Il Tesoro (Latini)/Libro III/Capitolo III

Capitolo III. Qui dice di Europa, e delle sue contrade

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo III. Qui dice di Europa, e delle sue contrade
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Capitolo III.


Qui dice di Europa, e delle sue contrade1.


Europa è una parte della terra, ch’è divisa da quella d’Asia, là ove è lo stretto del braccio di santo Giorgio, nelle parti di Costantinopoli e di Grecia. E viene verso settentrione per tutta la terra di qua del mare, infino in Spagna sul mare Oceano2.

In questa parte della terra3 si è la città di Roma, ch’è capo di tutta la cristianitade. E però dirà il conto innanzi di tutta Italia, cioè il paese dove Roma siede, che ha inverso mezzodì il mare Maggiore, ovver Mediterraneo4; in costa5 e in verso settentrione, è il mare di Vinegia, ch’è ap[p. 31 modifica]pellato lo mare Adriano, per la città di Adria6, che fu fondata dentro lo mare. Il suo miluogo è nelli campi della città di Reate.

E sappiate che Italia fu chiamata la grande Grecia, quando li Greci la tenevano. E finisce verso ponente alle montagne che sono verso Provenza, e verso la Francia, e verso Alamagna. E là è una grande montagna7 in fra le altre, che ha due fontane. Dell’una verso Lombardia nasce un fiume molto grande, che passa per Lombardia, e riceve in sè trenta fiumi, ed entra nel mare Adriano, presso alla città di Ravenna, e chiamasi il Po, il quale i Greci appellavano Eridano, ma in latino è appellato Padus.

Dall’altra montagna8 di verso Francia esce l’altro fiume detto Rodano, che se ne va9 per Borgogna, e per Provenza, tanto che egli entra nel mar Maggiore, cioè nel mare di Provenza10, sì fortunosamente, che se ne porta le nave ben cinque miglia11, o più, ed è dolce allora l’ acqua [p. 32 modifica]altresì come se fosse in terra. E però dicono molti, ch’egli è uno de’ maggiori fiumi d’Europa.

In Italia son molte provincie, delle quali Toscana è la prima, là ove è Roma primieramente. E per Roma corre un fiume che si chiama Tevero12, che entra nel grande mare. E sappiate che l’apostolico di Roma ha sotto lui sei vescovi, che sono cardinali, cioè quello d’Ostia, quello d’Albano, quello di Porto, quello di Sabina, quello di Tusculano, e quello di Penestrino. E queste furono buone cittadi anticamente, ma Roma le sottomise alla sua signoria, ond’ elle sono tutte guaste13. Dentro alla città di Roma si son quarantasei chiese cardinalane, delle quali v’ha ventotto presbiterati, cioè che hanno il cardinale prete, e diaconati diciotto14. Anche sono in Toscana15 ventuno vescovi, senza la città di Pisa, ch’è arcivescovo, e tre vescovi sotto lui; e sappiate che ’l primo16 vescovo di Toscana è quello di Luna, che marca con li Genovesi. [p. 33 modifica]

Oltra Roma è la terra di Campagna17, ove è la città d’Alagnia, e di Gaeta, e havvi sette altri vescovi.

Poi v’è la terra d’Abruzzi. là ove ha sette vescovi18.

Appresso v’è il ducato di Spuleto, ov’è la città d’Assisi e di Rieti, là ov’egli ha sette altri vescovi.

Appresso v’è la Marca d’Ancona, ov’è la città d’Ascoli e d’ Urbino, e havvi due vescovi19.

Appresso v’è Terra di Lavoro, là ove è la città di Benevento, e Salerno, e molte altre terre grandi, ov’egli ha sette arcivescovi, e cinquantuno vescovi.

Appresso v’è lo regno di Puglia, ov’ è la città di Taranto, su nel sinistro corno d’Italia; e sappiate che in Puglia v’è otto arcivescovi, e trentasei20 vescovi.

