<dc:title> Vocabolario italiano della lingua parlata </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giuseppe Rigutini</dc:creator><dc:date>1893</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Vocabolario_italiano_della_lingua_parlata_(1893)/M.&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20170528175808</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Vocabolario_italiano_della_lingua_parlata_(1893)/M.&oldid=-20170528175808
Vocabolario italiano della lingua parlata - M. Giuseppe RigutiniVocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu
M. Uudccima lettera del nostro al- fabeto, ottava delle consonauti e se- conda dellc semivocali. Si pronunzia emme, e si fa tanto maschile quauto femminilc. lNei nnmeri romani signi- fica Millel M. abbreviatura di Mae- stà. V. lit. Vostra Maestà. LL. MM. Le Loro Maestà.
Ma. Congiunzione che avversa o distingue, o limita, o modifica: c on lo fece per ofl‘enderlo, ma per cor- reggerlo:— buono, ma se ne tien troppo:— Mangia dimolto, ma non si satolla. s [l Posta in principio di mem- bro di un periodo, talora e corretti- va: c Ora tratterò del secondo punto, ma non vorrei abusare della vostra pazienza. 0 || Talvolta è aggiuntiva, e in tal senso le si soggiunge più spesso anche: c Non solo cantò, ma volle an- che ballarc. s || Talora serve all‘enfa- si: c Ma si che ti voglio bene !-Ma no che non lo devi farez-Ma che bella seratal-Ma che bue che tu sei! x || Alle volte si usa quasi a modo di l'i- sentimento: c Ma che pretendi?-Ma che ci vieni a fare qui? s IlUsata el- litticam. Accenna dubbio, o ignoran- za: c Chi è quell’ uomo?— Ma! (cioè non lo so): — Ma! non credo. n I} Usasî pleonasticam. anche innanzi ad altra cong. come Pure, Però, Nandimena, Nonostante, T uuauia.“ Nel linguag- gio familiare usasi innanzi a un adict- tivo ripetuto per recare quasi al su- perlativo la qualità. della cosa: e un ragazzo buono, ma buonoz-Ila molta ma molta roba. 0 ;i E come “HL: «Il se e il ma sono il patrimonio de‘ minchioni: — Il se e il ma son due corbellerie da Adamo in qua (perchò i dubbj e l’esitanze nocciono sem- pre al buon successo delle cose): — Ragiona sempre a forza di se e di ma. 0 H Non c'è ma che tenga, sogliamo dire allorché non si ammettono obie- zioni, scuse, e simili: «Se vuole. lo faro, ma...:— Non c‘è ma che. tenga; lei lo deve fare. t-Dal lat. magia, per mezzo del provenz. mao, addi- venuto di poi ma’ nell' antico vol- gare.
Ma‘. Forma apocopata di Mai, e usasi più spesso nel modo Se ma'mai: «Se ma’ mai tu lo vedi, pregalo che passi da me. 0 Ma è modo volgare.
Macaoco. s. m. Specie di scimmia con lunga coda, natiche nude e cal- losc, di pelo tendente al verde.
Macca. s. f. Grande abbondanza: c In mercato c’è la macca degli nc- celli. s Voce familiare. — Probabilm. è forma varia di mucca, che Bl usò per Gran quantità.
Maccào. s. m. Sorta di giuoco di carte azzardoso e rovinoso: c Fanno a maccao tutta la sera. s
Maccheromita. o. f. Maugiata di maccheroni, fatta in più.
Maccheròne. s. m. nsato più spesso nel pl., Vivanda fatta di pasta di fa- rina di grano, distesa sottilmente in falde e cotta nell' acqua, e poi condita cou cacio e burro, o con sugo di carne. Si fanno per lo più a mano in fami- glia ; ma li fanno auche i pastai, e ue- sti veugono duri e accartocciati. Il 'ù grasso che l' acqua dei maccheroni. V. ACQUA.llCascare o Piacere il cacio su'maccheroni. V. CAClO.'iIn forma d' ad. nell' uso comune dicesi Vino maccherone, Quello che, oltre all'es- ser grave pare, bevendolo, come pa- stoso. — — I‘l‘orma accrescitiva di macco.
