Prediche volgari/Predica XI

Predica XI

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Predica X Predica XII


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XI.

Similmente tratta delle parzialità1

Suspiciens Iesus in coelum ingemuit, et ait illi: ephphetha, quod est adaperire (Iterum ubi supra). Le parole preallegate, dilettissimi, so’ quelle proprie del dì d’ieri occorrenti in tal dì, e dicono in volgare: che levante Iesu gli ochi in cielo, unde veniet auxilium mihi, egli incominciò a piangere, e disse: ephphetha. — O Siena, apre gli ochi, apre l’orechie a voler udire et intendàre e vedere la tua salute! Ephphetha. Noi diremo alcun dì di questa materia, e diremo di cose le quali so’ molto necessarie, e credo coll’aiuto di Dio vi saranno molto utili. E però come Iesu benedetto dice, ephphetha; o popolo sanese, apre gli ochi e vede dove tu capiti, se tu non ti guardi: apre l’orechie, e ode la tua salute, e mettela poi in operazione. Mettiamo mano.

Tu hai a xcij salm. di David, volendoci insegnare quello che noi dovaremo sempre pensare2, dove dice: Mirabiles eletiones maris, mirabilis in altis Dominus: — Mi[p. 268 modifica]rabili sonno l’onde del mare, e mirabile è Idio, che sta di sopra. — E sogiogne: Testimonia tua credibilia facta sunt nimis: — Le testimonianze tue so’ fatte a noi credibili, imperò che noi il vediamo tutto dì. — Dice che so’ mirabili l’onde del mare. Che cosa è il mare? Il mare è questo mondo: l’onde del mare so’le cose come fa il mare coll’onde sue: quando so’ basse; l’una va in qua, l’altra va in là; l’altra in giù, l’altra in su; nè mai sta fermo. Simile fanno le cose di questoche ci sonno dentro, le quali mai non stanno ferme, sempre ondegiano, mondo; niuna cosa ci sta ferma. Tu hai veduto e vedi in questo mondo: tale ha stato grandissimo, e poi n’è cacciato e messo al basso: tale è rico, et in poco tempo è povaro: tale è alto, poi va in basso: che è libaro, poi stroppiato: che ci va all’adietro, chi ci va innanzi3. Non comprendi tu èssare grandi4 l’onde del mare di questo mondo? — Sì. — Quanto è più mirabile il Signore che sta di sopra! Ieri io ti dissi delle testimonianze, che Idio dimostra in questo mondo a coloro che mal vivano: oggi anco n’udirai più. Mirabilia iudicia Dei, abyssus multa. Dice il tema nostro, Che Iesu levò li ochi in alto al cielo. Ingemuit: dice che pianse. Perchè piagni tu, Signore? — Perchè io t’amo, e perchè tu levi gli ochi in alto anche tu, domandando grazia a Dio. — Io dico a chi vuol essare aitato, e non aspettare quando eli vorrà punire il peccato vostro. E perchè vide che di quegli erano, che non si vorranno corrègiare, anco di loro pianse: ma pure chi sarà ostinato, sarà punito da Dio. E che punizione sarà? Odelo in Giovanni nello [p. 269 modifica]Apocalisse al IV cap.: Vidi, quod aperuisset agnus unum de septem sigillis5, et audivi unum de quattor animalibus, dicens tamquam vocem tonitrui: veni ed vide. Et vidi. Et ecce equus albus, et qui sedebat super illum habebat arcum, et data est ei corona, exivit vincens ut vinceret. Et cum aperuisset sigillum secondum, audivi secundum animal, dicens: veni et vide. Et exivit alius equus rufus: et qui sedebatu super illum datum est ei, ut sumeret pacem de terra, et ut invicem se interficiant, et datus est ei gladius magnus: et cetera. E così dice di quatro animali. Questi medesimi animali anco li vidde Ezechiel profeta al primo cap. L’uno era simile al lione; l’altro simile al vitello; l’altro simile all’uomo; l’altro simile all’aquila, che stava di sopra. Dice Giovanni, che ’l primo animale era simile al lione; significa superbia, e dice cavallo bianco: l’altro è simile al vitello: significa uccisione; e Giovanni dice il cavallo rosso: e questo ci bastara. El terzo dice che è simile all’uomo; significa......El quarto è simile all’aquila; significa........6 Dice Giovanni: viene e vede: o cittadino, ephphetha; apre gli orechi et apre gli ochi. Oltre:io gli ho aperti. Che vedi? Ecce equus albus, et qui sedebat super eum habebat arcum. Aveva in mano un arco, ciò è superbia, dicendo: andiamo ad uccidere. Et un altro cavallo fu anco veduto il quale era rosso, e colui che sedeva sopra lui aveva podestà non méttare altro che guerra in terra, et aveva il coltello in mano, acciò che l’uomo ammazzasse l’altro. O cittadino, doh! considera, considera quello che ti bisogna: ephphetha, che [p. 270 modifica]dice Cristo: chè tu debbi sapere, che facendo tu contra la volontà di Dio, e contra il suo comandamento, tu sarai punito secondo il vangelio. Nullum malum impunitum, et nullum bonum inremuneratum: — Elli non rimarrà niuno male impunito, nè nuino bene irrimunerato o in questa vita o nell’altra. — Or tu l’udirai più giù. Nel quale sacro parlare ci so’ mostrate tre visioni, e perchè voi diventiate savi e dotti, attendete bene le mie parole. Prima, terribile considerazione dove dico: mirabiles elationes maris. Seconda, terribile dispensazione; mirabilis in altis Dominus. Terza, terribile comminazione; testimonia tua credibilia facta sunt nimis. La prima considerazione è visione terribile. Mirabiles elationes maris:— So’ mirabili i pericoli del mare. — Chi è quello che possa parlare bene de’ pericoli del mare, se non colui che ghli ha provati e veduti? Giovanni vidde i pericoli che so’ in questo mare di questo amaro mondo, et avendo lui veduto assai, ne potè parlare, e noi gli doviamo crédare, perchè con sperienza proviamo ch’elli dice il vero. Adunque vediamo tre verita’, le quali in questo mondo non troviamo per sperienza. Prima, fadiga aparecchiata a tutti quelli che non vogliono misericordia. Terza giustizia preparata a chi vuole misericordia. La prima verita’, dico, è fadiga apparecchiata a chi non vuole misericordia. Ode Giovanni quando dice, che l’angiolo aperse il primo suggello: Et ecce equus albus et qui sedebat super eum habebat arcum: — dice che subito fu veduto un cavallo bianco, e chi sedeva sopra di lui aveva l’arco in mano. — Le quali visioni vidde [p. 271 modifica]anco.....7 profeta dice, che era il primo simile al lione: dove ti dimostra superbia. E quando aperse il sicondo suggello: et ecce equus rufus, et qui sedebat super illum, datum est ei ut sumeret pacem de terra. E questo, dice, era simile al vitello, il quale ti significa uccisione: e però dice, era cavallo rosso: cioè tutto involto di sangue, e l’altro era.....8 significati. Questi quattro cavalli così terribili con coloro che li cavalcano, davano contra le quattro virtù cardinali. Il primo cavallo il quale era simile al lione, che significa superbia, cavalcava sopra alla giustizia: fortezza anco era cavalcata dal sicondo, il quale significa uccisione, però era rosso: e dice che era il vitello il quale è cotanto forte. Anco era cavalcata la prudenzia, la quale significa per l’uomo, il quale si lassa cavalcare, che non vuole cognòsciare quello che è la salute sua. Anco era cavalcata la temperanza, che dove doveva stare moderato, et elli stava con ogni dissoluzione. Tu potrai chiarissimamente comprèndare, essere tutto ciò ch’io ti dirò, vero. Dice Giovanni, che quando Cristo aperse il primo sugello, et egli uscì fuore la fortezza cavalcata dalla superbia. Et Idio disse: — se tu non t’aparecchi a penitenzia e a umilita’, io ti prometto ch’io ti punirò colla mia fortezza. — E così disse al sicondo animale, vedendo anco essere cavalcata la giustizia e la prudenzia e la temperanza: — se voi non v’astenete dal vizio vostro, io vi punirò ciascuno di peccato vostro. — Quia nullum malum impunitum, et nullum bonum inremuneratum: — Niuno male che si facci, rimarra’ impunito, nè niuno bene rimarra’, che non sia rimunerato. — E però [p. 272 modifica]a tutti dimostrando el vizio suo, vi dico per parte di Dio, che tutti v’asteniate di non offèndare il Creatore; e se l’hai per lo passato offeso, và’, torna all’amenda, e non voler seguire più il vizio, ma seguita la virtù. Aspetta più ratto da Dio la gloria per lo ben fare, che la pena per lo mal fare. Ciascuno si rimiri in sè; se elli è imbrattato di vizi, vada cercando la virtù e con essa si rimanga.

