Quando il dormente si sveglierà/XVIII. Graham si ricorda
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Traduzione dall'inglese di Anonimo (1907)
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Capitolo XVIII. Graham si ricorda. Egli la incontrò in una piccola galleria che conduceva dagli uffici dei Motori a vento a’ suoi grandi appiartmuenti. La galleria era lunga e stretta, coni una serie di nicchie nelle quali si apriva una finestra massiccia e arcuata, sopra una corte ricca di palme. Egli la vide ad un tratto, seduta in una di quelle nicchie; al rumore de’ passi di lui, si voltò e riconoscendolo trasalì diventando palhdisslma. Immediatamente essa si alzò, fece un passo in avanti esitando mentre Graham silenzioso, impassibile, aspettava: poi, vedendo che una violenta agitazione nervosa impediva alla fanciulla di parlare, pensò che essa si fosse appositamente rincantucciata in quel luogo, coll’intenzione di avere un colloquio con lui, e un sentimento di regale condiscendenza lo spinse a Venire in aiuto a queU’enigmatica bellezza. — Ho desiderato tanto di vedervi, — disse. — Da alcuni giorni volete dirmi qualche cosa.... parlarmi del popolo. Quali sono le confidenze che volete farmi? EUa lo guardò inquieta e non rispose. 244 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ — Mi avete detto che il popolo era infelice? — riprese. Ancora un istante ella si ostinò nel suo silenzio. — Forse le mie poche parole vi saranno sembrate strane, — fece essa ad un tratto. — Infatti. Eppure.... — Fu un momento d’irriflessione. — Davvero? — Nient’altro. Essa lo (guardava imbrogliata, indecisa, poi si espresse con visibile sforzo: — Voi dimenticate, — disse lasciandosi sfuggire un profondo sospiro. — Chi? ’: — II popolo. Ghe cosa volete dire? — Vói dimenticate-ih popolo. Graham la squadrò con aria interro-gativa. ■ — Sì: voi’ siete sorpreso, ^ còiltinuò, -^ poiché non cap’ite ciò che siete.-’Voi non sapete’quello che accade. — Ebbene? ’ ■ — Non avete capito? — Non tanto chiaramente forse, ma.... spiegatemelo; — È così difficile a spiegarsi. Io lo desideravo.-io’ l’ho veduto ed ora non lo posso. Le parale non mi vengono più. Tutto- ciò che vi riguarda.... è una cosa maravigliosa.... 11 vostro sonno, il vostro risveglio.... sono miiracoli.... almeno’per me e per tutto-’ ih popo-lo.... Voi che avete vissuto!, che avete sofferto’ e che- siete morto; voi che siete stato un cittadino come’ gli altri, vi risvegliate, tornate a vivere per trovarvi quasi il padrone del mondo. Graham si ricorda 245 — Padrone del mondo, — ripetè Graham. — È ciò che mi dicono: ma tentate d’imitnaginarvi quanto sia poco al corrente di ciò.... Città.... Trust.... Compagnie del Lavoro.... Principati, Totenze, Stati!... il potere e la gloria. Sì: ho udito gridar tutto ciò. Lo ‘so. Sono il padrone.... il re ■ se voi volete.... con Ostrog quale Gran conduttore..... S’interruppe: la fanciulla spiava curiosapiente i suoi lineamenti. — Ebbene? — interrogò. — Con Ostrog per assumere, ogni responsabilità, — aggiunse Graham sorridendo. — Questo è ciò che cominciavamo a temere. Dopo tali parole essa rimase in silenzio, quindi riprese lentamente: — No. Siete voi.... voi che prenderete la responsabilità. I popoli hanno posto in voi la loro speranza. — E qui la sua voce divenne più dolce. — Ascoltate. Durante almeno la metà del vostro sonno, in ogni generazione, moltitudini e moltitudini hanno pregato affinchè vi destaste un giorno.... Sì, pregato. Graham fece un movim.ento come se volesse parlare, ma non potè aprir bocca: a poco a poco Elena arrossì lievemente; esitò ancora, q: — Sapete quello che siete stato per quelle miriadi? Il re Arturo, Barbarossa, il Principe che sarebbe sorto al momento opportuno per raddrizzare il mondo.... — Suppongo che l’iminaginazione del popolo.... — Non avete■ udito il nostro proverbio: «Quando il Dormente si sveglierà?» Mentre eravate disteso senza movimento e senza dar segni di vita.... migliaia di persone venivano a vedervi.... Migliaia 11 primo giorno d’ogni mese, voi riposavate con gran pompa, 246 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ Vestito di bianco.... e il popolo sfilava dinanzi a voi.... Io l’ho veduta quando ero bambina, la vostra faccia pallida e calma. Volse altrove lo sguardo e si mise ad esaminare il muro con