Maccheronea. a. f. Composizione gi0coss, scritta in un latino formato di parole volgari con terminazioue e iperbato latiuo: c Nel secolo XVPera in uso lo scriver maccheronee: — Gra- ziose maccheronce sono le lettere del Coltellini, scritte sotto il nome di Do- mini Gufom's de Gufom'bm.» . _
Maccherònico. ad. Aggiunto (Il lill[p. 771modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/771[p. 772modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/772[p. 773modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/773[p. 774modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/774[p. 775modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/775[p. 776modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/776[p. 777modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/777[p. 778modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/778[p. 779modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/779[p. 780modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/780[p. 781modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/781[p. 782modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/782[p. 783modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/783[p. 784modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/784[p. 785modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/785[p. 786modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/786[p. 787modifica]MANIERACCIA.
— 731 —
manìpolo.
riotto.» Di maniera, coi verbi La-
vorare, Fare ; o coi nomi Quadro, Di-
pinto, Figura, e simili, vale Non a-
véndo dinanzi il vero, ma dipingendo
di fantasia; il elie oggi, intanto ve-
rismo, è biasimato, li Su questa voce
8i formano parecchi modi avverbiali:
In quelita maniera, Cosi, In questo
modo: «Bisogna fare in questa ma-
niera. » Il In oyni maniera, In tutte le
maniere, Senza preterire. Assoluta-
mente, Ad ogni costo: « Bisogna che
sia fatto domani in ogni maniera: -
Vo' partir domattiuii in tntte le ma-
niere. »|| E come specie di condizio-
nale e avversativo: « Io non lo farei
codesto; in ogni maniera bisogna poi
incominciar da capo. » Il .fi inaniera
che. In maniera che, Cosi che: «Co-
minciò tardi lo spettacolo, in manie-
ra che si usci dopo il tocco. » Il in che
manierai è lo stesso che Perchè?
< In che maniera iersera non venisti
da me?» — Ual barb. lat. maneria,
Modo di trattare, e questo da manus.
Manleràccia. pegg. di Maniera per
Modo di procedere; Mal tratto, Mal-
garbo: «Ila certe manieracce, clic
una volta o l'altra gli danno qual-
che lezione: -Io non vo' più compor-
tare le sue manieracce. »
Manieratamente, avv. In modo ma-
nierato, affettato: « Lavora, Dipinge,
Scrive, manieratamente. »
Manierato, ad. Detto di lavoro
d' arte o d' artista, per Affettato, Non
naturale; e trasportasi anche ad opere
letterario e a scrittore: « Pittore ma-
nierato: -Bassorilievo bello, ma un
poco manierato: -11 Cesari e anche
il Giordani sono scrittori manierati. »
Manierina. l'czz. di Maniera: Ma-
niera di procedere graziosa, e tal-
volta lusinghevole: «Ha corte ma-
nierine che incanta: -Con la sua ma-
nierina gli leva di sotto quel che
vuole. »
Manierismo, s. m. Il modo di lavo-
rare di chi è manierato, Qualità dei
manieristi.
Manierista, s.m. Quell'artista che
pecca nel manierato per voler segui-
tare una certa maniera convenzio-
nale, anche dove non si accorda con
la natura : « 1 manieristi, cosi in arte
come nelle lettere, posson piacere
per un poco, ma poi perdono presto
fama. »
Manicróna. accr. di Maniera; e di-
cesi dai pittori La maniera di dipin-
§ere larga e franca: « Imita quella
ella manierona di Luca Giordano. >
Manierosino. ves2. di Manieroso:
«Bimbo licllino e manierosino.»
Manieróso, ad. Di bella maniera,
Che nel mio modo di procedere 6 ur-
bano, cortese ed affabile: «Giovane
bello e manieroso: -Tutti ammirano
il suo manieroso procedere.»
