Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi/Beata Elena Duglioli Dall'Olio
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BEATA ELENA DUGLIOLI DALL’OLIO
Bologna rinomata dovunque per la deliziosa sua giacitura, per la ubertà del suolo, per la svegliatezza degl'ingegni che vi sorgono, e in ogni maniera di dottrina si
fanno distinti, ebbe pure in dono dal cielo molti eletti spiriti, le cui sante opere furono faci e guida a conseguire il
beato regno.
Molti di questi, si dell’uno che dell’altro sesso, con sacrate le dovizie loro al divin culto, rifuggendo con di spregio dalle mondane cose seguirono le proprie vocazioni, per ritirarsi nella solitudine dei chiostri, ove colle preghiere, coi digiuni e colle macerazioni facevansi mediatori di grazia e di misericordia fra il Creatore e la Creatura; e non di rado alcuni di essi salito il pergamo instillavano negli ascoltanti orrore per le peccata che oltraggiano un Padre di amore e di clemenza, e i fratelli nostri danneggiano: pronti eziandio di affrontare con apostolico zelo e fatiche e strazi e morti atroci, purchè fosse lor dato spandere fra genti barbare la luce dell’Evangelo, aurora di salute e civiltà . Altri finalmente fra le domestiche pareti, pronti a riconoscere come volontà del supremo Signore i voleri di chi avevano a rispettare in terra, li obbedivano rassegnati in tutto ciò che colpa non fosse, paghe quelle anime di offrire la sera un giorno di sacrificio della propria volontà a» quello sposo che ogni vo accetta» . Cosi ricordavano che Ezecchielle in sua visione non scorse soltanto il coraggioso leone e l’aquila che s’affisa nel sole, ma vide unito a loro, in un sol corpo elevarsi anche il giovane toro, che figurando le vittime, era seguito al cielo dai tanti fedeli che consacrarono i propri desideri a Dio, con interrotte mortificazioni d’ogni sorte.
Ad accrescere il numero di questi ultimi nacque in Bologna ai 25 di Marzo nell’anno del Signore 1472 dai Conjugi Silverio Duglioli, e Pantasilea Boccaferri ambidue di distinta condizione, quell’Elena in cui sino dalle fasce traspari indole si soave, che destato nella Genitrice il desiderio che tanto onora le madri, la volle alimentare col proprio seno, mal reggendole il cuore di affidarla a mercenarie nutrici, come aveva fatto degli altri suoi figli.
Elena trascorse gli anni della puerizia senza puerilità; lungi dal darsi ai fanciulleschi giuochi, sendo a Dio rivolti i primi moti del suo cuore, stavasi molte ore in si profonde venerazioni da restarne assorte le facoltà di sua mente; perlochè i di lei congiunti e le maestre temettero più fiate fosse assalita da qualche improvviso malore. E come soddisfaceva Ella per naturale impulso al primo precetto di nostra fede, con l’effusione di cuore che richiede la divinità, in pari modo soccorreva l’indigenza e prendeva parte nell’altrui soffrire, da convincere che l’amore a Dio e la carità pel prossimo sono virtù altrettanto gemelle nel cuore veracemente religioso come nacquero gemelli nella nostra santa fede questi comandamenti. Altro non po tendo quella pia fanciulla versava nelle mani del mendico il cestellino che conteneva la propria refezione.
Ai quai tratti del cuore, tennero dietro le riflessioni della mente, che in Lei sviluppava con egual santità: perchè» semplice e schietta nel vestire, grave e composta nel portamento, parca e misurata nel parlare; e negli occhi a segno raffrenata che mai gli affissò in faccia duo mo, e camminando per le strade, tenevali sempre fissi in terra, nè mai per qualunque strepito, novità o spettacolo avrebbeli lasciati scorrere neppure alla sfuggita» pregi che formavano gli accessori del quadro, di cui era soggetto questa pura verginella, vero esempio di umiltà, quale stimandosi vile e malvagia gittavasi ai piedi degli altari, e bagnata di lacrime a Dio chiedeva perdono dei falli suoi, la entità dei quali forse avrebbe appena macchiata la purezza degli angeli .