ostinazione: quindi abbassando la voce; — Quando ero bambina, contemplavo sempre il vostro volto.... esso mi sembrava nell’attesa immutabile come la pazienza di Dio.... Ecco quello che noi pensavamo di Voi.... ecco come apparivate davanti al nostro s’guardo. Essa alzò su di lui i suoi occhi brillanti e la sua voce si fece chiara e sonora. — Nella città, sulla terra intera, una miriade di miriadi di uomini e donne, aspettano ciò che voi farete e una tale attesa è piena di sperapze favolose, incredibili.,,; — Sì? — Nè Ostrog, nè nessupq.... può prendersi questa responsabihtà. Graham la guardò sorpreso, interessandosi di quel bel volto trasfigurato daH’emozione. Essa aveva incominciato a parlare con sforzo ed ora si eccitava alle sue proprie parole. i ■— • Credete voi, — ■ disse, — cbe avendo- vissuto quella. piccola vita così lontana nel passato, voi che eravate immerso in quel sonno miracoloso e dal quale siete uscito, credete voi cbe la maraviglia, la venerazione e la speraHza della metà del mondo si siano radunati attorno a voi solam-ente per permettervi di vivere im’altra piccola vita? perchè evitaste di assumervi questa responsabilità concedendola ad un altro? — M’imimagui’O quale sia rimportanza di questa re Graham si ricorda 247 galità, t— replicò Graham esitapdio-. — So quanto essa sembri grande. Ma è essa reale? Mi sembra inconcepibile.... mi pare un sogno. È veramente realtà o una grande illusione? — È reale àe voi volete, — ’affermò’ la fanciulla. — Dopo tutto, come Io sono tutti i regni, il mio regno e una fede. È un’illusione nello spirito degli uomini. — Se voi osate, — ripetè la fanciulla. — Ma — Molti uomini credono a questo, e finché tale idea rimarrà nel loro spirito.... essi obbediranno. — Ma io non so niente, malgrado tutta la mia buona volontà. Non so niente. E quegli altri.... i Con• siglieri, "Ostrog.... sono più savi, più freddi, sanno tante cose, conoscono tutti i particolari. E realmente, quali sono queste miserie di cui parlate? che cosa debbo sapere io? Volete spiegarmi.... Si fermò ad un tratto. — Io non sono che una fanciulla, — rispose. ■— ■ Ma il mondo mi par pieno di miseria. Il mondo è molto cambiato dall’epoca in cui vivevate voi, cambiato in una maniera molto strana. Ho tanto pregato perchè mi fosse dato di vedervi e di dirvi queste cose.... Il m’Ondo è cambiato come se un cancro avesse roso la vita con tutto ciò che essa ha di buono.... EUa lo guardò in faccia, arrossendo improvvisamente. — Il vostro tempo era il tempo della libertà. Sì, vi ho pensato: mi hanno fatto pensare a ciò poiché la mia vita..,, la mia vita non è stata felice. (Ui uomini non sono più liberi.... essi non sono migliori nè più grandi degli uomini dell’epoca vostra. E ciò 248 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ I non è tutto. Questa Città è una prigione: tutte le città del mondo sono tante pri-gioni. Mammon tiene la chiave ben stretta fra le sue dita. Miriadi, innum-erevoli miriadi di disgraziati, hanno sofferto e soffrono ancora dalla culla alla tomba. Dovrà esser sempre così? Sì: le cose sono peggiori ora che al temano vostro. Attorno a noi, sotto di noi, non esiste • che il dolore e la sofferenza: tutte le false delizie, da cui siete ciroondatOi, rasentano un’lesistenza di indicibile miseria. Sì, il povero lo sa.... egli sa di soffrire. A quelle moltitudini che affrontarono la morte per voi, due notti fa, dovete la vostra vita.... — Sì, — rispose Graham lentamente, — ad esse debbo la mia vita. — Voi isieté venuto: a noi, — riprese,, ^— nei ’giorni nei. quali la tirannia delle città era al principio. Sì, è una tirannia, una tirannia. A’ vo-stri tempi, i signori feodali non esistevano più, e la dominazione del denaro doVeVa nascere. La metà degli Uomini che popolavano la terra, vivevano in libera ■ campagna: le città non_ li avevano ancora divorati. Io ho saputo queste cose ■ da’ vecchi libri.... Vi era la nobiltà, non lo nego, ma.il volgo conduoeva allora una vita’ di amore -fedi fedeltà. E voi.... voi siete di quel tempo.... — Non era così.... ma non importa. Ed ora?