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172 | Chi l’ha detto? | [575-578] |
Ma pur troppo col mutarsi dei tempi anch’essa tende a scomparire:
575. Ah! il n’y a plus d’enfants.1
tutti ripetono dopo che Argan nel Malade imaginaire di Molière (a. II, sc. 8) lo ha detto per la prima volta, e ne ha creato quasi un proverbio.
Quei bambini, che prima facevano la delizia delle nostre case con le loro ingenue grazie, sono oggi quasi tutti diventati, inconsciamente o no, degli
576. Enfants terribles.2
come soglionsi chiamare con frase usata per la prima volta in una delle comiche composizioni di Gavarni. Veramente se i bambini diventan terribili, molte volte lo si deve ascrivere non a soverchia malizia, ma alla nessuna esperienza del mondo e delle sue leggi naturali ed artificiali. Il vivere sociale e la sua educazione non ha corretto in essi alcuno degli ingeniti istinti della bestia umana; perciò La Fontaine, che poco amava i ragazzi, scrisse di loro che:
577. .... Cet âge est sans pitié.3
in una delle sue favole più deliziose, Les Deux Pigeons (liv. IX, fable II, v. 54).
In tempi eccezionali vedremo i fanciulli superare in senno e in audacia gli anni loro, ed è allora che
578. I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla.
come è detto nell’Inno di Goffredo Mameli (str. 4); è allora che essi intoneranno quel popolarissimo inno di cui la prima strofa dice: