Pagina:Bonafede - Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi.pdf/114

90 beata elena duglioli


cospicua dote. Ma ciò che particolarmente interessa la nostra storia si è che in quel tremendo punto asseri col confessore di lasciare la sua Elena dopo 28 anni di matrimonio, quale avevala ricevuta all’Altare.

Pianse amaramente la santa Vedova la perdita del suo compagno e ben largamente replicò offerte a di lui suffragio: cercando in ciò anche un refrigerio al proprio duo lo . In appresso vôlse bentosto il suo pensiero a stabilire su suoi beni una dote per la Cappella a S. Giovanni in Monte dedicata alla particolar sua protettrice Santa Ceci lia, ( 5 ) poi» ad onore del Santo apostolo Giovanni si accinse alla erezione della illustre Cappella che è la principale di detta Chiesa e ne forma il coro» (6) pel compimento della quale non ebbe ritegno «raccogliere elemosi ne da più persone; ammontando la spesa a Sc. 1200 per l’età che correva riguardevole. Infine acciò cure d’interes se non la distogliessero dal suo Dio fece testamento non dimenticò i suoi domestici, lasciò soccorso ai mendici, e conchiuse che mancando un giorno il legittimo erede, ogni suo possedimento dovesse convertirsi in luogo pio.

Ma la fama di questa Donna stendendosi a guisa di quel la fiamma, che per crescere di alimento più luce spande, fece insistere la Marchesa Signora di Monferrato (7) di volerla alcun poco di tempo presso di sè a Casale. Spedì a tal uopo in Bologna a prenderla la sua lettiga, e per impegnarla maggiormente ad andarvi, v’inviò eziandio vari uomini adetti alla sua corte. Riescendo con ciò assai sontuoso il corteggio, tanto più che accresciuto da due religiosi e dal Conte Ben tivoglio nipote della umile matrona, questa ne rimase si mortificata che nel timore di veder posta la propria virtù a troppo grave pericolo, si dette tutta la premura di far supplicare la Marchesa acciò non la volesse confondere al