Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi/Zanna Bentivoglio Malvezzi

Zanna Bentivoglio Malvezzi

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ZANNA BENTIVOGLIO MALVEZZI

Da voi non poco
La patria aspetta, e non in danno e scorno
Della umana progenie, al dolce raggio
Delle pupille vostre, il ferro e il foco
Domar ſu dato!

LEOPARDI.

Stavasi la magnifica Ginevra Sforza Bentivoglio col corteo delle sue Dame a deliziarsi a Belpoggio, villa la cui superba amenità abbelliva uno de’ più ridenti dintor ni di Bologna, e dalla quale, per non essere inerpicata su l’alto Apennino e per non giacersi in bassa pianura si godeva nella calda stagione di un rezzo temperato e soave, quando Gian - Sabbadino degli Arienti, con una dedica che in ogni sua parte ricorda quella con cui l’esule del Ponto Eusino accompagnò i suoi Tristi, diretti aa chi sedea sul Tebro, presentava la Signora di Bologna d’un proprio scritto narrante le virtù d’illustri Donne.

In quella cronaca alla pagina 19 s’incontrano estese notizie di Zanna, o sia Giovanna figlia del 1. Giovanni Ben tivoglio e di Elisabetta dal Magnifico Cino di Castel San Piero. Molti sono gli scrittori che di essa Giovanna fanno parola; ben pochi che intorno a Lei si estendano, il perchè sembra [p. 132 modifica] giusto rivendicarne la memoria in questa raccolta, tenendo a guida il succitato Sabbadino degli Arienti, il quale oltre la fiducia che merita come accreditato storico, non può lasciar dubbio su la veracità di cotesta narrazione, si per chè, com'egli afferma, fu il padre suo testimonio del valore di questa illustre Donna , sì pure perchè dedicando tal istoria a non rimoti posteri della stessa, non avrebbe mai azzar dato di menomamente alterarla.

Della fanciullezza di Zanna si sa soltanto che il Padre nell'apogéa sua gloria la destinava sposa tutt'ora pargo letta al figlio dell'amico suo Francesco da Carrara Signo re di Padova . Ma la tragica fine di questi due potenti ( es sendo caduto il Bentivoglio nel 1402 per mano dei proprii cittadini , e l'altro fatto prigione per ordine del Veneto Doge, quindi strangolato insieme co'due figli ) mostrò quanto spesso si rida la sorte de’ progetti dell'uomo.

Non per questo invilì l'animo grande della donzella, in cui la naturale energia parve invigorisse alla rimembranza delle paterne sventure , dalle quali vedeva sorgere tanti danni a lacerare quella patria ch' erale tuttavia si cara . Ella figlia amorosa non poteva riandare senza fremito la catastrofe in che questo popolo, non pago di togliersi dall'obbedienza di un cittadino, corse al parricidio, piegando poi la fronte a giogo straniero‫ ;ܪ‬ma compatriotta anco più gene rosa , lungi dal gustare come propria vendetta il mal governo che Milano faceva di Bologna, con questa ella gemeva, fremeva per questa . Respira laddove restituita al dominio del Papa la spera tranquilla, ma per la sorte dei Gozzadini , non è mestieri ridire s' ella pianse assai. Spettatrice indif ferente non fu dei rinnovati tumulti popolari, delle occulte trame, delle accanite gare , non pel comun bene, ma per l'egoismo di pochi continuamente suscitate; e quello mutar [p. 133 modifica] di governi, che troppo lungo sarebbe il ricordare; e il far ritorno alternativamente alla libertà e alla Chiesa;; e sempre quale stupida mandra guidarsi il popolo, e come belva ridurla al sangue, la fa rabbrividire . Più di ogni altra cosa però l’affanna il prevedere che l’animoso suo fratello An ton Galeazzo tenterebbe invano di riordinare la città, perchè quantunque si abbia egli l’amore dei cittadini, e malgrado la stima in che ognuno tiene l’elevato suo spirito, sorge rebbe pronta e funesta l’idra delle fazioni a tarpare le ali all’aquila novella.