Manifattóre. ». m. Colui che fa ope-
re e lavori manuali, e specialm. si
dice di muratori, legnaiuoli, fabbri, e
simili: « Non bisogna trattenere il sa-
lario a' manifattori: -Ora ci ho i ma-
nifattori alla villa, e bisogna che ci
stia da me. »
Manlfattrice. ad. Aggiunto di in-
dustria, Clic riguarda i lavori di ma-
no. Questa sai ebbe la vera voce da
usarsi in luogo della sgarbatissima
Manifatturiera.
Manifattura. .«./". Qualunque lavoro
che si IM a mano o a macchina. Opera
dj manifattore: «La manifattura del
tabacco: - La manifattura della seta:
- Manifatture inglesi, nazionali : - La-
voro che non costa per la materia, ma
per la manifattura. » || Manifatture, si
dice da chi ama esser italiano, per Ca-
po di vestiario beli' 6 cucito: « Mani-
fatture per eorredj: -Manifatture da
uomo. » Chi poi ama di esser francese,
dice Confezioni, come qua e là per
Firenze si legge sui cartelli di certe
botteghe. Il L'edilìzio dove sono rac-
colte più macchine, utensili e persone
per fare una tale lavorazione: « È di-
rettore di una manifattura lassù a Mi-
lano. » In questo caso i soliti Italia-
ni, sempre schiavi de' forestieri, di-
rebbero Stabilimento.
Manifestamente, owu. In modo ma-
nifesto, chiaro, eerto: «Il codice è
manifestamente del secolo XIII: -Si
vede manifestamente la sua mala vo-
lontà. »
Manifestare, tr. Far nota altrui
una cosa in modo chiaro e aperto:
« Gli manifestò la sua intenzione di
abbandonare quell' impresa: - Mani-
festò al Ke tutto l' ordine della con-
giura. » Il Detto di cosa. Dare a cono-
scere. Palesare, Kivelare: « Quel-
l'atto Io manifestò per uomo di gran
cuore. » Il ri/Z. Farsi comecchessia no-
to, palese; detto cosi di persona co-
me di cosa: «La virtù si manifèsta
da ogni sua parola: -Manifestarsi ne-
mico a uno: -Manifestarsi avverso a
un'impresa: -Quell'opera si manifè-
sta per un plagio. » Part. p. Mani-
festato. — Dal lat. manifestare.
Manìfestatóre-tr(ce.vej-6aJ. da Ma-
nifestare; Chi o Che manifesta: « Ma-
nifestatore de' segreti altrui: - La
bellezza esterna è manifestatrice del-
la interna. »
Manifestazióne. ». f. L'atto e L'ef-
fetto del manifestare: « Manifesta-
zioni de'proprj Bentimentì. * Mani-
festazione, usato assolutam., diccsi II
manifestar che fa il popolo per le vie
il proprio risentimento contro a un
ordine di cose, o a una persona, ma
senza trascorrere a violenze: «È fa-
mosa a Firenze la manifestazione del
27 aprile 1859 in Piazza Barbano: -
Gli fecero una manifestazione. » —
Lat. manifestatio.
Manifestino oJtm. di Manifesto: «Ho
fatto fare un manifestino del mio li-
bro, per raccomandarlo agli amici. »
Manifèsto, s. m. Scrittura fatta da
chiccliessia per far pubbliche le sue
ragioni, una sua impresa, un libro
uno spettacolo, ce: «Il governo prov-
visorio fece un manifesto per chia-
rire i suoi veri intendimenti: - Ho
fatto nn manifesto per il mio nuovo
libro: -Manifesto di associazione: -
Per tutte le cantonate vi sono mani-
festi della nuova lotteria: -Manifesti
dei teatri.»
Manifèsto, ad. Visibile chiaramen-
te, P;ilese: « Quello è manifesto se-
gno della sua ignoranza: -In questo
passo c'è errore manifesto: -Prove
manifeste di nn delitto: - Segni ma-
nifesti di una malattia: -La cosa si
fa manifesta da sé: -Mi è manifesta
la sua intenzione. » Il In forza di sosi.
Cosa manifesta: « E manifesto che la
colpa è tutta sua: -È manifesto quan-
to ciò importi a tal effetto. » — Dal
lat. manifcstu».
