Arcadia (Sannazaro)/Dichiarazione

Dichiarazione

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Alla sampogna


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DICHIARAZIONE


Delle voci o difficili, o tratte dal Latino, o degne di osservazione pel loro particolare uso in quest’Opera dell’Arcadia.




A


Abortirsi, sconciarsi.

Abortivo, voce latina, che vale il medesimo, che sconciatura, per metafora della donna gravida, che, disperdendo partorisce fuori di tempo, e quel parto si chiama aborto.

Abrotano, nome di erba.

Absorbere voce latina, sorbite, inghiottire, come fa il mare, quando nel maggior colmo della tempesta inghiottisce le navi, cioè le absorbe.

Acera, acero, nome d’albero: il suo legno e perfettissimo per opere di mano sottili, e dopo il cedro ottiene il primo luogo.

Addiscere, dal verbo latino discere, imparare.

Addorma, addormenti, dorma. Addormire è il suo infinito; ma il suo diritto e regolato è addormentare.

Aderbare, pascere con erba.

Adro, nome proprio di cane, da atro voce latina, che significa nero, oscuro, fosco.

Adulta, voce latina, formata da adolescere che significa crescere, dal verbo adoleo. Colui è adulto che è cresciuto; dalla qual voce si deriva quest’altra, adolescente, cioè giovanetto, ch’è uscito fuori della fanciullezza.

Aduncarsi, divenir torto, adunco.

Affangarsi, divenir fangoso.

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Affesciare, far fascio. Nel Vocab. della Crusca manca questo verbo: bensì v’è affascinare collo stesso significato di far fascio; il che pare manifesto errore, mentre affascinare vorrà più tosto dire, nuocere col fascino, o malìa.

s’Affisero, fermaronsi guardando attentamente; terminazione irregolare dal verbo affisare, il cui tempo passato perfetto regolarmente fa affisarono. Lat. intentis oculis intueri.

Afflare, soffiare, spirare, da flare, verbo latino.

Aggratano, aggradano, cambiato il d col t in grazia della cadenza.

Aggratarsi, piacere a se stesso, o rallegrarsi seco medesimo.

Agricola, agricoltore.

Allumare, e alluminare, illuminare.

Alni, alno, albero senza frutto, e senza seme; nasce su le rive de’ fiumi; le sorelle di Fetonte si convertirono in quest’albero.

Alpe, nel numero plurale; uno de' pochissimi esempj.

Alvano, sorta d’albero.

Ambasciarsi, affannarsi in respirando. Ambasciare e propriamente angustiare, e affannarsi. E anco l’asma, la qual nasce per troppa abbondanza di fiato, siccome avviene a coloro, che corrono in fretta, e che poi fermandosi non possono raccogliere il fiato, onde Dante;


E però leva su, vinci l’ambascia
Con l’ animo, che vince ogni battaglia,


Ammarcire, divenir marcio.

Ancipite ferro, ferro da due tagli. Ancipite detto dal latino anceps di cui quest’etimologie leggonsi sul Voc. del Facciolati: Anceps significare videtur id, quod ex utraque parte ceput habet, ut securis bipennis. Sed magis a capiendo, quod ex utraque parte aeque copiatur, appellatum est.

Anelare, ansare, e per traslazione, aspirare a qualche cosa, ovvero desiderare ardentemente.

Angere, affliggere, angustiare, piangere, dolersi.

Angulo, cantone, parte non retta di luogo.

Annobilire, nobilitare.

Antiniana, nome proprio di luogo, ma però sotto voce di Ninfa; così detto dal Sanazzaro secondo l’ uso di que’ tempi.

Annubilare, annuvolare.

Apparere, apparire.

Appertenere, appartenere.

Appertinente, che appartiene.

Appiatare, ascundere, celare.

Appicciarsi, attaccarsi.

Applausono per applaudirono.

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Aragne, in questo luogo s’intende la ragna, che è sorta di rete sottilissima fatta di seta, ovver di filo, con la quale si prendono i tordi; perciocch’ella s’appiatta tra gli alberi, e si dice andare a ragna. Egli è in proverbio: egli è dato nella ragna, cioè egli è capitato male.

Arbuscolo, arboscello.

Arbusti, cioè arboscelli, o luogo dove sono arbori, e viti mischiate di maniera, che essendo grate alla veduta, sono anco dilettevoli per l’ombra, che rendono, come sono per esempio i boschetti fatti a mano.

