Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1832

Anno 1832

../Anno 1831 ../Anno 1833 IncludiIntestazione 20 novembre 2020 75% Da definire

Anno 1831 Anno 1833

[p. 108 modifica]

1832

GENNAIO


Sabato 14. — Questa mattina nella Cappella Pontificia si è fatto il funerale al defunto Re di Sardegna; l’orazione funebre è stata fatta dal Marchese Pallavicini dì Genova, accademico ecclesiastico che va a mettersi in prelatura. Sul nostro Diario di oggi si è letta una nota Ufficiale della Segreteria di Stato ai Ministri di Austria, Francia, Prussia e Russia con cui ai partecipa la risoluzione di far entrare le truppe pontificie nelle Legazioni per sostenere e ripristinare l’autorità del governo non più apprezzata colà dall’epoca della partenza delle truppe austriache contando in caso di resistenza sull’appoggio delle qnattro medesime Potenze ecc. ecc. Le risposte rispettive dei ministri, che concordemente riconoscono la piena giustizia della misura annunziata, disapprovano altamente la condotta di quelle Provincie, che riguardano assolutamente come sediziosa, e promettono aiuto e cooperazione in caso di rifiuto della sommissione piena e non condizionata ecc. In fine il manifesto che annunzia l’ingresso delle nostre truppe sotto la direzione del Card. Albani, dichiarato commissario pontificio.

Sabato 21. Grande aspettativa delle nuove di Romagna, sapendosi che le nostre truppe devono essersi messe in marcia da Rimini il giorno 19.

Domenica 22. — Oggi è giunto corriere spedito dal Cardinale Albani colle notizie che venerdì mattina le nostre truppe attaccarono la posizione, che i rivoltosi bolognesi e romagnoli avevano occupata in numero di qualche migliaio, con uno o due cannoni, avanti Cesena e che dopo circa due ore di combattimento, se ne erano impadroniti, come della città: che si avanzavano verso Forlì. Le perdite dei nostri si sa ascendere a 4 morti e 27 feriti fra i quali il tenente Bucci dei dragoni.

Martedì 24. — Oggi si è pubblicato un altro foglietto straordinario contenente qualche dettaglio del combattimento di Cesena, niente di nuovo di più.

Mercoledì 25, — Oggi si è reso pubblico altro biglietto stampato, da cui risulta che le nostre truppe entrarono il giorno 21 a Forlì senza resistenza, ma che dopo entrate essendosi [p. 109 modifica]sentito un colpo di fucile, la truppa, senza attender ordine, aveva fatto fuoco, e che vi erano perciò stati più di venti morti; ma che era stato riparato, per quanto era stato possibile, tanto del comandante, quanto del Card. Albani, avanti al di cui arrivo era seguito il fatto. Altra versione porta che dopo l’indosso delle truppe, fossero esse assalite dai faziosi, che facevano fuoco dalle case, e che ci sia stata molta perdita dei nostri, che per altro erano rimasti padroni di Forlì.

Giovedì 26. — Un altro bollettino stampato oggi pare che indichi essere stato il disgraziato affare di Forlì cagionato da cattive intenzioni. Si sente altronde che il Cardinale Opizzoni era giunto a Forlì, e pareva, recando annunzio di buone disposizioni di Bologna e ricevere la truppa pontificia, dopo essersene allontanati i capi faziosi più esaltati.

Sabato. 28. — Da un articolo pubblicato oggi nel nostro diario risulta che il fatto di Forlì è stato conseguenza di un tradimento macchinato dai rivoltosi contro la nostra truppa, che per evitarlo dovè ricorrere alla forza. Da tutte le notizie poi si rileva che il Card, Albani vedendo la necessità di dover lasciar forti guarnigioni nei paesi che ha occupati, il che va a diminuire notabilmente la forza della truppa, ha spedito alle truppe austriache per farle entrare a Bologna il che andava a seguire a momenti.