— Il guadagno (accanito e le Città di piaceri! Oppure il servilismo, senza discrezione, senza onore.... la schiavitù! — La schiavitù! — esclamò Graham. — La schiavitù! ■— Voi non pretenderete che gli esseri umani siano trattati come tante cose? Che siano schiavi nel vero senso della parola? Graham si ricorda 249 — Peggio ancora: questo è- ciò che vogho che sappiate, che Vediate. So che Io ignorate, e che essi vi lasceranno nella vostra ignoranza.... Essi si propongono di condurvi in una Città di piaceri: nia voi avrete notato gli uomini, le donne, i ragazzi vestiti di tela azzurra; da’ volti smunti e dagli occhi spenti? — Sì, dappertutto. ’..’..il loro dialetto orribile, grossolano, insterilito? — L’ho udito. ‘ — Ecco gli sciavi.... i vostri.... Sono gli schiavi della Compagnia del Lavoro che è la vostra proprietà. — La Compagnia del Lavoro? Ma essa mi è nota. Ah! ora mi ricordo! L’ho veduta quando erravo per la Città dopo che tornò a splendere la luce.... grandi facciate, ■ è vero, di un colore azzurro pallido dappertutto. ’È così realmente? — Sì: ma come fare per spiegarvelo? Naturalmente l’uniforme azzurra vi ha colpito, poiché quasi un terzo della popolazione la indossa.... ed ora delle reclute sempre più numerose, la portano ogni giorno. La Compagnia del Lavoro è aumentata, impercettibilmente. — Che Gos’è questa Compagnia del Lavoro? — domandò Graham. — Al tempo vostro, che cosa ne facevate di coloro che morivano di fame? — Vi era la workhouse, gli asili del lavoro.... patrocinata dalle parrocchie, dai commii. — La workhouse! Sì! Va bene.... Nelle nostre lezioni di storia.... Ora mi ricordo. La Compagnia del Lavoro ha fatto sparire la workhouse! Essa si c edificata in parte.... sopra un’associazione.... forse ve ne -ricordate.... su un’organizzazione religiosa chia aSo QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ mata «l’Esercito della salute» che poi divenne una compagnia di affari. In primo luogo essa fu quasi una istituzione di carità per salvare il popolo dai rigori della workhouse. Ma, ora che ci penso, essa fu una delle prime possessioni che acquistarono i’ vostri oommissari. Essi acquistarono l’Esercito della salute e lo ricostruirono sotto la sua forma attuale. L’idea fondamentale era stata quella di dare del lavoro alle persone senza tetto., — Sì. — Ora non esiste più nè workhouse, nè rifugi, nè case di carità: esiste solo questa Compagnia: essa ha delle succursali dappertutto; Il sup colore è l’azzurro, ed ógni uomo, ogni donna, ogni ragazzo che, estenuato di forze e morente di fame, tìon ha più nè focolare, nè amici, nè risorse, è obbligato, alla fine, di rivolgersi alla suddetta Compagnia.... o di cercare una maniera qualunque per morire. Ora, l’eutanasìa non è nei loro mezzi: per i poveri non c’è nessuna I morte facile. E ad ogni ora del giorno e della notte, vi è da sfamarsi, da dormire e un’uniforme azzurra per tutti.... questa la condizione principale della costituzione della Compagnia.... e in cambio di up giorno d’aUoggio la Compagnia toglie una giornata di lavoro, poi rende al visitatore il proprio vestito e lo mette alla porta. — Davvero? ’ ’ — Tutto ciò non vi sembra terribile? Al vostro tempo tante persone morivano di fame per la strada. Triste fine, è vero, ma almeno esse morivano rimanendo sempre uomini, mentre questa gente vestita d’azzurro... V’ha un proverbio che dice: «Una volta la tela azzurra, sempre la tela azzurra». La Compa Graham si ricorda sSi gnia fa un commèrcio sul loro lavoro e per questo si interessa d’assicurare ad essi perpetuamente del lavoro. I derelitti si presentano, morenti di inedia e senza alcuna risorsa: essi sono nutriti per un giorno, dormono durante una notte, quindi se ne vanno. Se hanno lavorato bene, ricevono qualche soldo.... tanto da permettersi di andare ad un teatro o entrare in una sala da ballo a buon m-ercato, o al cinematografo, a pranzare o a giuo-care. Quando hanno speso il loro denaro, tornano a errare qua e là: ia mendicità è.severamente proibita dalla polizia. E del resto nessuno è prodigo. Essi si fanno un’idea di ciò che sarà il giorno dopo.... e l’altro ancora.... ricondotti dalla stessa incapacità della prima volta. AUa fine i loro vestiti diventano vecchi, o i loro cenci così meschini da averne Vergogna. AUora è necessario che lavorino per dei mesi se vogliono avere dei vestiti nuovi. Un gran numero di bambini nascono sotto l’autorità della Compagnia. In cambio delle cure che ha ricevuto, la madre deve aUa Compagnia stessa un Imese di lavoro; quindi i ragazzi sono aUevati e educati