Ariete per montone.

Aristula, spina, aculeo, o pungolo, da arista spiga del frumento, la quale ha certi sottilissimi fili che pungono acerbamente. Dunque aristula, voce diminutiva, significa cosa pungente.

Arrequiare, voce formata da requie, riposare, quietare.

Ascondito, nascosto.

Aspero per aspro.

Assibilare, fischiare appresso.

Atterrito, spaventato dal terrore, spaurito.

Attrecciare, intrecciare ridurre in treccia o fiori, o rami d’alberi, e far coronette di ginestre, e d’altri fiori.

B

Baccari, bacchero, e bacchera, nome d’erba, la cui radice è molto odorifera, quasi come cinnamomo: simiglia alla ellera con la foglia, ma è più tonda, e più morbida.

Bacolo, voce latina, bastone, bacchetta, bastoncello.

Bajare, abbajare, latrare; ed è proprio de’ cani ch’abbajono; come muggire de’ tori, e belare delle pecore, ed annitrire de’ cavalli.

Benivolo, benevolo.

Blandire, voce latina, accarezzare piacevolmente.

Bruta terra, cioè stupida, immobile; epiteto datole prima da Orazio nella Ode xxxiv. del lib. i.


Quo bruta tellus, et vaga flumina etc.


Buccina, tromba: voglino alcuni che significhi il corno, alcuni altri la piva sordina, o cornamusa che si dica; nondimeno ella è disegnata in questo luogo per istrumento nobile da sonare.

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C

Calamo, canna.

Capannuola, picciola capanna.

Capolo per manico.

Carpino, albero notissimo.

Cernire, cernere, separare.

Cerretto, piccolo cerro, albero.

Certare, voce latina, combattere, o combattere insieme; e da questo si dice certame.

Chiusura, serratura.

Cistula, cestella.

Citera, cetra.

Collacrimare, piangere e lagrimare con qualcun altro in compagnia.

Comonico, per comunico, da accomunare, participare.

Compicono per compiscono.

Connubio, matrimonio: gli antichi usavano questa voce tra le persone libere; ma tra’ servi dicevano contubernio, o tal’altra voce.

Consorte, partecipe, compagno.

Conto, cognito, noto, manifesto.

Convicino, circonvicino; Lat. finitimus.

Corbezzolo, nome d’albero, che i Latini chiamano arbutus; e che fa i frutti tondi, rossi punteggiati, appellati corbezzole.

Corilo, sorta d’albero.

Cortice, scorza degli alberi.

Coruscare, risplendere, come fa il baleno.

Costumora per costumi.

Crepitare, scoppiettare, crepare, come fa la foglia del lauro messa sul fuoco.

Cribro, crivello da vagliare il frumento.

Cristato, che ha cresta.

Crocitare è proprio il verso della gallina che chioccia: il medesimo fanno altri uccellacci, com’è il corvo.

Crotalo, nome d’istrumento musico usato anticamente dagli Egizj nel sagrificare. Alcuni dicono, ch’egli è un anello grande di bronzo, dal quale, percotendosi con verga di ferro, esce un tintinno, ed un’armonia molto dolce, in compagnia però della fistula.

Cruento, da cruore ch’è il sangue; sanguinolente.

Cubito, gomito del braccio.

Cucullo, cappuccio.

Cucumero, cocomero.

Culmine, cima.

Cuniculo, coniglio.

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D

Damma, capra salvatica, simile alla cavriuola: alouni la chiamano daino.

Dehiscere, aprirsi, spalancarsi, fendersi.

Designato, disegnato.

Detinere, ritenere.

Dilanie, da dilaniare, stracciare, smembrare, sbranare.

Dimoranza, dimora.

Discarcerare, cavar di prigione.

Discorso per corso.

Disculmine, da disculmiare, levar il colmo della casa, o della capanna.

Disjecore, da disjecorare, cavar fuori la corata o il fegato; verbo formato da jecur, corata, ma nè latino nè italiano, e da non imitarsi.

Dispeso, speso.

Distenebrare, cacciar le tenebre.

Distraere, condurre in diverse parti, dividere, menare.

Divellere, spiantare, disradicare.

Disventura, disavventura.

