Chi l'ha detto?/Parte prima/35
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§ 35.
Gioventù, vecchiezza
570. Nel dolce tempo della prima etade.
numero I secondo il Marsand e il Mestica, v. 1).
571. Anzi che tu lasciassi il pappo e il dindi.
Ciò che rende più cara quell’età è l’innocenza dei pensieri e dei costumi, innocenza che nessun onest’uomo oserebbe turbare, poichè:
572. Maxima debetur puero reverentia.1
573. Decet verecundum esse adulescentem.2
È questa stessa innocenza che rendeva i fanciulli così accetti a Gesù Cristo, che soleva dire:
574. Sinite parvulos venire ad me.3
575. Ah! il n’y a plus d’enfants.4
Quei bambini, che prima facevano la delizia delle nostre case con le loro ingenue grazie, sono oggi quasi tutti diventati, inconsciamente o no, degli
576. Enfants terribles.5
577. .... Cet âge est sans pitié.6
In tempi eccezionali vedremo i fanciulli superare in senno e in audacia gli anni loro, ed è allora che
578. I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla.
579. Ora siam (o Noi siamo) piccoli,
Ma cresceremo.
Difenderemo
La libertà.
Forse, se è proprio del Fantoni, fu stampato in foglio volante, in stampa del tempo. Ma di tali edizioni non si ha notizia: e lo Sforza non ne registra alcuna nel suo diligentissimo Saggio d’una bibliografia delle opere di Labindo (nel Giornale Storico e Letterario della Liguria, a. VII-VIII). Ved. nel Fanfulla della Domenica, gli articoli di D. Lucattelli (n. 9 del 27 febbraio 1916) dove l’inno ricordato per incidenza è affermato di autore ignoto; di A. Ottolini (n. 10 del 5 marzo); di Gerolamo Lazzeri (n. 27 del 2 luglio); ancora dell’Ottolini (n. 29. del 16 luglio), e finalmente ancora del Lazzeri (n. 31 del 30 luglio).
580. Chaque âge a ses plaisirs, son esprit et ses mœurs.7
Ecco la gioventù, lieta, superba e confidente:
581. Nos quoque floruimus, sed flos erat ille caducus, Flammaque de stipula nostra brevisque fuit.8
Dolce è il ricordo delle belle illusioni degli anni giovanili; e per molti non è possibile di riudire senza una certa lieve commozione la romanza
582. Oh de’ verd’anni miei.
Questi sono tra i pochi versi non tanto cattivi, del noto librettista Francesco Maria Piave (di Murano, 1810-1876); il quale, mediocre poeta di per sè, era poi veramente uno strumento cieco in mano del Verdi, che si valeva di lui a preferenza di ogni altro librettista, trovandolo docile e pieghevole anche col sacrificio del gusto letterario, del senso comune, della sintassi. Il Piave, conscio della sua inferiorità, fe’ continuo sacrificio del suo amor proprio, tagliando, aggiungendo, accorciando, allungando, secondo le fantasie di Verdi. El maestro vol cussì, e basta: quando il Piave aveva detto queste parole, non occorrevano per lui altre giustificazioni, tanto egli non la pretendeva a poeta: «La me diga versèr....» soleva avvertire con burbera bonarietà. Il Piave, oltre questo libretto dell’Ernani, scrisse pel Verdi, i Due Foscari, il Macbeth, il Corsaro, che divenne poi Aroldo, il Rigoletto, la Traviata, il Simon Boccanegra, la Forza del destino, gli ultimi due libretti rifatti rispettivamente da Boito e Ghislanzoni. Il libretto del Macbeth fu uno dei più ferocemente tartassati dai critici d’ogni tempo. Molti ne parodiavano i versi. E Mario Pascolato narrò a questo proposito un gustoso aneddoto. A una rappresentazione del Macbeth, erano in un palchetto col Piave, Paolo Ferrari e Leone Fortis, che lo tormentavano colle critiche dei suoi versi. Nella scena delle apparizioni dei Re, Macbeth a un certo punto deve dire:
Un terzo?... un quarto?... un quinto?...