Maniglia, s. f. T. art. e mesi. Ci.a-
scnuo (li que' pezzi di legno, di ferro
o di qualsivoglia metallo, elio servo-
no per alzare, sollevare, nua cassa.
un baule, ce, come anche per aprire
e serrare con facilità chiavistelli, cas-
sette, armadj ce., e per diversi altri
usi: «Cassettone con le maniglie di
bronzo dorato.» ] Maniglia, dicesi an-
che a Ciascuno di quo' ferri in cui pa.s-
sanoi cignoni e le ventole delle carroz-
ze. -r-D;il lat.7nonicù?a,dim. di manus.
Maniglina. dim, e vezz. di Maniglia.
Maniglióne. s. m. T.mil.Sono quei
due come orecchi, che si fanno so-
pra la schiena de' pezzi d' artiglieria,
che servono per poterli abbrancare
quando si alzano.
Manigóldo. ». m. Boia, Carnefice;
ma ora si prende solo per Uomo di
feroce natura : « A me tu sembri un
manigoldo: -Che riguardi si debbono
avere a quel manigoldo?»
Manilùvio. ». m. Immersione delle
mani nell'acqua calda, e spesso con
senapa e aceto, por richiamare il
sangue alle estremità; e si fa per
cura di certe malattie: «Per codeste
accensioni di testa le farà bene un
malinuvio senapato. »
Maniméssa e corrottam. Marimés-
sa. «. /'. Il manimettere: « Manimessa
di una botte, di una pezza di ])anno. »
Questa è la voce; ma l'uso comune,
dice corrottam. Marimessa.
Maniméttere e corrottam. Marì-
méttere. tr. Cominciare a usare una
cosa per venirla via via consumando
negli usi della vita; che dicesi anche
Mettere amano: « Domani manimetto
la botte e ti mando il vino. » L'uso
comune dice corrottamente Marimet-
tere. Part. p. Manimeìbso e MarI-
MESSO. — Dal lat. mannmittere.
Manina, dim. e vezz. di Mano: «Ma-
nina gentile e graziosa: -Lo prese
con le sne manine: -Lo faccia da sé
con le sne sante manine, » si suol di-
re giocosamente. Il II segno in forma
di mano con l' indice steso, che si fa
negli .scritti e nella stampa per ad-
ditar luoghi che si vogliono notare.
Il Manine, si chiamano per similit.
Certi fiori delle siepi, posti a fascetti
in cima al ramo, di color biauco, e
di odore gentile.
Manlno. ». m.dim. di Mano; ma sì
dice solo scherzevolm.: « Allunga il
manine, e pigliatelo da te. » || Baciar
manino, sì dice familiarm. per Fare
atto di sommissione, Iticonoscere per
da più: «L'hai visto il nuovo libro
del G.? Eh 11, caro mio, bisogna ba-
ciar manino. »
Manipolare, tr. Trattare con le
mani più volte, e rimestando in più
modi; e si dice di una cosa, ove en-
trino diversi ingredienti, che debba-
no faro tutto un composto: «E va-
lentissimo per manipolare la ciocco-
lata: - Manipolare coulozioni, lavo-
ri, cc.*fig. dicesi anche di altre
cose; ma ha del beffardo: « Hanno in
tre quattro manipolato quella le^-
ge:- Questi programmi t'urono mani-
polati dai soliti mestoni.» Part. p.
Manipolato.
Manipolatóre-f rice. verhaì. da Ma-
nipolare; Chi Che manipola: «Ma-
nipolatore di veleni: -Manipolatori
di programmi. »
Manipolazióne. »./■. L'atto e L'ef-
fetto del manipolare: «Valentissimo
Eer la manipolazione della ciocco-
ita. »
Manipolo. ». m. Tante spighe, quan-
te ne jinó stringere in una volta la
mano del mietitore. || T. eccl. Striscia
di drappo, che tiene al braccio man[p. 788modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/788[p. 789modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/789[p. 790modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/790[p. 791modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/791[p. 792modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/792[p. 793modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/793[p. 794modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/794[p. 795modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/795[p. 796modifica]MARMÒREO.
740 -
martellìna.
