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82 beata elena duglioli


lor dato spandere fra genti barbare la luce dell’Evangelo, aurora di salute e civiltà . Altri finalmente fra le domestiche pareti, pronti a riconoscere come volontà del supremo Signore i voleri di chi avevano a rispettare in terra, li obbedivano rassegnati in tutto ciò che colpa non fosse, paghe quelle anime di offrire la sera un giorno di sacrificio della propria volontà a» quello sposo che ogni vo accetta» . Cosi ricordavano che Ezecchielle in sua visione non scorse soltanto il coraggioso leone e l’aquila che s’affisa nel sole, ma vide unito a loro, in un sol corpo elevarsi anche il giovane toro, che figurando le vittime, era seguito al cielo dai tanti fedeli che consacrarono i propri desideri a Dio, con interrotte mortificazioni d’ogni sorte.

Ad accrescere il numero di questi ultimi nacque in Bologna ai 25 di Marzo nell’anno del Signore 1472 dai Conjugi Silverio Duglioli, e Pantasilea Boccaferri ambidue di distinta condizione, quell’Elena in cui sino dalle fasce traspari indole si soave, che destato nella Genitrice il desiderio che tanto onora le madri, la volle alimentare col proprio seno, mal reggendole il cuore di affidarla a mercenarie nutrici, come aveva fatto degli altri suoi figli.

Elena trascorse gli anni della puerizia senza puerilità; lungi dal darsi ai fanciulleschi giuochi, sendo a Dio rivolti i primi moti del suo cuore, stavasi molte ore in si profonde venerazioni da restarne assorte le facoltà di sua mente; perlochè i di lei congiunti e le maestre temettero più fiate fosse assalita da qualche improvviso malore. E come soddisfaceva Ella per naturale impulso al primo precetto di nostra fede, con l’effusione di cuore che richiede la divinità, in pari modo soccorreva l’indigenza e prendeva parte nell’altrui soffrire, da convincere che l’amore a Dio e la carità pel prossimo sono virtù altrettanto gemelle