Domenica 29. — E uscito altro bollettino, in cui assicurava positivamente la chiamata delle truppe austriache in seguito al fatto di Forlì, e per evitare la guerra civile, e che esse si aspettavano a Faenza il giorno 26; si annunzia parimente l’avanzamento del colonnello Zamboni a Lugo.

Lunedì 30. — Le lettere venute colla posta di oggi annunziano che un corpo di truppe austriache è entrato a Forlì, facendo un lungo giro senza aver toccato Bologna.


FEBBRAIO


Mercoledì 1. — Oggi nel diario è stato annunziato l’ingresso delle truppe austriache e pontificie in Bologna il giorno 28 del caduto (previo il disarmamento ordinato dal Card. Albani) sotto il comando del Generale in capo Radetzky. Una porzione delle stesse truppe austriache era tornata negli stati di Modena [p. 110 modifica]e di Parma, e il generale in capo si disponeva a ripartire per Milano il giorno 30. Il cardinale Albani doveva essere a Bologna il giorno 28.

Giovedì 2. — Oggi in tutte le chiese patriarcali e quelle dedicate alla Madonna si è. cantato, per ordine superiore il Te Deum in ringraziamento del ristabilimento dell’autorità pontificia nelle provincie rivoltate.

Lunedì 6. — E uscito un motuproprio pontificio sulla erezione della Legazione di Velletri, che vien formata nella maggior parte da paesi smembrati dalla Delegazione di Frosinone e da qualcuno della Comarca di Roma, che cede pur qualche cosa alla Delegazione di Frosinone.

Sabato 11. — Si è saputo oggi che a Ravenna, ove erano entrate le sole truppe pontificie sotto il comando del colonnello Zamboni, è succeduto del sussurro forte e che è rimasto ferito mortalmente un uffiziale nostro; in seguito di che erano state chiamate colà le truppe austriache.

Martedì 14. — Si parla da qualche giorno di una nota presentata dall’Ambasciatore di Francia, nella quale (dicesi) si minaccia l’occupazione, chi dice di Ancona, chi di Civitavecchia da truppe Francesi, qualora le Austriache non si ritirino dallo stato pontificio.

Venerdì 17. — Dopo l’arrivo di un corriere giunto ieri all’ambasciata di Francia sono cresciute infinitamente le voci del prossimo sbarco di truppe francesi ad Ancona, e vi è chi pretende che si sappia esser partita, da Tolone la flottiglia con 1500 uomini per quella direzione.

Lunedì 20. — Si sente da Napoli esser colà giunta per telegramma la notizia che ima flottiglia francese, composta di tre legni da guerra, aveva passato il faro; probabilmente diretta ad Ancona.

Sabato 25. — Si è saputo da Ancona che nella notte di Mercoledì venendo giovedì le truppe francesi in numero, si dice, di 2000 uomini sbarcati in quel porto, s’introdussero improvvisamente in città sfasciando una porta e recatisi, dopo essersi impadroniti di tutti i posti, all’abitazione del colonnello Lazzarini comandante e nel suo rifiuto di cedere la piazza lo ritennero prigioniero. Contemporaneamente presentatisi alla [p. 111 modifica]fortezza fu questa loro ceduta dal comandante della medesima Ruspoli, colle condizioni, si dice, di fare il servizio promiscuamente colla truppa pontifìcia, e che ci restassero inalberate le due bandiere. Il generale francese si è recato a Roma ed essendosi presentato dal Segretario di Stato, si assicura che questi non l’ha voluto ricevere, e che è ripartito subito per Ancona. Si assicura pure che il medesimo Segretario di Stato abbia comunicato uffizialmente l’accaduto a tutto il corpo diplomatico. Grande è la sensazione che hanno prodotto queste notizie.