Nullameno la Bentivoglio tien sempre rivolto il pensiero a mantenere in ogni cittadino un amico al fratel suo, onde all’uopo lo soccorrino di consiglio, di sostegno, di difesa . E il più distinto per valore e per prudenza, non le bastò amico che consanguineo volle farlo ad Anton Galeazzo eleg gendolo a suo sposo: così ella l’anno 1411 andò in moglie a Gaspare Malvezzi (1) che per senno fra i distinti si distingueva in pace e in guerra, e che fra gli amici del Bentivoglio fu sempre di costanza e lealtà incomparabile.

L’alto sentire mai sempre inseparabile dall’animo di Zanna si lascia travedere anco nel coltivar ch’ella ſece le amene lettere: al dire del Sabbadino, cari le erano e Boccaccio e Petrarca, ma più di ogni altro carissimo Dante. Oltre le innarrivabili bellezze che nell’Omero italiano la sorprendevano, più ancora la trasportava il giusto sdegno dell’innamorato e retto cittadino che si scaglia contro il mal reggimento civile della gran Villa che siede sul bel fiume d’Arno; perchè le stesse cagioni agitavano l’anima della forte Bolognese, per la non men nobile città del pic[p. 134 modifica] ciol Reno: la mente corre a quell'esca che pasce le pro prie idee, e che satolla il cuore. E se non si temesse divergere di troppo dal punto di vista sotto il quale si prese a considerare quest' egregia donna cadrebbe in acconcio il ricordare quanto ad onta di quegli studi ella fosse sollecita nella cura delle domestiche cose, quanto amorosa ed attenta nella prima educazione de' figli, quanto abile ed esperta ne’ femminili lavori. E molto si potrebbe dire di quei modi affabili e gentili , di quel cuore espansivo che tanti amici le procurarono. Coerente in tutto a se stessa aveva una specie di culto per l'amicizia; ma chi n'avesse tradite sue sante leggi perdeva per sempre, e irremissibilmente la stima e l'affetto della sagace matrona , che per forza d'animo sprezzava i vili , detestava i simulati e malvagi. E chi più esecrabile del finto amico?

