Il guarany/Parte Seconda/Capitolo X

Parte Seconda - X. La menzogna

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José de Alencar - Il guarany (1857)
Traduzione dal portoghese di Giovanni Fico (1864)
Parte Seconda - X. La menzogna
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CAPITOLO X.


LA MENZOGNA.

Don Antonio avvicinossi a Pery e gli strinse la mano:

— Quello che ti devo, Pery, non si paga; ma so quello che devo a me stesso. Tu ritorni alla tua tribù: non ostante il tuo coraggio e la tua destrezza, la sorte della guerra può esserti contraria, e recarti in potere d’alcuno dei nostri. Questa carta ti salverà la vita e la libertà; accettala in mio nome e in nome della tua signora.

Il fidalgo porse all’Indiano la pergamena poc’anzi scritta, e si volse a suo figlio:

— Questa carta, don Diego, assicura qualsiasi Portoghese, nelle cui mani Pery può per avventura cader prigioniero, che don Antonio de Mariz e i suoi eredi rispondono per lui e pel suo riscatto, qualunque sia. È un legato di più che vi lascio da compiere, figlio mio. [p. 110 modifica]

— Siate certo, padre mio, replicò il giovane, che saprò rispondere a questo debito di onore, non solo per riguardo alla vostra memoria, quanto in soddisfacimento de’ miei propri sentimenti.

— Tutta la mia famiglia, qui presente, disse il fidalgo volgendosi all’Indiano, ti è grata ancora una volta di ciò che facesti per noi; ci riunimmo tutti per augurarti un felice ritorno nel seno de’ tuoi fratelli e ai luoghi ove nascesti.

Pery fissò il suo sguardo brillante nel volto di ciascuna delle persone presenti, come per dar loro un addio, che i suoi labbri in quella congiuntura non potevano pronunciare.

Appena i suoi occhi si posarono sopra Cecilia, spinto da una forza irresistibile, attraversò la stanza, e andò ad inginocchiarsi a’ piè della sua signora.

La fanciulla trasse dal petto una piccola croce d’oro, sostenuta da un nastro nero, e la sospese al collo dell’Indiano:

— Quando saprai ciò che significa questa croce, ritorna, Pery.

— No, signora; donde va Pery nissuno ritorna.

Cecilia abbrividì.

Il selvaggio alzossi, e andò verso don Antonio de Mariz, che non potea frenare la sua emozione.

— Pery parte; tu lo comandi, egli obbedisce; prima che il sole lasci la terra, Pery lascerà la tua casa; il sole tornerà domani, ma Pery non tornerà. Reca la morte nel suo seno, perchè parte oggi; recheria la gioia, se partisse sulla fine della luna. [p. 111 modifica]

— Per qual ragione? dimandò don Antonio; da che occorre separarci, dovria esser lo stesso tanto oggi che di qui a tre giorni.

— No, replicò l’Indiano: forse tu sarai assalito domani, e Pery sarebbe teco per difendere la signora.

— Assalito? sclamò don Antonio pensieroso.

— Sì: puoi esserne certo.

— E da chi?

— Dall’Aimoré.

— E come lo sai? dimandò don Antonio, fissando in lui uno sguardo di diffidenza.

L’Indiano esitò un istante; studiava la sua risposta.

— Pery lo sa perchè vide il padre e il fratello dell’Indiana, che tuo figlio uccise senza volerlo, guardar da lungi la tua casa, mandar un grido di vendetta, e correr alla loro tribù.

— E tu che facesti?

— Pery osservò; e te lo riferisce, affinchè ti prepari alla difesa.

Il fidalgo scosse il capo, come in segno d’incredulità.

— Bisognerebbe non conoscerti, Pery, per prestar fede a ciò che dici; tu non potevi guardar con indifferenza i nemici della tua signora e i miei.

L’Indiano sorrise tristamente.

— Erano più forti, e Pery li lasciò passare.

Don Antonio cominciò a riflettere; parve evocare le sue reminiscenze, e concertare certe circostanze, che avea impresse nella memoria. [p. 112 modifica]

Il suo occhio, abbassandosi dal volto di Pery, erasi arrestato sulle sue spalle; a principio vago e distratto come quello di un uomo che medita, cominciò poscia a fissarsi e a discernere un punto vermiglio e quasi impercettibile sulla tunica di cotone indossata dall’Indiano.

A misura che la vista si facea più attenta, e l’oggetto si disegnava più distinto, il sembiante del fidalgo si rischiarava, come se avesse trovato la soluzione di un problema difficile.

— Sei ferito? sclamò il fidalgo d’improvviso.