Marmòreo, ad. Di marmo: «Base,
Colonna marmorea. » ||BiaDCO come
nn marmo : « Faccia marmorea. » Vo-
ce dello stile elevato. — Dal lat. mar-
moreua.
Marmorizzare, tr. Dare, o per via
di colori, o iu altro modo, apparenza
di marmo a una cosa; e specialmente
si dice della carta: «Ha una spe-
ciale perizia nel marmorizzare la
carta.» Pari. p. Maumoiuzzato. H
In forma A' ad.: «Carta marmoriz-
zata: - Siipone marmorizzato. »
Marmòtta, s. f. Animale simile a
grosso topo, che ha coda corta, e co-
perta di lungo pelo; il pollice delle
zampe anteriore è conico, il corpo di
sopra è baio scuro, di sotto giallic-
cio grigio : sta per le montagne, e
vive in letargo durante l'inverno, il
fig. dicesi a Chi fugge l'altrui com-
pagnia: «Dio mìo, è proprio una mar-
motta; sta sempre rintanato.» Il E di
Chi è tardo e da nulla: « '^'a' là: tu
se' una gran marmotta. » Il Marmotta,
usasi anche per Scimmia, Bertuccia, il
Pigliare o Peccare, una marmotta,
dicesi familiarm. per Infreddare, espo-
nendosi al troppo freddo, o a ri-
scontri, ec.
Marmottina. dim. di Marmotta. ||
Si dice ancora per far paura a' bam-
bini: Ecco la marmottina; o quando
vogliono vedere cosa nascosta o chiu-
sa, si dice loro: Lascia stare; c'è la
marmottina.
Marmottino. dim. di Marmotto ; e
familiarm. si dice per vezzo ad un
bambino: «O che bel marmottino! »
Marmotto. s. m. Dicesi schcrze-
volm. per Bambino. — Dal fr. marmot.
Marna, s. f. Terra calcarea, di co-
lor grigio giallastro, che suole ado-
perarsi per fertilizzare i terreni, e si
chiama anche Terra di purgo. — Dal
lat. marga.
Marnare, tr. Concimare, o Ravvi-
vare un terreno mescolandovi della
marna. Part. p. Maunato.
Maro. ». m. Pianta aromatica di sa-
pore acutissimo, le cui radici alcuni
mangiano col lesso. — Dal aA.marum,
gr. iiàpov.
Maronita, s. m. Cristiano di rito si-
riaco, che abita il monte Libano, sotto
laprclaturadelpatriarcadi Antiochia.
— Da Marone, nome di un monaco
che fu l'istitutore di tali cristiani.
Maróso, s. m. Ondata violenta del
mare: «Nave agitata e battuta da
grandi marosi. » Ma è voce dello
stile nobile.
Marra. ». f. Arnese rusticale, col
ferro largo e piatto, che si adopera
per ribattere il terreno seminato, e
lavorare poco addentro: «Buttatoli
seme, si appianano lo porche con la
marra. » 11 Afat-ra, T. murai. Arnese
di ferro iu forma di una marra, pian-
tato in una lunga asta, col quale il
calcinaio disfà la calce mescolandola
con la rena. Il La parte estrema dei
bracci dell'ancora, in forma di vo-
mere, e con la quale fa presa nel
fondo del mare : « Ancora a due, a
tre marre. ^ — Dal lat. marra.
Marranàccio. pegg. di Marrano :
«Tu se' nn gran marranàccio!»
Marrànico. s. m. T. macell. Coltello
grosso e pesante del quale si sei-vo-
Ho i macellari per fare i diversi ta-
gli grossi delle bestie macellate.
Marrano, «.m. T. star. Titolo ingiu-
rioso che davasi in Ispagna .V Mori
convertiti per forza sotto il regno di
Ferdinando il Cittolico; ma ora si
usa solo per Uomo rozzo di modi e
di vestire ; Zotico : « Tu se' un gran
marrano: o avvezzati un po' a stare
in conversazione. »
Marràia. ». f. Colpo dato col ferro
della marra : « Con una marrata nel
capo lo freddò. »
Marregglare.inir. Adoperar la mar-
ra lavorando il terreno; e propriam.
