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106 | zanna bentivoglio |
ciol Reno: la mente corre a quell'esca che pasce le pro
prie idee, e che satolla il cuore. E se non si temesse divergere di troppo dal punto di vista sotto il quale si prese
a considerare quest' egregia donna cadrebbe in acconcio il
ricordare quanto ad onta di quegli studi ella fosse sollecita
nella cura delle domestiche cose, quanto amorosa ed attenta
nella prima educazione de' figli, quanto abile ed esperta
ne’ femminili lavori. E molto si potrebbe dire di quei modi
affabili e gentili , di quel cuore espansivo che tanti amici
le procurarono. Coerente in tutto a se stessa aveva una
specie di culto per l'amicizia; ma chi n'avesse tradite sue
sante leggi perdeva per sempre, e irremissibilmente la stima
e l'affetto della sagace matrona , che per forza d'animo
sprezzava i vili , detestava i simulati e malvagi. E chi più
esecrabile del finto amico?
Ma veniamo a quel tempo in cui l' animo forte di Zanna si mostra all'aperto . Già si godeva Bologna della piena libertà fissata dal Pontefice Martino V. nei Capitoli di Costanza, e avevasi la protezione della Chiesa senz' esservi soggetta, governandosi al proprio consiglio. Paga alfine la Bentivoglio, vedeva salito il fratel suo Anton Galeazzo al più alto grado di favore si presso il popolo che presso i nobili, e volgendo a sua voglia il consiglio in prò della patria (1), per essere di questa assoluto padrone non gli mancava che chiamarsene Signore come già aveva fatto suo Padre Giovanni I., e forse a tanto grado egli aspirava. Quand' ecco l'invido Matteo Canedoli profittando del partito che anch'egli si manteneva in ogni ceto di cittadini sparge voce che il Bentivoglio vuol farsi tiranno di Bologna, tumultua contro lui , e guida una notte i suoi a scontrarsi coi
- ↑ Chirardacci l. 2. p. 633.