Non vedi tu che quando tu hai imbrattata e salava9 la camicia, che tu la fai lavare per averla poi netta e monda di ogni bruttura? Come tu fai dalle cose materiali, così vuole Idio che tu facci delle spirituali. Idio vuole che quando la tua coscenza è imbrattata di niuna macola di peccato, che tu la lavi e mondi di qua in questa vita. Non volere aspettare che Idio ti batta lui; chè le battiture sue sò altre battiture, che non sò quelle della lavandaia quando batte la camicia tua, sai, colla mazza, e da’ e lava e batte e lava, e tanto fa così, che o di qua, o di la’ si converra’ che tu sia flagellato, se sarai con macola. Imperò che questo Idio vede il peccatore iniquo in questo mondo, ostinato volere stare nel peccato, elli ci minaccia, dicendo: — io ho avuto pazienza in aspettare già cotanti anni; non che elli si sia tirato adietro dal mal fare, ma egli ha fatto sempre peggio. — Elli minacciandoci, dice: — io mi vendicarò de’ mie’ nemici — E però a chi toca, dico: aparecchiatevi alle fadighe, voi che fate contra a Dio e che perseguitate i buoni: E se de’ buoni ci so’, potranno dire come [p. 273 modifica]David dice: o signore Idio, noi aviamo auto persecuzione e pazienzia per lo tuo amore, et propter te mortificamur tota die: aestimati sumus sicut oves occisionis:10 — O Signore nostro, dicono i buoni innocenti, per certificare re, e tutti e’ detti tuoi, noi siamo stati mortificati tutto dì, e siamo stati stimati come pecorelle alla uccisione della becarìa. — E questo sia per lo primo cavallo, significato superbia, dimostrato per leone.

