Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1831
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1831
GENNAIO
Venerdì 7. — Secondo le voci più comuni pare che in Conclave si stringano le cose per il Cardinal Giustiniani.
Sabato 8. — Tutti questa mattina aspettavano l’esaltazione del Card. Giustiniani. È voce comune che il Card. Marco abbia fatto sentire che la persona del Cardinale suddetto non sarebbe accetto alla Spagna. Se è vero Dio lo sa.
Domenica 9. — Si conferma pienamente l’esclusiva data a nome della corte di Spagna al Cardinal Giustiniani1.
Martedì 11. — Secondo le voci di oggi riguardo al Conclave pare che i voti si siano quasi nella totalità divisi tra il Card. Pacca e il Card. Cappellari.
Mercoledì 12. — Seguitano le voci del Conclave sugli stessi due soggetti, e si dice che Cappellari guadagni terreno e che oggi abbia avuto 23 voti mattina e giorno.
Giovedì 13. — Questa mattina molti aspettavano l’elezione del Card. Cappellari; aspettativa che è rimasta delusa: questa sera pareva rallentata.
Venerdì 14. — Continua l’aspettativa dell’elezione del Card. Cappellari.
Sabato 15. — Questa mattina generalmente si aspettava l’elezione del Papa in persona del Card. Cappellari. Si pretende sapere che al contrario siano diminuiti i voti al medesimo Cappellari. Sulla sera si è detto che allo scrutinio del dopo pranzo siano di nuovo cresciuti. Questa sera verso le 4,30 di notte italiane sulla piazza di Monte Cavallo si è intesa una ben forte esplosione proveniente da un così detto botto ripieno di polvere collocato (Dio sa da chi) presso una delle colonnette del padiglione del palazzo; quale esplosione si è intesa per una gran parte della città a distanza considerabile.
Lunedì 17. — Oggi le voci per il Card. Cappellari sono diminuite e si dice cresciuto un voto al Card. Pacca.
Martedì 18. — Oggi hanno dormito le voci di elezione del Papa.
Giovedì 20. — E stato arrestato il cocchiere del Conte Parisani, che si crede autore dell’esplosione seguita Domenica sera al portone del palazzo di Monte Cavallo, e si dice che questa bella impresa fosse conseguenza di una scommessa2.
Venerdì 21. — Pare non si verifichi l’arresto del cocchiere di Parisani, che si disse ieri.
Sabato 22. — Crescono le voci di vicina elezione del Card. Pacca in Pontefice.
Domenica 23. — Questa sera alle 2,45 di notte è seguita altra esplosione simile a quella di Domenica scorsa, prodotta da un gran botto gettato nelle cantine del palazzo del Quirinale dalla parte della Panetteria verso il vicolo di Scanderberg: in Conclave non si è sentita.
Lunedi 24. — Corrono voci di elezione per domani in persona del Card. Benvenuti. Speriamo che non finiscano al solito!
Martedì 25. — Questa mattina si aspettava l’elezione non più del Card. Benvenuti, ma del Card. Pacca; ma neppure di questo si è verificata.
Sabato 29. — Nella notte scorsa per ordine del Governatore sono state prese molte precauzioni, cioè il ritengo nei quartieri, il raddoppiamento delle pattuglie ecct., senza che se ne conosca il motivo.
FEBBRAIO
Martedì 1. — Grande aspettativa di elezione del Papa per domani; vari soggetti si nominano, e tra gli altri il Card. Galletti.
Mercoledì 2. — Questa mattina è eseguita l’elezione del Papa in persona del Card. Cappellari, che ha preso il nome di Gregorio XVI. L’elezione, che pare fosse combinata ieri sera è stata fatta con 32 voti (cioè con due di più del necessario) allo scrutinio. Il nuovo Papa ha confermato il Maestro di Camera Monsignor Fandolfi, i tre camerieri segreti dì numero, cioè Altieri, Barbolani e Della Porta come pure il cavallerizzo barone Piccolomini. Non ha conferita alcuna carica di Ministero e si sta in grande aspettazione della nomina del Segretario di Stato, che a tutta questa sera non era dichiarato. Sì assicura che il Papa abbia accordato il permesso del carnevalo secondo il solito.
Giovedì 3. — Questa mattina il Papa alle 9,15 di Francia è partito da Monte Cavallo in forma pubblica, avendo seco in carrozza i Cardinali Pacca Decano e Galeffi sotto Decano, ed è andato al Vaticano ove ha ricevuta la seconda adorazione nella Sistina, e la terza all’altare papale in S. Pietro ed è ritornato al Quirinale all’un’ora pomeridiana. Scarsissimi sono stati gli applausi del popolo.
Il Segretario di Stato non è ancora nominato, e supplisce interinalmente Monsignor Polidori Segretario del S. Collegio.
Venerdì 4, — È stato nominato Segretario dei memoriali il Card. Giustiniani, e Prefetto di Propaganda (carica che aveva il Card. Cappellari ora Papa) il Card. Pedicini stato Segretario dei Memoriali nel passato Pontificato.
Questa mattina è uscito l’Editto, che permette, oltre le corse, le maschere, eccetto che ai Festini, restando proibiti i moccoletti. Questa sera è stato dimesso dal Castello il Conte Troili come non ritrovato colpevole di partecipazione alla cospirazione, che si temè nei primi giorni di sede vacante ed è stato riabilitato a rientrare al suo posto nella Guardia nobile.
Domenica 6. — Questa mattina è seguita la coronazione del Papa ed insieme la sua consacrazione, non essendo egli vescovo, ed il Card. Pacca Decano è stato il consacrante, ed assistenti i Cardinali Arezzo e Galeffi. Il Papa nell’andare a S. Pietro ha fatto uso della nuova carrozza nobile, e di una seconda pure nuova fatta recentemente.
L’atto della Coronazione è seguito all’una pomeridiana, ossia alle 19,30 italiane. Dopo la funzione il Papa è rimasto ad abitare a S. Pietro. Per la ricorrenza della Coronazione con Notificazione firmata da Monsignor Polidori, come suo Segretario per gli affari di Stato, si è fatto sapere che si darà un certo numero di Doti in Roma e nella provincia; si rilasceranno i piccoli pegni fatti sino al 15 Gennaio p. p.; si faranno delle distribuzioni di vestiario e commestibili ai poveri, e si condoneranno le multe incorse per l’eccesiva piantagione dei tabacchi ecct.
Lunedì 7. — Oggi si è avuta la notizia che a Modena e a Carpi (alcuni vi aggiungono anche Reggio) era scoppiata una insurrezione in seguito alla quale non si sono ricevuti i fogli di Francia che vengono per la via di Verona. Si assicura che il Duca sia riuscito a reprimere i movimenti suddetti, ma le cose non sono ben chiare.
Martedì 8. — Questa mattina è giunta staffetta, che ha portata la notizia della rivoluzione scoppiata a Bologna, il giorno 4 corrente, come pure a Forlì, e oggi poi si è saputo esser seguito lo stesso anche a Ravenna. Pare che la cosa sia accaduta per tutto senza spargimento di sangue e senza resistenza, avendo la truppa presa addirittura la coccarda tricolore italiana, come pure gli ufficiali, a riserva di pochi. Monsignor Clarelli pro-legato di Bologna è venuto a Firenze, ed anche Monsignor Gazzoli, pro-legato di Forlì, è partito, ma non si sa dove sia andato, dopo aver ambedue nominata una Commissione per mezzo di proclama in cui trasfondevano il governo. Di Modena non si è saputo niente di più; mancano sempre le lettere. Questa mattina si è tenuta a Palazzo una Congregazione composta dei 4 Cardinali Legati e dei Card. Opizzioni, De Gregorio, Giustiniani e Albani. Si dice che Opizzoni debba partire subito per Bologna e che anche Bernetti debba partire, non si sa bene per dove, nè per qual fine.
