. Così i francesi e gl'italiani confondono le voci buono, bravo, valoroso. — La voce facinus non è mai in Lucrezio, Virgilio, Properzio, né nelle liriche d’Orazio, ed appena una volta nelle epistole.

Alis per alius. Il Volpi cita questi due versi di Lucrezio , che a mio pavere contengono l’eterna legge dell’universo lib. i. 164.

Quando alid ex alio reficit natura, nec ullam
Rem gigni patitur, nisi morte adjutam aliena.

Alid per aliud. Il Valckenario nota questa parola anche in Catullo carma. xxix. 16. E poiché la grammatica ci condusse avventurosamente in quella sentenza filosofica di Lucrezio vedila magnificamente esposta dallo stesso poeta e commentata lib. v. 258.

Praeterea pro parte sua quodcumque alit, auget,
Roditur, et quoniam dubio procul esse videtur
Omniparens, eadem rerum comune sepulcrum:
Ergo terra tibi limatur et aucta recrescit.

= Nulla è più sagace del modo con cui Callimaco persuade l’apoteosi della chioma. Osservando egli che bastava dar luogo o teumpo al ragionamento, perchè si scoprisse la menzogna astronomica, egli distrae la mente del re, e della regina suoi principali uditori, eccitando in loro le passioni che più loro piaceano. Conti. — Questa osservazione è dilicata; ma abbiamo nel discorso iii num. 1 notato che non si trattava di persuadere il re della menzogna poiché egli stesso fece rapire la chioma. Mi pare bensi che l’artifizio stia nella pittura de’ meriti di Berenice [p. 92 modifica]interrompendo gli affetti amorosi, con un sentimento magnanimo derivante dalla impresa dell’eroina; onde la riconoscenza degli egizj a’ quali portò il regno di Cirene, e l’ammirazione pel coraggio di lei la mostrasser degna degli onori divini ambiti dalla famiglia reale, il quale interrompimento serve anche al chiaroscuro della composizione e dello stile.