Appresso v’è la Calavria, là ov’è l’arcivescovo di Cosenza21, e due altri arcivescovi, e sedici vescovi. [p. 34 modifica]

Poi v’è l’isola di Sicilia, tra ’l mare Adriano e il nostro, ov’è l’arcivescovo di Palermo, di Messina, e di Morreale, ed otto22 vescovi. Ed evvi Mongibello, che tuttavia gitta fuoco per due bocche, e niente meno tuttavia v’ha neve sopra. E si v’è la fonte di Arethusa, ch’è meravigliosa cosa23.

E sappiate che tra Sicilia e la Italia è un piccolo braccio di mare in mezzo, ed è appellato Faro di Messina, onde molti dicono che Sicilia24 non è in Italia, anzi è paese per sè.

Nel mare di Messina, o vero di Sicilia25, sono l’isole Vulcanie, che sono di natura di fuoco.

E tutta la terra di Sicilia non è più di tre milia stadii, e lo stadio è in greco quello che noi appelliamo migliaro, e che’ Franceschi chiamano leghe; ma elle non sono però pari.

Anche è in Italia la terra di Romagna, in sul mare Adriano, ove sono alquante cittadi, cioè Arimino, Ravenna, Forlì, Imola, Cervia, Faenza, Forlimpopoli e Cesena, ed havvi uno arcivescovo, e dieci vescovi26. [p. 35 modifica]Appresso v’è Lombardia, ov’è Bologna la grassa, e tre altri vescovadi27. E si v’è l’arcivescovo di Milano, che dura il suo arcivescovado28 in fino al mare di Genova, ed alla città di Saona, e di Arbigliana29, e poi in fino alla terra di Ferrara, ove egli ha diciotto30 vescovi.

Poi v’è la marca di Trevigi, ch’è nel patriarcato d’Aquilea, là ov’egli ha diciotto vescovi, che toccano le parti di Lamagna, e di Zara, e di Dalmazia su ’l mare31.

Anche in Italia è l’arcivescovo di Genova, e sette vescovi32.

Poi v’è l’isola di Sardigna e l’isola di Corsica con tre arcivescovi e quindici vescovi. E qui finisce Italia33.

In fino entro nel mare di Vinegia, sì v’è la terra d’Istria dall’altra parte del mare, che v’ è [p. 36 modifica]l’arcivescovo di Zara34, e due35 altri arcivescovi, e diciotto vescovi.

Appresso v’è la terra di Schiavonia, là ov’egli ha due arcivescovi, e dieci vescovi36.

Appresso è la terra di Ungheria, dove egli ha due arcivescovi, e dieci vescovi37.

Appresso v’è la terra di Spolano, là ov’egli ha quattro arcivescovi38, ed otto vescovi.

Ma di ciò non dirà più lo conto, anzi ritornerà a materia, là ov’ egli lasciò Sicilia, ch’è l’altra fine d’Italia39.

Oltre Sicilia si esce d’Europa40. E dentro Europa si è la terra di Grecia41, che comincia al [p. 37 modifica]monte Ceraunes, e finisco su l’Ellesponto42. Là è la terra di Tessaglia ove Giulio Cesare combattea contra Pompeo; e Macedonia, là ov’è la città di Atene, e monte Olimpo, che tuttavia riluce, ed è più alto che questo aere ove gli uccelli volano, secondo che gli anziani43 dissero, che vi montaro.

Poi si è la terra di Tracia, ove sono li Barbari, Romania e Costantinopoli. E sappiate che nella fine di Tracia, verso settentrione, corre il Danubio44, ch’è il maggiore fiume di Lamagna.

Poi sì v’è dentro al nostro mare l’isola di Creta45, ove lo re Cres46 regnò in prima, secondo che ’l conto dice qua a dietro, nel catalogo delli re di Grecia. [p. 38 modifica]

Poi sì v’ è Calistos, e l’ isola di Ciclades, ch’è appellata Ortigia, là ove le coturnici grecise furo in prima trovate.

