Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo XLVIII
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo XLVIII.
Noi leggiamo nella Bibbia, che al cominciamento del secolo, quando il nostro Signore creò tutte le cose, tutte le stelle furono fatte al quarto[3] dì, cioè a’ dì undici[4] all’uscita di marzo. E per ciò dicono molti, che allora è[5] eguale il dì con la notte, e per questo è chiamata Luna prima[6] da alcune genti. Ma secondo l’usanza di santa Chiesa, è ella appellata prima nove dì all’uscita del mese di marzo, cioè a dire, quando l’uomo la puote vedere, e ch’ella esce di quel segno[7], là ov’ella era col Sole, secondo che ’l conto ha divisato di qua a dietro.
E sappiate che gli Arabi dicono, che lo dì comincia a quell’ora quando la Luna appare, cioè quando ella comincia a vedere il Sole[8]. E voi avete bene udito dire, che dall’una ascensione[9] all’altra, ha ventinove dì e sette ore e mezza e la quinta parte d’un’ora. E ciò è il diritto mese della Luna: e tutto sia che li contatori di santa Chiesa dicano ch’ella ha ventinove[10] dì e mezzo. E per rischiarare il numero dicono, che l’uno mese ha trenta dì e l’altro ventinove. E di ciò addiviene egli, che li dodici mesi della Luna sono trecentocinquantaquattro dì. E così è l’anno del Sole maggiore che quello della Luna, undici dì interi[11]. E per questi undici dì di rimanente, addiviene lo cembolismo[12], cioè a dire l’anno che ha tredici lunari.
Ragione come: In tre anni v’ha di rimanente[13] trentatre dì, che sono una Luna tre dì più. E altresì stanno d’uno anno in l’altro[14], tanto che compiono sette cimbolismi per li sette dì della settimana. E tutto ciò fanno in diciotto anni, e nove mesi, e sedici dì e mezzo, secondo gli Arabi. Ma secondo li contatori di santa Chiesa, che vogliono ammendare tutti dispezzamenti,[15] sono dicianove anni, ed uno dì, che è oltra del rimanente. Ed allora torna la Luna al suo primo punto, ond’ella era mossa prima, e ritorna come innanzi.
Or vedete che tutto il conto della Luna e le sue ragioni difiniscono e compiono il suo corso in dicianove anni. E ciascuno anno della Luna è minore che quello del Sole undici dì. Onde gli addiviene, che là ove la Luna è l’uno anno prima, ella sarà l’anno che deve venire undici dì più a dietro, a ritroso del calendario. E dell’anno[16] di questi medesimi undici dì nasce un conto, che è appellato la patta, per trovare la ragione della Luna.
Ragione come: Il primo anno del secolo, che le pianete cominciaro loro corso in uno medesimo dì, non ebbe nullo rimanente dell’anno della Luna o di quello[17] del Sole. E per ciò dicono che ’l primo anno de’ dicianove detti innanzi, le patte sono nulla. Ed in quell’anno è la Luna prima a’ nove[18] dì all’uscita di marzo, sì com’ella fu al cominciamento, e tutto quell’anno è come[19] allora. Al secondo anno, che il rimanente cominciò da prima, sono le patte undici, chè tanto cresce la Luna. Là ov’ella[20] fue lo primo anno prima, al secondo avrà undici dì, al terzo sono le patte ventidue, al quarto anno montano trentatre. Ma per ciò ch’egli ha una cimbolisma, cioè una lunare, tu ne dei cavare li trenta dì; per ciò che tutte Lune di cimbolisma hanno trenta dì, e dei ritenere lo rimanente, cioè tre dì, che sono le patte del quarto anno. E così dei tu mantenere li corsi[21] che tu giungerai ogni anno undici. E quando il numero monta sopra trenta; tu ne caverai li trenta e riterrailo rimanente. E ciò farai infino alli dicianove anni, che le patte sono diciotto: e[22] quando sono finiti quegli undici, del rimanente è[23] uno dì, secondo che detto è dinanzi, che sono appellati li salti della Luna[24]. Allora tu dei prendere quel dì, e gli undici del rimanente, e giungere sopra a’ diciotto, e son trenta, cioè una Luna cimbolisma, che dee esser messa nell’anno dicianovesimo: e tu non hai alcuno rimanente, però che le patte son nulle come dinanzi.
