Il Tesoro (Latini)/Libro III/Capitolo V
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo V.
Come l’uomo dee iscegliere terra da guadagnare.
Da poi che ’l nostro conto ha divise le terre secondo le sue abitazioni1, si vuole un poco dire della terra medesima, secondo che ella è da guadagnare2; chè questa si è la cosa3 perchè la vita di uomini si mantiene. E per ciò è ben senno a mostrare che campi l’uomo dee iscegliere, e in che maniera.
Palladio disse, che l’uomo dee guardare quattro cose, cioè l’aria, l’acqua, la terra, e la maestria. Onde le tre sono per natura, e la quarta è in volontade ed in podere.
Per natura è, che noi dovemo guardare l’aere, che sia sano e netto4 e dolce: e che l’acqua sia buona e leggieri: e la terra fruttifera, e bene servente. Ed udirete ragione come. Il sano e netto aere dee essere conosciuto in questa maniera, che lo luogo non sia in profonda valle, e che sia puro di tenebrosi nuvoli, e che la gente che vi abita sia bene sana delli loro corpi, e ben chiari ed aperti occhi5; e che la veduta e l’udita e la voce loro sia ben chiara e purificata.
La bontade dell’acqua puoi tu bene cognoscere, cioè che la non esca di palude, o di malo stagno di6 vena di solfo o di rame, che ’l suo colore sia lucente, il sapore dolce, e buono odore, che non abbia nullo limaccio dentro, e che sia di verno calda e d’istate fredda, e che lo nascimento del suo corso sia verso oriente, un poco chinando verso settentrione, e ben corrente su per picciole pietre, o su per bella rena, o almeno su per terra creta ben monda che abbia il suo colore rosso o nero: li quali sono segni che l’acqua sia ben sottile e leggiera, che tosto iscalda al fuoco ed al sole, e che tosto si fredda7, quando ella n’è dilungata, che la sua leggierezza la fa bene movente dall’una qualitade all’altra. E quando questo avviene all’acqua, si mostra ch’ella non abbia in sè cosa terrestra8. Ma sopra tutte maniere d’acqua si è quella che novellamente è colta di piova, se ella è bene monda, e messa in cisterna ben lavata nettamente, senza alcune lordure; per ciò che ella ha meno d’umidore che tutte le altre, ed è un poco istitica9, ma non tanto ch’ella noccia allo stomaco, anzi il conforta.
Appresso a questa si è quella che viene di fiume lungi dalle terre ove abbia gente10, e che sia ben corrente su sabbione, e ben chiara; ma quella che corre per pietre è migliore acqua per lo percuotere delle pietre che la fan più delicata11. E quella che corre su per netto sabbione, è migliore che l’acqua vecchia di cisterna, per ciò che prende male fumositadi dalla terra per troppo lungo dimoro che v’ha fatto. E tutti fiumi e ruscelli12, che corrono verso levante, sono migliori di quelli che corrono verso settentrione.
E sappiate, che l’acqua nuoce al petto e allo stomaco ed a’ nervi, e fa dolori nel ventre, e fa istretto petto. Onde se ne debbe guardare ogni uomo di fredda complessione; ma egli si dee molto più guardare13 d’acquo salse e nitrose, per ciò che elle scaldano e seccano e peggiorano il corpo. Ma l’acqua di mare ch’è così salsa e pungente14, però monda lo ventre di flemma grossa e viscosa. E generalmente le acque sono15 fredde ed umide, e però non dànno al corpo nullo nutrimento nè nulla crescenza, se ella non è composta d’altra cosa. E la sua bontade potiamo noi conoscere per le genti che abitano nel luogo, e che usando la beono16, se elli hanno le bocche sane e pure dentro, e buone teste, e che abbiano sane le vene del polmone, che non abbiano dolore nè flemma nel corpo dentro, e la vescica netta senza vizii17.
La terra dèi tu conoscere, che non sia bianca, nuda18 d’erba19, e che non sia di magro sabbione, senza mistura di terra, e che non sia coperta di polvere greta, nè di polvere dorata, nè coperta di pietre, e che non sia salsa, nè amara, e che non sia umida, nè gemente, o piena di rena, nè non sia in oscura valle troppo pendente. Ma sia grassa e nera20, e che sia ben sufficiente a coprire21 tutte sementi e radici; e ciò che vi nasce, non sia buccioso, nè ritorto22, ma ingeneri erba23 che dia24 buon formento.
