Capitolo XVIII. Oritia di Martesia

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Capitolo XVIII. Oritia di Martesia
XVII XIX


ORITIA fu figliuola di Martesia, e fu insieme con Antiope, la quale alcuni pensano, essere stata sua sorella, reina delle Amazzoni dopo Martesia. E innanzi alle altre cose fu molto meravigliosa, e commendabile per la perpetua verginità; e valse tanto con Antiope sua sorella, compagna di regno in fatto d’arme, che ella ampiò di molti onori lo regno delle Amazzoni, e levò in tanto le sue lodi di disciplina militare, che Euristeo, re di Micene, pensò faticosa cosa poterle torre per battaglia lo suo schezzale1; e per questo si dice, che egli impose ad Ercole suo debitore, come cosa grandissima, che egli glie lo portasse. E certamente a quella donna fu grandissima lode che fusse mandato contro a lei per la famosa Virtù in fatto d’arme Ercole, lo quale vinceva ogni cosa. Il quale entrato in cammino, arrivato con nove galere al lido delle Amazzoni, non essendo presente Oritia, levato romore contro alle Amazzoni, perchè erano poche, lievemente ebbe vittoria; e presa Menalippe, e Ippolita, sorelle di Antiope2, avuto lo schezzale della regina, Menalippe fu restituita. Ma come Oritia sentì che Teseo compagno d’Ercole aveva portato Ippolita, ardì muovere la guerra a tutta la Grecia, raunando ajutorj; ma per la discordia abbandonata da’ confederati3, fu vinta dagli Ateniesi, e tornò nel regno. Ma non mi ricordo aver trovato che ella facesse dappoi.


Note

  1. La parola schezzale, che non si legge nel Vocabolario della Crusca, risponde alla latina baltheum, che suona in volgare balteo, o cinta da spada.
  2. Erano queste parole mancanti nel Codice. Test. Lat. captaeque Menalippe et Hyppolite sorores Antiopae, dato reginae baltheo, Menalippe restituta est.
  3. Ancora omesse sono queste parole da desiderarsi nel Codice. Test. Lat. sed ob dissentionem ab auxiliis relicta, ab Atheniensibus superata, ecc.