— Un sesto?... ed ecco il settimo!
— L’ottavo, il nono, il decimo! —
Il poeta taceva e friggeva. E quelli:
— L'undecimo, il duodecimo....
— Oh, cielo! il tredicesimo!... —
Finalmente il buon Piave, scoppiando: — «Tasè, cani, che xe Verdi!!» — E quella fu tutta la sua difesa: invocare il rispetto.... per la musica del suo Maestro.
A tutti i giovani che leggeranno questo libro auguro non per tanto:
583. Pensier canuti in giovenil etate.
584. La plupart des hommes emploient la première partie de leur vie à rendre l’autre misérable.9
Così sta nelle otto edizioni avanti quella del 1696: le altre dicono invece la meilleure partie.
E a sorreggerli fra le asperità e le dubbiezze della vita, potrà, per coloro che hanno la ventura di credere, concorrere la Fede, la quale
585. Tempra de’ baldi giovani
Il confidente ingegno.
Ma questa prima metà della vita presto vola: eccoci
586. Nel mezzo del cammin di nostra vita.
587. Eheu fugaces, Postume, Postume
Labuntur anni.10
588. Già dello spirto il memore
Moto veloce langue,
E lento scorre e gelido
In ogni vena il sangue.
E mentre manda un gemito,
Chè dell’error s’avvede,
S’apre la tomba gelida
Sotto lo stanco piede.
589. Giunto sul passo estremo
Della più estrema età.
590. Un vecchio bianco per antico pelo.
591. Magna fuit quondam capitis reverentia cani.11
592. Peu de gens savent être vieux.12
593. Turpe senex miles, turpe senilis amor.13
Il miles si ha da intendere di chi milita sotto le insegne di Amore, infatti l’argomento di questa elegia è una poetica comparazione dell’arte guerresca all’arte di amare.594. Oh vecchiaia maledetta!
Son da tutti disprezzata....
E vecchietta disperata
Mi convien così crepar.
Perciò non mancano i furbi di tre cotte che sanno trarre partito da queste senili debolezze, quindi la esclamazione del Giusti:
595. Oh le vecchie, le vecchie, amico mio,
Portano chi le porta; e lo so io.
Intanto il tempo, che è galantuomo per tutti, corre senza tregua, e si appressa il giorno in cui virtù e vizi, debolezze e sacrifici, avranno un termine. Vero è che nessuno in generale si preoccupa di questo doloroso scioglimento:
596. Nemo est tam senex qui se annum non putet posse vivere.14
597. La morte non è male; perchè libera l’uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perchè priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori.
- ↑ 572. Al fanciullo è dovuta la massima reverenza.
- ↑ 573. Conviene che l’adolescente sia verecondo.
- ↑ 574. Lasciate che i fanciulli vengano a me.
- ↑ 575. Ahi, non ci sono più fanciulli!
- ↑ 576. Fanciulli terribili.
- ↑ 577. Quella età è senza pietà.
- ↑ 580. Ogni età ha i suoi piaceri, il suo spirito e i suoi costumi.
- ↑ 581. Noi pure fiorimmo un giorno, ma quel fiore presto appassì.e la nostra fu fiamma di stoppa, fuoco passeggero.
- ↑ 584. La maggior parte degli uomini impiegano la prima metà della loro vita a render l’altra miserabile.
- ↑ 587. Ohimè, Postumo, Postumo, fuggono veloci gli anni!
- ↑ 591. Un tempo grande era la riverenza per il capo canuto.
- ↑ 592. Poche persone sanno esser vecchie.
- ↑ 593. Turpe è il vecchio che vuol ancora militare sotto le insegne di Cupido, turpe cosa è l’amore nei vecchi
- ↑ 596. Nessuno è tanto vecchio che non creda di poter vivere ancora un anno.