Diverticoli, luoghi fuori di strada, nascondimenti; e dicesi tanto di fatti, come di parole, perciocchè favellando l’uomo accorto, che non vuol essere acchiappato, usa parole, e tratti che si possono chiamare diverticoli.

Divido, colla prima sillaba accentata; esempio da notarsi.

Drittezza per ottima regola.

Dubitoso per dubbioso.

Dumi, spini, e talvolta luoghi spinosi, invogli di spini, e d’altri rami de’ fossati. Macchie si dicono in Toscana, e ciese in Lombardia.

Dumora, dumi, pruni.

E

Ebuli, pianta, che produce le pomelle come il sambuco.

Eccellere, sopravanzare.

Edicola, picciolo tempio, o casetta. Lat. aedicula.

Edulio, companatico.

Elcina, elice, elce, sorta d’albero.

Elicere, estrarre, cavar fuori.

Equipero, in vece d’equiparo, per la rima.

Erige, sorta d’erba spinosa.

Erratico, vagabondo.

Erratico, ch’erra, che falla, o veramente ch’è stolto.

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Eruttare, mandar fuori con impeto,

Esanimare, cavar fuori l’anima, disanimare.

Escubie, le guardie che si fanno la notte alle fortezze, agli armenti, alle città.

E se, in vece di benchè.

Esicio, ruina estrema.

Esilare, da esilarare, letificare, allegrare.

Esile, tenue.

Espettare, aspettare.

Espiare, purgare.

Estuante, che bolle.

Evadere, fuggire, scapolare, salvarsi dal pericolo.

Evitatore, che schiva.

F

Fabula per favola.

Famulento, affamato.

Fanatico, pazzo, o pieno di furore in quella maniera de’ sacerdoti antichi, quando davano i responsi: significa anco il sacerdote ch’è preposto al tempio, che latinamente si chiama fanum.

Farnosi per farsi, in grazia della rima. Quesla figura che frappone una sillaba tra le voci, dicesi da’ Greci Epenthesis, cuntraria alia sincope, che leva di mezzo alcuna cosa.

Faticoso per affaticato.

Fatidico, indovino, colui che predice le cose future, e le disposizioni del fate.

Fatora per fati.

Felice, felce, sorta d’erba. Crescenzio dice: Il giunco, la felce, e la gramigna si vincono coll’arare.

Fermarnosi per fermarsi, in grazia della rima. Vedi Farnosi.

Ferono per fecero.

Ferula, spezie d’erba.

Finitimo, confinante.

Fioco, rauco.

Firmamento per fondamento.

Fiscella, o fiscina, cestella, o vaso fatlo di vimini, o giunchi.

Fiumora, fiumi. I Toscani dissero latora, pratora, corpora, arcora, ortora, luogora, borgora, gradora ne’ nomi neutri; ma ne’ maschili non usarono mai tale finimento.

Fluviali, cose di fiumi, come pesci, sassi, ed altro.

Fluvio per fiume.

Fondere per ispargere.

Formosissimo, bellissimo.

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Fragola, sorta di frutto notissimo.

Frangere, rompere, spezzare.

Fratta, inviluppo d’arboscelli.

Frigida, voce latina, fredda.

Frisone, sorta d'uccello.

Fromba, o Fionda, istrumento di corda, col quale si traggono i sassi.

Frutice, arbusto.

Fumido, fumoso, che manda fumo.

Fuor di strada, detto a guisa di nome. Vedine l’uso nella Prosa ix. pag. iii.

G

Gemina, doppia, da geminare, addoppiare.

Genitabile, generativo.

Giuggiola, frutto ed albero notissimo: meglio si dice giuggiolo per l’albero, e giuggiola solamente pel frutto.

Giulio per luglio, mese.

Giunipero, ginepro.

Gotta per goccia.

Gracculo, sorta d’uccello rapacissimo.

Grottole, picciole grotte.

Guazzoso, pien d’acqua.

I

Jacolo, legno, pietra, o qualunque altra cosa che si possa trar con mano. Ma in questo luogo significa quel dardo di legno che portano i pastori.

Jaspide, diaspro.

Idolatria, colla penultima breve, in grazia della rima.

Jena, sorta d’animale salvatico.

Imbasto, la bastina, o il basto.

Imite per imiti, colla penultima breve, in grazia della rima.