E sappiate che le patte si mutano tuttavia in settembre, ma la sua sedia è dieci dì all’uscita di marzo. Ed in quel dì che la Luna non era ancora veduta, santa Chiesa non la mette in conto, sì come avete udito, e le giornate sono significate solo in quell’anno nel quale le patte sono nulle[25]. Ma lo secondo anno che la Luna ebbe a quello giorno undici[26] giorni, significa che le patte sono undici. E così sarà tuttavia: tanto, quanto la Luna ha d’etade a quel dì, saranno le patte a quell’anno.
E sappiate che il primo anno del secolo, la Luna[27] ebbe il primo dì d’aprile dieci dì, ed in maggio undici, e in giugno dodici, di luglio tredici, d’agosto quattordici, di settembre cinque, e in ottobre sei, e in novembre sette, e in decembre otto, e in gennaio nove, e in febbraio undici, e in marzo dieci[28] dì. Questi conti èn appellati[29] concorrenti, a cui noi ci doviamo attenere tuttavia lo primo anno, quando le patte sono nulle. Ma dal primo anno[30] innanzi, tu dei aggiungere le patte di quell’anno al concorrente di quel mese che tu vorrai, e cotanto avrà la Luna il primo dì di quel mese, salvo che se ’l numero monta più di trenta, tu nel caverai, e riterrai il rimanente. Ma guardati nel dicianovesimo anno del salto della Luna, cioè a dire del die che cresce in tutti dicianove anni, secondo che ’l conto dice qui sopra. Che di ciò addiviene uno errore del mese di giugno[31]: chè quando la Luna dee essere giudicata di trenta dì, secondo le patte, ed ella è prima. Così ti conviene guardare nello ottavo anno, e nello undecimo, per ciò che la ragione delle patte vi falla[32] in due lunari per cagione del cimbolismo.
E sappiate che la Pasqua di resurrezione del nostro signore Gesù Cristo si muta, secondo il corso della Luna. Ragione come: Egli fu vero nello tempo passato che quando il popolo d’Israel fu menato in prigione in Babilonia, ch’elli furo[33] deliberati un dì di piena Luna, cioè a dire com’ella avea quattordici dì. E ciò fu poi che ’l Sole era intrato in Ariete. E voi avete bene udito qua a dietro perchè la sedia della patta è ciascuno anno dieci dì all’uscita di marzo. E così la osservano li Giudei; che in quel dì in che loro deliberamento fue, là ov’egli trovaro la Luna quattordici, elli celebraro la loro Pasqua, in memoria della loro deliberazione. Ma la santa Chiesa fa la sua Pasqua la prima domenica che viene dopo[34] quella Luna piena, però che Cristo risuscitò da morte in quel dì.
E sappiate che la vecchia legge guardava lo settimo dì che Dio si riposò, quand’egli ebbe fatto[35] il mondo, e tutte le altre cose, cioè lo sabbato. Ma nella nuova legge guardiamo noi l’ottavo[36] dì, cioè la domenica, per riverenza della resurrezione di Cristo.
E sappiate che ai quaranta dì dopo la sua resurrezione, il nostro Signore montò in cielo; e però celebriamo noi la festa dell’Ascensione. E da indi a dieci dì venne lo Spirito Santo sopra li discepoli, perchè noi celebriamo la solennità della Pentecoste.
E però queste e molte altre cose puote[37] l’uomo sapere per ragione della Luna e del Sole. E però è buono a saperlo. Ma chi vorrà sapere come gli anni corrono nel corso delli ventotto anni del Sole, prenda gli anni del nostro Signore, e giugnavi nove anni, che cotanti n’erano già andati, quando nacque, e di tutta quella somma, cavi tutti li ventotto che vi sono, ed il rimanente sarà il suo conto. Così chi vuol sapere che anni corrono nel[38] conto delli dicianove[39] anni della Luna, prenda gli anni del nostro Signore, ed un anno più, e poi ne cavi tutti li diciotto ch’egli puote, ed il rimanente è quello ch’egli chiede.
Note
- ↑ Il Sorio a questo vocabolo: Questa voce composta non è altro che il conto o computo. Testo francese: ci devise li conte de la Lune ecc. Questa voce composta per computo, viene dall’infima latinità. Vedi il Du Cange alla voce compostus per compotus. Sarebbe dunque da registrare nella Crusca composta per computo.