Pery arretrò d’un passo; ma don Antonio, fermandolo, aperse alquanto della sua camicia, e traendogli dalla cintola le due pistole, le esaminò, e vide che erano scariche.

Il cavaliere dopo questo esame incrociò le braccia, e contemplò l’Indiano con profonda ammirazione.

— Pery, diss’egli, ciò che facesti è degno di te; ciò che fai adesso è degno di un fidalgo. Il tuo nobil cuore può senz’arrossire battere sopra il cuore di un cavaliere portoghese. Vi chiamo tutti per attestare che vedeste un dì don Antonio de Mariz stringere al petto un nemico della sua razza e della sua religione, come suo uguale in nobiltà e sentimento.

Il fidalgo aperse le braccia e diè a Pery quell’abbraccio fraterno, consacrato dagli usi dell’antica cavalleria, di cui fin da quel tempo restava appena qualche tradizione. L’Indiano, cogli occhi bassi, commosso e confuso, pareva un delinquente in faccia al suo giudice. [p. 113 modifica]

— Orsù, Pery, disse don Antonio, un uomo non deve mentire, nemmeno per ascondere le sue buone azioni. Rispondimi il vero.

— Parla.

— Chi sparò due colpi presso al fiume, quando la tua signora era al bagno?

— Fu Pery.

— Chi scoccò una freccia che cadde vicino a Cecilia?

— Un Aimorè; rispose l’Indiano con raccapriccio.

— Perchè l’altra freccia restò sul luogo ov’erano i corpi dei selvaggi?

Pery non rispose.

— Sei dispensato dal dirlo; la tua ferita parla chiaro. Per salvar la tua signora ti offristi ai colpi degl’inimici; di poi li uccidesti.

— Tu sai tutto; non hai più bisogno di Pery; egli torna alla sua tribù.

L’Indiano gettò un’ultima occhiata sulla sua signora e avviossi alla porta.

— Pery! sclamò Cecilia, rimani; la tua signora te lo comanda.

Dipoi correndo verso suo padre, e sorridendogli lagrimosà disse con voce supplichevole:

— Egli non parte più, non è vero? Non potete adesso più licenziarlo, dopo ciò che fece per me?

— No! la casa ove abita un amico devoto come questo, possiede un angelo custode che veglia sulla salvezza di tutti. Egli resterà con noi e per sempre. [p. 114 modifica]

Pery, tremoroso e palpitante di allegrezza e di speranza, pendeva dal labbro di don Antonio.

— Moglie mia, disse il fidalgo volgendosi a donna Lauriana con un’espressione solenne, giudicate che un uomo che ha salvato per la seconda volta vostra figlia caduta in pericolo della vita; che licenziato da noi, ad onta della nostra ingratitudine, non sa trovare nella sua ultima parola, nel suo ultimo addio, che un atto di devozione per coloro che lo sconoscono; giudicate che cotesto uomo debba uscir dalla casa, ove tante volte sarebbe entrata la sventura, se non ci fosse mai stato?

Donna Lauriana, messi da parte i suoi pregiudizi, era una buona signora; e quando il suo cuore era tocco, sapea comprendere i sensi generosi. Le parole di suo marito trovarono un eco nella sua anima.

— No, disse alzandosi e avanzando di alcuni passi; Pery deve rimanere, sono io che vi chieggo ora questa grazia, signor don Antonio de Mariz; ho pure il mio debito a pagare.

L’Indiano baciò con rispetto la mano che la moglie del fidalgo gli stese.

Cecilia battea le mani di contento; i due cavalieri sorridevano l’un l’altro e si comprendevano.

Il figlio provava un certo orgoglio in vedere suo padre tanto nobile, grande e generoso. Il padre confortavasi nell’approvazione del figlio, e nella fiducia che il suo esempio sarebbe da lui imitato. [p. 115 modifica]

In quell’istante Ayres Gomes apparve nel vano della porta e rimase stupefatto.

Ciò che allora vedeva, era per lui una cosa incomprensibile, un enigma insolubile; noi stessi, che assistemmo alla scena fin dal suo cominciare, abbiamo bisogno di sapere qualche altro accidente per meglio intenderla.

Il mattino, dopo colazione, don Antonio de Mariz, facendosi a una finestra della sala, avea veduto un gran nugolo nero gettarsi sulla riva del Paquequer.

La quantità degli uccelli di rapina, onde si componeva quel nugolo, indicava che il pasto era abbondante; dovea essere uno o molti animali di gran corpo.