Impopularsi, riempirsi di pioppi alberi.

Impuberi, fino agli anni quattordici i fanciulli si chiamano impuberi.

Inasperarsi, inasprire.

Incalvarsi, divenir calvo, e per metafora, spogliarsi di frondi.

Incappola, cioè la incappo, da incappare, cogliere, o prendere chi non si guarda.

Incedere, camminare con maestà, andar piano.

Incelebre, non famoso.

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Incenerarsi, ridursi in cenere.

Incespare, coprir con cespi.

Incitassimi per inciterestimi.

Inclinarsi, abbassarsi per riverenza.

Incondito, rozzo, confuso.

Increpare, riprendere, gridare, ammonire.

Indecore, fuor di decoro, senza gravità.

Indeficiente, che non manca mai.

Indragarsi, istizzire a guisa di drago.

Ineccitabile, che non si può eccitare, scuotere, svegliare.

Inerbare, coprir d’erba.

Infrigidare, raffreddare.

Ingiuncarsi, coprirsi di giunchi.

Inolmarsi, riempiersi d’olmi.

Inopia, carestia, povertà.

Insegnato per dotto, ed ammaestrato.

Insegnò le selve, cioè ammaestrò le selve.

Insemitarsi, avviarsi. Lat. semitam ingredi.

Insolfarsi, riempiersi di solfo.

Inientivamente, attentamente.

Interiori' per interiora.

Interito, morte.

Intitula, intitola, per la rima.

Intrata, entrata. Lat. introitus.

Investire per vestire.

Inveterare per invecchiarsi.

Inviperirsi, incrudelire a guisa di vipera.

Inviscato, impaniato.

Involutato, ravvolto per lo fango.

Irascere, adirarsi.

Inretire, prendere con carezze; dalla voce rete per metafora degli uccelli, che si prendono con reti.

Irsuta, aspra, orrida, pelosa.

Itera, replica, torna di nuovo a cominciare.

L

Lacrimevole incenso, cioè incenso che distilla dall’albero quasi lagrimando.

Lambruscarsi, detto delle viti, divenir lambrusche, insalvatichire.

Lanato, coperto di lana.

Lappole, alcune cose che stanno fra’ frumenti, che s’appiccano altrui, e tengono della specie del cardo.

Latebre, nascondigli.

Latebroso, pieno di nascondigli.

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Latora, lati, fianchi.

Ledere, offendere.

Lenocinii, carezze, blandiraeati, moine, rufifianesimi, allettamenti.

Lepido, giocondo, piacevole, festoso.

Libamenti, tutto quello che si gustava ne’ sacrifizj che si facevano dagli antichi agl’Iddii.

Ligustri, fiori bianchi, piccioli, e di molto odore.

Limo, fango, loto, sporchezza.

Limula, piccola lima, diminuiivo di lima.

Linfe, acque chiare di fontana.

Liquidissimo, nella Pr. xii. pag. 191, e altrove par detto per limpidissimo alia maniera de’ Latini; così liquidi per limpidi Alla Sarapogna pag. 212. ed altrove.

Loglio, sorta d’erba, che si dice anche zizzania.

Longinquità, distanza.

Longinquo, lontano.

Lucarino, o lugarino, sorta d’uccelletto.

Luggiola, nome di erba acetosa,

Luggiolo, lugliolo, lugliatico, che nasce il mese di luglio.

Luscigniuolo, rosignuolo.

Lustrale acqua, acqua purgativa, che s’usava ne’ sagrifizj.

Lustrare per purgare.

Lutulento, fangoso, limaccioso.

M

Maculoso, asperso di macchie.

Mantarro, voce Napolitana, che significa tabarro e vestimento da pastori A Fiorenza lo chiamano saltambarco.

Mascolo, maschio.

Mellifero, che produce mele.

Merola, o merula, merlo uccello.

Meridiano, add. di raezzodì.

Merito per meritato.

Migliore per l’avverbio meglio.

Mo, ora.

Modolare, modulare.

Moltiforme, che si dimostra sotto diversi aspetti.

Morola, mora frutto.

Mostroso, mostruoso.

Mucido, muiffo, ammuffito.

Muggiola per mugghia, in grazia della rima.

Munuscolo, picciolo dono.

Mutilare, troncare.

Mutilo, mozzo.

