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110 | zanna bentivoglio |
tacciare per questo di crudeltà la illustre cittadina , perchè
riandando un momento su i mali sommi di che alla patria
furono cagione i Canedoli , si vedrà ch'ella agiva con saggia avvedutezza per la profonda conoscenza di quegli spiriti irrequieti , con riflessione , con senno virile e col più
nobile amor patrio. E dopo tal esame se si trovasse in
Zanna un neo di ferocia , quale al nostro sguardo diverrebbe
il primo Bruto?
In effetto anco dall'esilio i Canedoli a nome di Bologna muovono lagnanze al Papa contro il Bentivoglio , e se Anton Galeazzo non aderiva di ritirarsi a Castel Bolognese che in feudo venivagli assegnato , anticipavansi quelle dolorose vicende di cui ci sarà indispensabile tenere in appresso parola. Nè in coloro mitigossi l'antico livore col riedere alla patria , che li vediamo approffittarsi dello ascendente guadagnato sul Cardinale venuto a preside di Bologna , e perseguitare in guisa i Bentivoleschi da costringerli a volontario esilio. Ma per non estenderci con istoria già nota per se stessa , e che strettamente non risguarda la nostra Eroina; ci riporteremo al punto in cui i Canedoli per brama d'insignorirsi di Bologna si ribellano contro lo stesso Le gato, che tanto li aveva favoriti. Poco dopo per avere nelle mani Anton Galeazzo , il quale sapevano starsi allo stipendio del Papa , goderne il favore e riportarne distintissimi onori, con mille proteste lo chiamavano a Bologna ; offerendogliene perfino la Signoria. Non uso però il Bentivoglio a tradire, sebbene creda sincere queste offerte, scuopre al suo Sovra no le mire dei cospiratori, ed egli stesso con formidabili Capitani, i quali in appresso furono tutti da lui diretti, viene sul Bolognese per assoggettarlo alla Chiesa: dando contemporaneamente avviso agli amici onde all'uopo si regolassero.