Ricoprir con la marra il grano e le
biade, appena seminate. PaW.^. Mae-
REGGIATO.
Marrocchinare. tr. Conciare la pel-
le di montone in modo da farne mar-
rocchino; o anche Dare alla tela in-
cerata aspetto di marrocchino. Part.
p. M ARUOCCUINATO. : | In fonna d'ad.:
« Poltrona ricoperta di tela marroc-
chinata. »
Marrocchino. » m. Cuoio di becco
di capra, concio con la galla in
modo speciale, e colorito dalla parte
del fiore: « Bel codice legato in mar-
rocchino rosso. » — Da 3/arrocco, dove
princìpalm. si lavora.
Marróne. ». m. accr. di Marra; Ar-
nese rusticale simile alla marra, ma
col ferro più stretto e più lungo del-
la marra, lavorandosi con esso più
addentro il terreno.
Marróne. ». vi. Sorta di castagna più
grossa delle comuni, e che serve spe-
cialmente a mangiarsi cotta : « Compra
due marroni per far le bruciate: -
Marroni giulebbati: - Marron sec-
chi ce.» li In forma d'a<i. detto di co-
lore, vale Cbc è simile a quello del
marrone: « Ha un vestito di color mar-
rone. » ||ilfarronc, si dice familiarm.
per Errore, specialm. in cose lettera-
rie: « A quel passo di Dante il novello
commentatore ha preso un bel mar-
rone: -Codesto è un marrone badia-
le: -Marrone filosofico, politico ec. »
Marrùbbio. ». m. Pianta che ha il
flore fesso a modo del labbro lepo-
rino, e ce ne è di più sorte. Fiorisce
dal giugno al settembre; ed è comu-
ne lungo le strade di campagna, lun-
go i fossi, ed a piò delle rovine.
Manda leggiero odore di muschio. —
Dal lat. marrubiiim.
Marruca. ». f. Pianta spinosa con
tronco assai ruvido, che si vede in
quasi tutte le siepi : ha le spine gros-
se e acutissime, lì Mazza di marruca,
Mazza fatta col fusto di essa pianta,
che i butteri segnatamente sogliono
portare. — Dal basso lat. viarrugina.
Marrucàio. ». m. Luogo dove sono
molte marruche: «E chi vi penetra
là in quel marrucaio? »
Marruchéto. s.7;ì. Luogo dove sono
molte piante spinose. UE per estens.
Luogo incolto e ingrato: « Ila un
poderuccio che è nn marrucheto. »
Marsala. ». f. Vino bianco, assai
spiritoso, che viene da Marsala, città
di Sicilia: « Questa è una buona mar-
sala: -La marsala che viene in com-
mercio, ha sempre una quantità di
alcool aggiunto. 5 11 Jlfar»a(o vergine,
Quella dove non è stato aggiunto
alcool: « La marsala vergine, è assai
graziosa al palato. > Alcuni, per par-
lare in punta di forchetta, la fanno
maschile, e dicono il Marsala.
Marta, s. f. Nome proprio dì don-
na. Per la frase Far da Marta e da
Maddalena. V. in MADDALENA.
Marte, s. m. Nome del Dio della
guerra appresso i Gentili; e presso i
poeti è tuttavia simbolo della gnen-a.
il Per antonomasia si dice, special-
mente in poesia, Marte a un Prode e
potente guerriero. H Nel linguaggio
familiare si direbbe per Ironia: « GII
ufficiali della G. Nazionale eran tanti
Marti. » !| Popolo di Marte, si usa per
parafrasare gli antichi Romani. HCoot-
po di Marte, si chiama anche oggi
Quello destinato a farvi gli esercizj
militari: «Stamani c'è la rivista al
Campo di Marte. ' ,1 T. astr. Nome del
pianeta, che è il più vicino alla terra.
Il Gli Alchimisti diedero, e i Chimici
glielo conservano, il nome di Martr-
al Ferro, come di Saturno al Piombo.
Marte, dicesi per Martedì, nel noto
prov. Né di Venere, né di Marte non
si aposa né »»" i>arte. — Dal lat. Mars.