fino a quattordici anni, dopo di che, essi devono fare due anni di servizio. Voi potete esser sicuro che quei fanciulli sono anticipatam-ente condannati a portare per sempre la tela azzurra. Ed è così che la Compagnia funziona. — E non vi sono indigenti nella città? — Nessuno. Coloro che potrebbero esserlo, sono o, vestiti di tela azzurra o in prigione. — E se non vogliono lavorare? — Quando son caduti in quelle mani, la maggior parte di essi, acconsente a lavorare e la Compagnia dispone, del resto, di alcuni mezzi di correzione. Essa applica un sistema di penahtà: soppressione di ogni QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ alimento e che so io? ’ Inoltre, colui che rifiuta una volta di lavorare, è denunziato nel mondo intero, a tutte, le succursali della Compagnia che ricevono il suo contrassegno e l’impronta de’ suoi pollici. E poi, qual povero diavolo potrebbe lasciar la Città?’Ci vogliono due leoni per andar fino a Parigi. Per i casi d’insubordinazione vi sono le prigióni.... oscure e miserabili, in ■ basso, invisibili nelle profondità. Vi sono tanti motivi per i quali quei disgraziati vengono imprigionati. ’ — E un ’terzo della popolazione porta la tela azzurra? — Più di un terzo. Lavoratori miserabili che vivono senza nessun orgoglio, senza - gioia, senza speranza, sentendosi risuoinar nelle orecchie tutti i racconti delle Città di piaceri come una derisione per la loro esistenza obbrobriosa, per le loro privazioni, per le loro fatiche.... troppo poveri perfino per procurarsi una morte dolce, il rifugio del ricco contro la vita.... persone innumerevoli, mute,’ oppresse, mutilate, schiacciate da un capo aH’altro della terra, non conoscendo della vita- che le privazioni e la insoddisfazione de’ loro desideriit.... cosLnascono, vivono e muoiono. Eecò lo stato a cui siamo arrivati. Ella tacque, e Craham rimaneva colla testa bassa., profondamente afflitto, e oppresso. ’ — Ma la rivoluzione è venuta, — dissa-finalmente. — Tutte; queste cose. camhieranno.... Ostrog.,.. — Era la nostra speranza,^ la speranza del mondo intero: ma Ostrog non farà nulla., Per lui le cose debbono restare come sono: poco gl’importa. Egli trova tutto ciò -assai naturale. Tutte le -persone ricche, influenti, tutte le persone felici giungono ad ammettere perfettaimente la necessità di tali Graham si ricorda aSS rmserie. Esse si servono del popolo per la loro politica e godono- dei loro agi, grazie al suo stato di degradazione. Ma voi.... voi vienite da un, secolo più felice, e il popolo rivolge-su-di voi tutte le sue speranze.... su di Voi. Lacrime represse brillarono negli occhi della fanciulla, mentre Graham colpito da una - strana emozione davanti a una tale squisita bellezza, dimenticò la Città, dimenticò-la razza degli uomini e tutte quelle voci vaghe e lontane.:. — Ma che cosa debbo fare? domandò senza distaccar dalla fanciulla suoi sguardi- appassionati. — Governate, — rispose ella a voce bassa inchinandosii. — ’ Govero-ate il mondo come non Ò stato mai governato, per il bene e la felicità degli uomini. Voi ne a-viete il potere.... e ne siete capace.... Il popolo si solleva; dappertutto il popolo è in rivoluzione; e basta che, diciate una parola, una parola sola perchè esso si unisca. La classe media stessa. è inquieta, infelice. Voi non lo sapete quello che accade. Il popolo non vuol tornare alla sua schiavitù: rifiuta di lasciarsi disarmare. Ostrog ha risvegliato in lui qualche cosa di più grande di ciò che sognava.... ha ridestato delle speranze. Graham sentiva che il suo cuore batteva precipitosamente: tentò di prendere un aspetto giudizioso: rifletté: e fece vista di pesare delle considerazioni. — Non manca che un capo! — diss’ella.ancora. — E dopo? — Voi farete ciò che vorrete: il mondo vi appartiene. Ora non osava più guardarla e, per nascondere il suo turbamento si rimise a parlare. 