Poi v’è l’isola di Eubea, e Minola, e47 Nasso, e Melo, e Carpaten, e Lemno, ove è monte Athos, ch’è più alto, che’ nuvoli.

A ciò puote l’uomo intendere, che in Grecia son otto48 paesi. Lo primo è Dalmazia verso occidente. Lo secondo è Epiros49. Lo teizo Elados. Lo quarto Tessaglia. Lo quinto Macedonia. Lo sesto Achaia. Ed in mare sono due isole50, cioè Creta e Ciclades. E sì è in Grecia cinque diversità di linguaggi.

Quivi comincia un’altra parte d’Europa, in suso l’Ellesponto, cioè uno luogo dove il mare divide Asia da Europa, e non ha più di larghezza che sette stadii. E quivi fece lo re Xerse un ponte di navi, ove passò. Poi si allarga il mare dismisuratamente51, ma ora non è guari, che un poco [p. 39 modifica]oltra diviene sì stretto, che non è oltra cinquecento passi, ed è appellato il Golfo di Tracia. E quivi passò re Dario, con grande abbondanza di cavalieri.

E sappiate che il Danubio è un grande fiume, ch’è appellato Istres, che nasce di grandi monti in Alamagna, in occidente, verso lo monte Bar52; e riceve sessanta fiumi sì grandi, che navi vi possono andare: tanto che si parte in otto53 fiumi, ed entra in mare verso oriente, onde li quattro v’entrano sì rapinosamente, che le loro acque mantengono dolcezza ben venti leghe, anzi che si mescolino con acque di mare.

Oltre quello luogo all’entrata d’oriente è la terra di Scithe, di sotto il monte Rifeo; e Hyperborei, ove gli uccelli grifoni nascono. Ma egli è provato54 per li savii, che la terra di Scithe è in Asia, secondo che ’l conto divisa qua dinanzi, tutto [p. 40 modifica]che l’isole di Scithe, che sono di qua dal Danubio, sono settanta milia55 dilungi dal golfo di Tracia56, là ove il mare è congelato e vischioso, che la più gente lo chiama il mare Morto.

Appresso la terra di Scithe è Alamagna, che comincia alle montagne di Genu, suso lo Danubio, e dura infine al Reno57. Questo fiume dipartiva58 già Alamagna da Francia, ma ora dura infino Laurenne. E sappiate che in Alamagna è l’arcivescovo di Magonza, di Treveri, e di Colonia59, e sette altri arcivescovi, e bene cinquantaquattro vescovi, infino a Mez e Verdun60, nelle contrade di Lorena61.

Dopo Alamagna, oltra lo Ren62, si è Francia, che già fu appellata Gallia; là ove primieramente [p. 41 modifica]è Borgogna, che comincia alle montagne, tra Lamagna e Lombardia, al fiume di Rodano63, e ha l’arcivescovado di Tarantasia, e di Besenzon, e di Vienna, e di Ombron, là ov’egli ha sedici vescovi. Poi comincia la diritta Francia da Leone sopra Rodano, e dura infino in Fiandra ed al mare d’Inghilterra ed in Piccardia, ed in Normandia, ed alla piccola Bretagna, e Anjoi, e in Poiteu64, infino in Bordella65, ed al fiume della Gironda, infino al Poggio di Nostra Donna, là ov’egli ha sette arcivescovi, e bene cinquantuno vescovi.

Poi v’è Provenza infino al mare, ov’è l’arcivescovo di Ais66 e quello d’Arli, con dodici vescovi. Dall’altra parte v’è Guascogna, là ov’è un arcivescovo e dieci vescovi, e confina con lo arcivescovado di Nerbona, ov’è la contrada di Tolosa e di Monpuliere, e havvi nove vescovi.

