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Pery, tremoroso e palpitante di allegrezza e di speranza, pendeva dal labbro di don Antonio.

— Moglie mia, disse il fidalgo volgendosi a donna Lauriana con un’espressione solenne, giudicate che un uomo che ha salvato per la seconda volta vostra figlia caduta in pericolo della vita; che licenziato da noi, ad onta della nostra ingratitudine, non sa trovare nella sua ultima parola, nel suo ultimo addio, che un atto di devozione per coloro che lo sconoscono; giudicate che cotesto uomo debba uscir dalla casa, ove tante volte sarebbe entrata la sventura, se non ci fosse mai stato?

Donna Lauriana, messi da parte i suoi pregiudizi, era una buona signora; e quando il suo cuore era tocco, sapea comprendere i sensi generosi. Le parole di suo marito trovarono un eco nella sua anima.

— No, disse alzandosi e avanzando di alcuni passi; Pery deve rimanere, sono io che vi chieggo ora questa grazia, signor don Antonio de Mariz; ho pure il mio debito a pagare.

L’Indiano baciò con rispetto la mano che la moglie del fidalgo gli stese.

Cecilia battea le mani di contento; i due cavalieri sorridevano l’un l’altro e si comprendevano.

Il figlio provava un certo orgoglio in vedere suo padre tanto nobile, grande e generoso. Il padre confortavasi nell’approvazione del figlio, e nella fiducia che il suo esempio sarebbe da lui imitato.