2S4 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ — antichi sogni e le utopie che aveVo immaginato.... libertà, felicità.... Sono sogni questi? Un solo uomo potrebbe forse.... mi solo uomo? La voce gli mancò ’e tacque. — Non un uomo solo, ma tutti gli uomini. Date loro solamente un capo per formulare i desideri del loro cuore, — disse ardentemente la fanciulla. Graham scosse la testa cercando dò che dovesse dire: ad un tratto i loro siguardi s’incontrarono. — Io non ho la vostra fede: io non ho la vostra gioventù, — cominciò a dire. — Io hon eslercito qui che un potere derisorio. No.... lasciatemi parlare. Voglio stabilire.... non il regno della giustizia, poiché/ non ne ho la forza necessaria.... ma qualche cosa che sia più vicino al giusto che all’ingiusto. Ciò non condurrà a un regno millenario, ma ormai ho risoluto di governare e lo voglio. Ciò che mi avete detto mi ha risvegliato.... Avete ragione. Ostrog saprà così che vi sono dei limiti alla sua autorità. Ed imparerò.... V’ha una cosa che mi preme di promettervi. Questa schiavitù del lavoro avrà un termine. — E Voi governerete? — Sì.... purché.... Ad una condizione. — Quale? — Che mi aiutiate. — Io? Una fandulla? ’ Essa, trasalì, e i suoi occhi lampeggiarono di commisterazione. — Avete bisogno di domandare se voglio aiutarvi? — disse. Essa stava dinanzi a lui, bella, adorabile e il suo entusiasmo, la grandezza del loro disegno li separava come un abisso. Graham si ricorda a55 Toccarla, stringér la sua mano, parve a Graham una gioia che oltrepassava ogni speranza. — Allora governerò, — disse lentamente. — Governerò.... con voi! — aggiunse poi, dopo un silenzio significativb.. In quel momento suonarono le ore ad un orologio vicino. La fanciulla non rispondeva: Graham si alzò. — In questo stesso momento Ostrog mi aspetta. — Ed esitava, guardandola bene in faccia. — Quando gli avrò rivòlto alcune domande vi sono tante cose che ignoro.... potrebbe darsi che io Voglia andare a vedere co’ miei Occhi le miserie di cui mi avete parlato. E allora, al ritorno?... — Io saprò quando andrete e quando ritornerete. Vi aspetterò qui. Egli ravvolse in un lungo sguardo. — Io sapevo.... — disse la fanciulla e non. disse altro. Egli aspettò, ma essa non aggiùnse una p’arola di più. Per un momento rimasero ansiosi, poi Graham si diresse verso gli uffici del Gran conduttore. Capitolo XIX. Il punto di vista di Ostrog. Ostrog l’aspettaya p-er dargli un resoconto formale della sua amministrazione della giornata. Fino allora Graham aveva sbrigato simili cerimonie il più presto possibile,. per riprendere le sue esperienze aereonautiche, ma questa volta si mise a rivolgergli domande brevi e precise, tutto invogliato di entrare immediatamenfe in possesso del suo potere. Ostrog gh dette ragguagli lusinghieri sullo sviluppo degli affari all’estero. Così Graham seppe che tanto a Parigi che a Berhno, vi erano state delle sommosse, non una resistenza organizzata vera e propria, ma dei principdi d’insubordinazione. — Dopo tanti anni, — disse Ostrog stretto da tante domande, — la Comune ha nuovamente alzato la testa. La natura reale della lotta, è anarchia, per parlar chiaro. Ma l’ordine era sfato ristabilito m quelle città. Graham volendo mostrarsi tanto più deliberatamente inquieto di quelle domìande quanto più si sentiva incoraggiato dalle emozioni della, sua conversazione tl punto dì vista di Ostrog 287 ■ ^ ^ ^ precèdente, chiese se ci fosse stato un conflitto armato. — Un podo, — ris’pose Ostrog, — in un quartiere soltanto. Ma la divisióne senegalese deUa nostra polizia agricola dell’Africa, era pronta insieme agli aereopiani. Le «Compagnie africane unite» hanno una polizia molto bene organizzata. Noi ci as|p’ettavamo qualche perturbazione nelle città continentali e in America; ma invece tutto è calmo in America poiché per il momento il popolo è soddisfatto della caduta del Consiglio-. — Perchè vi aspettavate d’elle perturbazioni? — domandò Craham bruscamente. -— Vi stono molti malcontenti..,, un nialcontento sodale. — La Compagnia del Lavoro? — Vi mettete al corrente, a quel che pare, — osservò Ostrog un po’ sorpreso. — Sì: tutti stono scontenti specialmente di questa Compagnia del Lavoro, e fu questa irritazione che fornì lo slando necessario per rovesciare il Consiglio.... questo e il vostro risveglio. — Davvero? Ostrog sorrise e si spiegò esplicitamente. — Bisognava eccitare questo malcontento, risuscitare il vecchio ideale di felicità universale.... tutti gli uomini uguali, tutti gh uomini felici.... nessun lusso da cui uno solo potesse essere escluso.... idee che_ sonnecchiavano da due secoli. Voi conoscete tutto questo I Noi abbiamo dovuto far rivivere questo ideale per quanto impossibile per gettare abbasso il Consiglio. Ed