Giovedì 10. — Oggi il corso è stato molto animato di maschere popolari, malgrado che fosse corsa voce di tentativi che oggi medesimo dovevano farsi per eccitare sommossa; per il che si sono prese varie precauzioni anche questa sera. Il Governatore, per quanto si assicura, aveva qualche difficoltà di fare la sua solita comparsa del Giovedì grasso (come nel primo giorno) per il Corso; ma il Papa ha voluto che vi andasse secondo il solito3. Questa mattina sono venute tutte le lettere dalla parte di Bologna, che non vennero lunedì, portando molti dettagli di tutto l’avvenuto nelle tre Legazioni rivoluzionate, i proclami pubblicati ecct.; si è saputo che il Duca di Modena era partito per Mantova. Questa mattina si è pubblicata una specie di proclama in nome direttamente del Papa, e da lui sottoscritto, diretto ai suoi sudditi.
È partito questa mattina il Card. Opizzoni Arcivescovo di Bologna per la sua residenza. Il Card. Bernetti poi, che sino a ieri si credeva fosse sul punto di partire col carattere di Legato a latere alla volta delle provincie, oggi si è saputo essere stato dichiarato Segretario di Stato. Questa sera è stato il primo Festino di prima sera a Aliberti senza maschera. Vi cra ben poca gente.
Venerdi 11. — Questa mattina è arrivato Monsignor Cattani Delegato di Pesaro, ove è accaduto lo stesso che nelle altre provincie. Ancona pure dopo qualche resistenza ha dovuto cedere. Questa mattina il Papa è andato a S. Lorenzo in Damaso, ove è la solita esposizione (come mercoledì andò a S. Gregorio) e quindi a Propaganda, ove da cardinale aveva, come Prefetto, la sua abitazione; ed il popolo lo ha moltissimo applaudito.
Sabato 12. — In prima mattina sono state pubblicate due notificazioni, con una delle quali in nome del Card. Bernetti Pro-Segretario di Stato si ordina, che, per rinforzare la truppa civica ogni presidenza di Polizia di Rione armi cento uomini a sua scelta per la guardia delle proprietà ecct.; coll’altra poi di Monsignor Cappelletti Governatore si ordina che tutti gli statisti e della Comarca domiciliati in Roma da un anno a questa parte si presentino nel termine di 24 ore ai rispettivi Presidenti di Rione, per dar conto di sè, del domicilio, dei motivi del soggiorno in Roma ecc.
Più tardi dopo mezzogiorno inaspettatamente si è pubblicata altra Notificazione del Governatore, che proibisce le maschere (per le quali era già suonata la campana di Campidoglio) e tutti gli altri divertimenti carnevaleschi, comprese le rappresentazioni teatrali. Nello stesso tempo si è veduta giungere a Piazza Colonna a taburro battente molta truppa di fanteria, e lo stesso è seguito in altre piazze.
Poco prima delle due ore di notte si sono presentate alcune persone in Piazza Colonna (di dove non molto avanti si era ritirata la maggior parte della truppa), e scaricando alcuni colpi di pistola alla sentinella, che stava al cantone di casa nostra verso il Corso, hanno incominciato a gridare: Viva Filippo, viva Bologna ecc. ecc.. I soldati della Guardia accorrendo ed inseguendoli hanno scaricato molti colpi di fucile, in seguito dei quali gli aggressori si sono dati alla fuga. Tutte le botteghe si sono chiuse all’istante, e tutta la gente si è ritirata, e tutte le porte delle cose si sono ugualmente chiuse.
Domenica 13. La notte è stata tranquilla; questa mattina moltissima gente a Piazza Colonna andava a osservare i segni lasciati ieri sera dalle palle sul muro di facciata nel palazzo Piombino, e nei suoi portoni, una delle quali ferì il Decano del Duca di Sora. Cinque di quelli, che assaltarono ieri sera la Guardia, sono stati arrestati nell’atto, e fra questi il figlio del Dottor Lupi, un tal Gabrielli giovane di S. Spirito; gli altri si dice siano forestieri. Il progetto che si assicura avessero ieri i cospiratori (la di cui scoperta fece decidere la proibizione del Carnevale) era quello di impadronirsi della persona del Senatore per costringerlo a recarsi dal Papa per ottenere la liberazione di tutti i detenuti per delitti politici, e forse per il cangiamento del Governo ecc. Il Senatore di ciò avvisato si occultò fuori di casa sua per alcune ore4. Alcune sorde voci portano che il Duca Braschi sia arrestato in casa.
Lunedì 14. — La notte è passata tranquillamente, e nessuna precauzione strordinaria si è veduta prendere nella giornata.
Questa mattina il Papa doveva andare al Gesù dove tutto era disposto per riceverlo e vi era concorsa gran quantità di gente; ma poi è venuto il contrordine. È stato pubblicato un invito sacro del Cardinale Vicario, in cui si annunzia che, cominciando da oggi. saranno esposte le catene di S. Pietro a S. Pietro in Vincoli, e le immagini della B. Vergine di Campitelli e del Popolo, per implorare aiuto nelle attuali luttuose circostanze.
Questa sera a notte è stata affissa una Notificazione del Card. Bernetti pro-Segretario di Stato, in cui dopo aver parlato dei tentativi inutilmente fatti dai rivoluzionari, si dice che l’oggetto loro è il saccheggio delle pubbliche e private proprietà, profittando anche della stanchezza della truppa, e perciò qualora si rinnovassero simili tentativi si prescrive che ad ogni segno che venisse dato dal Forte Sant’Angelo, o dalle pubbliche campane suonate a martello, tutti gli scritti al servizio militare accorrano alla difesa della Religione, della Patria e del Trono. Questa Notificazione, anche per l’ora in cui è stata affissa, ha molto allarmato tutto il paese, si sono chiuse le porte e botteghe e le strade sono rimaste deserte5. Nella Notificazione suddetta si parla di persone illustri, falsamente vantate per complici: onde le voci su Braschi e qualcun altro paiono prive affatto di fondamento.
Martedì 15. — Qualche notizia avuta, che si potesse tentare questa sera da malintenzionati di fare l’illuminazione dei moccoletti (dicendosi che i venditori di cera avevano deposto di averne venduta una quantità straordinaria) ha sparso dell’allarme, e al solito si sono chiuse all’entrar della notte tutte le porte delle botteghe e pochissima gente ha girato per le strade; niente però è seguito nella serata. Oggi per i sospetti concepiti si è anticipata assai la reposizione del SS.mo al Gesù, che soleva farsi verso l’Ave Maria coll’intervento dei Cardinali e del Senato. Si dice giunta la notizia della rivolta anche di Perugia.
È partito il Card. Benvenuti per il suo vescovato di Osimo. Il Card. Opizzoni è stato ricevuto con tutte le onorificenze al suo Arcivescovato di Bologna; gli è stato però notificato che il suo Tribunale s’intendeva cessato, che egli poteva pur continuare le sue funzioni episcopali, purchè non s’ingerisse per nulla in affari politici, e tutte le persone di suo servizio portassero la coccarda del paese. Si sono trovate questa mattina moltissime coccarde rosse bianche e verdi sparse per il corso e strade.
Mercoledì 16. Si conferma la rivolta di Perugia, cui si aggiunge anche quella di Foligno.
Giovedì 17. — Con staffetta venuta oggi si è ricevuta la notizia della rivolta anche di Spoleto, di dove Monsignor Soragna Delegato si è ritirato a Terni.