Martedì. ». «i. Nome del terzo gior
no della settimana. — Dik Marte odi,
Giorno dì Marte.
Martellaménto. ». m. L'atto, L'ef-
fetto e II suono del martellare; «In
quella strada non vi si campa, a ca-
gione del continuo martellamento
de' fabbri. »
Martellare, tr. Battere replicata-
mente col martello; ma è di raro uso
nel significato proprio. || /fj. si dice
di una passione che ci tormenti: « La
gelosìa lo martella fieramente. » |]
intr. si dice più spesso delle forti e
dolorose pulsazioni del sangue in al-
cuna parte, dove affluisce in copia:
« Mi martellano le tempia: -Ila un
dito che gli martella spietatamen-
te. » Il Picchia e martella, Dagli, pic-
chia e martella, sono modi familiari,
co'qnali sì accennano i replicati sforzi
o tentativi fatti per giungere a nn
fine: «Dagli, picchia e martella, fi-
nalmente m' è riuscito di concluder
questo negozio. » Più spesso Dagli,
picchia e mena. Part. p. MARTEL-
LATO. Il In forma A' ad. T. mut. Note
martellate, Note eseguite come colpo
sopra colpo, senza fermavisi sopra.
Martellata «./l Colpo dì martello:
« Muro che va giù con poche martel-
late: -Gli diede una martellata sul
capo e l'uccise. » I: Pulsazione dolo-
rosa a cagione di afflusso di sangue:
«Mi sento certe martellate, che non
ne posso più.» 1| Familiarm. di chi è
vestito con ogni eleganza e con ogni
cura si suol dire, che Non gli manca
una martellata: «Va vestito sempre
elegante e per l' appunto, che non
gli in:inca una martellata. »
Martellétto, dim. Ai Martello, il Par-
ticohum. dicesi di Ciascuno di quei
legnettì articolati, che mossi dai tasti
del pianoforte battono sulle corde.
Martelllàno. ad. Aggiunto di nna
Sorta di versi italiani dì quattordici
sillabe, rimati a due a due, come i
versi francesi alessandrini, cui corri-
spondono; cosi detti da Pier Iacopo
Martelli che ne fu il restauratore; e
usasi anche in forza dì sost.: « I mar-
telliani sono molto monotoni e ug-
giosi. »
Martellina. ». f. Una sorta di mar-
tello d' acciaio, che da una parte ha
la bocca, cioè il piano da picchiare,
dall' .iltra il taglio; ed è strumento
proprio de' muratori ; onde in modo
assai comune diccsi Mettere la mar- -^-
tellina in una casa, per Cominciare ^m
a murarvi: «Quando in una casa si ^
mette la martellina, non si finisce di
spendere. 5 || Altra sorta dì martello,
col taglio dall'una e dall' altra parte,
intaccato e diviso in più punte a dia-
mante, il quale serve a' maestri di
scalpello per lavorar le pietre dure, [p. 797modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/797[p. 798modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/798[p. 799modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/799[p. 800modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/800[p. 801modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/801[p. 802modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/802[p. 803modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/803[p. 804modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/804[p. 805modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/805[p. 806modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/806[p. 807modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/807[p. 808modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/808[p. 809modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/809[p. 810modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/810[p. 811modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/811[p. 812modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/812[p. 813modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/813[p. 814modifica]MERIDIONALE.
758
MESCHINAMENTE.
diano. Il E Quella lìne.i che mostra il
mezzodì negli orologi solari. — Dal
lat. meridianus.
Meridionale, ad. Che è dalla parte
del mezzodì: «L'Italia meridiona-
le: - I paesi meridionali sono più
caldi degli altri. » 1| Che abita in luo-
ghi meridionali: «Popoli meridiona-
li. > Il Venti meridionali, Quelli che
spirano dalla parte di mezzogiorno.
{{ Proprio dei popoli meridionali :
« Fantasia, Vivacità, Ardore, meridio-
nale. > Il In forza di sost. Abitatore dei
paesi meridionali : « Parlava con tutto
l'ardore d'im meridionale.» — Dal
basBO lat. Vieri dionalis.