Appresso quella terra67 comincia lo paese di Spagna, che dura per tutta la terra del re di Ragona, e del re di Navarra, e di Portogallo, e di Castiglia infino ni mare Oceano, là ov’è la città [p. 42 modifica]di Toleto, e Compostella, là ove giace il corpo di messer san Iacopo apostolo68. E sappiate che elli sono in Ispagna quattro arcivescovi, e trentasette69 vescovi, senza li Saracini che vi sono. In quello luogo è la fine della terra ove Ercole ficcò le colonne quando egli conquistò la terra; e ciò si prova per li savi antichi che medesimamente lo testimoniano, ov’è il monte di Calpe e di Alibinia70. Quivi è il luogo ove il nostro mare esce del mare Oceano, e si ne viene per quelli due monti, ove sono l’isole di Gadde, e le colonne d’Ercole. E ciò è in tal maniera ch’egli lascia71 il mare, e tutte le terre d’Africa a destra, e tutta Europa e la Spagna a sinistra, ov’egli72 non ha otto milia passi di largo, e quindici milia di lungo. E non fina infino alle parti d’Asia; e ch’egli si congiugne al mare Oceano. [p. 43 modifica]E73 per ciò vi fue già la fine delle terre abitate74 infino a tanto, che le genti crebbero e moltiplicaro, e passaro in una75 isola ch’è in mare, la quale ha per lungo ottocentomilia76 passi, cioè la gran Britagna, che ora è detta Inghilterra. E là è l’arcivescovo di Conturbia, e quel d’ Abruis77, e diciotto vescovi.

E sì v’è Irlanda, là ov’è l’arcivescovo di Armarch, e di Dublino e di Cassel e di Tuen con trentasei vescovi78. Appresso v’è Scozia, là ove ha nove vescovi.

Appresso v’è la terra di Norbe, là ov’egli ha un arcivescovo con dieci vescovi. E nella più grande parte di tutta questa isola, e specialmente [p. 44 modifica]in79 Irlanda, e’ non v’ha nessuno serpente. Onde dicono molti80, che chi portasse della terra, o delle pietre del paese d’Irlanda in altro paese dove avesse serpenti, che non potrebbero istare.

Queste e molte altre terre ed isole sono oltra Brettagna, ed oltra la terra di Norbe. Ma l’isola di Thile81 è la diritana, che è sì duramente nel profondo del settentrione, che d’istate, quando entra il sole nel segno di Cancro, che li dì son grandi, e lì la notte pare all uomo così piccola ch’è quasi niente; e di verno, quando entra il sole in Capricorno, che le notti son grandi, lo dì v’è sì piccolo, che non ha nessuno spazio intra ’l levare e ’l coricare del sole82.

E oltra Thilem v’è il mare congelato e tegnente, e là non ha nullo divisamente, nè nullo [p. 45 modifica]congiungimento83 di levante del sole, nè del ponente, secondo che ’l conto dice, là ove parla del corso del sole.

Ancora v’è l’isola di Budes84, e quella gente che l’abita non hanno nulla biada, anzi vivono di pesci e di latte.

Anche vi sono l’ isole d’Orcades, ove nulla gente abita.

Qui tace il conto a parlare d’Europa, che finisce in Ispagna, e dirà della terza parte85 del mondo, cioè d’Africa.


