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Bologna retta dai Canedoli , è assediata , è interdetta . L'abbandonano i Pastori delle anime , fra' quali il Santo Nicolò Albergati , e per calmare la desolazione a cui quelle anime si abbandonano , eleggesi un Vescovo dal Consiglio dei 600, per cui gli assennati più che mai si dolgono dello scherno fatto alla Chiesa . L'esercito Pontificio avanzandosi coraggiosamente ha l'obbedienza delle vicine Castella ; e il Presidio di Bologna ch'esce per respingerlo , or è attac cato , e or attacca , e le scaramuccie sono sempre sangui nosissime d'ambo le parti. Le artiglierie degli assedianti , benchè non colpiscano molte vittime , danneggiano i più riguardevoli fabbricati e spandono il terrore nella città . Ogni di cresce lo squallore , la popolazione prova tutte le angustie dell'assedio , e ciò null’ostante l'ostinazione dei Canedoli diviene tanto più pertinace quanto più forte si fa l’armata pontificia . Il cittadino di elevati sensi geme ai danni che mira , e ai maggiori che presagisce , pure non vuol porgere la sua mano a rendere soggetta la patria , e sop porta , ma quanti si lasciano vincere dal soffrire , e dallo spavento , adoperano mille trame per dare la città al Pon tefice : i congiurati d'ambo i sessi vengono scoperti e il sangue scorre a rivi . Al manifestarsi del nemico interno il Consiglio conosce inevitabile la sua perdita ; ma lungi dal trattare onorevole accordo con Martino V. chiede il soccorso de’ Veneziani , e dietro le negative di essi , offre loro per fino il dominio di Bologna ; ma questi costantemente ricu sano un dono che li avrebbe portati ad un'offesa contro quel Pontefice la cui prudenza , rettitudine , e bontà erasi meritata l'universale stima. Dunque non si vuole la dipen denza del Papa , e si mendica un Padrone ! Non si chiama un ajuto per difesa ; ma perchè maggiore divenga il mas sacro : e restar poi servi , o vincitori o vinti ! S'ignora qual