Domenica. z6. — Si sente che i Francesi oltre Ancona abbiano occupato ancora il Porto di Recanati e quello di Fermo. Varie spedizioni di corrieri si sono fatte tra ieri e oggi dai ministri esteri alle loro rispettive corti. Pare che si teme imminente uno sbarco anche a Civitavecchia e unificandosi si comincia a far la questione, se con tal vicinanza e coli’ esempio dell’accaduto in Ancona, il Papa resterà in Roma.


MARZO


Giovedì 1. — Si è avuto un proclama stampato dal generale francese Cubières comandante in Ancona, pieno di belle ed amichevoli espressioni.

Domenica 11. — Il diplomatico inglese giunto l’altro ieri ha avuto oggi una conferenza col Cardinale Segretario di Stato.

Lunedì 12. — Oggi a tutti quelli, che sono andati a prendere le lettere alla posta, è stato annunziato che del venturo ordinario in poi non si davano più i fogli di Francia. Si dice che la proibizione si estende a tutti i fogli non italiani.

Mercoledì 14. — Questa mattina sono andato con Checco a vedere l’esposizione dei quadri e sculture che si fa annualmente dalle società degli amici delle Belle Arti, quale esposizione, non essendosi potuto avere il locale solito in Campidoglio, che il Senatore accordava a quest’effetto, per trovarsi attualmente occupato dal suo tribunale, si è fatta quest’anno in una casa nella strada di Ripetta incontro alla legnara1. Le opere esposte sono di una grande mediocrità.

[p. 112 modifica]

Giovedì 15. — Si sente da Ancona che ci sono sbarcati altri 450 uomini di truppe francesi, compresi degli artiglieri con 4 cannoni e qualche obice.

Venerdì 16. — Nella notte scorsa si sono presentati a Porta Cavalleggieri sei o sette militari francesi provenienti da Civitavecchia, ove li ha sbarcati un legno a vapore, senza presentare passaporti e neppur voler dare il nome; sono entrati, ed oggi, dopo aver parlato coll’ambasciatore di Francia, hanno girato vedendo Roma. Si dice che vadano a Ancona.

Sabato 17. — Si è avuta notizia di Bologna, che essendosi colà portato un piccolo corpo di truppa pontificia di 2 o 3 cento uomini col colonnello Zamboni alla testa, fu ricevuto da un numeroso attruppamento all’ingresso con tutti i possibili insulti (benchè scortato dalla truppa tedesta) ed il colonnello Zamboni fu ferito in testa da due colpi di pietra, per i quali cadde da cavallo, ed in seguito l’attruppamento si diresse alla caserma, ove era acquartierata la truppa pontificia, minacciando di darvi fuoco; onde in fine la truppa stessa dovè far fuoco contro la moltitudine, essendo rimasti alcuni feriti, e, ci è chi dice, qualcuno ucciso. Gli ufficiali francesi giunti ieri notte sono ripartiti per Civitavecchia, e non più per Ancona, come si diceva.

Martedì 20. — Si sente che a Fossombrone sia accaduta una rivolta, innalzata la bandiera tricolore, e bruciato lo stemma pontificio. Si dà per certo che 6000 uomini di truppa austriaca siano nuovamente entrati nelle Legazioni, e che vadano ad avanzarsi sino a Pesaro.

Giovedì 22. — Le truppe austriache sono poi effettivamente entrate a Pesaro e si dice che debbano aumentare di numero. Si sta in attenzione di ciò che siano per fare i francesi in conseguenza di ciò. Questa mattina l’Ambasciatore di Francia è andato all’udienza del Papa, e si dice che sia stato latore di una lettera autografa del suo Re.


APRILE


Lunedì 9. — Colla posta di oggi si sono avute pienissime conferme della manifestazione del colera a Parigi.