Con Editto di Segreteria di Stato, pubblicato oggi si invitano tutti gli individui dai venti ai cinquanta anni ad ascriversi alla truppa civica, venendo in essa nominati Colonnelli della truppa stessa, oltre il Conte Pianciani e Bonaccorsi, che già lo erano, il Principe di Roviano, D. Alessandro Torlonia e Mondino6 presso i quali dovranno tutti iscriversi. Qualche voce corre, che anche Arezzo in Toscana abbia fatto la sua rivoluzione. Oggi è uscito anche un altro Editto del Tesoriere moderatorio sulla tariffa dei dazi, che recò tempo fa tanto disgusto allo Stato.
Venerdì 18. Sono stati arrestati Bartolucci, figlio del celebre Monsignor Bartolucci, e varî altri; si dice che nella perquisizione fatta nelle carte del primo, nulla si sia trovato di rilevante. Si è pubblicato Editto di Segreteria di Stato contenente in primo luogo delle forti proteste contro gli atti che sono stati estorti colla forza ai Rappresentanti pontifici nelle provincie rivoluzionate, con tutte le riserve delle ragioni della S. Sede; in secondo luogo delle minaccie di valersi delle armi spirituali non solo ma anche con l’opera di migliaia di sudditi fedeli, che si offrono per la difesa della Religione e del Trono. Il Cardinal Opizzoni, di cui si raccontavano tante cose in seguito del suo arrivo a Bologna, si sente che non siasi poi mosso da Firenze.
Sabato 19. — Ieri sera arrivò in Roma Monsignor Soragna Delegato di Spoleto, di dove ha dovuto partire come da Terni ed in ultimo luogo da Rieti di mano in mano che ivi si è dichiarato il movimento comune. Questa mattina poi di buon’ora è giunto Monsignor Clarelli pro-Legato di Bologna, proveniente da Firenze, ove si era fermato, e seco è venuto Alfonso Ricci capitano dei Dragoni, che pure si è ritirato da Bologna.
Fin da ieri si è cominciata l’iscrizione della truppa civica presso i Colonnelli; ma sinora va molto lenta. Checco è stato nominato Colonnello della truppa medesima.
Si parla della capitolazione della truppa, che era in Ancona, e della Rivoluzione di Macerata.
È arrivato da Napoli quel Ministro della Polizia Intonti, chi dice espulso, chi incarito di qualche missione; pare però certo che la sua direzione immediata sia per Vienna.
Domenica 20. — L’unica nuova, che si ha, è che il Tenente Colonnello Lazzarini partito ultimamente con qualche poco di truppe da Roma, avendo occupato Otricoli se ne erano ritirati alcuni individui venuti da Narni per operarvi il cambiamento.
L’altra notte è stato arrestato in una casa al Boschetto un tal Pasqualini corso, stato Decano del Card. Fesch ed attualmente sediario di palazzo, il quale dopo qualche resistenza si gettò dalla finestra c fu preso. Si vuole che il di lui figlio fosse tra gli autori del movimento di sabato a otto, e rimanesse, chi dice ferito, chi morto 7.
Lunedì 21. — Oggi verso le 21,30 italiane essendosi penetrato che il Papa doveva uscire per recarsi alla visita della Chiesa di S. Pietro in Vincoli, si è staccata dai monti una turba di gente, recando seco una bandiera pontificia e gridando: Viva il Papa, si è portata a S. Pietro sulla piazza. Il Papa dopo averle data la benedizione dalla finestra, pensava di non più sortire, ma essendo stato incoraggiato a farlo (si dice dal Card. Segretario di Stato), appena la carrozza è sboccata sulla piazza dalla parte di S. Marta, la turba cresciuta enormemente, sino, per quanto si assicura, al numero di 3 o 4 mila persone del basso popolo, ha staccati i cavalli ed ha incominciata a tirarla a mano, essendo molti saliti avanti, dietro e da tutte le parti della carrozza stessa, in mezzo alle più strepitose acclamazioni, e così, passando il Ponte S. Angelo, ha continuato sino in Panico di dove poi ha voltato per l’orologio della Chiesa Nuova ritornando al Vaticano. Al portone degli Svizzeri vi è stata grandissima difficoltà, perchè potesse scendere di carrozza, ed a gran stento si è potuto chiudere il portone medesimo senza però poter impedire che qualche centinaio di persone s’introducesse; e queste hanno accompagnato il Papa (portandolo quasi per le braccia) sino all’appartamento, ove ha acconsentito di riceverne venti a due per volta. La bandiera si è ottenuto che rimanesse in Palazzo per rimandarla poi loro questa sera. Un simile attruppamento di gente ha occasionato un serio allarme in vari posti, e segnatamente al Campidoglio, al Castello ed alle Carceri, e in alcune parti della Città si sono chiuse porte e botteghe; dalla nostra parte non vi è stato timore8.
Si è saputo colla posta di oggi che a Macerata seguì il cambiamento di Governo il giorno 12, Ancona pare resista ancora, ma si credeva sul punto di cedere per mancanza di viveri. Con Editto di Segretario di Stato si ordina l’arruolamento alla truppa civica di tutti gl’individui dagli anni 20 ai 60, esclusi gli ecclesiastici e i giornalieri.
Martedì 22. — Oggi i Trasteverini, avendo formato la loro bandiera, avevano risoluto di recarsi anch’essi al Vaticano; perciò è stata pubblicata una Notificazione del Segretario di Stato, in cui si esprime il vivo sentimento di riconoscenza del S. Padre per le strepitose dimostrazioni ricevute ieri, ma nello stesso tempo il suo desiderio che non si replichino per i disordini, che possono nascere da simili attruppamenti e dal partito che potrebbero trarne i malintenzionati. Con qualche difficoltà si è riusciti a farli desistere, e le due bandiere sono state portate una al quartiere civico a Ponte Sisto, e l’altra a quello della Guardia Reale a Monte Cavallo, pure occupato dalla Civica9.
Oggi si è ricevuta ufficialmente la Capitolazione di Ancona segnata il 12 corrente e firmata dal Sig. Sercognani, che s’intitola Comandante dell’avanguardia dell’armata nazionale.
Mercoledì 23. — Si è saputo che il Cardinale Benvenuti, essendo giunto al suo vescovato di Osimo, dopo che già vi era seguita la rivoluzione, è stato condotto sotto buona scorta in Ancona.
È stato convenuto che domani i Trasteverini porteranno la loro bandiera a S. Pietro per farla benedire dal Papa, si dice, per mezzo di una Deputazione. Dio faccia che la cosa riesca tranquillamente.
Giovedì 24. — Questa mattina sono andato con Checco al Campidoglio, ove nell’appartamento del Senatore si è fatta la esposizione di quadri e sculture di artisti esistenti in Roma (come fu praticato l’anno scorso) per cura della società formatasi a quest’oggetto.
Oggi verso le 21 ore una Deputazione di sette individui trasteverini in carrozza preceduti da altra, ove era il Presidente del Rione, Marchese Longhi, un aiutante civico ed un capitano civico, Anzani, pure trasteverino, si è recato al Vaticano ove è stata ammessa dal Papa, che l’ha ricevuta in trono ed ha benedetta la loro bandiera, e gli ha esortati a rimanersi tranquilli e docili, come hanno promesso di fare. Tutto fortunatamente è passato tranquillamente e senza alcuna inconvenienza.
Si è saputo che parte delle truppe che ha preso Ancona erasi diretta a Fermo per farvi la rivoluzione, ed infatti oggi è arrivato quel Delegato Monsignor Folicaldi.
Il Card. Benvenuti da Ancona è stato trasportato verso Bologna, e si dice che a Rimini sia stato gravemente insultato.
Oggi è stata affissa una Notificazione dal Segretario di Stato per mezzo di cui il S. Padre prendendo motivo particolare dall’arresto ed esportazione del Cardinale Benvenuti vescovo di Osimo e Legato a latere per i paesi dello Stato posti al di là dell’Appennino, rinnuova le minaccie delle pene spirituali contro gli autori della rivolta ecct. ecct.