La siconda particella, dico che è giustizia adomandata a tutti quelli che non vogliono misericordia. Sappi che Idio ha due mani, cioè la dritta e la sinistra: dalla dritta mano stanno tutte le buone operazioni che noi facciamo, e dalla sinistra stanno tutti li vizi che noi operiamo e cogitiamo. Dal lato dritto dove sònno le buone operazioni, stanno tutti coloro che hanno operato bene: sòvi tutti li santi, tutti li martiri, tutti li confessori, i quali hanno sempre operato virtù. Dalla sinistra, dove sònno i vizi e le dissoluzioni, i quali sempre pregano Idio che dannino gli altri, acciò che tutti stieno in pene, et in disgrazia di Dio. Dal lato dritto stanno tutti gli angioli a pregare Idio per la salute dei buoni: dalla sinistra stanno tutti li diavoli a supplicare per li gattivi. Gli angioli stanno sempre dinanzi a Dio, chè con tutto che il peccatore caggia per fragilita’ ne’ peccati, eglino pregano Idio ch’egli abbi misericordia; e quando tal peccatore si pente raccomandandosi a Dio,11 gli angioli e santi tutti gridano per tale peccatore, — misericordia, misericordia, misericordia. — È diavoli, quando il peccatore [p. 274 modifica]cade per niuno modo in peccato, tutti gridano,— vendetta, vendetta, vendetta. — Tempus faciendi Domine, dissipaverunt legem tuam12: Egli è tempo da fare vendetta, imperò che ellino hanno rotta la tua legge. — Sòvi li spiriti beati, che dicono: — misericordia Signore, egli torna a te; abili compassione. — E il Signore sta volto sempre verso i buoni, e non verso i diavoli, e sta a udire i buoni, i quali esaudisce. David tel dice: Oculi Domini super iustos, et aures eius in praeces eorum: 13: — Gli ochi del Signore so’ sempre su li giusti, e l’orechie sue so’ sempre alle loro preghiere. — Così si volta a uno populo, il quale vuole tornare a lui, domandando misericordia: — Signor nostro, doh! intendeci et ode il nostro grido. — Et egli subito dice: — che vuoi popol mio, che vuoi? — Misericordia, misericordia, Signore! — E tu l’arai.— Or oltre. E come il Signore aita coloro, che vogliono seguitare la virtù, così vuol punire coloro che seguitano il vizio; imperò che elli vede tutte le cose che nel mondo si fanno. Non est qui se abscondat a calore eius:14: — Niuno si può nascondare in quello luogo, che Idio non lo vega. — Come sai che elli udì le grida di coloro che erano pieni di vizi, dove è detto: Quia clamor soddomorum et gomorreorum multiplicatus est (Genesis, cap. xviij)15: . Dice, che li demoni gridavano forte col vizio di quelli di Sodoma e di Gomorra per lo peccato contra natura. Idio dice: — che dite voi? — Vendetta, vendetta, vendetta; — e questo era per l’ostinazione loro. Allora disse Idio: — oltre: manda giù fuoco e solfo, che mai non se ne venga più [p. 275 modifica]nulla; — e così disfece tutto quello paese. E però dice Giovanni, veni et vide: viene e vede come Idio manda i giudizi suoi inverso chi non vuole misericordia.