ora.... — Ebbene? Wells.:^uando il DorttunU si sv^^lùriie 1/ 258 QUANDO IL DORMENTE SI SVEG-UERÀ — La nostra rivoluzione è compiuta; il Consiglio è soppresso, ’ e il popolo che abbiamo sollevato.... rimane insorto. Non si sono battuti abbastanza Noi abbiamo fatto delle promesse naturalmlente. È strano vedere -con qual violenza e con quale rapidità questo vlago umanitarismo’ innato sia rivissuto e diffum. Noi stessi che l’abbiamo lanciato; ne siamo rimasti tutti ’ sorpresi. A Parigi, oome già vi ho detto, è stato necessario domandare dei rinforzi esterni. — E qui? — Qui vi sbno dei torbidi. La gente hon vuol riprendere il lavóro» Lo sciopero generale è scoppiato. La metà delle officine sono vuote e il popolo formicola per le stràde. Si parla di installare una Comune. Uomini Vestiti di seta e di raso, sono stati insultati per la strada. La tela azzurra aspetta da voi ogni specie di coste.... S’intende cbe voi Inon avrete da tormentarvi per nulla al mondo. Noi mettiamo le macchine par- • jmti all’opera per controbilanciare le cattive sug<gestioni nocive all’ordine e alla legge. Ci vuole la lotta, ecco tutto. Graham pensava: riiBcì a trovare un mezzo per affermare i suoi ’diritti, pia parlava, oon un po’ dì timore. — Anche fino a fare intervenire la polizia africana, la polizia negra? — domandò. ’ — È indispensabile, — rispose Osfrtog. -— Quei negri sono tanti bruti superbi e leali, senza l’ombra, di un’idea per la testa.... di quelle idee che sciupano la nostra plebàglia. Se il Consiglio li avesse avuti per la suaT polizia delle strade, le cose avrebbero preso una piega • diversa. Del resto non c’è da temere altrò che degli, ammutinamenti e dei danni. Voi potete volare colle i tl punto di vista di Ostrog. 269 vostre ali ora e spiccare il Volo verso Capri, se vedrete del fumo o- se udrete delle grida. Noi teniamo i fili di tutti i grandi servigi, gli aereonauti sono privilegiati e ricchi: è la corporazione del mondo più serrata, é lo stesso- è degli ingegneri e dei meccanici dei Motori a vento. L’aria è nelle nostre mani’, ’ ed esser padroni dell’aria, è Io stesso di essere padroni della terra. Essi non hanno alcun individuo Capace per, condurli contro di noi. Essi non hanno un capo.... salvo i capi locali della società segreta che noi abbiamo creata prima del vostro opportuno risveglio. Essi non sono che energumietii e spacciatori di sentimento- che s’invidiano terribilmente. Nessuno fra loro è atto a diventare un capo. Non sarà che una sollevazione senza organizzazione! Per esser’franco, una tal sollevazione può prodursi, ma ciò non ■ interromperà i vostri esercizii aereonautici. Non è più il tempo in cui il popolo poteva creare una rivoluzione, non è più. — Lo credo, disse Graham pensoso. — Io lo credo. Questo- mondo che è il vostro, è stato pieno di sorprese per me. Un tempo noi sognavamo una meravigliosa vita democratica, un’èra in cui tutti gli uomini sarebbero uguali e felici. Ostrog lo guardò fisso. — Il tempo delia democrazia è passato,.— affermò, — passato per sempre. Quel tempo e incominciato I gli arcieri di Crecy, ed è terminato nel medesimo tempo della fanteria di linea, quando gli uomini in massa cessarono di vincere le battaglie; cpiando i cannoni costosi, le grandi corazze e le strade ferrate strategiche, diventarono mezzi potenti. Oggi è l’epoca, della ricchezza. La ricchezza, neU’ora presente, ha ac 26o quando:l dormente si sveglierà qui’Stato una forza non mai posseduta fin qui Essa comanda alla terra, al mare, al cielo! Tutto il potere appartiene a coloro che sanno maneggiare la riccliez:_ za.... Bisogna accettare i fatti, e questi sono dei fatti.... 11 mondo per la folla! La folla che governa il mondo! Anche al vostro tempo questa dottrina era stata giudicata e condannata: oggi essa non ha che un seguace.... multiplo e semplice: l’individuo nella folla. Graham non rispose immediatamente e rimaneva assorto in oscure preoccupazioni. — No, — riprese Ostrog, — l’epoca dell’uomo del popolo è passata. Sui campi liberi, un uomo ne vale un altro,o quasi. L’antica aristocrazia era costituita da una superiorità precaria di forza e d’au’dada. Essa è stata temperata.... temperata. Sono avvenute insiurrezioni, conflitti, sommosse. La prima aristocrazia reale, la prima aristocrazia permanente, è venuta insieme ai formidabili castelli e