Tanta ritenutezza e tanta assiduità nella preghiera, non scorse di buon grado la madre sua Pantasilea, che ve dendo crescere la fanciulla assai avvenente l’avrebbe pur voluta disinvolta e gaja non meno delle altre fanciulle sue pari . E siccome era dessa rimasta vedova del Duglioli pa dre di Elena, e quindi passata in terze nozze con Fran cesco Dall’Olio distinto cittadino Bolognese, vedovo anch’ esso con molta prole d’ambo i sessi; divisò costei per distorre la figlia dall’orare di addossarle il maggior disim pegno delle faccende domestiche, di che nel decimo quin to secolo ( come rilevasi da memorie famigliari antiche ) non isdegnavano occuparsene le gentili donzelle e le di stinte matrone ancora.
Furono dunque senza riguardo alcuno imposte alla giovanetta cure ben più gravi di quello che si richiedesse dalla delicata sua complessione , si dovesse alla sua poca eta , si spettasse alla gentile sua condizione: ; inoltre fu espo sta alle inaudite villanie delle figlie del patrigno , quali giunsero perfino a farla malignamente traboccare in una caldaja di acqua bollente, donde la Dio mercè n'esci quas' il lesa . Eppure Elena lungi dal mandare un lamento raddop piò il suo impegno , si per riescire ad appagare le brame fatte indiscrete della Madre , si pure per cordialmente pre starsi in aiuto alle stesse sue persecutrici. Segno palese essersi Ella prefissa di perfezionarsi colla pazienza nella carità , che santificata dall' umiltà è base di ogni virtù . Per non aver la fanciulla da rimproverarsi ommissioni stavasi nel lasso di tutto il dì intenta a glorificare Iddio con lo adempiere i doveri del suo stato , e toglievasi poi la not te molte ore di riposo per esaltarlo coll' orazione : nè deve tacersi che quantunque inclinasse allo stato monastico e precisamente al rigido instituto di Santa Chiara , che pro fessavasi fin d'allora nel monastero del Corpus Domini in Bologna , nullostante si astenne dal palesare ai congiunti sua vocazione >, appunto per avere di che contraddire alla sua volontà. Intanto vagheggiando Ella il pensiero di far voto a Dio di sua verginità , mortificavasi spesso spesso coi digiuni e colle discipline , che perfino più volte le tolsero l'uso dei sensi : dal quale strazio di sè dove desistere per ordine espresso del Padre spirituale.
Ma l'avvenenza della giovanetta Duglioli chiamando l'attenzione dei più ragguardevoli giovani di Bologna le cagionò molt amarezze. Laonde da vari chiesta in isposa , e costant' Ella nel non bramare che il suo Dio , ricusò ogni proposta ; piena percui di dispetto Pantasilea , che in non cale forse poneva la tendenza della figlia , o forse l'ignorava , e nel tempo stesso non volendo mostrarsi de spota della volontà di Lei pensò rivolgersi al confessore della medesima affine la persuadesse a decidersi per alcu no degli aspiranti alla sua mano. Il savio sacerdote però, non appena scorse sul volto della vergine estremo sbigot timento al tenerle parola di nozze , si fece accorto come avrebb’ ella bramato promettersi a Dio ; e questi allora senza titubare , francamente l' avviso di aver penetrato il secreto del di Lei cuore , e che perciò appunto facevasi a rincorarla , numerandole i vari esempi di sante anime che seppero mantenersi qual' ella bramava anco nel talamo che per imponenti ragioni avevano dovuto ascendere : cosicchè consigliavala darsi a fervide preci onde Iddio la dirigesse nel deliberare. La madre sua mostrandosi in quel tempo seco Lei più tenera dissele di averla già donata al reden tore , e che perciò lasciandola libera chiedesse a Lui in spirazione per eleggersi lo stato .