Terza, si è giustizia aparecchiata a tutti coloro che non lassano il vizio, nel quale so’ stati o stanno. E questa giustizia si versara’ inverso tutti coloro che non vogliono aprire l’ochio e l’orechie a vedere et udire il giudizio che Dio mandara’. — Doh! popolo sanese, dice Idio, Ephphetha; — che se tu non t’apri a udire e intèndare e vedere quello che tu debi fare, Idio giògnarà poi addossoti, per modo che tu non ti guarderai. Sappi ch’egli farà poi colle bastonate. Sai che fa un popolo che vive bene, in far male? Fa come l’asino. Quando il popolo ha pace, egli fa peggio che s’egli avesse guerra. Se ha pace e ricchezza insieme, anco fa peggio che se avesse guerra e povertà. Così quando ha sanità, fa peggi che se avesse infermità. O ingrato più che non è un asino, vedendo quante grazie tu hai, non ne se’ cognoscente, guarda, guarda che Dio ti porrà mano adosso per altro modo, per l’ingratitudine tua! Che Idio dice poi:— io t’ho dato pace, e non la sapesti cognosciare, e io ti darò guerra; dettiti divizia, ora ti darò il caro; dèti16 la famèglia assai, e io ti mandarò la mortalità, e torrotti i tuoi figlioli, i tuoi fratelli e le tue genti. Anco sai che io ti dèi sanità; non l’hai saputa ricognósciare da me, e io ti darò infermità. — E quando egli manda queste cose, perchè credi tu che egli le mandi? mai non le manda se non per giustizia e per misericordia. E quando egli ti manda de’ suoi flagelli, allora e tu ricognosci il bene che egli t’ha dato, e ritorni a lui. E che sia vero: [p. 276 modifica]di che gente credi tu che si salvi più, o quelli che so’ in prosperità, o di quelli che so’ in aversità? E se vi poni mente, pure a quello che potrai, per uno che si salva per prosperità, se ne salva dieci in aversità: e questo, dico, ci avviene solo per la negligenzia. E però, o tu che hai de’ beni e stai in pace, o hai sanità, o qualunque altra cosa si sia, e non ne se’ conoscente verso di Dio, guarda, guarda, guarda, ben guarda: imperò che David cel dice chiaro: Cadent a latere tuo mille, et decem milia a extris tuis:17: — Egli se ne perde, e caggiono dal lato sinistro per aversità mille, e dieci migliaia se ne perdono per prosperità. — Ma dimmi: in qual parte saprestimi tu dire, dove sia più dilettevole abitare che in Italia? la quale, dico, se non avesse questo vizio delle divisioni, non credo che si potesse pareggiare in niuna parte; chè Italia è troppo piacevole parte per le delicatezze che ci si usa. Adunque, ora hai de’ beni della fortuna:18 tu se’ rica, tu se’ abondevole, tu se’ in pace, chè non hai guerra con patria niuna. Tu se’ bel voluta da ogni persona: tienti, tienti bene, imperò che le divisioni che sònno in te, ti faranno mal capitare. Hàmi19 inteso? Si. E però dice Giovanni: veni et vide; viene e vede il pericolo dove tu stai, acciò che tu lassi il vizio tuo, e ripari al giudicio che t’è aparecchiato da Dio, prima che egli versi addossoti l’ira sua. Doh! non credi tu che Idio sia di sopra, il quale vede ogni tua operazione, il quale t’ha vietato che tu non facci nè questo nè quell’altro, e hatti comandato che tu facci tale e tal virtù? Dimmi, non credi tu che se tu fai quello che elli t’ha [p. 277 modifica]vietato, e non fai quello ch’elli t’ha comandato, che elli ne faccia vendetta? Fermamente aspetta vendetta; chè il peccato tuo non rimarrà impunito. Io ho già bilanciato molte terre20, le quali so’ state ostinate in alcuno vizio, cor un mio mezzo quarro 21; ch’i’ ho veduto il tuo isterminio in breve tempo dover lo’ venire, e così è poi avvenuto. Io so’ stato già in luogo, ch’io ho detto: — questa terra arà gran fadiga di chi22 a poco tempo: quest’altra città arà fadiga piuttosto che questa: quest’altra è in via d’averla ratto: questa n’è più di longa. — Et in questo io ho trovato sì fatta regola, che mai non falla nulla di quello ch’io dico. Doh! Vuola imparare tu? io te la insegnarò per modo, che a uno nero d’ónghia23 tu conosciarai e saprai la disfazione d’una città o d’una provincia. Vuòlo imparare? Sì. Domani il saprai. Io t’insegnarò come io il so, io, che a uno dì ti saprò dire quando una terra sarà sterminata. — Oh! no ’l credo. — No ’l credi? Or viene domane e vedralo e credaralo; e non so’ sogni, no, chè tu il vedrai colla Scrittura in mano. E perchè elli sònno questi stermini? Nel testamento vechio cominciaro, e la cagione è palese: Pro multitudine peccatorum erit plaga: — Per la moltitudine de’ peccati loro saranno mandate le piaghe per giustizia e vendetta di Dio. — Doh! considera Idio essere giusto, il quale sicondo le òpare nostre ci ritribuisce. Quando si bastemmia e non si punisce, non credi tu che Idio voglia punire lui? Quando si fura e non si punisce, credi che Idio non pu[p. 278 modifica]nisca?24 Quando colei per vanità si liscia, non credi che Idio la punisca lui? quando si fa una sodomia e non è gastigata e punita, credi che Idio non la vogli punire lui? Quando so' rubbate e sbudellate le vedove, e non si punisce, credi che Idio non le punisca lui? O quando uno può poco, e colui che può assai il soprasta; perchè è grande, e fagli torto, non credi che Idio il vogli punir lui? Quando colui non ama il prossimo, ma odialo, non credi che Idio il punisca lui? Quando colui fa stare queto colui che ha la ragione, e non l’aita, credi che Idio no ’l punisca lui? Quando tu hai dei beni mandati da Dio e non ne se’ conoscente, credi che egli non ti punisca lui? Et io ti fo questa conclusione: che non essendo altro peccato in questa nostra città, se non solo il peccato della ingratitudine, solo per questo dovaremo essare dannati: e dico ch’io ne triemo di paura. Adunque, popolo sanese, considera i beni che tu hai, e ringrazia e ricognosceli da Dio. Vedi che per la nostra salute egli pianse, vedendoti in tanta miseria èssare cieco e sordo. Ephphetha, apre gli occhi e le orechie, e vede e ode: non stare ostinato. O città di Siena, non aspettare il giudicio di Dio, il quale giudicio vidde Jeremia al primo cap. dove Idio gli dice: — o Jeremia, apre gli ochi: Ephphetha. — Et egli rispose: — Signor mio, io gli ho aperti. — Che vedi? — Rispose: Ollam succensam ego video, et faciem eius a facie aquilonis: — Io vego uno pignatto di fuoco. — Dove è volto? — È volta la faccia sua dell’aquilone. — Ben dici, disse Idio: Ab aquilone panditur omne malum: — Dall’aquilone viene ogni male. — Doh! vogliamo che [p. 279 modifica]basti per la prima parte principale, e ben basterebbe per tutte, se tu consideri bene.