Venerdì 25. — Nella notte è venuta spedizione da Civita Castellana colla notizia che le truppe nemiche avevano inviluppato un distaccamento di 40 granatieri mandato a fare una ricognizione e che il sotto-tenente Rossi e tutti i soldati, meno alcuni pochi che erano stati fatti prigionieri. In seguito di ciò quel comandante Tenente Colonnello Lazzarini chiedeva qualche rinforzo di cavalleria e di artiglieria, come di fatti sono stati spediti 25 Dragoni e due cannoni. Contemporaneamente è venuto il vescovo di Civita Castellana c si è presentato al Papa questa mattina per lo stesso oggetto, e il tutto insieme ha cagionato dell’allarme. Il Papa gli ha ingiunto di ritornare immediatamente alla sua diocesi. Le voci (non si sa se esagerate) portano il numero degli avversari sino ai cinque in sei mila uomini. Dio ci aiuti! Oggi è cominciato un Triduo con indulgenza alla Madonna detta del Parto in S. Agostino per le correnti gravissime necessità. Il Card. Benvenuti pare sia rimasto malato a Forlì. Si assicura che i detenuti in Civita Castellana per opinione siano stati rilasciati per grazia sovrana: essi erano in numero di oltre il centinaio.
Sabato 26. - Nella notte è partito il generale Resta per Civita Castellana e non si sa che sia ancora ritornato.
Domenica 27. — Ieri sera ritornò da Civita Castellana il Generale Resta. Oggi si dice siano state trovate affisse alle porte di alcune chiese, e si dice anche al Colonnato di S. Pietro, alcune croci tricolori.
MARZO
Martedì 1. Oggi è cominciata a S. Giovanni Laterano l’esposizione dell’immagine del Salvatore e S.S.rum ivi trasportata, e delle teste dei SS. Pietro e Paolo da durare sino al 10 corrente con indulgenza per le correnti necessità.
Oggi si è pubblicato un Bollettino di notizie straordinarie, in cui si riporta un articolo della Gazzetta di Augusta, dal quale pare risulti l’intenzione dell’Austria d’intervenire colle sue truppe per sedare le turbolenze eccitate in Italia, alla richiesta dei rispettivi governi.
Mercoledì 2. — Nella notte scorsa sono state arrestate varie persone, fra le altre un figlio del vaccinaro Codini, essendone fuggito un altro. Questa sera si è sparsa voce che il Papa possa lasciare il Vaticano ed andare ad abitare a Monte Cavallo. Non si conosce il motivo di questa risoluzione.
Giovedì 3. — Circa le 21 ore italiane il Papa è andato da S. Pietro a Monte Cavallo ove è rimasto ad abitare. È stato molto applaudito per la strada ma senza eccesso. Il motivo che si adduce ostensibilmente di questa risoluzione è quello del minore incomodo dei Cardinali, che spesso, e anche di sera sono obbligati a recarsi a Palazzo, e che mal volentieri andavano in quelle ore al Vaticano; se ve ne sia qualcun altro occulto, non si sa. Fino da ieri sera cominciarono ad armarsi vari quartieri della truppa civica, e vi hanno montato la guardia molte persone di ceto nobile e civile.
Venerdì 4. — Oggi dopo pranzo il Papa è andato a visitare il Salvatore e le Teste dei SS. Apostoli a S. Giovanni Laterano (accolto al solito da molti applausi) e quindi a trottare fuori della porta S. Giovanni.Una staffetta venuta ieri sera avendo recato notizia che una truppa di circa 300 uomini erasi portata da Terni a minacciare Rieti, ha prodotto oggi dell’allarme in Roma; questa sera correva voce che si fossero allontanati. È stato spedito a Civita Castellana il Colonnello Zamboni, dicesi per avere rapporti più precisi dello stato delle cose. I Colonnelli e tenenti colonnelli civici hanno avuto ordine di stare nella notte ai quartieri.
Sabato 5. — La notte scorsa è stata tranquillissima come la giornata ad onta di qualche indizio che si dice ci fosse di un tentativo per piantare una bandiera tricolore sul Campidoglio.
Domenica 6. — Nella notte scorsa è stato arrestato l’avvocato Galli criminale con due dei suoi figli e si dice gli siano stati ritrovati dei manifesti rivoluzionari10.
Fino da ieri per volontà del S. Padre la truppa civica ha cominciato a montare la Guardia Reale a Monte Cavallo.
Lunedì 7. — Oggi è stata affissa Notificazione di Segreteria di Stato colla quale si annunzia come notizia ufficiale che il giorno 5 corrente tre grandi colonne di truppe austriache sono entrate a Parma ed a Modena ed a Ponte di Lagoscuro, avanzandosi a gran passi verso lo stato pontificio. Oggi quasi tutta la poca truppa di linea rimasta in Roma ha avuto l’ordine di partire, dicesi, alla volta di Corese; tanto che questa sera anche il posto della Gran Guardia a Piazza Colonna è stato guernito della truppa civica.
Martedì 8. — Nella notte scorsa da vari punti della città si sono sentiti alcuni colpi di fucile che hanno cagionato qualche allarme nei posti armati, e che non si è potuto sapere donde siano partiti. Questa mattina è venuta Spedizione colla notizia che una truppa di rivoltosi (che si dice di circa 500) si era di nuovo avanzata da Terni verso Rieti alla distanza di 5 miglia; per cui nel paese si stava in molto timore.
Mercoledì 9. — A Rieti pare che sino a tutto ieri non ci fosse niente di nuovo, almeno interessante. La truppa partita ultimamente da Roma con cui è andato il generale Resta sta ferma a Corese per guardare le diverse strade che ivi fanno capo.
Nulla di nuovo di avanzamento delle truppe austriache.
Giovedì 10. — Oggi si sono avuti i dettagli dell’attacco fatto martedì contro Rieti dai rivoltosi in forza di circa mille uomini con tre o quattro piccoli cannoni, sotto il comando di Sercognani, quale venne fortunatamente respinto malgrado le minacciose intimazioni di resa due volte replicate. Non ostante però il ritiro degli aggressori si stava colà non senza timore che si ripetesse il tentativo. Da lettere di Firenze venute oggi e da voci che circolano questa sera pare vi sia luogo di credere seguito l’ingresso delle truppe austriache in Bologna, di dove dicesi essersi rifugiate a Firenze stessa varie persone compromesse.
Venerdì 11. — Oggi si è appurato che effettivamente il giorno 6 corrente le truppe Austriache si erano impadronite di Ferrara, e che dopo aver arrestati e condotti in qualche fortezza i membri di quel Comitato di governo, avevano ristabilito il governo pontificio e quindi porzione di esse truppe si era incamminata verso Ravenna e Bologna, di dove nulla ancora si sa di positivo, e se ne sta in grande aspettazione.
Il Cav. Scaccia, ingegnere ispettore delle strade nazionali e membro del Consiglio d’arte, si è ucciso da se stesso tagliandosi la gola con un rasoio. Egli era da qualche tempo, reso inabile all’esercizio delle sue incombenze ed a qualunque applicazione per replicati colpi apoplettici: si crede che il dispiacere di trovarsi in tale stato l’abbia indotto a questo atto di disperazione, di cui non si può presumere alcun’altra causa probabile. Oggi è incominciata a S. Gregorio l’esposizione del braccio di quel S. Pontefice, con indulgenza da durare tutta l’ottava della sua festa, che è domani. Il Papa vi è andato oggi.
Sabato 12. — Oggi si è saputo l’ingresso delle truppe austriache in Modena ove è rientrato anche il Duca. Di Bologna si sta sempre all’oscuro. Le ultime notizie di Rieti portano che pareva che i così detti Costituzionali si fossero ritirati sopra Terni, non cessando però il timore di nuovo attacco. Oggi dopo pranzo il Papa è andato a S. Maria in Trastevere accolto (come fu ieri) da infiniti applausi ed acclamazioni del popolo.