  1. Il t ed il ms. Vis. De Europe, colla variante di due codici del Chabaille, et de ses contrées.
  2. Corrette le stampe sulla terra Oziana, in sul mare Oceano, col ms. Vis. e col t sor la mer Oceane.
  3. Corretto d’Europa delle stampe, in della terra, col buon senso, col ms. Vis. e col t de la terre.
  4. Il t ed il ms. Vis. la grant mer.
  5. Le stampe annettono in costa, t en coste, all’Adriatico, anzi che al Mediterraneo, come fa il t del Chabaille, e fanno bene.
  6. Il t ha la cité de Adrie, colle varianti Adri, e Atri.
  7. Il t une grant terre. Il ms. Vis. un grande monte. Nel t l’inciso fra le altre, spetta alle fontane, anzi che alla terra.
  8. Il t de l’autre fontaine.
  9. Il t ed il ms. Vis. qui s’en va d’autre part.
  10. Il t en la grant mer de Provence.
  11. Il t V liues et plus.
  12. Il t Cort li Toivres.
  13. Il t elles sont toutes enqui près. Concetto ben diverso!
  14. Il t XXVIII prestres, et XVIII diacres, qui tuit son cardenal de Rome.
  15. In Toscana, manca al t.
  16. Il t derraine eveschie. Può essere il primo o l’ultimo, secondo la parte da cui s’imprende a numerare. Dodici codici del Chabaille leggono cil de Luque.
  17. Dieci codici del Chabaille leggono Canpaigne et de Iaire.
  18. Il t I. arceveschie, e non sette vescovi.
  19. Il t XI autres eveschiez.
  20. Il t XXX eveschiez.
  21. Corretto Sonzo, in Cosenza, col t Cosens, colle varianti Cusance e Cusence.
  22. Il t et IX eveschiez.
  23. Ch’è maravigliosa cosa, glossa di Bono.
  24. Corretto Messina, in Sicilia, col buon senso, e col t.
  25. Il t en la mer de Secille.
  26. Il t où est la cité de Rimene, et Ravenne, et Ymole, et X autres eveschiez. Bono la sa più lunga del maestro.
  27. Il t et tres autre citez.
  28. Il suo arcivescovado, manca al t.
  29. Arbigliana è Albenga, nel t Albinguene, in latino Albingaunum.
  30. Il t VII eveschiez.
  31. Il t sor la mer Adriane.
  32. Il t o tout III eveschiez.
  33. Il t là où Ytaille fenit à la mer de Venise, si est la terre de Istre.
  34. Il t Iadres, altrove Iare, Iaire.
  35. Il t III autres archeveschiez.
  36. Il t et XIII eveschiez.
  37. Il ms. Vis. ed il t ha di più après ce cest la terre de Hongrie, où il a II archeveschiez, et X eveschies. Empita la lacuna delle stampe.
  38. Il t ed il ms. Vis. o tout VIII eveschiez, inciso che manca nelle stampe.
  39. Il t à la fin de Ytalie.
  40. Qui il t divide il capitolo in due parti, preponendo alla seconda de ce mesme. Anche il ms. Vis. qui divide il capitolo.
  41. Oltre Sicilia si esce d’Europa, è glossa di Bono. Il ms. Vis. oltre da Cicilia este de Europa la terre di Grecia. Il t outre Sezille, est dedans Europe la terre de Grece.
  42. Corretto l’Esporis delle stampe, in Ellesponto col t Elesponis, e la variante Elespaniz di un codice del Chabaille.
  43. Fra gli altri errori il maestro non ha questo. Corretto Asiani, in anziani col ms. Vis. e col t li ancien dient Bono così traduce anche altrove. È bello sapere, che rade volte poggiarono tant’alto, e non senza nobile ragione: aucune foiz i monterent, un codice aggiunge par soutillitè.
  44. Il t le Danoi, che è la Danoia di Dante.
  45. Corretto Grecia, in Creta, col t. L’autore cita sè stesso, libro I cap. 28 ove dice Creta, e non Grecia. Il ms. Vis. Grecia.
  46. Corretto Aes, in Cres, col t. Tre codici del Chabaille leggono Aes.
  47. Corretto Ebita in Eubea, Falassio in Nasso, Carpacen in Carpaten, Linino in Lemnos, col t.
  48. Corretto sei, in otto col contesto e col t.
