Aragne d'Asia

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Aragne d'Asia
XVI XVIII

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Capitolo XVII

Aragne d’Asia

Aragne fu una donna d’Asia, e fu di popolo, figliuola di Idomonto di Colofonia tintore di lana; la quale benchè non fosse famosa per sua schiatta, nondimeno si dee magnificare per alcune sue virtù. Affermano alcuni antichi, che ella trovò l’uso del lino, e che ella prima pensò fare le reti: è incerto se furono da pescare o da uccellare. E avendo trovato suo figliuolo, il quale fu chiamato Closter, gli fusi atti ad arte di lana1, pensano che questa tenesse il principato nell’arte del tessere, e che ella fosse di grande ingegno; che ella con le dita, con le fila e con la spola, e con le altre cose destre a siffatti uffizj, lavorava quello che il pintore faceva col pennello; e non è da dispregiare questo artificio in una femmina. E certo udendo sì chiara nominanza non solamente in Colofo[p. 100 modifica]nia, dove abitando ella avea sua tessoria, ma in ogni luogo, insuperbissi tanto, che ella ardì venire a contenzione con Pallade, la quale avea trovata quell’arte: e non potendo comportare d’esser vinta, con impaziente animo con un laccio finì sua vita. Per la qual cosa fu data cagione a quegli che di questo vollero fare finzione, perchè avendo convenienza2 Aragne con ragno, vermine, nel nome e nell’esercizio3, e quello stando appiccato per lo filo come quella per lo laccio, dissero che Aragne per misericordia degli Dei fu convertita in ragno e continuamente con sollecitudine soprasta il primo artificio. Altri dissero, che, benchè ella si mettesse lo laccio per morire, non morì, sopravvenendo l’aiu[p. 101 modifica]torio de’ suoi; ma lasciata la sua arte istette sempre in dolore. E al presente, priego, che se alcuno lo quale creda in una cosa4 andare innanzi agli altri, dica Aragne medesima, se gli piace, se ella pensava potere volgere5 lo cielo in sè e tirare con sè tutte le dignità; o se piuttosto ella avrebbe potuto co’ preghi e co’ meriti avere fatto verso di sè6 il suo Dio fattore di tutte le cose, benigno sì, che con l’aperto grembo di sua cortesia, lasciate l’altre, avesse condotte tutte grazie a quella7. Ma che dirò io? questa pare8 [p. 102 modifica]avere cosi giudicato. E certamente fu somma stoltizia. La natura con eterna legge volge lo cielo, e dà a tutti gl’ingegni atti a varie cose9: come questi diventano deboli por ozio e per pigrizia, così per istudio e per esercizio10 diventano chiari, e capaci delle grandissime cose. E stimolando quella medesima natura, tutti siamo mossi dal desiderio al conoscimento di tutte le cose, benchè non con una medesima sollecitudine e fortuna. E se è così, è contrario che molti non possono essere pari in una medesima cosa? e per questo, alcuno estimare sè solo avanzare gli altri nel corso della gloria in sì grande moltitudine di uomini, è cosa che aspetta a matto animo11. E certo io desidererei che questa [p. 103 modifica]Aragne fosse sola, e non fusse sollazzo, perchè sono senza numero i legati di tanta sciocchezza, i quali, levandosi in pericolo di matta presunzione, fanno che non dobbiamo ridere di Aragne.

Note

  1. Cod. Cass. Cireasi gli fusse atto ad arte di lana. Test. Lat. Closter nomen fuit, fusos lanificio aptos reperisset.
  2. Cod. Cass. perchè avendo chompassione ovvero chonvenienza. Test. Lat. Aranea vermis eum Arachne conveniat. Abbiamo tolte le parole compassione, ovvero, perchè superflue, essendo la particella ovvero un modo del copista per esprimere non doversi leggere la parola antecedente, come in altri luoghi abbiamo osservato.
  3. Cod. Cass. dell’uomo e dell’esercizio. Test. Lat. cum nomine exercitioque..., conveniat.
  4. Cod. Cass. lo quale creda niuna chosa andare innanzi agli altri. Test. Lat. qui se credat in aliquo anteire coeteros.
  5. Cod. Cass. Potere volere lo cielo. Test. Lat. an coelum vertere... potuisse.
  6. Cod. Cass. e co’ meriti avere fatto chontro a il tuo Dio fattore di tutte le cose, benigno sì che, ecc. Test. Lat. precibus et meritis sic in sè benignum fecisse (Deum), ecc.
  7. Cod. Cass. lasciata l’arte avesse chondotte tutte grazie a Pallade. Test. Lat. in illam gratias effundere cunctas coegerit omissis coeteris.
  8. Cod. Cass. questa fu per arte chosì giudicata. Test. Lat. sic et haec arbitrata videtur.
  9. Cod. Cass. gl’ingegni atti a guarire chosì. Test. Lat. apta variis rebus ingenia cunctis praebet.
  10. Cod. Cass. chome questi diventano deboli per ozio o per pigrizia chosì diventano chiari, e chapaci delle grandissime chose. Test. Lat. sic studiis et exercitio luculenta, ecc.
  11. Cod. Cass. e per questo alchuni a sua gloria estimare le sole avanzare gli altri nel chorso di sì grande moltitudine d’uomini, ed e che, ecc. Test. Lat. Et ob id quemquam se solum existimare inter tam innumerabilem mortalium multitudinem cursu proevalere ceteris ad gloriam, stolidae mentis est.