Domenica 13. — Nulla di nuovo di Bologna; ritardo che comincia a dar del pensiero.
Rieti par di nuovo minacciata dai rivoltosi, e perciò vi è stato mandato qualche rinforzo di gente e di artiglieria ed è stato tagliato il ponte sul Velino, ed un altro ponte dalla parte di Contigliano è stato minato per farlo saltare all’occorrenza.
Lunedì 14. — Niente di nuovo ancora da Bologna. Un corriere del Nunzio di Vienna ha recato lettera dell’Imperatore al Papa, in cui lo assicura degli ordini dati al general Frimont di avanzare nello Stato pontificio per ristabilirvi il governo ecc. Da Rieti pure nessuna notizia di altri tentativi. A ponte Salaro ed a ponte Nomentano sono stati posti dei cancelli ed un posto di carabinieri con un mortaro per dar segno in qualunque caso di avvicinamento di gente sospetta.
Giovedì 17. — Questa mattina non si è ricevuta neppure la corrispondenza dalla parte di Toscana, unica via che rimaneva libera; e si è saputo che essendosi un corpo di rivoltosi di circa 400 in 500 uomini formato da un tal Nuschi già ufficiale dei nostri carabinieri dalla parte di Perugia, avanzato sino a S. Lorenzo nuovo, il nostro corriere si cra arrestato ad Acquapendente. Si è saputo contemporaneamente che il generale Galassi si era già messo in marcia da Viterbo con circa 000 uomini, per attaccarli. Un forestiere giunto questa mattina ha deposto di aver sentito a Firenze l’ingresso delle truppe austriache in Bologna.
A Civitavecchia è giunto un Brik francese di 20 cannoni e circa 100 uomini di equipaggio.
Venerdì 18. — Questa mattina è arrivato il corriere ordinario ma senza la corrispondenza estera, atteso che il corriere che veniva da Firenze avendo inteso l’impedimento della strada si è fermato al confine della strada e si è fermato al confine toscano. Con tal mezzo si è saputo che il general Galassi attaccò ieri mattina i rivoltosi a S. Lorenzo e li discacciò da quel luogo, parendo che si siano ritirati dalla parte, onde eran venuti, cioè dal Tevere.
Sabato 19. — Neppure oggi è venuta la posta di Toscana dal che si arguisce che malgrado essere stati i rivoltosi scacciati da S. Lorenzo, la strada non sia libera. Intanto si sta perfettamente all’oscuro di ogni cosa.
Domenica 20. — Questa mattina è arrivato da Firenze l’ab. Rossi segretario di quel Nunzio da lui spedito non si sa a quale oggetto; la strada pare nel momento del tutto libera.
Questa sera è giunta per la via di Civitavecchia la corrispondenza di Toscana ed estera, che doveva giungere ieri; quella di giovedì resta ancora sospesa.
Lunedì 21. — Questa mattina l’ambasciatore di Austria ha ricevuta positiva notizia dal Generale Frimont, comandante l’armata austriaca in Italia, che oggi sarebbe entrato a Bologna e che contemporaneamente una, colonna si sarebbe diretta per la Toscana sopra Acquapendente, ed un’altra sopra Ancona.
La posta di Toscana non è venuta neanche oggi.
Martedì 22. — Si sta ancora in attenzione della posta di ieri che pare debba venire per mare come quella di sabato.
Giovedì 24. — Questa mattina l’ambasciatore d’Austria ha ricevuta la notizia del generale Frimont dell’ingresso delle truppe austriache in numero di 15000 uomini a Bologna il 21 corrente, senza resistenza alcuna, essendosi ritirate tutte le persone compromesse con tutto quello che ci era di forza armata, verso Forlì, conducendo seco il Card. Benvenuti.
Sabato 26. — Oggi si assicura che la piccola colonna di truppa austriaca, la quale si aspettava per la via di Siena ad Acquapendente, e per cui si erano già preparate le forniture, non verrà più, ma che resterà unita a quella che si dice venga per la via di Perugia.
Oggi si è veduto nel nostro Foglio il Proclama del generale Frimont relativo al suo ingresso negli stati pontificii, ed un altro del Cardinale Opizzoni arcivescovo di Bologna e legato a latere per le 4 Legazioni.
Pare che la maggior parte della truppa entrata in Bologna sia già in marcia per la Romagna diretta ad Ancona.
Domenica delle palme 27. — Pare che neppure per la parte di Perugia vengano più (almeno per ora) truppe austriache; cosa non buona per la nostra situazione.
Per ordine superiore la Trinità dei Pellegrini non farà quest’anno il ricevimento dei medesimi per la settimana santa.
Lunedì 28. — Oggi è arrivato il Segretario del Cardinal Benvenuti insieme col Cancelliere arcivescovile di Ancona (ove il Cardinal medesimo è stato trasportato da Bologna prima dell’ingresso delle truppe austriache) e in seguito di ciò si è sparsa la voce generale che esso cardinale abbia, colle facoltà già conferitegli di legato a latere, conchiusa una convenzione coi capi del governo delle provincie rivoltate. Quali siano le condizioni, si ignora per anco totalmente; si va solo dicendo che Sua Eminenza abbia largheggiato nelle condizioni medesime in modo da imbarazzare. Pare che gli Austriaci fossero a Fano: non si sa se dopo aver avuto qualche incontro colle forze dei rivoltosi ritiratisi da Bologna sotto il generale Zucchi. Oggi è arrivato in Roma il Colonnello Suthermann già comandante di Ancona, rilasciato finalmente dai rivoltosi, con qualche altro uffiziale e pochi soldati comuni. Monsignor Gazzoli, già pro-Legato di Forlì si sa che è stato pure rilasciato da Ancona, e che si tratteneva a Loreto.
Mercoledì 30. — Questa mattina alla Chiesa Nuova mentre un tal ab. Savioli, chierico beneficiato di S. Pietro, stava dicendo messa, un uomo gli si è scagliato addosso, e dopo averlo gettato in terra gli ha vibrati vari colpi di coltello nella faccia e verso la gola. Fortunatamente le ferite pare non siano mortali. Il feritore è stato arrestato poco fuori della Chiesa, e condotto, tra gli urli ed i clamori del popolo prima alla Gran Guardia a piazza Colonna e quindi al Governo11.
Da quanto si è sparso oggi nel pubblico si rileva che il Cardinale Benvenuti (dopo la sconfitta del corpo comandato dal generale Zucchi) abbia in Ancona ricevuta la commissione di membri colà rifugiati del governo centrale delle provincie insorte, già residente a Bologna e che abbia loro promessa una generale e completa amnistia, la manutenzione di tutti negl’impieghi e pensioni, e tutt’altro che godevano al momento della rivoluzione, impegnandosi anche di far sì che le truppe austriache sospendano ogni ulteriore avanzamento. In seguito di che sono state spedite delle circolari del così detto Ministero della guerra del cessato governo rivoluzionarlo a tutti i comandanti delle loro forze di mettersi sotto gli ordini Sua Eminenza e di chi sarà da essa delegato ecc. ecc. Il Sercognani ha notificato questa convenzione ai Comandanti delle truppe pontificie, invitandoli a cessare da ogni ostilità. Intanto pare che tutte le Marche siano in piena controrivoluzione, e richiamino il governo pontificio. Questo inaspettato e stranissimo passo del Cardinale Benvenuti ha fatta qui la più dispiacevole sensazione, com’era naturale, e questa sera si doveva tenere una Congregazione di Cardinali su tale emergente.
