Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei terreni/3
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principali differenze delle terre.
§ 193. Volervi provare che fra i terreni coltivabili passino notevoli differenze, sarebbe cosa inutile, perchè tutti possono riconoscere queste diversità dal colore esterno, dalla loro maggior o minor tenacità, umidità, e qualità di vegetazione predominante. Infatti ogni terreno coltivabile quantunque si possa considerare di composizione identica a quella delle rocce de’ monti vicini, pure i materiali staccatisi da essi e trascinati in basso, possono col tempo aver subite sensibili, modificazioni, e tali da renderli affatto diversi da quelli d’onde provennero. Così, sopra un terreno argilloso l’acqua può aver depositata gran quantità di sabbia, od aver trascinata via l’argilla come più leggiera; come pure, sur un terreno sabbioso può essersi, per mezzo delle acque, formato un deposito argilloso; oppure la prima vegetazione terrestre od acquatica può avervi lasciato un soprasuolo di humus.
Se questi diversi strati superficiali del terreno hanno molto spessore, allora l’agricoltore non si occuperà che del superiore; ma se saranno minori di 0m,45 e tali da confondersi col lavoro, allora sarà d’uopo ch’ei si occupi di due o più.
In tutti i tempi gli agronomi hanno procurato di classificare i terreni, per render più facili le agricole applicazioni; ma è chiaro che senza le cognizioni chimiche del giorno d’oggi, queste classificazioni dovevano esser fallaci. Si dissero per esempio terre a frumento, terre a vigna, terre a bosco, terre a prato, secondo la loro attitudine naturale per queste coltivazioni; ma chi non sa ormai che, quando le condizioni del clima lo permettono, dallo stesso spazio di terreno si cerca una serie svariatissima di prodotti? Altri divisero le terre in asciutte, umide e paludose; ed anche questa distinzione non soddisfa pienamente, perchè non ci dà un’idea esatta della qualità del terreno; ed il maggiore o minor grado di umidità può essere attribuito alla composizione del sotto suolo. Così un terreno sabbioso può divenir umido e quasi paludoso, se a poca profondità vi si trova uno strato d’argilla; come un suolo argilloso potrebbe divenir asciutto se avesse poco sotto uno strato sabbioso. I terreni paludosi possono poi divenir terre fertilissime, quando si possano liberare dalle acque che vi stagnano. Lo stesso dicasi della classificazione delle terre in fredde e calde, in leggiere e tenaci. Insomma qualunque classificazione che indichi una sola proprietà delle terre sarà sempre erronea, come è erronea quella di terreni fertili e sterili; poichè ogni terreno fertile può divenir sterile, come ogni terreno sterile può ridursi fertile, a seconda delle svariate circostanze in cui può trovarsi, attribuibili alla natura ed all’uomo.
Perciò intenderete quanto difficile sarebbe proporre una classificazione delle terre che indicasse il loro valore produttivo, il quale è dovuto al concorso od alla mancanza d’una infinità di circostanze estranee alla proprietà del suolo. L’irrigazione naturale od artificiale, la facilità d’aver bestiami o concimi, un clima fresco e temperato, la ricerca ed il prezzo d’un tal prodotto piuttosto che d’un altro, e la vicinanza di grandi centri di consumazione possono portare una notevolissima modificazione sul valore produttivo d’un terreno qualunque.
E per verità, qual cosa rese tanto fertile la parte bassa e ghiajosa della Lombardia? l’irrigazione. Chi rese produttivi tanti terreni paludosi? la coltivazione del riso. Qual’è la causa che fra noi fa aumentare il prodotto dei fondi? la sempre crescente quantità di terreno a prato e del bestiame. A che devono l’Inghilterra e l’Olanda la loro ricchezza agricola, se non alla immensa quantità di praterie naturali, favorite dal clima umido? Per qual motivo i fondi che avvicinano le città hanno un maggior valore, se non per il facile smercio dei prodotti e per la facilità d’aver concimi d’ogni natura?
§ 194. Dunque se non ritengo inutile, ritengo almeno impossibile una classificazione precisa delle terre secondo il loro valore, e mi accontenterò invece di darvi una classificazione basata sui componenti chimici che in esse predominano, i quali servono di norma anche per conoscer approssimativamente le loro qualità fisiche, ed il genere di coltivazione che vi riesce meglio e colla minor spesa.
I principali componenti delle rocce che diedero origine al terreno coltivabile sono la silice, l’allumina e la calce, e dalla varia proporzione di queste tre minerali consta la massima parte dei nostri terreni, per cui chiameremo terreni silicei quelli in cui abbonda la silice, argillosi quelli in cui predomina l’allumina o l’argilla, e calcari ove contengano gran quantità di calce. Diconsi poi vegetali quelli che sono coperti o frammisti con buona dose di humus, proveniente dalla decomposizione delle piante che su di essi primitivamente vegetarono.