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Naccari. II Nacchero, o la Nacchera, usandosi più spesso il femminile, che il maschile, secondo il Sansovino è un istrumento musicale di bronzo: secondo il Vocabolario della Crusca è un istrumento simile al tamburo di suono, ma non di forma: altrove mi ricordo io d’aver letto essere uno strumento fatto di due legni od altro, che posti fra le dita della sinistra si battono colla destra per farli suonare. Dunque o quello simile al tamburo, o questo di legni sarà il nacchero proprio de’ pastori, e non già quello di bronzo.

Nappo, vaso.

Neputa, nepitella erba, utile allo stomaco, e provocativa dell’orina.

Nespilo, nespolo albero.

Nomeri per numeri, in grazia della rima.

Nosco, con esso noi.

Notare, andare a nuoto, nuotare.

Nubilo, nubiloso, nuvoloso, oscuro.

O

Obbedirli per obbedir loro.

Obliterare cancellare, porre in obblio.

Occoltemi per occultemi in grazia della rima.

Olfare odorare, annasare.

Olire, saper di buono o cattivo odore.

Ombrato, coperto d’ombra, fosco.

Opulentissimo, ricchissimo.

Orida per orrida, in grazia della rima.

Ormora per orme.

Orno, albero chiamato altramente aornello.

Ottenebrare, coprir di tenebre.

P

Pagliaresco, di paglia.

Palestra, luogo ove s’esercitava anticamente la gioventù: e si prende per I’esercizio, come giuocare alla palla, saltare, correre, trarre il palo, e tali altre cose.

Palidi per pallidi, in grazia della rima.

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Pampane, pampani, le fronde delle viti, quando sono fresche attaccate a’ sermenti.

Pampinoso, pieno di pampini.

Parar mente, attendere, badare.

Parere per apparire, venir fuori.

Parcere, perdonare.

Pastino, terra lavorata.

Pasto per pasciuto.

Patera, una sorta di tazza da bere, con la quale anco si sacrificava.

Pavide, timide, paurose.

Peculio, bestiame, o veramente facultà.

Pera, coll’e larga, tasca pastorale.

Perseguire, perseguitare.

Pertice per pertiche in grazia della rima.

Pietà, affanno, pena.

Pintore, pittore.

Pluvio, piovoso.

Podere per potere, potenza.

Pontico, aspro, di sapore austero.

Popoloso, pieno di popolo.

Populo per popolo, in grazia della rima.

Possea per potea.

Possendo per potendo.

Possette per potè.

Postergare99. gettarsi dielro le spalle.

Poteno, dal verbo potare, che significa bruscar le viti, e gli aiberi.

Pratora per prati.

Precipere, comandare.

Precipite, precipitoso.

Preliare, guerreggiare.

Presentissimo per favorevolissimo, o molto potente ed efficace.

Prossimano, prossimo, vicino.

Prostrato, disteso in terra, posto a giacere.

Pruni, i rami di quelle spine, che nascono sopra le fosse, e ne’ prati: spini.

Pulule per pullule, in grazia della rima.

Puniche poma, cioè granati.

Puntalmente, minutamente.

Puoteno per possono.

Pusero per posero, in grazia della rima.

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Q

Quadrangulo, quadrangolo, che ha quattro angoli.

Querule, lamentevoli, dolenti.

R

Rabuffato, scapigliato, tutto sottosopra.

Radiare, risplendere.

Rallegrarsi per allegrarsi di nuovo.

Ravvolgitura involto, invoglio.

Recesso, luogo nascosto.

Recolendo, degno d’essere rammemorato.

Recolere, rammemorare.

Recondito, segreto.

Redolire, avere, o render odore.

Redondarsi, ritornare in pianto, o in piacere.

Restringere per radunare.

Resupino, che giace in sulle reni colla pancia all’insù.

Rifuggire per ischivare, aver ribrezzo.

Rigido, aspro, duro, alpestre.

Rinfoscarsi, divenir fosco.

Rinfrigidare, raffreddare.

Rintonare, rimbombar forte.

Rinverdirsi, tornar verde.

Rinvermigliarsi, tornar vermiglio.

Risoltami per risultami, in grazia della rima; da risultare per saltare.

Risponso, risposta.

Rispusero per risposero in grazia della rima.

Ristorare per riprodurre, rinnovare.

