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[589-593] Gioventù, vecchiezza 177
Questi versi sono nell’ode La vecchiezza di G. B. Niccolini, di cui si suole ricordare anche l’ultima strofa:

        E mentre manda un gemito,
           Chè dell’error s’avvede,
           S’apre la tomba gelida
           Sotto lo stanco piede.

Ecco l’uomo

589.            Giunto sul passo estremo
           Della più estrema età.

come canta Faust nell’epilogo del Mefistofele, parole e musica di Arrigo Boito; eccolo vacillante e canuto come il Caronte infernale, che Dante chiamò:

590.        Un vecchio bianco per antico pelo.

eccolo, magro compenso a tante altre privazioni!, circondato da quel rispetto che è e fu sempre melanconico privilegio della tarda età:

591.   Magna fuit quondam capitis reverentia cani.1

(Ovidio, Fasti, lib. V, v. 57).
purché egli sappia rispettare il suo crine canuto, se vuole che lo rispettino gli altri, poichè

592.   Peu de gens savent être vieux.2

(La Rochefoucauld, Maximes, § CCCCXXIII).
e soprattutto tenersi lontano da debolezze che sono di altre età:

593.   Turpe senex miles, turpe senilis amor.3

(Ovidio, Amores, lib. I, eleg, IX, v. 4).

Il miles si ha da intendere di chi milita sotto le insegne di Amore, infatti l’argomento di questa elegia è una poetica comparazione dell’arte guerresca all’arte di amare.


  1. 591.   Un tempo grande era la riverenza per il capo canuto.
  2. 592.   Poche persone sanno esser vecchie.
  3. 593.   Turpe è il vecchio che vuol ancora militare sotto le insegne di Cupido, turpe cosa è l’amore nei vecchi

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