Ma veniamo a quel tempo in cui l' animo forte di Zanna si mostra all'aperto . Già si godeva Bologna della piena libertà fissata dal Pontefice Martino V. nei Capitoli di Costanza, e avevasi la protezione della Chiesa senz' esservi soggetta, governandosi al proprio consiglio. Paga alfine la Bentivoglio, vedeva salito il fratel suo Anton Galeazzo al più alto grado di favore si presso il popolo che presso i nobili, e volgendo a sua voglia il consiglio in prò della patria (2), per essere di questa assoluto padrone non gli mancava che chiamarsene Signore come già aveva fatto suo Padre Giovanni I., e forse a tanto grado egli aspirava. Quand' ecco l'invido Matteo Canedoli profittando del partito che anch'egli si manteneva in ogni ceto di cittadini sparge voce che il Bentivoglio vuol farsi tiranno di Bologna, tumultua contro lui , e guida una notte i suoi a scontrarsi coi [p. 135 modifica] Bentivoleschi in orrenda zuffa. Ma un perfetto silenzio ben raramente nasconde tali macchinazioni, a cui forse allora mal si porrebbe riparo , e Zanna ne fu avvisata un istante prima. Esterrefatta a tal nuova , percorre le vaste sue sale , chiama, aduna, e ordina ai servi che all'istante tutti a lei adducano gli amici; ella , questo fanle invia , quello dirige, l'uno affretta , l'altro comanda , prega , promette , grida , minaccia , impietosisce , tal che in un momento ratti quelli a servirla , più non la circondano che le sue ancelle. Allora rivolta a queste le guarda , poi : andiamo , loro dice, con una voce tremula per lo disdegno ma accompagnata dal balenar dello sguardo e dall'imperioso gesto , che rivelano la fer mezza di quel cuore ; andiamo a raccorre quante armi stano in serbo nel mio palazzo. In questi tempi di sangue ognuno ne è cinto.... ma all'uopo non manchino queste; e qui ognuno ne trovi a sua voglia . Ciò detto , ella s'avvia; e come allo improvviso straripar di un fiume quando precipita sopra ad acque stagnanti le involve co' proprii vortici , e ne' suoi flutti trasportandole , non si sa se questi a quelle , o se quelle a questi accrescano celerità , cosi le affettuose donne si stringono alla loro Signora , e vinta la naturale timidezza , spirano tal energia che più in quei volti non si leggerebbe chi è di loro che invita , e chi è che segue. In breve riedono alcune di esse arrecando armi e corazze in quelle sale che trovano già rigurgitanti di Bentivoleschi ; al primo loroincontrarsi prorompono le donne con confuso articolare di voci ; accorrete , salvate , uccidete , e gli uomini per l'orgasmo di quelle , e per la vista dell'armi , invasi da bellicoso fuoco , imbrandiscono molti le proprie , altri si scagliono su quelle che forbite si vedono presentate , e precipitosi si volgono all'uscita senz'altro attendere .... Ma seguita da altre ancelle soppraggiugne [p. 136 modifica] Zanna, e, Cittadini fermate , ella grida . Sconsigliati! ove? a che con tanto disordine ? Ah ! non vi dissenni impetuoso furore ; non una rabbia feroce vi sopraffaccia : non cor rete sbandati alla cieca ; ma brevi accenti v’informino prima di che si tratta . I Canedoli vogliono spento Bentivoglio : egli corre in armi al Palazzo Comune ; e quelli già forse pren dono con l'armi la piazza . Orsù dunque apportate colà il vostro soccorso a chi, caldo solo di amor di patria , tentò giovarle , la beneficò , la diresse ; che mosso mai sempre da giustizia , in essa conservò l'ordine , la pace , e che voi tutti riputaste si leale , și buono , si saggio. Volate a difendere la ragione del cittadino ; ma vi guidi senno virile, visproni sensato coraggio , non v'abbandoni accortezza : e inesorabili , non risparmiate quanti animati da bassa invidia pronti ad ogni misfatto , mille volte come ora , tornereb bero a conturbar la città : a cui tutti voi , sareste pochi , e tutta Bologna sarebbe scarsa preda alle loro vendette. Tementi essi ognora del vostro valore , e ansiosi annien tarvi , mai vi darebbero tregua , e ad ogni istante scorre rebbe a rivi il patrio sangue . » Distruggeteli , qesto è l'u nico mezzo e rammentatevi che è pietà divider per sempre le guaste membra da incorrotto corpo. Ma non più indugio; andate ; da voi dipende la vita del fratel mio, l'onor vostro: da voi dipende la sorte , la gloria della patria. Nel pronunciare queste ultime parole la matrona prende delle armi ( e sono pronte ad imitarla le ancelle ) e con le proprie mani cinge alcuni di coloro che trovavansene privi o mal provveduti; e con l'espressione più viva esclama: Ah!, perchè non nacqui di viril sesso , e perchè i miei figli sono ancora si teneri che vestendoli d'armi non possa dir loro : 0 vittoriosi con queste , o su queste estinti. Tali accenti non che ascoltati , sentiti da quegli animi [p. 137 modifica] divorati dalla più nobile passione , li rese maggiori a se stessi: nell' indescrivibile lor entusiasmo pare le ripetino: noi saremo altrettanti tuoi figli, noi seguiremo il tuo con siglio : 0 vittoriosi con queste , o su queste estinti. Ma entu siasti non forsennati, l'un l'altro si consigliano , e partono con ordine poco sperabile ove non è guida un sol capo. Zanna commossa ancor essa , li osserva , e con gioja pre sagisce che la vittoria non può lor mancare.