Elena aveva quindici anni; età in cui mal si resiste ! e nella quale benchè la nascente forza d'animo tenti te ner fronte alle minaccie di chi bravamente vuole intimo rire , il cuore non pur anco esacerbato dagli oltraggi di una sorte ingiusta , e non pur fatto diffidente per nero in ganno , facilmente si apre alle insinuanti carezze , cede al le persuasive , e immolerebbe se stesso per mostrarsi gra to alle prove di amorevolezza , in cui è ben lungi dal so spettare finzioni. Ella combattuta da diversi sentimenti , gemeva in cuor suo , caldamente pregava Iddio , e giunse perfino chiedergli la rendesse mostruosa , onde da niuno più fosse chiesta in moglie. Poi tornandole a mente le spe ranze fattele concepire dal confessore , pari all' artefice che mentre esamina un masso informe già fissa in esso le delicate membra di questa o quella vergine, con gli espressivi tratti, e le nobili movenze ch'egli vuole scolpirvi ad imi tazione dei classici scalpelli donde trasse tesoro , così ella ricorda e le sante Cecilie , e le scettrate Cunegonde di Po lonia , e le Catterine di Svezia , e le Solomee di Galizia , e spera anco al fianco del consorte com' esse furono , ri portare anch'essa sì bella palma. In fine la giovanetta si decise esser ferma vittima di obbedienza , e rispose alla madre che disponesse di Lei. Pantasilea senza frapporre dimora pressolla a nominare lo eletto dal suo cuore , ed Elena , fra quei che le furono indicati , prescelse in Be nedetto Dall'Olio figlio del patrigno suo , ľuomo di mag gior età , varcando esso l' ottavo lustro . Le nozze succes sero bentosto : e dopo aver passati tre giorni in preghiere , com’ era stato alla sposa promesso , ella si trovò nella stan za col consorte , già prevenuto dal confessore di Lei, quan to dessa sarebbe per chiedergli . Difatti al primo scontrarlo espose la vergine con tanto candore e vivezza il desiderio di mantenersi illibata , e sì sommessamente gli protesto che una tal grazia accordatale da colui che già onorava per suo Signore l'avrebbe resa lieta , e ad esso grata per tutta la vita , che lo sposo fatto attonito non seppe con traddirla , e fecele promessa di vita celibe.
Paga e contenta di veder coronati i suoi desideri , ma temendo nel tempo stesso che da un momento all'altro si distogliesse il marito dalla presa risoluzione , Elena per rendere grazie all'Altissimo , di quanto le accordava , e in un supplicarlo non restassero di poi deluse le sue speran ze , fe' voto di tante inaudite penitenze , che alterando que ste notevolmente la di lei salute dovette , per non mancare al precetto che ogni uomo ha di conservare se stesso , com mutarle in opere di vera carità a Dio tanto grate.
Pia senza ostentazione , tuttochè amasse girsene modestamente vestita, non trascurò quella proprietà e quegli usi che non dal folleggiante capriccio, ma dalla sana società sono adottati; che se in effetto è a biasimarsi quella donna cui troppo sta a cuore seguire la vanitosa moda, si è pure al certo poco lodevole quella che trascura se stessa, e non seconda il marito in ciò ch’ei richiede, o0 pel proprio genio, o pel suo decoro. Del resto, siccome la novella sposa rimase a far parte della famiglia in cui era cresciuta, avendo, come si è detto, tolto a marito il figlio del patrigno, ebbe di nuovo a soffrire le durezze della madre fatta stravagante per un malore che da molti anni la consumava . Di più presa questa donna da disdegno per non veder prole della figlia, e sospettando del come vivessero fra loro gli sposi, ripose tosto in campo che col passare Elena la maggior Parte del giorno nelle chiese rendevasi segno di comune scherno; e per distornela non ebbe ritegno adossarle nuovamente infinite incombenze, e con modi autorevoli non da madre, ma da padrona, darle ad ogn’istante mille ordini l’uno all’altro contrario. Ma la santa giovane rispettando in lei il sacro carattere di madre e può dirsi ancora quello di suocera, e considerandola inoltre come reggitrice di famiglia, le fu soggetta qual serva nell’obbedirla, fu prudente qual saggia nuora tacendo col marito quanto soffriva, fu figlia amorosa, ogni sforzo fa cendo onde la genitrice restasse appagata e l’amasse.
Passato così qualche anno, Pantasilea rimasta vedova di nuovo conobbe finalmente in Dio un fonte d’ignorate dolcezze: l’esempio di santità che aveva di continuo innanzi agli occhi, parlò nel fondo del di lei cuore. Allora concepita vera stima della figlia, prese ad amarla quanto prima l’aveva amareggiata; e sentendo illanguidire la vita non ad altri che alla diletta sua Elena raccomandò l’intera famiglia . Giunta agli stremi volle le promettesse di comporre ella stessa il suo cadavere nel feretro , ed incoraggiandola a proseguire nella santa sua vita , ad essa teneramente abbracciata spirò , chiedendole perdono del rigore a torto seco lei usato. L'Eroina delle figlie lavando colle proprie lacrime la fredda salma , adempiè quanto promise , non solo in si doloroso ufficio , ma eziandio prendendo somma cura intorno il regime di famiglia.
