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90 | note. Versi 27—28. |
Demetrio. Callimaco era Cireneo, nec caussas eorum procul
habebat. — La lezione ausit non solo è coerente al
contesto, ma una semplice correzione dell’aut sit dell’edizione
principe, e dell’auxit de’ manoscritti; sebbene anche
il Vossio pretenda di avere ne’ manoscritti trovato
ausit. Questa lezione fu la prima volta stampata nell’Aldina
ii; a torto poi da tant’altri repudiata per puerili, ed
impertinenti congetture. Vedi varianti.
Bonum facinus. Ecco l’interpretazione Scaligeriana accolta come sacro tesoro da madama Dacier e consorti. Hai forse obbliata la bella impresa, cioè che hai sposato Tolomeo, e che niuno sia più forte di te? Ma poichè ignoravano la congiura di Berenice contro Demetrio, non dovevano ignorare che la parola facinus è usata sempre per un’azione cospicua non senza ardire e violenza: e prende qualità dalla circostanza, e più sovente dall’epiteto. È celebre questa parola co’ suoi contrarj significati in Sallustio; ma più distintamente Tacito: Duobus facinoribus altero flagitiosissimo (ammazzò Galba), altero egregio (s’ammazzò generosamente) tantummodo apud posteros (Otho) meruit bonae famae quantum malae. Ma non v’è nè ardire né violenza nello sposalizio, e nell’essere d’animo forte. — Trovo negli antichi latini la parola bonum intesa per le cose che congiungevano tutte le doti della scienza, del sapere e deila fortuna: da ciò parmi che derivi la disunzione di Tullio nel i de Legibus intorno a’ beni della vita chiamandoli con gli stoici non bona, sed commoda; e questo dà forse lume alla solennità ed al misterio che Platone dava alla parola bene. Lucrezio intende di apostrofare Memmio quando con questa parola senz’altro nome lo richiama iii. 207,