Mercoledì 18. — L’ultime notizie di Ancona portano, che stavano per imbarcarsi le truppe francesi della seconda [p. 113 modifica]spedizione, rimanendo quella della prima unicamente ed esclusivamente nel forte, restituendo tutti gli oggetti presi, che erano proprietà del governo pontificio; i liberali così detti, che si erano adunati in gran numero in Ancona, s’imbarcheranno anch’essi coi Francesi, la città sarà presidiata dai carabinieri pontifici, dei quali partirà di qui stanotte un forte distaccamento. Si dice poi che in Ancona vi sarà un pro -Legato secolare. Tutto questo pare sia conseguenza di una convenzione.

Giovedì 26. — Oggi, in seguito di permesso da me domandato al cardinale Segretario di Stato ed ottenuto, ho ricominciato a ricevere dalla posta il Journal des Debats.


MAGGIO


Venerdì 25. — Si sente da Ancona che il gonfaloniere di quella città per nome Bordoni è stato proditoriamente ucciso di notte con vari colpi di pugnale: v’è chi aggiunge essere anche stati feriti due preti.

Martedì 29. — Ieri si adunò il consiglio di guerra per giudicare D. Sigismondo Ruspoli riguardo alla capitolazione da lui fatta colla truppa francese per la fortezza di Ancona. La decisione resta sin qui nel più alto segreto. Nella notte di Sabato e Domenica scorsa fu gettato dal mare sulla spiaggia di Palo verso Maccarese un grossissimo pesce cetaceo già morto, quale non si sa bene se sia balena o di altra specie.

Mercoledì 30. — Ad Ancona dopo il gonfaloniere è stato ucciso nello stesso modo un commissario di polizia per nome Magolotti. Lo spirito d’insurrezione, che varii giorni fa erasi manifestato fra i lavoranti di campagna della tenuta di Torrimpietra ed altri di quelle parti, col motivo della cattiva qualità del pane, che loro si dava dal Merolli affittuario di Torrimpietra (e che realmente fu riconosciuto pessimo oltre ogni credere), ieri ed oggi si è riprodotto nelle tenute di Lunghezza, Pantano e Terranova pure tra i bifolchi, i quali pretendono con violenza aumento di salario oltre il convenuto, e riuniti in qualche numero minacciavano, dicesi, anche di venire a Roma. Si crede di sapere che qualche emissario istigatore abbia percorsa la campagna eccitando questa gente ad ammutinarsi.

Giovedì 31. — Questa mattina circa le sei di Francia il [p. 114 modifica]Papa da S. Pietro è venuto a Monte Cavallo, di dove verso le nove di Francia è partito per andare a S. Giovanni a prendere il possesso ed assistere alla cappella. Egli è andato colla vecchia stufa e col treno del semipubblico, col Maggiordomo e Maestro di Camera nella sua carrozza senza nessuno a cavallo fuori dei soliti. Il Senato romano (per cui non era stato eretto il padiglione, come negli ultimi possessi) ha aspettato l’arrivo del Papa dentro il portone del palazzo lateranense vicino alla facciata, dì dove è uscito per fare il suo complimento. Nel portico il Papa ha ricevuto il solito omaggio, e le chiavi dal Capitolo, e quindi passato in chiosa si sono dette le preci proprie di tal funzione, cantandosi poi la messa; dopo la quale ha data la benedizione dalla loggia. Questa mattina sino a dopo la funzione è stato interdetto l’ingresso da tutte le parti della città a tutti i così detti Burrini, per timore dì qualche insolenza per parte loro.


GIUGNO


Mercoledì 6. — Due staffette giunsero ieri, ed una oggi da Ancona. Per quanto confusamente si dice, pare che le truppe pontificie, quali di pieno concerto col comando Francese dovevano entrare in quella città, non vi sono entrate per avere i faziosi, che da tanto tempo signoreggiano, eretto, si dice, un governo costituzionale, aiutati, si pretende, o da parte, o da tutta la truppa francese ivi stanziata, in conseguenza di che il comandante lo truppe nostre Lorini richiese istruzioni sulla condotta, che dovrà tenere.

