Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831/Dialogo quarto
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Dialogo quarto
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DIALOGO QUARTO.
IL MONDO, LA GUERRA, LA MODERAZIONE E LA LEGITTIMITÀ.
- Il Mondo
- Sono più mesi che batto, e costei ancora non ode. E pure per il solito il più piccolo fiato basta a destarla. Guerra, Guerra, alzatevi, che non ci è tempo da perdere.
- La Guerra
- Andate e lasciatemi in pace. Per basco ci vuole un poco di discrezione. Fatico i secoli intieri senza pigliare respiro; adesso che le cose del Mondo sono accomodate si può lasciarmi riposare un momento.
- Il Mondo
- Signora no, non si può. Dopo il giorno del giudizio riposerete con tutto il vostro comodo, ma per ora venite fuori e non perdete tempo.
- La Guerra
- Eccomi dunque. Chi è che mi domanda?
- Il Mondo
- Vi domando io che sono il Mondo, e ho bisogno grandissimo di voi.
- La Guerra
- Oh questa è bella davvero! Si dice sempre che la Guerra è la rovina del Mondo, e adesso il Mondo viene a domandar ajuto alla Guerra.
- Il Mondo
- Cosa volete farci? Un povero ammalato bisogna che per guarire ricorra ancora al veleno.
- La Guerra
- Vi sentite poco bene?
- Il Mondo
- Altro che poco bene. Sono rovinato, sgangherato e sbudellato peggio di prima.
- La Guerra
- Chi vi ha precipitato così in un momento?
- Il Mondo
- La Rivoluzione.
- La Guerra
- Canchero! Colei è capace di tutto e fa più essa in un giorno, che la Guerra in dieci anni. Dite un poco; dove si è mostrata quella carogna?
- Il Mondo
Prima in Francia secondo il solito, e di là ha corso come un fulmine per quasi tutta l’Europa. Il Belgio si è rivoltato; la Polonia si è rivoltata; la Svizzera, la Sassonia, e così tanti principati della Germania. Figuratevi; anche quei bardassi d’Italia si sono inviperiti. Modena ha fatto la rivoluzione, Parma ha fatto la rivoluzione, e fino i biricchini di Bologna hanno fatto la rivoluzione.
- La Guerra
- Cosa mi dite mai? Quando è così conosco che fra poco dovrò mettermi in moto.
- Il Mondo
- Fra poco! Anzi subito e senza perdere neppure un momento. Le rivoluzioni sono come le fiamme alle quali non si deve accordare il tempo di dilatarsi. Se date tempo al fuoco è finita, e va in cenere tutta la casa. Adesso i francesi ribelli sono ancora incerti e sbalorditi dal loro stesso delitto, e i francesi buoni e fedeli al loro legittimo re sono apparecchiati a sostenerne i diritti; le armate, i governi e le amministrazioni sono per la maggiore parte in mano dei partitanti di Carlo, e in fine tutta la Francia è sdegnata contro la prepotenza di pochi scellerati o pazzi che si arrogano il diritto di disporre di lei e fanno di tutto per subissarla di nuovo nel precipizio. Se però non si accorre presto al rimedio il governo rivoluzionario prenderà consistenza, gl’impieghi militari e civili passeranno tutti in mano dei ribelli, i partigiani del re legittimo saranno scoraggiti o corrotti, la Francia per amore o per forza si anderà accomodando col nuovo ordine di cose, e la rivoluzione, che si può soffocare con poco adesso che è bambina, acquisterà vigore, e non si potrà soggiogarla mai più, ovvero si potrà solo con un altro mare di sangue.
- La Guerra
- Dite bene.
- Il Mondo
Inoltre sapete bene che non si può fare la guerra nè sostenere il governo senza quattrini, e la Francia in questi primi momenti deve essere necessariamente spiantata. La Rivoluzione mette paura a chiunque ha denaro, e gli uomini di tutti i partiti si accordano tacitamente a nasconderlo e metterlo in sicuro. Con questo si arena il commercio, decade il credito, svanisce la fiducia, e oggi la Francia non troverebbe il prestito di uno scudo neppure se dasse in pegno la bandiera di tre colori. L’altra rivoluzione si sostenne a forza di carte chiamate assegnati, i quali, bene o male, ebbero un fondo nella massa smisurata dei beni nazionali che vennero tutti venduti. Oggi i beni nazionali non ci sono più, e la moneta di carta servirebbe solamente per incartare il caviale. Bisogna dunque dare addosso alla Francia finchè è povera e screditata, e non lasciarle tempo di rimettersi in gambe.
- La Guerra
- Dite bene.
- Il Mondo
- In fine la Rivoluzione assomiglia al peccato, il quale al primo aspetto viene abborrito da tutti per la sua naturale deformità, ma se in luogo di combatterlo si comincia a prenderne confidenza, si finisce coll’essere peccatori. La prima rivoluzione della Francia quando incominciò non aveva un partigiano in tutta la mia giurisdizione; i francesi erano detestati da tutti, e per impaurire i fanciulli si nominavano i francesi in vece dell’Orco e della Befana. Bel bello s’incominciarono a guastare le teste, lo spirito della rivoluzione mi entrò in tutti i buchi, e voi sapete quanto avete avuto da fare per accomodarmi le ossa. Anche adesso la più grande e la miglior parte di quelli che mi passeggiano sulla groppa è indispettita contro questo nuovo attentato, desidera con tutto il cuore che venga subito represso; ma se si perde il tempo, i francesi soffieranno la peste della libertà in tutti gli angoli della terra, sedurranno con la licenza, con le promesse e con le menzogne una gran parte degli uomini, e in fine una metà del mondo dovrà combattere contro l’altrà metà del mondo.
- La Guerra
- Dite benissimo, e non ci è tempo da perdere. Vado a mettermi gli stivali e sono subito con voi.
- La Moderazione
- Fermatevi, e non vi movete.
- Il Mondo
- Cosa volete?
- La Guerra
- Chi siete?
- La Moderazione
- Io sono la Moderazione.
- La Guerra
- Ed io che sono la Guerra non ho avuto mai che fare con voi. Addio.
- La Moderazione
- Fermatevi, vi dico, perchè sono spedita dalle autorità superiori.
- Il Mondo
- Da chi siete spedita?
- La Moderazione
- Dalle potenze alleate.
- La Guerra
- Ho capito; vi hanno mandato a sollecitarmi. So tutto, e vengo immediatamente a servirle.
- La Moderazione
- Tutto al contrario vi dico, e voi non dovete muovervi, perchè non ci è più la guerra.
- La Guerra
- No!
- Il Mondo
- Come no?
- La Moderazione
- Sì signore, non ci è più guerra, e voi signora Guerra siete fuori di servizio.
- La Guerra
- Forse la Rivoluzione ha dato addietro?
- La Moderazione
- Oibò.
- Il Mondo
- Carlo X è tornato sul trono?
- La Moderazione
- Neppure.
- Il Mondo
- Il re di Olanda ha ricuperato il Belgio?
- La Guerra
- La Polonia si è sottomessa?
- Il Mondo
- La causa di tutti i principi è assicurata?
- La Guerra
- Le cose del Mondo sono accomodate?
- La Moderazione
- Niente affatto di tutto questo. La Rivoluzione è più temeraria di prima, i ribelli trionfano in tutte le parti, la causa dei re sta in bilico minacciata sempre di precipizio, e le cose del Mondo camminano a rotta di collo. Con tutto ciò i sovrani non possono fare la guerra.
- Il Mondo
- E perchè non la possono fare?
- Moderazione
- Perchè glielo ha proibito il non intervento.
- La Guerra
- Chi è questo coglioncello che pretende di legare la mani ai re, e di tenere sottosopra il mondo?
- La Moderazione
Parlate con rispetto, perchè è un personaggio di riguardo.
- Il Mondo
- Ma insomma chi è?
- La Moderazione
- È il figliuolo della rivoluzione di Francia.
- Il Mondo
- Spiegatevi un poco meglio, perchè io non v’intendo.
- La Moderazione
- La Francia ha dichiarato che ognuno è padrone di rivoltarsi, e che nessuno deve soccorrere i principi legittimi contro i loro sudditi rivoltosi. Questo e non altro è il principio di non intervento.
- La Guerra
- Una bagattella da niente. E i principi hanno riconosciuto e approvato questo principio?
- La Moderazione
- Sentite; un’approvazion propriamente espressa e sottoscritta credo che non ci sia, ma intanto la Francia parla alto, proclama il suo principio, minaccia chi volesse toccarlo, e i principi quando sentono nominare il non intervento, si cavano la berretta.
- La Guerra
- Questa è veramente da ridere. Se un ladro mi sfascia la casa ed io chiamo ajuto dalla finestra, il vicino non può venire a soccorrermi? Se un servo traditore minaccia di scannarmi, i parenti e gli amici hanno da lasciare che mi scanni e non possono accorrere a liberarmi?
- La Moderazione
- Tant’è. Ognuno si ajuti da sè medesimo meglio che può, ma l’intervento non ci è più.
- Il Mondo
- Ditemi un poco. I principi credono o non credono di essere sovrani legittimi dei loro popoli per diritto accordato loro dalla grazia e dal volere di Dio?
- La Moderazione
- Levato Luigi Filippo, tutti gli altri lo credono.
- Il Mondo
- Sanno o non sanno che nella società degli uomini si può, anzi si deve soccorrersi a vicenda, che il debole ha diritto di domandare l’ajuto del forte o il forte è obbligato per legge di natura di sovvenire alla oppressione ingiusta del debole?
- La Moderazione
- Sì, lo sanno.
- Il Mondo
- Conoscono o non conoscono che la causa di un re è quella di tutti i re, e che qualunque cosa si dica, la rivoluzione di Francia tenta di penetrare in tutti i regni, e minaccia di subissare tutti i troni?
- La Moderazione
- Sì, lo conoscono.
- Il Mondo
- Dunque come mai si adattano ad un principio che toglie ai re la sovranità per trasferirla nei popoli, che distrugge il legame sociale impedendo il soccorso vicendevole degli uomini comandato dalla giustizia e dalla carità, e che minaccia tutti i monarchi di mandarli in pellegrinaggio insieme con Carlo X?
- La Moderazione
- Tutto questo è verissimo, ma il non intervento comanda e nessuno si muove.
- La Guerra
- La rivoluzione sta ferma anch’essa?
- La Moderazione
- Quella poi no, anzi cammina a marce forzate. La Francia si sfiata per soffiargli dietro e la propaganda francese non si arresta per nessuna considerazione.
- Il Mondo
- Questa è una cosa che mi fa restare stordito. Vogliamo dire che i principi abbiano paura della Francia?
- La Moderazione
Oibò. Dopo di averla vinta quando aveva alla testa Napoleone, e andava tutta superba per venticinque anni di trionfi, volete che la temano al tempo di Luigi Filippo, e mentre nelle strade di Parigi si vedono tuttora le pedate dei soldati russi e tedeschi? Al contrario la Francia teme essa stessa, ed i francesi fanno i bravacci, ma quando sentono nominare i Cosacchi, si pisciano dentro i calzoni.
- La Guerra
- Sarà dunque per risparmiare le spese.
- La Moderazione
- Neppure. Tutte le potenze stanno sul piede di guerra, e questo stato di diffidenza armata costa assai più di quanto costerebbe una buona guerra guerreggiata davvero.
- La Guerra
- Forse hanno temuto che i loro popoli non volessero secondarli, e che mettendo il mondo a rumore si ribellassero anch’essi?
- La Moderazione
- Non dovrebb’essere nemmeno questo, vedendosi che i principi confidano nei loro popoli, giacchè accrescono smisuratamente il numero dei soldati che alla fine sono popolo anch’essi. E poi se si teme che lo spirito della libertà possa corrompere i popoli, più si lascierà soffiare alla Francia e più ci sarà da temere per la seduzione dei popoli.
- Il Mondo
- Ma dunque perchè i principi non provedono alla mia quiete e alla loro sicurezza, e non fanno la guerra?
- La Moderazione
- Io non so cosa dirvi; so solamente che la guerra non c’è più, e che adesso al mondo tutto ha da essere moderazione.
- Il Mondo
- Figliuola mia, parliamoci chiaro. Negli affari grandi voi siete stata sempre poco rispettata anche quando avreste potuto giovare, e crederete che si pensi a voi davvero quando la troppa moderazione può produrre la rovina del mondo? No no, quì sotto ci sta qualche mistero.
- La Moderazione
- Anch’io ho immaginato alcuna volta di essere un burattino mosso da qualche mano invisibile, ma intanto le cose vanno così, e tutto all’improvviso la moderazione è diventata la padrona del mondo.
- La Guerra
- Dunque io non mi posso più muovere?
- La Moderazione
- Neppur per sogno.
- Il Mondo
- Dunque se si abbrucia una casa non si può correre ad estinguere il fuoco?
- La Moderazione
- Dio guardi. L’intervento è scomunicato per sempre.
- Il Mondo
- Benissimo. Così anderò sottosopra, e questo sarà per effetto della Moderazione. Almeno sarà contento il povero Turco.
- La Moderazione
- Perchè?
- Il Mondo
- Perchè le potenze alleate non potranno intervenire più nella Grecia, ed egli con due staffilate metterà la testa a partito a quei ribelli.
- La Moderazione
- V’ingannate. Le potenze assistono la Grecia, e il Turco non può muovere un dito.
- La Guerra
- Come va questo col principio del non intervento?
- La Moderazione
- Non so dirvelo precisamente, ma credo che nel libro del non intervento ci sia una parentesi per la Grecia.
- La Guerra
- Povero diavolo di Turco. Ci mancava la parentesi per finire di assassinarlo.
- Il Mondo
- Per il Belgio però non ci sono parentesi e il re di Olanda lo ha quasi ripreso tutto.
- La Moderazione
- Che, non sapete niente?
- Il Mondo
- Ci è qualche cosa di nuovo?
- La Moderazione
- Sono usciti fuori cinquantamila Francesi in ajuto del Belgio, e il povero Guglielmo ha dovuto battere la ritirata.
- Il Mondo
- I Francesi come ci entravano?
- La Moderazione
- Hanno detto di sostenere i protocolli della conferenza di Londra.
- Il Mondo
- Cos’è la conferenza di Londra, e cosa sono i suoi protocolli?
- La Moderazione
- La conferenza è una conversazione che si tiene a Londra da un pezzo in qua tra i ministri delle cinque maggiori potenze di Europa, i quali per divertirsi mettono fuori di quando in quando certi indovinelli che adesso si chiamano protocolli. Questi protocolli dicono ora di sì, ora di no, e chi arriva a capirli è un grand’uomo; ma tuttavia quando è venuto fuori un protocollo, bisogna fare a modo suo finchè non ne venga un altro che dica il contrario.
- La Guerra
- E cosa hanno da fare la conversazione e gli indovinelli di Londra con le cose dell’Olanda e del Belgio?
- La Moderazione
- Vedo bene che siete ignoranti, e ci è bisogno di farvi la scuola. Quando Brusselles facendo la scimmia a Parigi operò la sua rivolta, i Francesi subito s’ingolosirono di fare un dejuné col Belgio, e molti di quei buoni fiamminghi accecati dalla rabbia si contentarono che il loro paese fosse piuttosto il valletto della Francia, che il fratello maggiore della Olanda. Alle potenze alleate non andava a genio quel dejunè, ma con la forza non arrivavano a tempo d’impedirlo, perchè la Francia era la più vicina. Giacchè dunque la Francia istessa aveva già messo fuori il non intervento per le cose sue, le potenze lo misero fuori per le cose del Belgio, e la Francia non trovandosi all’ordine per fare la guerra con tutti, dové simulare di rispettarlo.
- La Guerra
- Fin qui va bene, e giusto appunto perchè ci è il non intervento l’Olanda e il Belgio possono pettinarsi fra di loro liberamente.
- La Moderazione
- Signor no che non possono, perchè ci è la conferenza di Londra.
- Il Mondo
- E siamo da capo con la conferenza di Londra. Cosa vuole la signora conferenza?
- La Moderazione
- Ha deciso che il Belgio sia per sempre diviso dall’Olanda, che il re Guglielmo non debba sperare di riaverlo mai più, e che resti fermo e piantato come uno stivale, senza azzardarsi di toccare il Belgio né punto, né poco.
- Il Mondo
- Ma se ci è il non intervento, come intervengono tutte le potenze in corpo nelle cose dell’Olanda e del Belgio?
- La Moderazione
- Questo non si chiama intervento.
- Il Mondo
- E cosa diavolo si chiama, scimunita e insensata che siete? Oibò, oibò, le cose non sono così. Voi vi prendete spasso di me, e il re di Olanda riprenderà il suo Belgio armata mano con tutta la vostra conferenza di Londra.
- La Moderazione
- Appunto perchè lo ha tentato, cinquantamila Francesi l’hanno costretto a battere la ritirata.
- Il Mondo
- Dunque la Francia ha rotto il non intervento.
- La Moderazione
E appunto perchè i Francesi sono entrati nel Belgio la conferenza di Londra ha fatto un subisso per causa del non intervento, e li cinquantamila sono tornati subito a casa.
- Il Mondo
- Dunque la conferenza di Londra vuole che l’Olanda e il Belgio si strighino fra di loro senza che nessuno ci metta le mani.
- La Moderazione
- Signor no che non vuole, e se il re di Olanda si muoverà gli anderanno contro tutte le potenze della conferenza di Londra.
- Il Mondo
- Dunque tutte le potenze alleate si accordano a rompere il non intervento?
- La Moderazione
- Signor no: il re d’Olanda non si ha da muovere, e questo non si chiama rompere il non intervento.
- Il Mondo
- Adesso adesso vi batto in testa il Vesuvio, pazzarella temeraria e sfacciata. Andate di là dal mare coi vostri protocolli e indovinelli di Londra. Chi vi insegna di venirvi a beffare di tutto il mondo?
- La Moderazione
- Andate pure in collera quanto volete; io vi dico solamente la verità.
- La Guerra
- Vogliamo dire che la conferenza di Londra si senta poco bene e sia andata ad alloggiare al Bedlam?
- La Moderazione
- Di questo non so niente né pro, né contra, e vi parlo solamente di quello che ho veduto.
- La Guerra
- Delle cose d’Italia sarete bene informata?
- La Moderazione
- Anche nell’Italia ci entra il non intervento.
- Il Mondo
- Vedete che sicte una bugiarda? Io stesso ho veduto con gli occhi miei i soldati tedeschi dell’Austria quando sono andati in Italia a mettere il cervello a partito ai ribelli di Parma, di Modena e dello Stato del Papa.
- La Moderazione
- Tutto questo è vero, e quanto a Modena e Parma, siccome sono Stati che dipendono dagli Austriaci, si è trovata strada per accomodarla col non intervento, ma quanto allo Stato del Papa è andata diversamente.
- Il Mondo
- Vi dico che li ho veduti io medesimo.
- La Moderazione
- Signor sì, ci sono entrati, ma il non intervento ha incominciato a gridare come un’aquila, e i Tedeschi hanno dovuto raccomandarsi alle gambe.
- La Guerra
- Dite davvero o burlate?
- La Moderazione
- Altro che burlare. Se aveste veduto come sgambettavano. Pareva che avessero dietro gli sbirri.
- La Guerra
- E il Papa come è restato?
- La Moderazione
- È restato come don Falcuccío. A Bologna comandano i biricchini e gli fanno le fiche in faccia. A Roma si stampano ordini e contr’ordini, e non si sa dove battere la testa. La Marca poi secondo il solito fa il mestiere dell’asino, e porta tutta la soma.
- La Guerra
- E l’Imperatore d’Austria non si muove a pietà del povero sommo Pontefice?
- La Moderazione
- L’Imperatore ha buon cuore e lo ha dimostrato altre volte, ma non si può muovere per causa del non intervento.
- Il Mondo
- E un principe il quale è padrone di comandare a quattrocento mila soldati, ed è alleato con altri principi che ne hanno in piedi un milione, si lascia imporre da questa buffonata? Questa è una cosa che sbalordisce il mondo.
- La Moderazione
- Sbalorditevi quanto volete, ma lì fermi, e non si muova nessuno. Il non intervento comanda così.
- Il Mondo
- Qui ci è sotto qualche gran cosa, e bisognerebbe informarsi. Vedo una donna che viene dalla parte di Francia. Chi sa che non possa darci qualche notizia.
- La Guerra
- Quella è la Legittimità; la conosco perchè ho combattuto molti anni per lei. Guardate come è pallida e disfatta. Pare che non abbia più fiato.
- Il Mondo
- Dimandatele qualche cosa.
- La Guerra
- Amica, da dove venite?
- La Legittimità
- Dalla Francia.
- La Guerra
- Sapete niente del non intervento?
- La Legittimità
Lo so pur troppo, e per questo ho abbandonato quel regno. Quando i ribelli mi discacciarono dal trono mi rifuggii nel cuore dei Francesi buoni, e fedeli, che non sono tanto pochi quanto si crede, e stavo aspettando che gli alleati fedeli alle loro promesse venissero a ristabilirmi nei miei diritti. Quando però ho conosciuto che le potenze di Europa hanno apostatato dalla religione della legittimità per seguire l’eresia del non intervento, ho pensato di fare il fagotto, e me ne sono andata.
- La Guerra
- Abbandonate la Francia per sempre?
- La Legittimità
- Per sempre veramente non credo. Forse Iddio si muoverà a pietà della Francia, la quale non troverà mai riposo senza di me; ma chi sa quando arriverà il giorno della misericordia del Signore!
- La Guerra
- E intanto Carlo X?
- La Legittimità
- Va pellegrino e ramingo, avviso ai re e documento novello della slealtà dei Francesi; i quali per colmo d’insulto si vantano pubblicamente di umanità per non averlo ammazzato.
- La Guerra
- Ma dite un poco. I principi non avevano promesso di difendersi uno coll’altro?
- La Legittimità
- Lo avevano promesso.
- La Guerra
- Carlo X non era Compreso nella santa alleanza?
- La Legittimità
- Ci era compreso.
- La Guerra
- Dunque la parola giurata di tanti re non sarà mai violata, e vedrete che da un momento all’altro tutti si muoveranno per rimettere Carlo X sopra il suo trono.
- La Legittimità
- Questo non possono più farlo, perchè hanno già riconosciuto Luigi Filippo come re dei Francesi.
- La Guerra
- Burlate o dite davvero?
- La Legittimità
- Tant’è; Luigi Filippo è riconosciuto da tutti; i suoi ambasciatori stanno alle corti dei principi, e quelli dei principi sono presso Luigi Filippo; la rivoluzione di Francia è stata aggregata fra le potenze legittime, e Carlo X con tutta la sacra alleanza e con tutti i suoi dieci secoli di legittimità domanda l’elemosina, e non pesa più neppure mezz’oncia nella bilancia dell’Europa.
- Il Mondo
- Ma dite un poco. Chi ha discacciato Carlo X dal suo trono?
- La Legittimità
- Il popolo, anzi una parte piccolissima e forsennata del popolo.
- Il Mondo
- Chi ha fatto re di Francia il figliuolo di Egalité?
- La Legittimità
- Il popolo, anzi una parte piccolissima e forsennata del popolo.
- Il Mondo
- Dunque se i monarchi d’Europa hanno ripudiato Carlo X discacciato dal popolo, ed hanno riconosciuto Luigi Filippo messo sul trono dal popolo, si sono data la zappa su i piedi, ed hanno fatto la frittata di riconoscere che il popolo ha il diritto di creare e di deporre i re.