con le armature e si è estinta davanti al moschetto e all’arco. Ma eccoci ora alla seconda aristocrazia, alla vera. Quei tempi di polvere a cannone e di democrazia, non sono stati che un maroso nell’acqua córrente. Il cittadino non è più che un’unità isolata. A’ nostri giorni noi abbiamo questa grande macchina che è la Oiftà, e un’iorganizzazione completa che oltrepassa l’intendimento dell’uomo del popolo. — Pur tuttavia, — obiettò Graham, — v’ha qualche cosa che resiste, qualche cosa che non dite.... ma cbe si agita e rumoreggia.... — Vedrete, — disse Ostrog con un sorriso, forzato, ’ che sembrava voler rimuovere tah difficoltà. — Io non ho sollevato la forza per distrùggermi.... voi potete fidarvi di mie, i: i Il punto di vista di Ostrog 361 — Io me lo domando, — mormorò Graham. i Ostrog lo guardò sorpreso. — È realmente necessario che il mondo vada in questo modo? — riprese Graham incapace di contenersi un momento’ di più. — È proprio necessario che vada tosi? Allora tutte le nostre speranze sarebbero state vane? •— Che cosa volete dire? — chiese Ostrog. — Quali speranze? ■ — Io provengo da un Secolo democratico.... e mi trovo in piena tirannia aristocratica. — Eh!... ma voi siete l’incarnaziopie stessa del tiranno. Graham scosse la testa. — Ebbene, — disse Ostrog, — ponetevi al punto di vista -generale. È così che la trasformazione è sempre avvenuta. Da una parte raristocrazia, o il pre^_ dominio dei migliori.... dall’altra, la sofferenza e la soppressione degli inetti: così c’incamiminiamo Vei^ so il progresso. — L’aristocrazia! È forse composta di quelle persone che ho incontrato? — Oh! no di quelle là! — esclamò Ostrog. ■— La maggior parte di esse vanno alla morte a causa del vizio e del piacere. Esse non hanno progenitura. Quella specie di persone si estinguerà se il mondo andrà per la retta via, se non cambierà strada.... La via piacevole degli eccessi, in fondo alla quale ri è la perfetta eutanasìa per i cercatori di piaceri che la fiamma ha disseccato.... Ecco la maniera più opportmm per migliorare la razza. — Bella maniera, — replicò Graham. — Eppure.... — e qui rifletté un momento, — v’ha quest’altro eie 262 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ mento.... la folla, la grande mastea dei poveri. Si estingueranno? Ma noi; non si estingueranno mai. Essi soffrono e la loro sofferenza è una forza che noi stessi.... Ostrog fece un movimento d’impazienza e quando tornò a parlare, assunse un tono differente. — Non v’inquietate di ciò,; — egli disse. — Tutto sarà accomodato in poco tempo. La folla e un bruto ■ enorme e stupido,. Che cosa importa se essa non, si estinguerà? Anche se essa non mnofe, può sempre essere domata e dominata, lo non ho alcuna simpatia per gli schiavi. Due notti fa, voi avete udito urlare e cantare quella gente. Le era stato insegnato queU’inno. Eppure se aveste presO’ il primo venuto, e d’improvviso gli aveste domandato perchè egli gridasse, non ve l’,avrebbe saputo dire. Essi credevano che le loro grida vi allettassero e s’im|maginavano di testimoniarvi in tal modo la loro fedeltà e il loro affetto. In quel inomeiito essi sarebbero stati pronti a massacrare il Consiglio.... Oggi, essi incominciano già a mormorare contro coloro che hanno rovesciato il Consiglio. •— No, no; non è così! — protestò Graham. — Essi gridavano perchè la loro esistenza- è miserabile, senza gioia, senz’orgoglio, e. perchè.... in me.... in me.... speravano.... ’ — E qual era la loro speranza? Qual è? Qual diritto hanno essi di sperare? Essi lavorano male e Vogliono la ricompensa di coloro che lavorano bene. La spe-, ranza deH’umanità.... qual è? Che un giorno sorgeràil superuomo, che un giorno l’inferiore, il debole e lo stupido, potranno esser soggiogati, oppure eliminati. Il mondo non ha posto per i cattivi, per gli _ 1 Il punto di vista di Ostrog 268 stupidi, per i deboli. Il loro dovere.... un dovere grande, elevato.... è di morire, poiché la morte é la ricompensa deirinsuccesso, dello. scorno! È questo il sentiero per il quale la bestia si é elevata finO’ all’umanità, per il quale l’uomo s’incammina verso un destino più elevato.... Ostrog fece alcuni passi; sembrò riflettere e si voltò verso Graham. — Io m’immagino facilmente quanto debba sembrare strano il nostro mondo a un inglese del periodo della regina