25 Agosto 1835. Sul New York Sun esce un articolo destinato a fare scalpore in tutto il mondo. È firmato dal Dr. Andrew Grant, compagno di viaggio e amanuense di Sir John Herschel, e riferisce delle "grandi scoperte astronomiche effettuate da Sir John Herschel al Capo di Buona Speranza". Nell'articolo (e nei sei successivi che verranno pubblicati), l'autore afferma di come, dopo essere riuscito a modificare il telescopio del padre, John Herschel sia riuscito ad osservare la luna con un ingrandimento mai raggiunto prima, scoprendo sulla sua superficie nuove forme di vegetazione e di animali, fra cui bisonti, capre, unicorni, e una specie di pipistrello umanoide denominato vespertilio-homo. John Herschel è probabilmente il più noto astronomo dell'epoca: è il figlio di quel William Herschel a cui si devono la scoperta del pianeta Urano e della radiazione infrarossa, e nipote di Caroline Herschel, anch'essa astronoma, nonchè scopritrice di una cometa. Insomma, la cosa pare credibile, e la bufala si sparge a macchia d'olio: commenti entusiasti vengono riportati su molti giornali, relazioni delle scoperte appaiono nei bollettini delle più celebri Accademie Scientifiche europee. Fra le vittime illustri c'è François Arago, che verso la fine del 1835 ne pubblica un estratto sul bollettino dell'Accademia delle Scienze francese, suscitando molta curiosità ma anche molte polemiche. In Italia vede la luce, nell'Aprile 1836, l'opuscolo anonimo Delle scoperte fatte nella luna del dottor Giovanni Herschel, un estratto dei primi quattro articoli di quella che verrà poi chiamata The Great Moon Hoax. Presto la bufala viene però scoperta: anche se il New York Sun non confesserà mai, l'autore dello scherzo è probabilmente un reporter del New York Sun, Richard A. Locke. Da notare però il commento di Herschel, che fu inizialmente divertito dalla storia, e notò che le sue vere scoperte non avrebbero mai potuto essere così elettrizzanti.