  49. Corretto Pinis, in Epiro, col t. Una variante del Chabaille Piros.
  50. Il t dice due, senza aggiungere isole, riferendosi a paesi.
  51. Aggiunto il mare, col t, e col ms. Vis. acciò non si riferisca al re di Persia ciò che il maestro dice del mare. t puis s’eslargi la mer. L’ora che vien dopo, manca al t. Sembra che il nostro Volgarizzatore abbia inteso, il mare essersi allargato anticamente, e poi essersi ristretto in più angusti confini.
  52. Corretto verso Lombardia, in verso lo monte Bar, malgrado la ripetizione dell’errore del t, perchè così legga Solino cap. 23 Opina il Sorio, che fosse scritto verso lo m. Bar, e se ne sia raccozzato a sproposito verso Lombardia. Nel ms. Vis. manca questo inciso.
  53. Corretto sette, in otto col t.
  54. Corretto trovato, in provato col ms. Vis. e col t provè. Li savi sono più atti a provare, che a trovare paesi.
  55. Aggiunto milia, col t LXXm.
  56. Il t Bofre de Trace: due codici del Chabaille, Boifre.
  57. Lasciai Genu, dove il t ha Seune: mutai, infino a Daurim, in infino al Reno col t iusqu’ au Rin.
  58. Aggiunto fiume, col t ce cest li fluns.
  59. Aggiunto e di Colonia, col t et de Coloigne.
  60. Dicifrato Menserverdum, in Mez e Verdum, col t Mez et Verdun.
  61. Un codice del Chabaille Lothraine, ed un altro Loheraine.
  62. Le stampe delirano: e nelle contrade d’oriente, dopo Alamagna ecc. Posto il punto prima di dopo e corretto oriente in Lorena, aggiungendo al periodo precedente col t Mez et Verdun, es contrées de Lorraine, malgrado le recenti vittorie dei Prussiani.
  63. Il t Rosne,che qui è tradotto Urene: ma poi essendo tradotto Rodano, lo corressi.
  64. Mutai Emporto, col t en Poitou.
  65. Il t Bordele, colle varianti Bordiaus, e Bordes.
  66. Mutato Nizzi, col t Ais.
  67. Aggiunto terra, col t après ceste terre.
  68. Il t mon seignor saint Iaques.
  69. Corretto col t XXXVII eveschiez de crestiens.
  70. Corretto Caspe delle stampe, in Calpe col t Calpe et Albina, colle varianti Albitia, Albuina dei codici del Chabaille.
  71. Aggiunto il mare, col t les mers, ecc.
  72. Le stampe sognano ov’egli ha nove miglia. Corretto col t où il n’a pas VIIIm pas de large.
  73. Il t ed il ms. Vis. ha di più D’autre part, la terre de France vers septentrion bat la mer Ocean, et por ce i fu jadis la fins ecc. parole che mancano a nove codici del Chabaille.
  74. Corretto disabitate, in abitate col buon senso, e col t terres abitèes.
  75. Ommesso sola, che manca al t ed è superfetazione di isola, che viene appresso.
  76. Corretto ottomila in ottocentomila col t. Un codice Chabaille concorda anche questa volta col Volgarizzatore.
  77. Abruos, colle varianti francesi Bruich, Bruges, in latino Eboracus.
  78. Le stampe hanno Marchia, Ducielli, Castella.
  79. Le stampe a sproposito: e la più grande parte di tutte queste isole che vi sono è Irlanda. Corretto col t e col ms. Vis. En la plus grant partie de toute ceste isle, et especiaument en Irlande.
  80. Il t dient li paisant.
  81. Corretto Chile, in Thile, col t, come è scritto di nuovo poco appresso. Norbe, Norowèe, colle varianti Norwèe, Novve.
  82. Nel ms. Vis. è questa glossa: Quando lo sole entra in Capricorno alle grandi notti, lo giorno è sì piccolo, che egli non è nessuno spazio dalla levata alla coricata del sole, che bene non si puote dire una solenne messa.
  83. Mutato accorgimento, in congiungimento che fa antitesi con divisamento. t nul divisament ne conjugement.
  84. Il t l’isle d’Ebrides.
  85. Aggiunto del mondo, col t la tierce partie dou monde.