Mosso da quella curiosità naturale in un uomo, che passava la vita sempre eguale e senza variazioni, il fidalgo prese le sue armi e discese al fiume; incontrò vicino al capanno di gelsomini, che serviva di casa da bagno per Cecilia, una piccola piroga su cui passò alla riva opposta.

Scoprì colà i corpi de’ due selvaggi, che tosto s’accorse appartenere alla razza degli Aimorè; vide ch’erano stali uccisi con arma da fuoco.

In quel momento non pensò ad altro, se non che i selvaggi eran venuti per avventura ad assaltare la sua casa; e un terribile presentimento gli strinse il cuore.

Don Antonio non era superstizioso; ma non potè non provare un vago timore, quando seppe dell’uccisione fatta involontariamente o per manco [p. 116 modifica]di prudenza da don Diego; fu questa la ragione perchè si era mostrato tanto severo verso suo figlio.

Vedendo adesso il principio dell’attuazione delle sinistre previsioni, quel timor vago sentito dapprima raddoppiò; e aiutato per avventura dalla disposizione di spirito in cui si trovava, si convertì in un forte presentimento.

Una voce interiore pareva dirgli che una grande disgrazia pesava sopra la sua casa, che l’esistenza tranquilla e felice fin allora menata in quell’eremo, stava per trasformarsi in un’afflizione, ch’egli non sapea definire.

Sotto l’influsso di questo moto involontario dell’animo, che in simili casi senza ragione apparente ci dispone alla speranza o al timore, il fidalgo tornò a casa.

Vicino alla scala incontrò due avventurieri, cui ordinò di andare immantinenti a sotterrare i selvaggi, e di serbare il maggior silenzio in proposito; non volendo contristare sua moglie.

Il di più già lo sappiamo.

Pensò che la sventura che paventava, poteva colpire la sua persona, e volle disporre la sua ultima volontà, e assicurare la quiete della sua famiglia.

Dopo l’avvertimento di Pery, ricordossi d’improvviso di quello che avea veduto; si trasse alla mente le più lievi circostanze, le accordò con ciò che Isabella avea raccontato a sua zia, e venne in cognizione di quello che era accaduto, come se vi fosse stato presente. [p. 117 modifica]

La ferita dell’Indiano, che si era aperta per effetto dell’emozione nel momento crudele che la sua signora gli ingiungeva di partire, avea macchiato la tunica di cotone d’un punto quasi impecettibile, stante la grossezza del tessuto; questo punto fu un raggio di luce per don Antonio.

Lo scudiero, il degno Ayres Gomes, che dopo sforzi in uditi era riuscito a trarre a sè col piede la spada, ad afferrarla e a troncare con essa i lacci che lo stringevano, avea ben ragione di mirar stupefatto la scena che gli sì presentava dinanzi.

Pery che baciava la mano di donna Lauriana, Cecilia lieta e contenta, don Antonio de Mariz e don Diego che fissavano l’Indiano con un’aria di gratitudine; tutto ciò al tempo stesso era anche troppo per farlo impazzire.

Appena libero, era corso a casa unicamente per raccontare l’accaduto e chiedere a don Antonio de Mariz il permesso di scannare l’Indiano; determinato a lasciare il suo servizio da trent’anni esercitato, qualora il fidalgo glielo negasse; che, quando avea un’ingiuria a vendicare, Ayres Gomes non badava al resto.

Don Antonio, raffigurando l’aspetto spaventato dello scudiero, sorrise; sapea che l’Indiano gli andava poco a genio, e volle in questo giorno riconciliar tutti con Pery.

— Vieni qua, mio vecchio Ayres, mio compagno da trent’anni. Sono certo che tu, la fedeltà [p. 118 modifica]in persona, non ricuserai di strìngere la mano di un amico devoto a tutta la mia famiglia.

Ayres Gomes non stupì più questa volta; ma rimase come una statua. Come disobbedire a don Antonio che gli parlava con tanta amistà? Ma d’altra parte come stringere quella mano che l’avea oltraggiato?

Se già fosse stato sciolto dal servizio, sarebbe libero di sè; ma era stato côlto di sorpresa, e non c’era luogo a ricalcitrare.

— Andiamo, Ayres!

Lo scudiero distese il braccio automaticamente; l’Indiano gli strinse la mano sorridendo.

— Tu sei amico; Pery non ti legherà un’altra volta.

A queste parole tutti indovinarono confusamente quello che era accaduto, e niuno potè ristarsi dal ridere.

— Indemoniato! mormorò lo scudiero fra i denti; hai sempre da farne delle tue.

Era l’ora della cena, il tocco suonò.