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Sed tum moesta virum mittens, quae verba locuta es!
Juppiter, ut tristi lumina saepe manu! 30
Quis te mutavit tautus Deus? An quod amantes
Nou longe a caro corpore abesse volunt? 32
varianti.
Verso 29. Vossio cum moesta, vel tu. — Verso 30. Aldine, Scaligero, Stazio, Mureto ed altri tersti per tristi, mss. 4 Ambrosiani concorrono nella nostra: l’antica ediz. 1487 madent per manu.
note. Versi 28 — 31.
interrompendo gli affetti amorosi, con un sentimento magnanimo derivante dalla impresa dell’eroina; onde la riconoscenza degli egizj a’ quali portò il regno di Cirene, e l’ammirazione pel coraggio di lei la mostrasser degna degli onori divini ambiti dalla famiglia reale, il quale interrompimento serve anche al chiaroscuro della composizione e dello stile.
Virum mittens. Bene interpreta il Volpi accomiatando.
Juppiter. Esclamazione ammirativa: frequente; il Volpi ne accumula esempj.
Trìsti lumin. etc. Trîsti, lezione repudiata sino dall’età Aldina restituita dal Vossio; sincope di trivisti; ed il Volpi espone: Consumasti gli occhi tergendoli dal troppo pianto. Non so trasportarla nella mia versione. Onde lasciando nel testo questa, mi valgo dell altra lezione tersti accolta anche dal Conti, e che a me giova per accoppiare la gentilezza alla passione.
Quis te mutavit tantus deus? Così lo stesso Dio cangiava i voti da Didone fatti per l’infelice Sicheo.
— Haec oculis, haec pectore toto
Haeret et interdum gremio fovet inscia Dido
Insidat quantus miserae Deus!