Giovedì 7. — Ad Ancona non pare sia seguita un’effettiva proclamazione di governo indipendente, ma poco meno: si conferma che la nostra truppa non vi è entrata.

Domenica 10. Pentecoste. — Si è resa pubblica la sentenza del consiglio dì guerra riguardo D. Sigismondo Ruspoli per la capitolazione della fortezza di Ancona. Il medesimo è condannato a retrocedere di un grado, cioè da tenente colonnello a maggiore. Si dice che la sentenza in origine portasse l’inabilitazione a qualunque comando, e la collocazione alla coda di tutti i maggiori, ma che il Papa abbia tolte queste clausole aggravanti.

[p. 115 modifica]Venerdì 15. — Con un corriere giunto ieri sera all’ambasciatore di Francia si è avuta la notizia di una gran sommossa, seguita a Parigi i giorni sei e sette corrente. Pare che il governo attuale dopo sanguinosi combattimenti abbia prevalso contro i partiti repubblicano e realista, che si dice fossero uniti.

Giovedì 21. — Questa mattina si è veduta affissa per tutta Roma una bolla di scomunica contro tutti quei sudditi pontificii, che specialmente in Ancona ed in qualunque altro luogo dello Stato hanno attentato ed attentano contro la sovranità della S. Sede, i diritti della Chiesa, immanità ecclesiastiche ecc. ecc.

Mercoledì 22. — Questa mattina vi è stato del sussurro per parte dei scolari della facoltà legale, le di cui lezioni in quest’anno, che è stata chiusa la Sapienza, si sono date nel già convento della Pace. Siccome il governo aveva preveduto che quei giovani si erano proposti di commettere oggi, che era l’ultimo giorno di lezione, delle insolenze, come di schiodare i banchi ecc. ecc.; aveva ordinato che si facesse vacanza. O che alcuno dei professori non avesse ricevuto in tempo l’avviso, o che gli scolari siano riusciti ad introdursi nel locale, è convenuto impiegare i carabinieri per farli uscire, non senza qualche specie di resistenza, essendosi poi dissipati dopo qualche tempo.

Sabato 30. — Ieri sera circa le 2 dopo mezzanotte seguì in piazza Colonna e precisamente da un lato del nostro portone, l’esplosione di due così detti petardi, uno più grosso e l’altro meno.


AGOSTO


Mercoledì 22. — Si assicura essere stato conchiuso con Rothscild dal nostro governo un nuovo imprestito di tre milioni di scudi nominali al saggio di scudi 71 per ogni 5 scudi di rendita2.


SETTEMBRE


Martedì 4. — Sono tornati da Parigi i tre medici Meli, Lupi (figlio) e Cappelli che il governo aveva spediti per osservare la malattia del cholera.

[p. 116 modifica]Venerdì 7. — Questa mattina si è adunato il consiglio di guerra nominato per giudicare il Colonnello Lazzarini, già comandante in Ancona all’epoca dell’occupazione francese; la sentenza non si conosce.

Lunedì 24. — Oggi è stato pubblicato ed affisso un nuovo Regolamento sulla legislazione penale, quale pare debba esser seguito da altre disposizioni nella stessa materia. Si dice che in genere le pene vengano notabilmente mitigate.


DECEMBRE


Sabato 29. — Oggi è stato pubblicato Editto del Segretario di Stato, con cui, atteso lo sbilancio ed il vuoto dell’erario, si accresce il dazio del sale e del macinato al saggio, a cui era prima delle ultime diminuzioni, si aumenta la tassa delle lettere e si ripristina il gravissimo registro proporzionale, come era stato fissato nel 1816.

Domenica 30. — Si assicura che nella notte scorsa si sono trovate per Roma delle coccarde tricolori, ed anche qualche scritto incendiario.


Note

  1. La Legnara ora demolita, si trovava ove ora è l’Istituto di Belle arti (Ferro di cavallo).
  2. Confr. Emilio Del CerroRoma che ride pag. 259.