Quantunque la stima che avevasi generalmente per la Dall'Olio ( 1 ) fosse in tal guisa radicata che distintissimi personaggi ne commendassero persino dai pergami (2) la singolare perfezione, dovette ancor essa soggiacere agli strali della calunnia vibrati dal livore di quelli che non arrossendo omai allo esaminare dei propri vizi ; nè atti essi, nè desiosi di riscattarsi dal lezzo in cui giacciono , rosi da invidia verso chi guadagnossi onorevole fama , vorrebbero illudere se stessi ed ingannare gli altri , calunniando le persone dabbene , e iniquamente svisando le azioni dei saga ci . Indispettiti vari giovinastri nel veder dalla matrona rigettate con orrore e con disprezzo le audaci loro brame , anzichè lodarne la modestia , giurarono vendicarne l'onta riportata ; ed unitisi con varie bacchettone , che a mal in cuore sentivano levata a cielo la pietà di Elena , cominciarono a sparger voce ch'essa frequentava le chiese per passatempo , che non per vera divozione ma piuttosto per far pornpa ď'illibatezza si accostava tanto di sovente ( 3) alla mensa celeste ; e che infine destava meraviglia si tollerasse tale scandalo nella chiesa di S. Giovanni in Monte, da Lei con particolar frequenza visitata. Il confessore della Pia Donna , addolorato per vederla bersaglio di tanta malignità , volle provarsi , senza menar rumore, ad estirpare la zizzania sin dal suo nascere , consigliando quell'anima eletta ad arrecare in altro tempio le proprie offerte e le preghiere. La penitente obbedì senza ribadire , portandosi nella chiesa di S. Domenico , ma scorsi appena due anni , eccola molestata con eguali armi dagli stessi nemici suoi , che riescirono a farla discacciare da questa casa di Dio. Ciò fece nascere in molte savie persone il desiderio di squittina re la condotta della Dall'Olio , e riconosciuta qual era , ne venne da tutti esaltata la singolare pietà e virtù . Tra i primi più di ogni altro furono solleciti di risarcire il mal fatto con scuse e con proteste quei religiosi che tratti dalla frode in inganno aveanle recato affronto (4) . Guai ! se il tempo, la esperienza e il generale desiderio di svolgere sino dalla loro origine le notizie , non si levassero a difesa dell'innocenza e strappando la maschera all'invidia , al vile interesse , e alla ipocrisia , non mostrassero la falsità di quella novella fatta credere benchè priva di verosimiglianza, non additasse ro il motore di quella invettiva , che vuol chiamarsi critica, quantunque ogni parte le manchi per esser tale, e non emergesse bello della propria santità e purezza quel nome che macchinavasi vilmente di vituperare.
Qual angelo di pace Elena addolci più volte l'animo del marito esacerbato verso certi di Lui nipoti che seco convivevano , e sebbene tali dissidi fossero cagione di alllizione alla serva di Dio , che allora era assoluta arbitra di allontanarli dalla propria casa , null’ostante sopportò rassegnata , finchè non giunse a veder sorgere mercè le sue cure, una perfetta armonia fra que'congiunti. Ben poco però le fu dato godere di sì bel trionfo , perchè preso il marito da forte malattia , si conobbe essere al fine di sua vita . Affrettossi egli a disporre de' suoi beni in sollievo dei poveri , con lascito a suffragio dell'anima sua , e con altri legati , lasciando padrona dell'usofrutto la moglie, oltre averle costituita cospicua dote. Ma ciò che particolarmente interessa la nostra storia si è che in quel tremendo punto asseri col confessore di lasciare la sua Elena dopo 28 anni di matrimonio, quale avevala ricevuta all’Altare.
Pianse amaramente la santa Vedova la perdita del suo compagno e ben largamente replicò offerte a di lui suffragio: cercando in ciò anche un refrigerio al proprio duo lo . In appresso vôlse bentosto il suo pensiero a stabilire su suoi beni una dote per la Cappella a S. Giovanni in Monte dedicata alla particolar sua protettrice Santa Ceci lia, ( 5 ) poi» ad onore del Santo apostolo Giovanni si accinse alla erezione della illustre Cappella che è la principale di detta Chiesa e ne forma il coro» (6) pel compimento della quale non ebbe ritegno «raccogliere elemosi ne da più persone; ammontando la spesa a Sc. 1200 per l’età che correva riguardevole. Infine acciò cure d’interes se non la distogliessero dal suo Dio fece testamento non dimenticò i suoi domestici, lasciò soccorso ai mendici, e conchiuse che mancando un giorno il legittimo erede, ogni suo possedimento dovesse convertirsi in luogo pio.