- ↑ Levai al titolo: e del primo dì del Sole, perchè manca al t.
- ↑ Corretto quinto in quarto col t.
- ↑ Corretto venti, in undici col t.
- ↑ Aggiunto allora col t lors est la droite egalité.
- ↑ Il t est apelè la lune prime et novele.
- ↑ Il t hors dou premier signe.
- ↑ Il t c’est au coucher dou Soleil.
- ↑ Il t ascension, colla variante accession, di tre codici. Le stampe accessione.
- ↑ Corretto ventotto in ventinove, col t.
- ↑ Il t, jors interines.
- ↑ Il Sorio corregge cembolismo, in embolismo, conforme al t francese, al latino, al greco. Ma se tutte le parole italiane volessimo ridurre alla forma primitiva latina o greca, che ci rimarrebbe egli mai della lingua nostra?
- ↑ Corretto, va dirittamente, che andava tortamente, in v’ha di rimanente, col t a de remanant.
- ↑ Il t et autressi sont en avant d’un au autretant, que il accomplissent VII embolismes
- ↑ Corretto dispensamenti, in dispezzamenti come altrove, col t despiecement.
- ↑ Le stampe leggono male: a ritroso del calendario e dell’anno. E di questi medesimi undici dì. Trasportato il punto, e l’e, col t au rebours dou calendier. Et de l’an de ces meismes XI jors.
- ↑ Corretto a, in o di col buon senso e col t ou dou Soleil.
- ↑ Corretto col t diecinove, in nove.
- ↑ Aggiunto è col buon senso, e col t est comme lors.
- ↑ Sgrammaticano le stampe: che tanto cresce la Luna, là ov’elleno fue ecc. Posto il punto dopo Luna, e corretto elleno in ella, col t car tant croist la Lune: et la où elle fu un premier an.
- ↑ Leggono a sproposito le stampe: e così dei tu immantanente sapere le Lune. Corretto col t ainsi dois tu mantenir les riules.
- ↑ Aggiunto e, col senso, e col t et quant il sont feni.
- ↑ Corretto e in è, col t il i a de remanent.
- ↑ Leggono malamente le stampe: che sono appellati li salti della Luna allora tu dei. Messo il punto dopo Luna, col senso e col t, que est apelez li saus de la Lune. Lors dois tu etc.
- ↑ Le stampe leggono senza senso: E che le sue giornate erano nulle, significa che quello anno sono le epatte nulle. Corretto col t: Et les jornées n’estoit sègnefiéez, que en celui an où sont les exactes nules.
- ↑ Le stampe a sproposito ommettono: que la Lune ot à celui jor XI jors, senefie que les epactes sont XI. Empiuta la lacuna.
- ↑ Le stampe scarabocchiano: e sappiate che il primo anno del secolo si fu il primo giorno della Luna. La Luna ebbe etc. Levata la linea, che manca al t ed alle varianti.
- ↑ Corretti col t i numeri, cinque, in sei: sette, in otto: dieci, in undici: nove, in dieci.
- ↑ Corretto è sgrammaticato, nell’antiquato en (sono), secondo l’ipotesi ragionevole del Sorio.
- ↑ Ma dal primo anno innanzi. Aggiunto anno, col t mais dou premier an en avant.
- ↑ Corretto luglio in giugno, perchè il t scrive juing, e non juignet; ed in questo luogo non ha varianti,
- ↑ Corretto fallano in falla colla grammatica, e col t la raison des epactes i faut en II lunées, Non può supporsi che fosse scritto le ragione, perchè il t è in numero singolare.
- ↑ Corretti quelli, in ch’elli col t que il fu délivrés. La Babilonia di cui qui si parla, è quella di Egitto, ed accenna alla schiavitù dell’Egitto. (V. Tesoro lib. III cap. 2.)
- ↑ Corretto la Luna, in quella Luna, col t, apres cele Lune plaine.
- ↑ Le stampe leggono male: quand’egli ebbe fatto il dì, il mondo ecc. Levato il dì, che non è nel t.
- ↑ Il t gardons nos l’autre jor aprés.
- ↑ Que il pora, tradotto da Bono poi: ch’egli puote.
- ↑ Corretto mondo in conto col t au nombre.
- ↑ Corretto col t ventotto, in dicianove, e poi ventotto, in diciotto.