Cosi avvenne diſfatti; ed ella provò indescrivibile con tento quando Anton Galeazzo tornato vittorioso alle sue case si ebbe il trionfo della gioja dei cittadini, che tante più prove di affetto, e maggior onoranza assai gli tribu tarono; mentre i Canedoli dopo la piena sconfitta riportata, con che pagarono la temerità di aver eccitati a tenzone i Bentivoglio, a giusta pena della tentata sommossa vennero confinati a Verona dal volere appunto di colui che pel mal nato loro egoismo volevano spento: e ciò che accresceva la costor confusione si era il sapersi in vita per la gene rosità di un Bentivoglio, il quale avevali accolti e salvati sotto il proprio tetto, quantunque consapevole che qualche istante prima tramavano di trucidargli il nipote. Ma la so rella del Bentivoglio non approvò la pena inflitta ai Cane doli , ed avrebbe assolutamente voluto che , almeno dei capi di quella fazione, più non restassero a temersi le insidie . Conosceva che l'esilio si vicino alla patria accende viem maggiormente nell' esule il desiderio di rivederla , di riab bracciarvi i suoi cari, mentre poi non è facile cessi in cuore l' odio di parte, massimamente quando la contraria si senta prosperosa ed esaltata1; percui sono sempre aa pa ventarsi nuovi tentativi; tanto più che l'esilio esalta il pen siero , esacerba il cuore , abbrutisce le brame, ma per nulla inceppa i primi, e ben poco queste affrena. Nè si dovrà [p. 138 modifica] tacciare per questo di crudeltà la illustre cittadina , perchè riandando un momento su i mali sommi di che alla patria furono cagione i Canedoli , si vedrà ch'ella agiva con saggia avvedutezza per la profonda conoscenza di quegli spiriti irrequieti , con riflessione , con senno virile e col più nobile amor patrio. E dopo tal esame se si trovasse in Zanna un neo di ferocia , quale al nostro sguardo diverrebbe il primo Bruto?

In effetto anco dall'esilio i Canedoli a nome di Bologna muovono lagnanze al Papa contro il Bentivoglio , e se Anton Galeazzo non aderiva di ritirarsi a Castel Bolognese che in feudo venivagli assegnato , anticipavansi quelle dolorose vicende di cui ci sarà indispensabile tenere in appresso parola. Nè in coloro mitigossi l'antico livore col riedere alla patria , che li vediamo approffittarsi dello ascendente guadagnato sul Cardinale venuto a preside di Bologna , e perseguitare in guisa i Bentivoleschi da costringerli a volontario esilio. Ma per non estenderci con istoria già nota per se stessa , e che strettamente non risguarda la nostra Eroina; ci riporteremo al punto in cui i Canedoli per brama d'insignorirsi di Bologna si ribellano contro lo stesso Le gato, che tanto li aveva favoriti. Poco dopo per avere nelle mani Anton Galeazzo , il quale sapevano starsi allo stipendio del Papa , goderne il favore e riportarne distintissimi onori, con mille proteste lo chiamavano a Bologna ; offerendogliene perfino la Signoria. Non uso però il Bentivoglio a tradire, sebbene creda sincere queste offerte, scuopre al suo Sovra no le mire dei cospiratori, ed egli stesso con formidabili Capitani, i quali in appresso furono tutti da lui diretti, viene sul Bolognese per assoggettarlo alla Chiesa: dando contemporaneamente avviso agli amici onde all'uopo si regolassero. [p. 139 modifica] Bologna retta dai Canedoli , è assediata , è interdetta . L'abbandonano i Pastori delle anime , fra' quali il Santo Nicolò Albergati , e per calmare la desolazione a cui quelle anime si abbandonano , eleggesi un Vescovo dal Consiglio dei 600, per cui gli assennati più che mai si dolgono dello scherno fatto alla Chiesa . L'esercito Pontificio avanzandosi coraggiosamente ha l'obbedienza delle vicine Castella ; e il Presidio di Bologna ch'esce per respingerlo , or è attac cato , e or attacca , e le scaramuccie sono sempre sangui nosissime d'ambo le parti. Le artiglierie degli assedianti , benchè non colpiscano molte vittime , danneggiano i più riguardevoli fabbricati e spandono il terrore nella città . Ogni di cresce lo squallore , la popolazione prova tutte le angustie dell'assedio , e ciò null’ostante l'ostinazione dei Canedoli diviene tanto più pertinace quanto più forte si fa l’armata pontificia . Il cittadino di elevati sensi geme ai danni che mira , e ai maggiori che presagisce , pure non vuol porgere la sua mano a rendere soggetta la patria , e sop porta , ma quanti si lasciano vincere dal soffrire , e dallo spavento , adoperano mille trame per dare la città al Pon tefice : i congiurati d'ambo i sessi vengono scoperti e il sangue scorre a rivi . Al manifestarsi del nemico interno il Consiglio conosce inevitabile la sua perdita ; ma lungi dal trattare onorevole accordo con Martino V. chiede il soccorso de’ Veneziani , e dietro le negative di essi , offre loro per fino il dominio di Bologna ; ma questi costantemente ricu sano un dono che li avrebbe portati ad un'offesa contro quel Pontefice la cui prudenza , rettitudine , e bontà erasi meritata l'universale stima. Dunque non si vuole la dipen denza del Papa , e si mendica un Padrone ! Non si chiama un ajuto per difesa ; ma perchè maggiore divenga il mas sacro : e restar poi servi , o vincitori o vinti ! S'ignora qual [p. 140 modifica] sarà il Veneto per Bologna; si sperimentò già altra volta il paterno cuore di Martino V.!