In queste parole incominciò a piòvare, e lassò la predica, e non predico più il dì.





Note

  1. È la seconda delle Prediche gia pubblicate, econ questo titolo preso dal Cod. Sen. 6: Tratta ancora delle parti, e de’ cavalli dell’Apocalisse.
  2. La stampa sulla scorta del Cod. Sen. 6, quello che sempre mai dovaremo pensare.
  3. Il Cod. Sen. 6, allo rieto e allo innanzi.
  4. Gli altri Codd. e la stampa, mirabili.
  5. I Codd. e a stampa, signaculis. Noi emendammo il Testo con la Volgata.
  6. Queste lacune sono nei Codici. Oltre a questo, pare che in tutto il capitolo presente non corra chiaro il senso: difetto forse dei menanti (M).
  7. Lacuna dei Codici.
  8. Gli altri Codd. e ia stampa, e l’altro cavallo era. E di nuovo lacuna in tutti i Codici.
  9. Parola prettamente del dialetto antico senese, e significa sporca, sucida. Pare che possa derivare dal francese sale, salir. Anche S. Caterina la usò. Vedi il Vocabolario Cateriniano (M).
  10. Nei Codd., existimamus. È il salmo 43, vers. 22.
  11. La stampa, seguendo il Cod. Sen. 6: si pente, e raccomandasi a Dio.
  12. Salmo cxviij, vers. 128.
  13. Salmo xxxiij, vers. 16.
  14. Salmo xviij, vers. 7 .
  15. La Volgata: Dixit itaque Dominus: Clamor Sodomorum et Gomorrhae multiplicatus est.
  16. Cioè, ti dei; in luogo di, ti diedi, o deiti, secondo l’usanza dell’antico parlar senese (M).
  17. Salmo XC, vers. 7.
  18. Rivolge il discorso a Siena, rinnovando lodi già fatte nella seconda Predica (V. a pag. 45 e la nota 1 a pag. 46).
  19. Come altrove per, mi hai.
  20. Ho esaminato la condizione presente di molte terre. (Milanesi).
  21. Quarro, parola del volgare senese tuttora viva che sta in luogo di quarto, ed è usata parlando di misure, di peso e di estensione (M).
  22. Gli altri Codd. e la stampa, di qui.
  23. Unghia. Intendi, al più piccolo segno (M).
  24. Gli altri Codd. e la stampa: credi tu che Iddio non punisca lui?