Giovedì santo 31. — Questa sera non si è fatta in nessuna chiesa la predica della Passione, e le chiese, ove era il Sepolcro sono state (almeno in gran parte) chiuse a notte. Oggi dopo pranzo è venuta staffetta da Ancona colla notizia dell’ingresso senza resistenza in quella piazza delle truppe austriache (le quali non pare siansi date per intese della convenzione col Cardinal Benvenuti) seguito il giorno 29. Quanto alla convenzione medesima sembra che di qui non si sia data alcuna risposta.
APRILE
Venerdì Santo 1. Oggi si è pubblicata colle stampe la notizia che a Spoleto una porzione della truppa di Sercognani ha deposte le armi e che il restante delle medesime ha evacuato ieri Terni, ed in seguito di ciò in ambedue i luoghi è stato ristabilito il governo pontificio.
Sabato 2. — Oggi si saputo che una banda di rivoltosi che aveva fatto parte del corpo di Zucchi (il quale si dice fuggito per mare da Sinigaglia) si è rivolta per la via del Furlo e di Foligno verso Perugia l’altro ieri, essendo fuggito Monsignor Ferri che ci aveva riprese le funzioni di Delegato, e che a grande stento si era potuto ottenere che si sciogliessero, e ne partissero deponendo, si dice, in parte le armi. Corre voce che il Card. Benvenuti abbia fatto sapere che le concessioni da lui fatte colla nota convenzione sono state estorte colla violenza e colle minaccie.
Domenica 3. — Si ha notizia da Ancona che il generale Zucchi sia stato sopraggiunto ed arrestato in mare dalla flottiglia austriaca, che è comparsa in quelle acque.
Lunedì 4. — Si è pubblicato un decreto della Congregazione degli studi, col quale si ordina che tutte le Università degli stati pontifici restino chiuse fino a nuovo ordine, e che tacciano similmente tutte le Accademie, niuna eccettuata. Vanno partendo per le loro rispettive residenze i Prelati Delegati; è già partito Monsig. Catani per Pesaro e questa notte parte Monsignor Soragna per Spoleto.
Mercoledì 6. — È uscito un Editto in nome immediatamente del Papa, in cui il S. Padre annuncia la cessazione della rivolta nelle provincie dello Stato, manifesta la sua Sovrana riconoscenza alla Maestà dell’Imperatore ed alle sue truppe, non meno che al popolo di Roma e delle provincie rimaste fedeli, e specialmente alla Guardia civica della capitale; nel tempo stesso esternando sentimenti di clemenza conciliabili colla giustizia, dichiara nulla la convenzione sottoscritta in Ancona dal Cardinal Benvenuti, come estorta colle minaccie ecc. a persona non libera, e di cui dal momento del suo arresto si intendevano cessate tutte le facoltà ecc.
Giovedì 7. — Circola qualche voce che a Monsignor Muzzarelli Uditore di Rota per Ferrara sia stato insinuato di non farsi vedere al Tribunale ed alle Cappelle, e si arriva a dire che possa avere una specie di arresto in casa; tutto ciò in seguito di opinioni troppo chiaramente manifestate sull’ultima rivoluzione delle provincie. Qual grado di verità abbiano queste voci non si può assicurare.
Venerdì 8. — Si sente che le truppe austriache, che erano venute sino a Tolentino, abbiano retroceduto; e si dice che si limiteranno all’occupazione delle Legazioni: di Ancona non si sa ben di sicuro. È stato deciso che tutti i militari, tanto soldati che ufficiali, che hanno avuto parte nella defezione, debbano essere considerati, gli ufficiali senza soldo e senza uniforme, e i soldati con una indennità, e coll’obbligo per tutti di ritornare alle loro case.
Martedì 12. — Si sente che a Macerata al ritirarsi delle truppe austriache, che si erano sin là inoltrate, si fossero manifestati nuovamente dei segni di rivolta, come coccarde, bandiere tricolori, canti patriottici ecc. In seguito di che vi sia stata della reazione per parte degli abitanti fedeli; qualcuno assicura che ci sia tornata truppa austriaca. Nei passati giorni è ripartito da Civitavecchia il Brik francese, che si trovava insieme con la Fregata, che vi era venuta in appresso; vi rimane un altro Brik.
Giovedì 14. — A Terni ed a Spoleto sono seguiti degli arresti di diverse persone implicate nell’ultima rivoluzione; non si sa bene se gli arrestati siano stati tradotti a Roma. Pare deciso che delle truppe austriache entrate nello Stato, non debbano rimanere che 4000 uomini a Bologna e 600 in Ancona.
Venerdì 15. — Oggi sono stati pubblicati due editti della Segreteria di Stato, con uno dei quali si crea una Commissione Civile, che risiederà in Ancona, destinata a conoscere i reati dei fautori, autori, promotori dell’estinta rivoluzione, che le verranno designati dalla Direzione generale di Polizia, come anche gl’impiedati che abbiano aderito o applaudito alla medesima con fatti, detti o scritti ecc. e si indicano quelli, a cui si accorda l’amnistia ecc. ecc. L’altra sarà Commissione Mililitare, che giudicherà similmente dei militari. L’altro editto prescrive il sistema riguardo agli atti civili o giudiziali provenienti dai governi illegittimi. Gli arrestati pare si siano estesi a molti paesi anche delle Marche.
Sabato 16. — Sono partiti il Tenente Colonnello Lazzarini e D. Sigismondo Ruspoli (fatto ora Tenente Colonnello) per Ancona, ad oggetto di riorganizzare la truppa, che colà si trova disciolta dopo la rivoluzione delle provincie.
Domenica 17. — Essendo arrivato sin dall’altro giorno il Sig. . . . . . a Roma in qualità di agente brittanico per intervenire al Congresso diplomatico che deve qui aprirsi tra i rappresentanti delle cinque potenze, cioè Francia, Austria, Inghilterra, Russia e Prussia, in seguito della discussione a cui ha dato luogo l’intervento dell’Austria per reprimere la rivolta delle provincie pontificie, questa mattina è stato a presentarsi al Papa.
Venerdì 22. — Ieri è partito Alfonso Ricci per Ancona all’oggetto di riordinare la truppa di cavalleria in quelle Provincie.
Venerdì 29. — L’illuminazione della città che sino dal carnevale scorso, in conseguenza delle circostanze, aveva cominciato a farsi cominciando dall’Ave Maria sino al giorno tutta la notte, da oggi in poi si è tornata a fare col solito metodo a norma del levar della luna.
MAGGIO
Lunedi 2. — Oggi è uscito editto di Segreteria di Stato contenente un’amnistia per gl’implicati nell’ultima rivoluzione delle Provincie, con diverse eccezioni e riserve12. La Commissione civile stabilita coll’altro editto del 14 Aprile, non risiederà più in Ancona ma in Roma. Con corriere venuto oggi si è saputa la morte del Re di Sardegna accaduta il 28 del mese scorso e l’avvenimento al trono del principe di Carignano.
Venerdì 6. — È stata deputata una Congregazione particolare composta dei Monsignori Cappelletti Governatore, Grimaldi Segretario di Consulta, Tosti, Ugolini e Clarelli, del Fiscale e dell’Assistente di Polizia, per giudicare i rei dei recenti tentativi, e atti di rivolta. Pare che tra pochi giorni saranno giudicati nove dei medesimi, tra i quali si trovano quelli che furono arrestati la sera del 12 Febbraio prossimo passato in Piazza Colonna.
Lunedì 9. — Ieri da una Congregazione particolare dì Prelati è stato giudicato l’Avv. Sabbatini Luogotenente criminale di Campidoglio, che era detenuto in Castello fino dal Gennaio 1830 per diverse accuse appostegli. Quale sia stato il giudizio ancora non si sa precisamente dovendosene fare la relazione al Papa.
Venerdì 13. — L’Avv. Sabbatini è ritornato alla sua abitazione in Campidoglio, ed ha ripreso l’esercizio della sua carica, ma non si sa precisamente il tenore del giudizio emesso a suo riguardo dalla Congregazione deputata.