Ed insomma dee l’uomo guardare che la terra sia dolce e generosa, chè del colore non caglia25. Se tu vogli provare se la terra è grassa, tu piglierai una manata di terra, e immolleraila bene d’acqua dolce; e poi se ella è tenace o viscosa, sappi che ella è grassa. Anche se vogli fare altra prova26 tu farai una picciola fossa, e poi la riempirai della terra medesima che tu ne avrai cavata; e se v’ha rimanente, sappi che la terra è grassa; e s’ella vi manca, si è la terra magra; e se non ve ne rimane o non ve ne manca, quella terra tiene intra grassa o magra27. E quando tu vorrai sapere di terra dolce, tu ne metterai un poco in un vasello con acqua dolce, e poi l’assaggierai con la lingua28, e saprai s’ella è dolce o amara, o di qual maniera olla è; secondo le sue maniere ch’ella ò, così divegnono le sue semenze o ’l suo frutto. Ed ancora lo luogo del tuo campo non sia in luogo che faccia lago29, ne sì pendente che corra troppo l’acqua, ne sì alto che riceva tutti i caldi30, e tutte le tempeste; ma dee tenere lo mezzo, in tal maniera, che sia fruttifero e bene istante. E se tu31 se’ in fredda terra, tu dei iscegliere tal campo che sia contro ad oriente e contro mezzodì, senza impedimento che gli tegna li raggi del sole. E se tu se’ in caldo paese, egli è buono che ’l tuo campo sia contra settentrione.
- ↑ Mutato, la sua abitazione, in le sue abitazioni, col t e per togliere l’equivoco.
- ↑ Mutato dà da guadagnare in è da guadagnare, col t. elle est guaignables. Il ms. Vis. ella è da fruttare.
- ↑ Aggiunto: questa si è, col t e col ms. Vis. car ce est la chose.
- ↑ Corretto aria, in aere colla Crusca alla voce servente: e la natura, in per natura, col t par nature, e col ms. Vis. e colla grammatica.
- ↑ Aggiunto occhi, col senso, con Palladio, e col ms. capit. veronese Yeus soint bien clers.
- ↑ Aggiunto vena di, col t ou de mauvais estanc, ou de vaine de soufre ou de coivre.
- ↑ Ommesso e prima di quando, col senso e col t.
- ↑ Il t de l’une qualitè ene l’autre, à ce qu’il n’a nule chose contraire. Due codici del Chabaille: ait nule rieus terrestre.
- ↑ Un codice del Chabaille legge estitique, e tre leggono estetique. Vedi, o lettore, di qual luogo nel secolo di Dante fa capolino l’estetica!
- ↑ Le stampe appresso a questa si è quella che viene di lungi dalle terre ove abbia gente, che sia fiume ben corrente su sabbione ecc. Trasportato il fiume al suo luogo col ms. Vis. e col t apres ce est l’aigue de flun qui soit loing de vile; et soit bien clere et corranz sor sablon etc.
- ↑ Il t qui la fait plus delièe.
- ↑ Aggiunto e ruscelli, col t tout flueve, et tout ruissel.
- ↑ Il t s’en doivent garder tuit cil qui ont froide complexion; mais molt se doivent il plus garder ecc. Lo scriba saltò a piè pari una linea, che aggiunsi col ms. Ambr. e Vis. fra guardare e guardare.
- ↑ Il t fort salée, et tranchanz, et poignanz.
- ↑ Aggiunto le acque col ms. Ambr. Vis. e col t et generaument toutes aigues.
- ↑ Che abitano nel luogo, e che usando la beono, manca al t; ma è variante di quattro codici del Chabaille qui près i habitent, et qui en boirent useement. Il ms. Vis. che là abitano, e che l’usano, e che ne beono.
- ↑ Il t la vessie nete, et pure, et sanz vice.
- ↑ Il t terre dois tu conoistre, se ele est blanche ou noire et que ele ne soit de maigre sablon Ma Bono tradusse la variante di due codici del Chabaille que ele ne soit blanche, ou nue de herbe, et qui ne soit etc.
- ↑ Corretto umida d’erba, in nuda d’erba, col t.
- ↑ Corretto nella in nera, col ms. Vis. e col t soit grasse aussi comme noire.
- ↑ Corretto compire in coprire col ms. Vis. e col t covrir toutes semences.
- ↑ Il t ha di più ne sanz propre jus,
- ↑ Aggiunto erba, col t doit engendrer des herbes.
- ↑ Corretto sia in dia, col ms. Vis. e col t qui senefient bon froment.
- ↑ Il t car de colour ne puet il gaires chaloir. Corretto caggia, in caglia col Sorio che cita Palladio: color tamen non magnopere querendus est. Così anche il ms. Vis.
- ↑ Il t dice solamente: et d’autre part.
- ↑ Il t cele terre est meenne, et entre II.
- ↑ E saprai etc. fino alla fine del periodo, manca al ms. Vis. ed al t, ma è in tre codici del Chabaille: et suaras se elle est douce ou amere, ou de quel maniere ele est; et selonc la maniere que ele est, devient sa semence, et son fruit.
- ↑ Il t si plaine, que il face estanc, ne si pendans que il decorre. Il ms. Vis. e l’acqua vi stia.
- ↑ Mutato nè, in e col t et toutes tempestes.
- ↑ Il t et se il est. Bono volge il discorso al possidente, anzi che parlare del possedimento. Così anche nel principio del periodo appresso: Et se ce est.