Meridionalmente, aw. Dalla parte
di mezzogiorno: « Corrispondo meri-
dionalmente alla Italia: » non comune.
Meriggiare, inlr. Riposarsi all'om-
bra nelle ore calde: «Mentre il pa-
store meriggiava a pie d' un vecchio
muro, comparve il lupo; - Tengono le
pecore a meriggiare.» Part. p. Me-
riggiato. — Dal lat. meridiare.
Meriggio. ». m. L'ora del mezzo-
^orno : « Arrivò sul meriggio. » |1 Di
bel meriggio, Di fitto meriggio, Di
pieno meriggio, posti avverbialm. Nel
colmo della giornata. || ifertV/i/io, si
dice anche L' ombra che gettano le
cose o gli alberi o altro nelle ore
meridiane : « Sudato a quel modo mi
posi al meriggio, e presi una infred-
datura: -Il pastore raduna le pecore
al merìggio.» — Dal lat. meridits.
Meriggióne-óna. s. m. e f. Perdi-
giorno, .iiiante dell'ozio.
Merino, ad. Aggiunto di pecore
che vengono dalla Spagna, e che han-
no lana più lunga e più fine della
nostra ; e dicesi anche della lana
stessa, il In forza di $ost. Merino, si
chiama un Tessuto speciale fatto di
essa lana. — Dallo spagn. merino.
Meritamente, avv. Secondo il me-
rito, A ragione, A buon dritto: «Fu
meritamente eletto presidente di
quella assemblea: -Meritamente ci.v
scnno lo onora:- Meritamente cac-
ciato da quella assemblea. »
Meritare, tr. Essere o Rendersi de-
gno di bene o di male, secondo il
merito; costruito tanto con l'oggetto
diretto, quanto con un infinito retto
dalla particella Di: « Meritò di esser
fatto primo consigliere del Re, per
le prove di accortezza e di senno da
Ini date: - Merita una croce, una me-
daglia, una ricompensa, un premio:
-Ne ha fatte tante, che merita ogni
gastigo. »i|E detto di opere, azioni
e simili, Richiedere, secondo giusti-
zìa, premio o pena: « Ogni fatica me-
rita premio: -La sua condotta me-
rita il biasimo di tutti. »||E con le
particelle pronominali: « Ha avuto
quella onorificenza; ma se l'è meri-
tata: - Si meritò la galera: - Si merita
quello e altro. » [ Meritare checches-
sia ad alcuno, vale Rendernelo me-
ritevole; e dicesi di cosa morale;
< Quella sua abnegazione gli meritò
le lodi di tutti. tMeritare, o Ben me-
ritare di checchessia. Far opere, on-
de ne venga altrui gloria o utilità:
« Lode a coloro che hanno ben me-
ritato della patria. » Il ossoZ.: «Biso-
gna rispettar la memoria di coloro
che tanto meritarono. » |! Meritare il
conto, la pena. Esser conveniente,
utile, ec: « Bisogna considerare se
merita il conto di prendersi briga di
tali cose: -Non merita la pena il du-
rar tanta fatica per nulla. » || Ed an-
che impera.: « Non meritava che ella
si fosse incomodata. » Pari. p. Meri-
tato. —Dal lat. meritare.
Meritévole, ad. Che merita, De-
gno: « Meritevole di ogni lode, di
ogni premio: -Si è reso meritevole
di biasimo, di pena; -Ci sono dei pre-
mj per i più meritevoli. »
Meritevolmente, arti. Secondo il
merito, Degnamente: « Fu meritevol-
mente riprovato il suo procedere. »
Mentissimo, sxip. di Merito ad.
Che ha, molto merito, o ha ben me-
ritato. È voce di cerimonia; « Meri-
tìssimo Arciconsolo della Crusca: -
Meritissimo professore. »
Mèrito, s. 77». Tutto ciò che rende
l'uomo degno di lode, di premio, ov-
vero di biasimo, di pena: « Al suo
merito è poco ogni premio; -La pe-
na fu scarsa al merito suo. » li i>i me-
rito. