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DIALOGO QUARTO.
IL MONDO, LA GUERRA, LA MODERAZIONE E LA LEGITTIMITÀ.
- Il Mondo
- Sono più mesi che batto, e costei ancora non ode. E pure per il solito il più piccolo fiato basta a destarla. Guerra, Guerra, alzatevi, che non ci è tempo da perdere.
- La Guerra
- Andate e lasciatemi in pace. Per basco ci vuole un poco di discrezione. Fatico i secoli intieri senza pigliare respiro; adesso che le cose del Mondo sono accomodate si può lasciarmi riposare un momento.
- Il Mondo
- Signora no, non si può. Dopo il giorno del giudizio riposerete con tutto il vostro comodo, ma per ora venite fuori e non perdete tempo.
- La Guerra
- Eccomi dunque. Chi è che mi domanda?
- Il Mondo
- Vi domando io che sono il Mondo, e ho bisogno grandissimo di voi.
- La Guerra
- Oh questa è bella davvero! Si dice sempre che la Guerra è la rovina del Mondo, e adesso il Mondo viene a domandar ajuto alla Guerra.
- Il Mondo
- Cosa volete farci? Un povero ammalato bisogna che per guarire ricorra ancora al veleno.
- La Guerra
- Vi sentite poco bene?
- Il Mondo
- Altro che poco bene. Sono rovinato, sgangherato e sbudellato peggio di prima.
- La Guerra
- Chi vi ha precipitato così in un momento?
- Il Mondo
- La Rivoluzione.
- La Guerra
- Canchero! Colei è capace di tutto e fa più essa in un giorno, che la Guerra in dieci anni. Dite un poco; dove si è mostrata quella carogna?
- Il Mondo
Prima in Francia secondo il solito, e di là ha corso come un fulmine per quasi tutta l’Europa. Il Belgio si è rivoltato; la Polonia si è rivoltata; la Svizzera, la Sassonia, e così tanti principati della Germania. Figuratevi; anche quei bardassi d’Italia si