Ma la fama di questa Donna stendendosi a guisa di quel la fiamma, che per crescere di alimento più luce spande, fece insistere la Marchesa Signora di Monferrato (7) di volerla alcun poco di tempo presso di sè a Casale. Spedì a tal uopo in Bologna a prenderla la sua lettiga, e per impegnarla maggiormente ad andarvi, v’inviò eziandio vari uomini adetti alla sua corte. Riescendo con ciò assai sontuoso il corteggio, tanto più che accresciuto da due religiosi e dal Conte Ben tivoglio nipote della umile matrona, questa ne rimase si mortificata che nel timore di veder posta la propria virtù a troppo grave pericolo, si dette tutta la premura di far supplicare la Marchesa acciò non la volesse confondere al suo giugnere in Casale con onori ch’Ella diceva non meritare. Diffatti per compiacerla furono poste da banda quelle distinzioni con cui volevasi riceverla ; ma le prove di rispetto che non si seppero per Lei risparmiare la inquietavano a modo da farle agognare assai spesso la modesta quiete della propria casa , nè sarebbe rimasta a lungo in quella splendida corte se non avesse dovuto cedere ai prieghi dei Signori di Casale , a cui riguardo vi restò circa quattro mesi. (8) Tempo non speso invano , valendo la serva di Dio , fosse col suo esempio , o con le sue virtù , a correggere d'assai l'impetuoso carattere del Marchese , e farlo acquistare uno spirito di divozione in lui tutto nuovo : inoltre rassodando con savi consigli la pietà della Marchesa , la fe' lieta di santi ricordi in iscritto .
Partita da Casale, viaggio facendo per riedere a Bologna dee ripetersi dalla prodigiosa sua avvedutezza che non naufragasse la nave del Signore di Monferrato , su cui Ella tragittava il Po; giunta presso S. Iacopo del Pavese volle ridursi a terra senz'alcun apparente motivo , ma non appena presa dai viaggiatori la sponda , s'innalzò si fiera tempesta che sarebbe stato ben difficile salvarsi. La Dio mercè ecco finalmente pervenire a Ferrara la Santa Donna, ove la famigerata Lucrezia Borgia, in quel tempo consorte del Duca Ercole , mostravasi desiderosa di conoscerla . Elena al contrario , fosse per modestia, fosse per altri riflessi , nel momento che stavasi di passaggio in quella città cansar ne volea l'incontro, ma dovette finalmente arrendersi ai reiterati inviti della Principessa , che la obbligo di accettare stanza nel suo castello. Quivi la serva di Dio , a cui le di stinzioni e gli onori non serravano le labbra al vero , con modi schietti accompagnati dalla dolcezza e dalla modestia ebbe luogo di dare alcuni savi suggerimenti alla Duchessa , la quale anzichè offendersene , di spiriti elevati com'era, ebbe a buon grado ciò che valse a correggerla , ed al partire della venerabil Donna seguire la fece da cocchi e da corteggio , e crebbe d'allora innanzi la propria estimazione verso la medesima .
Rivedendo la patria Elena ne rese grazie a Dio con offrire ricchi presenti alla Chiesa di S. Giovanni in Monte . Poi memore delle dimostrazioni avute dal Signore di Mon ſerrato , mandò in dono al medesimo un superbo cavallo ginetto venuto a Lei in regalo dalla Svizzera , la qual circostanza mette bene di qui ricordare , onde si conosca che la gentilezza non fu mai in Lei disgiunta dalle sante doti che l'adornavano.
Ma le lunghe penitenze logorandone il corpo, estenuandone le forze , e tutto ' sconvolgendone il fisico, l'as soggettarono a spessi sossulti. Il fervore soltanto con che Ella pregava , valeva a riconcentrare le sue idee , corro borarle , ravvivarle e rendere cosi la calma . Al sopragiu gnerle di una malattia , conobbe non restarle molto di vita , e vaticinò la sua fine dentro un anno , scrivendone anco agli amici. Frattanto ristabilita alcun poco , radunata una comitiva di circa venti divoti , d'ambo i sessi , malgrado molte difficoltà che le si paravano innanzi , volle portarsi a visitare la S. Casa di Loreto. Ivi giunta , indusse la com pagnia di portarsi processionalmente al Santuario con ceri accesi , e fare di quelli un' oblazione. Ciò eseguito con edi ficazione di tutto il paese , Ella avrebbe voluto dilungarsi sino ad Assisi anche per particolare divota commissione , ma si risolse di tornarsene fra' suoi.