§ 195. I terreni silicei possono essere diversi fra loro, non solo per la diversa quantità di silice che contengono, ma anche per la maggiore o minor grossezza delle parti di cui sono composti. Possono adunque essere pietrosi, ghiajosi e sabbiosi; oppure la silice vi si può trovare in parti finissime frammiste ad argilla, calce od humus. Quelli che sono perfettamente pietrosi, ghiajosi o sabbiosi riescono di poco o nessun prodotto, se non si cerca dapprima di rivestirli di piante che col tempo li migliorino; gli altri, quando non contengano più del 60 o 70 per cento di sabbia, e che le pioggie non siano scarse, sono atti alla coltivazione dell’orzo, dell’avena e della segale. Questi terreni riescono assai mobili, sciolti e permeabili, per cui facilmente si riscaldano col sole, asciugano presto per l’evaporazione e lasciano passar troppo facilmente l’acqua; quando però siano in situazione tale da poter essere irrigati, o che poco al disotto abbiano uno strato argilloso, sono di facile lavoro, e quantunque contengano anche qualche cosa più dell’80 per 100 di sabbia, ma che siano convenientemente concimati, riescono buoni pel prato, per la coltivazione del melgone e del pomo di terra. I terreni silicei riscontransi ove le acque hanno od avevano un corso rapido, e che nel loro decorso incontrino terreni abbondanti di rocce silicee.
§ 196. I terreni argillosi sono quelli che contengono dal 60 sino all’80 per 100 d’argilla, ed anche più. Generalmente sono di color giallo o rosso, o rosso oscuro, per gli ossidi di ferro che contengono; talvolta sono bianchi, il che devesi al colore proprio dell’allumina che costituisce l’argilla, ed alla mancanza degli ossidi di ferro. Quanto maggiore sarà la quantità d’argilla, altrettanto l’acqua e l’aria penetreranno difficilmente questi terreni, e per conseguenza nell’estate s’indurano e stringono talmente che formano dei crepacci; per la stessa ragione nell’estate saranno più freddi d’ogni altro terreno, disperderanno meno facilmente l’umidità acquistata, e d’inverno saranno più profondamente penetrati dal gelo. Queste proprietà fecero chiamare fredde e forti le terre argillose.
Questi terreni, che sono sempre di difficile lavoro, quando non contengano una proporzione d’argilla superiore all’80 per 100, si prestano a molti prodotti (cereali e foraggi); tardi risentono il concime, ma lo utilizzano per molto tempo, poichè già sapete che l’argilla ha la facoltà di assorbire i gas ammoniacali. Quando l’argilla ecceda la proporzione dell’80, il terreno, rendendosi sempre più compatto ed impenetrabile all’aria e all’acqua, si fa sempre più improprio all’agricoltura. I terreni argillosi s’incontrano ordinariamente alla pianura ed allo sbocco dei fiumi, ove le acque rallentando il loro corso lasciano depositare le particelle più sottili e leggiere che tenevano sospese.
§ 197. I terreni calcari formano di solito i primi colli, od avvicinano i monti, e sono quelli nei quali abbonda la calce, che può starvi nella proporzione del 60 per cento circa. Al pari dei terreni silicei, i calcari sono di facile lavoro ed asciugano presto. Dopo le forti pioggie o l’irrigazione si coprono d’una crosta bianca, che toglie l’accesso dell’aria alle radici, od alle sementi; il loro color biancastro li rende meno riscaldabili; nel verno si sollevano per il gelo; ed i concimi vengono presto esauriti dall’azione disorganizzante della calce, e dalla facile formazione e volatilizzazione del carbonato d’ammoniaca; epperò quando la calce superi di molto la proporzione del 60 per 100, il terreno può considerarsi come sterile, specialmente se non vi fosse poco al di sotto un suolo tenace argilloso; se però questa proporzione non eccede, possono convenire meglio di molti altri alla coltivazione del gelso, della vite, della patata, del trifoglio e della medica.
§ 198. I terreni vegetali si trovano nei boschi antichi, nelle brughiere, nelle paludi disseccate, nelle torbiere, nei prati vecchi e nei giardini. Questi terreni si distinguono in dolci ed acidi; dolci sono quelli da giardino e de’ prati vecchi; acidi quelli di brughiera, torbiera e da bosco, perchè sciolti nell’acqua arrossano la carta di tornasole. I terreni vegetali sono di colore oscuro, pochissimo pesanti, molto porosi e quindi assai penetrabili dall’aria, dall’acqua e dal calore; assorbono avidamente l’umidità ed i gas ammoniacali e sviluppano gran quantità di gas acido carbonico. Basta che la parte vegetale (humus o terriccio) vi stia nella proporzione di un quinto perchè una terra si possa ammettere fra le vegetali. Questi terreni per le proprietà e per la loro composizione risultano le più adatte alla produzione erbacea, e per conseguenza al prato, alle piante da foraggio, alle verdure, agli ortaggi, non che alla coltivazione del melgone e delle patate.
Le quattro grandi classificazioni che vi ho indicate non servono però che ad indicare approssimativamente la qualità del terreno dal principio terroso che vi predomina; ma le proporzioni fra gli altri varj principj possono subire infinite modificazioni, le quali ci darebbero una cognizione meno erronea della qualità del terreno, se nel nome da darglisi s’indicassero le une in seguito alle altre, a norma della loro maggior quantità relativa; così, per esempio, le terre silicee si suddividerebbero in quelle che avendo sempre per predominante la silice, potrebbero esprimersi
Silicee-calcari-argillose
» -argilloso-calcari.
Le calcari, in calcari-siliceo-argillose
» -argilloso-silicee.
Le argillose, in argillose-siliceo-calcari
» -caleari-silicee.
Poi vi sarebbero le complicazioni portate dalla presenza dell’humus, ossia dalla terra vegetale. Sarebbe poi necessario l’indicare le proprietà fisiche e le proprietà chimiche, indi la qualità, la profondità e la influenza del sottosuolo.