Lunedì 16. — Questa mattina si è tenuta la Congregazione particolare per giudicare alcuni dei rei della tentata rivolta del decorso Febbraio; il risultato resta ignoto.
Martedì 24. — Si è saputo che le condanne emanate dalla Congregazione particolare contro i nove rei della rivolta del decorso Febbraio (quali condanne non si è penetrato quali siano state in origine) sono state modificate dal Papa con la seguente gradazione, cioè due alla detenzione per otto anni (e questi si crede fossero stati condannati alla pena capitale) tre alla detenzione per cinque anni (e tra questi il figlio del Dott. Lupi) uno per tre anni, e tre all’esilio. Sei di quelli condannati sono corsi, due oltramontani, ed un solo romano13.
GIUGNO
Venerdì 3, — Oggi si è saputo essere già stampata la Notificazione, con la quale si annunzia la destinazione di un Pro-Legato secolare in ciascuna delle tre legazioni di Bologna, Ravenna e Forlì, che governeranno con una consulta, i membri di cui avranno voce deliberativa. A Ferrara resta pro-Legato Monsignor Asquini, anch’esso però coi consultori.
Sabato 4. — È uscita Notificazione di Segreteria di Stato, colla quale, dopo molti elogi e ringraziamenti alla truppa civica, si riduce il servizio della medesima ad una guardia al mese, con facoltà a tutti di esentarsene pagando una leggiera tassa da fissarsi ecc. ecc. È uscita Notificazione della presidenza dell’armi, nella quale si annunzia che dovendosi aumentare di ottomila uomini la truppa pontificia, vengono autorizzate le persone oneste e civili a raccogliere reclute idonee celibi fornite dei dovuti requisiti, per essere arrolate, promettendosi un grado militare in proporzione del numero degli individui, che ciascuno presenterà nei luoghi indicati, da quello di Sottotenente fino a quello di Colonnello.
Martedì 14. — Domenica scorsa giunse a Civitavecchia un bastimento a vapore proveniente da Tolone in 42 ore dal quale sbarcò un ufficiale che, in gran diligenza, essendo venuto a Roma ha recato dei dispacci all’Ambasciatore di Francia. Tutti stanno in grande curiosità di sapere l’oggetto di questa spedizione, ma sinora niente si penetra.
Mercoledì 15. — Questa mattina nella Chiesa nazionale dello Spirito Santo a strada Giulia si è fatto il solenne funerale al defunto Re di Napoli. La paratura della Chiesa inventata e diretta da D. Antonio La Grua, che rappresenta una gran camera sepolcrale contenente i depositi di tutti i Sovrani predecessori, tutti di stile gotico (come pure il tumulo) ha generalmente incontrato.
Martedì 21. — Si è pubblicato un motu - proprio, col quale si stabilisce una cassa di ammortizzazione del Debito pubblico (già ordinata e non mai realizzata, nei pontificati precedenti) quale è affidata esclusivamente all’Amministrazione di una deputazione composta dai Duca di Zagarolo, di D. Alessandro Torlonia, del banchiere Valentini e del Conte Pianciani. Si ordina altresì la creazione di consolidati per la somma di 500000 scudi con invito a tutti i facoltosi di acquistarli al prezzo di scudi 100 per ogni cinque scudi di rendita ecc. ecc.
LUGLIO
Domenica 3. — Nella notte scorsa vi è stato un qualche allarme in seguito di rapporto fatto dal Sottotenente Fioravanti, il quale ha riferito al Barone Ancaiani comandante del Castello che ieri al giorno una tal persona passando in carrozza di là in compagnia del P. Theodoli Cassinese era scesa e lo aveva avvertito che nella notte una truppa di varie centinaia di persone si proponeva di assalire il Forte, ove per conseguenza sono state prese le necessarie precauzioni, e si sono fatte girare in quelle vicinanze delle pattuglie di cavalleria, senza che sia accaduto nulla. Interpellato il P. Theodoli oggi, ha deposto che passando egli per Castello con un tal Gescomilli, fu il Fioravanti che fermò il legno per dir qualche cosa indifferentissima a lui e che il Gescomilli in quel tempo non solo non aveva detto una parola, ma si era anzi ritirato. Fioravanti è stato messo in arresto.
Giovedì 7. — Oggi si è pubblicato un Editto di Segreteria di Stato sull’ordinamento amministrativo delle comunità e delle Provincie che in sostanza le rende molto meno, anzi quasi niente dipendenti dal Buon Governo e dai dicasteri di Roma14. Da due giorni si sono veduti moltissimi portoni, (tra i quali il nostro), e porte di case per la città segnate con dei numeri fatti col gesso.
Venerdì 8. — Ieri sera cagionò qualche timore ed apprensione un altro attruppamento di persone del basso popolo bastantemente numeroso, che girò per varie strade di Roma con gridi, fascine accese, banderole e due barilotti in luogo di tamburi e segnatamente per piazza di Venezia, il Gesù ecc.; il di cui oggetto era di festeggiare, si dice, il quinto matrimonio di una donna più che settuagenaria con un giovine di 23 anni.
Domenica 10. ~ Essendosi dal Governo avuti fondati indizi che gli autori dei segni ultimamente fatti alle porte delle abitazioni (anche nei piani superiori) sono stati alcuni forestieri che da qualche settimana giravano per tutte le case di Roma vendendo aghi; sono stati arrestati, ed è stato loro intimato di partire.
Lunedì 11. — Oggi è uscito un supplemento straordinario al Diario romano, in cui si riporta una circolare di tutti i ministri adunati in Roma in conferenza diplomatica diretta a tutti i rispettivi consoli residenti nello stato Pontificio, nella quale si incarica loro (in occasione della partenza delle truppe austriache da Bologna, che deve seguire il giorno 15 corrente) di far sentire altamente l’interesse che prendono tutte le potenze medesime di piena comune intelligenza all’integrità e indipendenza tanto interna che esterna della Sovranità del Papa, e per conseguenza i mali che attirerebbero sopra di loro quelli che tentassero dì turbare ecc. ecc. Nella stessa circolare. si fa menzione di una generale amnistia accordata dal S. Padre a tutti quelli che hanno avuto parte nelle passate rivolte, ad eccezione di alcuni pochi maggiormente compromessi ecc.
Martedì 12. — Oggi è uscita Notificazione di Monsignor Governatore, nella quale si annunzia che per evitare il disordine accaduto coll’attruppamento di Giovedì sera resta vietato 11 girare per la città dall’un’ora di notte sino al giorno chiaro in più di tre persone insieme non comprese le donne.
Mercoledì 13. Oggi si è pubblicato un proclama direttamente dal S. Padre diretto ai suoi sudditi delle quattro legazioni per esortarli alla quiete e sommissione in occasione della partenza delle truppe austriache da quelle provincia ecc. ecc. Con biglietto di Segreteria di Stato al Principe Altieri Senatore e comandante la truppa civica, spedito oggi, viene annunziata la cessazione di ogni servizio della truppa medesima che d’ora in poi non guarnirà più che il Campidoglio come prima delle ultime vicende. L’impianto viene conservato e gli ufficiali ritengono i gradi rispettivi e continueranno a fare per turno il servizio di piazza. La Guardia reale cominciò sino da Lunedì a montarsi dalla truppa di linea; la Gran guardia seguita ad essere montata dai così detti ausiliari.
Giovedì 14. — Essendosi vedute nelle due scorse sere delle comitive numerose di persone per il Corso caminare tre per tre quasi in ordinanza in derisione dell’ultima Notificazione del Governatore, questa sera il Corso era guarnito da molti carabinieri a piedi ed a cavallo, ed anche di pattuglie di cavalleria. (!)
