to ricco dell’aver del mondo, la qual ricchezza tutta aveva fatta d’usura, e di furti, e di rapine, e d’ogni mal guadagno; ed era uomo molto iniquo e pessimo, senza nessuna conscienzia. Costui infermando, gli fu mandato a un luogo di religioni1 per un confessore che l’acconciasse dell’anima sua. Sicchè v’andò un confessore et acconciollo dell’anima sua, non dico secondamente che lo spirò Idio, ma secondo che lo spirò el diavolo. Però che Dio non spira mai gli uomini cupidi et avari e simoniaci, e’ quali confessano per aver cose temporali e non per amor di Dio, siccome fanno oggi una gran parte de’ miseri confessori. E poniam caso ch’eglino dimandono molto bene el peccatore di molti peccati, e faccciano una bella diciaria di parole, non dimeno non disaminano e peccati e non gli riprendono, e non gli amaestrano, e non lo’ fanno veduta la gravezza de’ peccati, e quanto e come dispiacciono a Dio, e come si converrà che vengano dinanzi al suo giudicio, e converrassi che rendano ragione a Dio di tutte l’opere loro, eziandio insino a un minimo pensiero che mai
- ↑ Sic il Cod. Forse ha voluto intendere di religiosi e regolari, senza designare l’ordine.