- La Moderazione
- Cosa volevate che facessero? Se non si riconosceva Luigi Filippo, bisognava accendere la guerra in tutta l’Europa.
- Il Mondo
- È meglio arrischiare che perdere, e la burrasca è meno male del naufragio. La causa della sovranità ha perduto più con questo passo falso di quanto avrebbe perduto con dieci sconfitte, e in qualunque evento della guerra si sarebbe salvato almeno l’onore.
- La Legittimità
- Dite di più. Se non si voleva venire subito alle mani, si poteva dire alla Francia: noi non vogliamo nè riconoscere il vostro re, nè combatterlo; badate ai fatti vostri che noi vogliamo badare ai nostri, e la Francia con tutta la sua furia francese avrebbe pensato assai, prima di mettersi a scherzare con due milioni di bajonette. Così si potevano aspettare gli avvenimenti, e non si sarebbero sovvertite in tutto l’universo le idee della giustizia. Al contrario stravolgere il raziocinio di tutti i popoli, imparentarsi con quella prostituta della Rivoluzione, e dare un calcio diplomatico alla legittimità, è stato un fallo che ha fatto piangere il cielo e la terra, ed ha spalancato un abisso nella cui profondità non arriva nessuno sguardo.
- La Guerra
- Dunque voi ve ne andate?
- La Legittimità
- Signora sì, me ne vado.
- La Guerra
- E dove pensate di stabilirvi?
- La Legittimità
- Per ora mi restano molti domicilii, ma tutti provvisorii, e mi toccherà di stare come l’uccello sull’albero. Se a pochi birbaccioni viene il pensiero d’imitare li duecento ventuno, addio; ecco un altro Luigi Filippo, ed eccomi obbligata nuovamente a sloggiare.
- La Guerra
- Credete che i principi di Europa non si sosterranno, uno coll’altro?
- La Legittimità
- Non sapete che non possono per motivo del non intervento?
- Il Mondo
- A proposito. Chi è questo mascalzone che manda sottosopra tutte le cose del mondo?
- La Legittimità
- Non sapete chi è?
- Il Mondo
- Non lo conosco, e in tutti i miei cinquantanove secoli non si era mai nominato.
- La Legittimità
- E bene, vi dirò io che cos’è. È il tradimento travestito sotto la maschera della moderazione. Con questo la Francia acquista il tempo per consolidare la sua rivolta, deride tutti i monarchi, e rende inefficace l’ottimo loro volere, e col mezzo della sua propaganda diffonde la contaminazione rivoluzionaria in tutti gli Stati. Inoltre questa eresia politica del non intervento perverte i giudizii degli uomini, scoraggisce i buoni, rende baldanzosi i malvagi, accostuma i popoli a guardare con disprezzo la condotta dei loro governi, e prepara il trionfo completo della rivoluzione, e il totale sovvertimento degli ordini sociali, religiosi e civili.
- La Guerra
- Queste verità sembrano patenti e visibili come la luna di quindici giorni; ma come mai non si vedono dai principi dell’Europa!
- La Legittimità
- Uditemi, amici miei; la cecità è la pena del peccato. I potentati attuali sono certamente buoni e retti, ma i flagelli non vengono sopra le nazioni per le sole colpe attuali dei principi. Non so se il peccato dell’Europa fosse nel congresso di Vienna, e se il Dio degli eserciti, che guidò alla vittoria le schiere confederate, venisse allora ringraziato col cantico della giustizia, ma so che la cecità ha colpito le potenze d’Europa. Prive di lume, misero il piede in fallo quando s’incamminarono verso la Grecia, e da allora in poi sono andate sempre e vanno tutt’ora fuori di strada. Chi sa quando la misericordia di Dio leverà ad esse la benda dagli occhi, e come potranno retrocedere dal laberinto in cui si trovano inviluppate? Ma intanto io mi preparo ad errare raminga, conculcata e proscritta: voi, Guerra, preparatevi a servire la causa dell’ingiustizia, e voi, povero Mondo, aspettatevi di avere il volto tutto coperto di orrori e di sangue.