E fu provvido consiglio ! perchè giunta a Rimino, si vide costretta fermarvisi due giorni , essendo assalita da dolori di petto, ai quali dovè quasi soccombere, e che giunta in Bologna la oppressero di nuovo con forza mag giore togliendo ad ognuno la speranza di riaverla . È inutile parlare del fervore con che a Dio si abbondonò in quei momenti, e della sua rassegnazione negli spasimi orrendi che la dilapiavano. Il giorno 23 Settembre dell’anno 1520 sali a ricevere il bacio del Signore.
Non appena collocato da divote Gentildonne nel feretro il suo corpo, fu esposto in una sala della propria casa per dare sfogo al desiderio di buone anime che accorre vano per venerarlo. Immensa moltitudine si accalco intorno al medesimo quando fu trasportato a S. Giovanni in Monte, e indescrivibile commozione era dipinta in ogni sembiante nello assistere la mattina appresso alle sontuose esequie, e nell’udir ripetute in eloquente orazione funebre le lodi della illustre Vergine di Bologna .
NOTE
( 1 ) La brevità che mi sono prefissa in queste memorie non mi permette riportare
gli onori tutti compartiti alla Duglioli dalle persone di alto affare , che venendo in Bo
logna desiderarono vederla e ascoltarla . Vollero pur seco ragionare i due Pontefici Giu
lio II , e il Sommo Leone X. , e la tennero in grande stima . Molti Porporati e Prelati
le fecero dono di riguardevolissime reliquie , per arricchirne il suo particolare Oratorio ,
ove , sebbene cosa in que' tempi raramente accordata , non solo vi poteva far celebrare
la S. Messa , ma in qualche giorno erale pur concesso tenervi esposto il Venerabile .
Altri consegnavano a Lei vistose somme onde le distribuisse a seconda delle sue inten
zioni . Altri finalmente la facevano depositaria dei ricchi doni che offrivano a S. Giovan
ni in Monte.
(2) Fu da qualche predicatore portato con tanta chiarezza in esempio il di Lei candore , che anco tacendone il nome , ognuno comprese essere Elena Dall'Olio.
(3) Soltanto nel susseguente secolo XVI . riesci S. Filippo Neri a rendere più co
mune la frequenza dei Ss . Sacramenti. V. Melloni pag. 325 . (4) Tornò a frequentare la Chiesa di S. Giovanni in Monte perchè la più vicina all'abitazione sua ; ed in prova che niun rancore conservava coi Padri Predicatori, ve stà di quell'abito , e a sue spese educò un fanciullo , che molto poi si distinse in quel l'ordine . Opera Pia di genere si eletto non fu per Lei la sola .
(5) Questa Cappella ſu già a sua istanza fatta erigere dalle fondamenta da Monsi gnor Pucci , era disegno dell'Arduino .
(6) Vedi Melloni pag. 339.
(7) Era dessa eziandio con molte istanze chiamata in Francia dalla Duchessa di Nemours , e dalla Duchessa di Lansor consanguinee di quel Re . Esse avevano conosciuto Elena e presa a onorarla in una lor gita a Bologna .
(8) Di questi ricordi ſu formato un Volumetto ed eccone il frontispizio. Breve e signoril modo del spiritual vivere , e di facilmente pervenire alla cristiana perfezio ne : dittato dalla Candidissima beata Vergine Helena detta da Bologna alla Illustrissima Madamma Anna Marchesana di Monferrato sua spirituale eletta figlia. Et una tutta misteriosa e di celeste succo ripiena epistola , di nuovo aggiunta e nuovamente im. pressa ,
Di tali ricordi Elena ne fece pur anco dono alle Principesse di Francia di sopra nominate .
CLOTILDE TAMBRONI
Clotilde, figlia dei conjugi Paolo Tambroni da Parma, e Rosa Muzzi da Bologna nacque nella materna patria l’anno 1768. (1) Da qui deriva che gli scrittori di Parma contendono a Bologna questo patrio onore, come già Bergamo lo contese a Sorrento per l’Epico Divino. Nella detta città ella crescevasi pure; ed ognuno che avesse per un momento osservato la piccola Clotilde presagiva da Lei nuovo splendore alle lettere e alle scienze; nulla ostante la madre sua, senza por mente a tali lusinghe, lungi dal sollecitarla a fregiare lo spirito di letterarie doti, la voleva intenta ai donneschi lavori, ove riesciva a perfezione, e l’addestrava in tutto ciò che richiedeva la modesta condizione di sua famiglia. Come però non di rado avviene che anco un seme caduto a caso in ubertoso campo vi cresce e a meraviglia germoglia, non meno abbondante frutto
- ↑ Vedi Pezzana.