Ritimi per ritmi, versi, ovvero consonanze.

Romini pel rumini, in grazia della rima.

Roseto, luogo pieno di rosaj.

Rusco, erba pungente, che anche pugnitopo vien detta.

Rutile, da rutilare, risplendere.

S

Sacculi, sacchi, o tasche, o sacchetti, ovver carneri.

Saligastro, salcio, sorta d’albero.

Sanne; le sanne sono i denti del porco cinghiale, o di

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qualunque altro animale, che gli abbia fuor della bocoa; alcuni scrivono zanne.

Satoro, e saturo, satollo, sazio, ben pasciuto.

Scapolare per menar via con empito.

Scinse, discinse, dislegò; il contrario di cinse.

Scioltezza per leggierezza, destrezza.

Scopulo, scoglio.

Scribili in vece di scrivili, per la rima.

Scura, scure, mannaja.

Secare, segare, tagliare.

Selice, selce, pietra dura.

Senio, la vecchiaja.

Sentrai per sentirai.

Serra per luogo stretto.

Sforzare per levar la forza, indebolire.

Sfrondare per isfrondirsi, perder le foglie.

Sibilare, fischiare, come suol fare la serpe.

Sibilo, fischio,

Socio, compagno.

Soffione, soffietto, strumento da soffiar nel foco.

Solo per solitario.

Sontico per cagioneuole, infermiccio.

Sorba nell’Egl. xii. p. 200 par detto per sorbe, frutti.

Sorbitico vino, vino fatto di sorbe, o di sapore aspro, come quello delle sorbe.

Sorgente per erto.

Soverchiare per sovrabbondare.

Sovero, sughera, sughero, corteccia dell’albero del medesimo nome, leggiera e spugnosa.

Specolarsi per ispecchiarsi.

Specolo, specchio.

Spettacolo per gli spettatori.

Spiculo, saetta, e punta della saetta.

Spiegato per largo, e sgombrato d’intoppi.

Stabulare, tenere stalla.

Stagno, turato, ben chiuso, oppure saldato collo stagno.

Starnosi in vece di starsi.

Statuminare, fermare, stabilire, sostenere, detto delle viti.

Stipite, fusto dell’albero.

Stiva, manico dell’aratro.

Strangulare per chiudere forzatamente.

Subbio, strumento da tessitori, a cui s’avvolge la tela già tessuta.

Subero per sughero, albero.

Succedimento, evento, caso.

Suffamigi, incensi, ed altri odori che si adoperauo ne’ sagrificj.

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Sviscere da sviscerare, cavar le viscere.

Summormorare, bassamente mormorare.

T

Tabula, tavola.

Talamo per camera, o altro luogo da abitare, e non per letto nuziale.

Tangere, toccare.

Testè, ora.

Testudine, testuggine.

Tormora, torme, squadre, mandre di bastiami.

Translucido, trasparente.

Tremiscere, tremare o di paura o di freddo.

Trepidare, temere, aver paura.

Tritico, frumento; si prende anche per l’altre biade.

Trivio, luogo di tre vie: talora si prende in genere per la piazza ove s’aduna la gente.

Truculento, truce, fiero.

Trunchesi per tronchesi, in grazia della rima.

Tufo, qualità di pietra molto tenera.

Tumido, enfiato, gonfio.

Tumulo, sepolcro, monumenlo per morti.

V

Vacare, stare in ozio.

Valloncelio, picciola valle.

Vascolo, picciolo vaso.

Uberi, mamme, tette.

Venatrice, cacciatrice.

Vertice, sommità, cima del capo. Anche i poli del cielo son chiamati vertici.

Vetero, vecchio, antico.

Vietta, picciola strada, o via.

Vitto per vinto.

Vitula, vitello.

Vivido colore, contrario di smorto.

Ulula, alocco, sorta d’uccello.

Ululare, urlare, gridare, gemendo e piangendo.

Umero, omero, spalla.

Uncinute, con gli artigli fatti come gli uncini, che sono storti in dentro.

Vocitare, alzar le voci, gridare, chiamar con la voce.

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Volno per vogliono.

Volta per qualche volta.

Ursacchio, orso picciolo.

Z

Zaccheri, zacchere, quegli schizzi di fango, che vanno su le vesti nel tempo del verno: talora zaccari si prende per travagli o garbugli che l’uomo ha.