Zanna , più di ogni altro cittadino si ferma su riflessi di tal tempra , quindi risolve di affrontare qual si fosse pericolo purchè le sia dato apportare vantaggio alla patria in si triste frangente. L'unico mezzo per riescirvi si è rivolgersi al Papa e seco lui trattare per iscritto del modo di agevolare l'impresa . Essa vi si diede senza indugio e pri ma , per sempre più renderlo benevolo a Bologna: „ aa cui egli portava singolarissima affezione commuove il di lui cuor generoso , dipingendogli a quali stremi fosse dessa giunta , e la lacrimevole desolazione delle anime non tutte ree , e delle quali egli era il principal Pastore . Poi con mirabile senno passa ad esporgli i mezzi da tenersi perchè l'esercito potesse entrare senz'altro massacro in città : e infine perchè Bologna si desse a lui, ed in lui trovasse di bel nuovo un Padre, un sostegno, una difesa. In pari tempo ella informava con mezzo ingegnoso il fratello Anton Ga leazzo del piano da Lei disegnato , per consegnargli a suo tempo una porta della città. (3)

Tutto era disposto colla maggior circospezione, quand'ecco punti i Canedoli dal saper tanto amata dai cittadini la sorella del Bentivoglio , concepiscono, o timore, o so spetto potess' ella macchinare d'introdurre Anton Galeazzo nella città, e immediatamente la esiliano in unione del Consorte suo, di Lodovico Bentivoglio, e dei figli, che già si mostravano degna prole di tanta madre. Non appena [p. 141 modifica] giunta a Modena assalita dai dolori del parto si sgravò; Poi soprappresa da stremo languore, conobbe approssimarsi il suo fine sebbene in verd’età . Allora dopo di essersi di sposta per comparire al tribunale di Dio, volle dirigere un foglio a Martino V. per esortarlo ad ogni tentativo, onde Bologna ricuperasse ben presto la pace all’ombra del suo Trono .

Così la singolare Donna compi nel 1439 la sua mortal carriera fatta burrascosa da que’ prepotenti e generosi affetti che l’agitarono mai sempre. Lasciò dodici figli da lei stessa diretti in ogni sana disciplina, e le cui gesta onorarono quella terra per cui ella aveva tanto sofferto, e che aveva cotanto amata. [p. 143 modifica] [p. 144 modifica]


  1. La già citata Cronaca dice Malvici, ma a cagione dell’antico carattere fu dap prima letto Malvini, pel quale abbaglio si scrisse Zanna Bentivoglio Malvini sotto al ritratto di Lei, mentre doveva dirsi Zanna Bentivoglio Malvezzi.
  2. Chirardacci l. 2. p. 633.
  3. E mandava certe fidate donne , che l'una non sapeva dell'allra, fuori della città facendo dimostrazione d'andare per necessità di cercare legna: et faceva ponere le lettere, sotto certi arbori in terra coperte da scodelle: et portavano risposta, che in quelle scodelle trovavano, come aveva ordinato cum el fratello V. Gian -Sabbadino degli Arienti -Cronaca.