Dal mio verziere/Dal mio Verziere

Dal mio Verziere

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Italia e poesia Dal mio Verziere - I
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Dal mio Verziere.1

Una donna soletta, che si gía
Cantando ed iscegliendo fior da fiore.

Purg. xxviii.



Pochi accordi di preludio. Leggiadre signorine, siete pregate di far capolino un momento nel piccolo santuario dove penso e lavoro. Su quel mobiluccio d’angolo, guardate, fra la lucernetta antica e il ritratto di una diva da molto tempo dimenticata, c’è un modesto albo di felpa rossa che, poveretto, lascio sbadigliare settimane tra quei vecchiumi, dimenticato anche lui. Fu in un malinconico giorno di emicrania e di solitudine che mi ricordai del vecchio confidente, che lo attirai fra i cuscini della mia poltrona. Sulla prima pagina un nome e una data, scritti da una mano ventenne; poi altri nomi illustri, simpatici, italiani, e tutti, o quasi, della letteratura militante. I versi agili, mesti, spigliati, gentili si rincorrevano sulle nitide carte rettangolari dall’orlo luminoso, alternandosi a brevi prose trascritte da tutti i lati, capricciosamente. Fresca com’ero della lettura dell’ultimo libro di Corrado Ricci, la mente corse subito alle pagine più belle, a quei «due suoni disuguali d’acque cadenti che sembravano rispondersi.... Un [p. 170 modifica] gorgoglio limpido come un trillo di usignolo e un murmure più lontano, cupo, lamentevole... Sembrava un dialogo cantato in una musica indistinta ma carezzevole e soave». Così il Ricci; e questo io pensava scorrendo le liriche e le brevi prose. Due toni: il maggiore e il minore, i sorrisi e i sospiri nell’eloquio ugualmente dolce, iridato, melodioso. Qua e là gli stornelli costellanti il fondo, come fiori.

Allora, coi fiori, mi venne il pensiero della Cordelia primaverile, di voi, signorine, ed ebbi il desiderio di indugiare con voi nel mio giovanile verziere. Prima però debbo avvertirvi che le creazioni che incontreremo non sono sempre le migliori che uscirono dalla penna dei loro autori, ma sempre le più adatte a voi e quelle forse che voi medesime preferireste per conformità di sentimenti e di tinte, come io preferivo. Ancora: non ci troverete novità. Vari di quei componimenti li avrete letti dove li colsi, sulle strenne o sui giornali. Ma aggruppandoli intorno al nome dello scrittore ci daranno un profumo più distinto e più acuto, svelandocene la personalità; poi qualche sfumatura imprevista del pennello divino la troveremo sempre, non dubitate. Volete dunque? Sì? Muoviamo.

Note

  1. Pubblicato la prima volta nella «Cordelia», giornale per le giovinette — Anno XI.

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