Martedì 19. — Con spedizione venuta da Forlì si è saputo che una truppa di rivoltosi (appartenenti, per quanto si dice, alla truppa civica) avendo attaccate le poche guardie di polizia ivi esistenti, le ha disarmate ed arrestate, e In seguito ne ha fucilate due. A Rimini giorni sono l’avanguardia del corpo di truppa nostra di linea, che andava ad occupare quella città, fu pure minacciata in modo, che fu costretta a far fuoco; per il che rimasero alcune persone ferite.
Mercoledì 20. — L’atroce fatto di Forlì si assicura sia stato accompagnato da un Proclama enormemente sedizioso.
Giovedì 21. — Le notizie di Romagna non fanno che conservare sempre più lo spirito di rivolta che regna in quei paesi.
Venerdì 22. — Nella notte scorsa si sono fatti degli arresti di diverse persone, tra le quali un figliastro del locandiere Martignoni, un figlio di un curiale De Angelis, uno, chi dice familiare, chi nipote di Monsignor Mazzarelli, ed altri soggetti piuttosto oscuri.
Sabato 23. — Anche nella notte passata sono seguiti gli arresti. Da ieri in qua si sono vedute prendere delle precauzioni straordinarie intorno al palazzo di Monte Cavallo, ove è stato murato il portone della panetteria ed alcune finestre di quella parte.
Lunedì 28. — È voce generale che gli arresti seguiti nei giorni scorsi siano stati motivati dalla scoperta di una cospirazione che tendeva ad assalire il Palazzo Pontificio del Quirinale. Si parla dì un cannone di legno che è stato ritrovato nell’atto di lavorarsi da un facocchio per ordine di un tale ingegnere Pugilli, che è stato arrestato, come pure il Dottor Riccardi medico, ed un tal Napulioni.
Martedì 26. — Oggi è cominciato un triduo nella Chiesa dell’Anima con indulgenza per implorare la cessazione del flagello del Cholera, che ha penetrato in qualche parte degli Stati dell’Imperatore.
AGOSTO
Mercoledì 3. — Fino da ieri si ebbe notizia dell’arrivo a Civitavecchia di una goletta austriaca, che conduce 40 persone di quelle che furono arrestate nell’Adriatico e condotte a Venezia dal Generale Zucchi, e vengono ora per profittare dell’amnistia. Si assicura essere stato loro intimato di sottoscrivere la prescritta dichiarazione prima di essere ammessi, facendo però la contumacia di 40 giorni, avendo toccate le coste della Dalmazia sospette di cholera.
Lunedi 29. — Oggi si sono incominciati in molte Chiese a ciò destinate gli esercizi spirituali con indulgenza in forma di Giubbileo, che dovranno continuare fino alla festa della Natività diretto ad implorare il divino aiuto nelle correnti necessità e segnatamente per l’allontanamento del flagello del cholera.
SETTEMBRE
Giovedì 1. — Fino da ieri sono giunti in Roma sei sedicenti Deputati delle tre Legazioni di Bologna, Forlì e Ravenna per presentare al Governo i loro reclami che pretendono tendersi a far cessare lo Stato di vera anarchia, in cui si trovano quelle Provincie, Questa mattina sono andati isolatamente l’uno dopo l’altro (non essendo com’è naturale riconosciuti come Deputazione) dal Cardinal Segretario di Stato.
Sabato 14. — Oggi il nostro Diario ha portato il tenore della Bolla del Papa accennata l’altro giorno, insieme colla notizia della presentazione delle credenziali del marchese Labradio.
OTTOBRE
Giovedì 13. — Oggi si è pubblicato un Editto di Segreteria di Stato con cui si annunzia, per riparare la disastrosa situazione dell’Erario, la vendita di tutti i Canoni e beni, che ancora rimangono di libera proprietà della Camera, e la ripristinazione del quarto della Dativa reale diminuito nel 1825, cominciando dal corrente bimestre di Settembre e Ottobre sino a nuovo ordine.
NOVEMBRE
Mercoledì 9, — In questi giorni è stato pubblicato per organo della Segreteria di Stato il nuovo Regolamento organico di procedura criminale ed è stato pure di nuovo pubblicato colle stampe, con qualche variazione, il regolamento di procedura civile già emanato sotto Pio VII da aver effetto il primo al cominciare del nuovo anno, il secondo ai 21 del corrente mese, epoca in cui si apriranno i tribunali.
DICEMBRE
Giovedì 8. — Oggi si è pubblicato stampato (benché datato dal primo Settembre prossimo passato) il breve di erezione del nuovo ordine di S. Gregorio che è diviso in 4 classi, cioè di Gran Croci di prima e seconda classe, di Commendatori e di Cavalieri. La decorazione di tutte le classi porta da una parte l’imagine di S. Gregorio Papa in smalto rosso, e dall’altra l’iscrizione Pro Deo et Principe. Il nastro rosso e giallo. Già da qualche mese la gran decorazione in brillanti era stata conferita al Generale Frimont, all’Ambasciatore d’Austria ecc.; ora l’hanno avuta il Senatore come comandante la truppa civica, il Principe di Palestina come comandante la Guardia nobile; e quella di Commendatore gli altri comandanti di cnrpi ed anche i Colonnelli della truppa civica, tra ì quali Mondino, che l’ha ricevuta questa mattina. Pare che l’oggetto sia di premiare la fedeltà ed i servigi prestati nelle ultime vicende.
Venerdì 16. — Oggi è stata affissa Notificazione di Segreteria di Stato colla quale si annulla un editto del pro -Legato di Bologna, che ha sospesa l’esecuzione dei nuovi Regolamenti giudiziari, di qua prescritti e riattivati i metodi anteriori; e si dichiara che se per il giorno 21 corrente non saranno messi in vigore i suddetti Regolamenti, il Tribunale di appello di Bologna sarà trasferito a Ferrara e si dichiarano parimenti nulli tutti gli atti, decreti e sentenze, che emanassero da qualunque giudice e tribunale non istituito dai medesimi regolamenti,
Note
- ↑ Il diritto d’esclusiva o di veto nell’elezione de’ Papi spettava per consuetudine antichissima ai soli Imperatori d’Austria ed ai Re di Francia; i Re di Spagna ebbero questo privilegio molto tardi.
- ↑ Confr. Emilio Del Cerro — Roma che ride — pag. 243-44.
- ↑ Si era sparsa la voce che alcuni congiurati volessero impadronirsi del Governatore
- ↑ Confr. Emilio Del Cerro Cospirazioni Romane pag. 144 - 163.
- ↑ Quest’incitamento alla guerra civile può trovare una scusa nell’inettitudine delle Autorità e nella paura eccezionale che aveva in quei giorni offuscata la mente dei poveri governanti.
- ↑ Ogni qualvolta c’incontriamo con soli nomi di persona, dobbiamo sempre intendere persone della famiglia Chigi.
- ↑ Confr. E. Del Cerro Cospirazioni romane l. c.
- ↑ Su questo fatto corse in quei giorni per le mani di tutti una gustosissima pasquinata.
- ↑ Gregorio XVI temeva questi arrabbiati Sanfedisti non meno che i Carbonari; quando li vide accorrere così numerosi al suo appello, in difesa del Trono e dell’Altare, come D. Abbondio, si pentì d’averli chiamati.
- ↑ Erano semplici versi. Confr. E. Del Cerro Cospir. Rom. pag. 162.
- ↑ L’uccisore era un inserviente di S. Spirito: confr. Silvagni: lib. cit. vol. 3° pag. 362.
- ↑ Uno dei riservati fu Terenzio Mamiani; del resto l’indulto non preservò alcuno dalla fastidiosa sorveglianza e dalle vessazioni della polizia.
- ↑ Confr. Silvagni lib. cit. vol. 3° pag. 380. — E. Del Cerro Cospir. Rom. pag. 158-63.
- ↑ In realtà quest’editto non dette ai Comuni autonomia alcuna.