Vittoria. Voi rimpmngete tutte le antiche forme di governo rappresentativo, i parlamenti, le assemblee deliberanti, e tutta quella follia infantile del secolo XIX di cui gli spettri seducono ancora certi cerveDi. Voi siete pronto a disprezzare, a respingere le nostre Città di piaceri.... Avrei dovuto pensarci.... se non avessi avuto tainto da fare. Ma voi v’istruirete e penserete meglio. Il popolo ha bisogno di tante cose.... e i vostri sentimenti saranno d’accordo co’ suoi. Nelle strade, si reclama a grandi grida la distruzione di queste Città di piaceri: ma esse sono gU organi di escrezione dello Stato, i luoghi attraenti che, ogni anno, raccolgono tutto ciò che è debole e vizioso; corrotto e debole; tutta la facile canaglieria che corre ad una, distruzione elegante. Essi vanno là, si divertono, muoiono senza progenitura, giacché tutte le belle donne sciocche e lascive muoiono senza prole, e l’umanità migliora. Se il popolo giudicasse giustamente, non invidierebbe ai ricelii la loro maniera di procurarsi la morte.... E voi vorreste emancipare questi lavoratori stupidi e idioti, di cui noi abbiamo fatto tanti schiavi, voi vorreste tentare di rimettere a nuovo la loro vita comoda e S54 quando II, DORMENTE SI SVEGLIERÀ piacevole, e ciò proprio nel momento in cui essi sono | riusciti a compiere le funzioni per le quali sono capaci. •: E sorrise di un sorriso che irritò stranamente Graham. — Voi vi istruirete, — riprese. — Conosco queste idee: neUa mia infanzia ho letto- il vostro Shelley e sognato la libertà. Non v’ha libertà alcuna al di fuori della saviezza e del controllo di sè stesso. La libertà è in noi.!., non fuori di noi. È affare di ognuno, questo. Supponete l’impossibde: cioè che quelle bande importune d’idioti vestiti di azzurro, giungano a trionfare su ’di noi. Eppioi? Esse non farebbero che ricadere. sotto altri padroni. Fino a che esisteranno dei montoni, la natura produrrà forzatamente dei lupi. Il loro trionfo non significherebbe altro che un ritardo di alcune centinaia d’anni. L’arrivo ddl’aristo-crazia è fatale -e assicurato;; la fine sarà il superuomo, malgrado tutte ■ le pazze proteste dell’umanità. S-e essi si rivoltano, -se trionfano, se uccidono m-e e i miei simili.... altri sorgeranno-.... altri padroni. E la fine sarà la stessa. — Io me lo domando, — ripetè ostinatamente Graham. Quindi rimase in piedi coigli o-cchi fissi a terra. -— Ma io voglio vederle da me tutte queste cose, ■— disse prendendo ad un tratto un tono recisamente ri’solut-o. — Soltanto vedendo coi miei occhi potrò capire. Bisioigtia che m’istruisca. Ecco ciò fc-he volevo dirvi, Ostrog. Io non mi curo d’esser re in una Città di piaceri; questo non è il mio desiderio. Ho consacrato abbastanza tempo all’aereonautica.... e ad altre distrar, zioni, Bisicgna che impari adesso come si vive, come Il punto di vista di Ostrog a65 si sono sviluppate le esistenze inferiori. Allora capirò meglio tutte queste cose. Bisogna che sappia come vive l’umile popolo il popolo specialmente che soffre.... come lavora, come si forma una famiglia, come muore.... — Voi troverete tutto ciò nei nostri romanzieri realisti, — suggerì Ostrog improvvisamente preoccupato. — Io voglio la realtà, — ribattè Graham, — non il realismo.— Vi sono delle difficoltà, — obiettò Ostrog pensoso.:— Tutto ben considerato, forse.... — Io non mi aspettavo.... — Avevo pensato.... Eppure, chi lo sa! Voi dite che volete qndare per le strade della città, a vedere il popolo....! Ad un tratto giunse a una conclusione. — Bisognerebbe che voi foste mascherato, — disse. — La città è in uno stato di sovreccitazione intensa e la scoperta della vostra presenza fra loro, provocherebbe una spaventosa agitazione. Pur tuttavia un tal desiderio di andare attraverso la città.... Sì, riflettendoci bene, ciò non mi sembra affatto hnpossibile.... Si cercherà il mezzo.... Se voi pensate realmente di trovarci un interesse! Voi siete il padrone, naturalmente. Partirete subito, se volete..Asano vi procurerà un travestimento per quest’escursione. Egli vi accompagnerà. Dopo tutto, questa non è una cattiva idea. — Non avrete bisogno di consultarmi su nulla? — domandò improvvisamente Graham, colpito da uno strano sospetto. — Oh! mio Dio, no! Io credo che voi possiate affidaimi gli affari.... per un certo tempo, almeno, — l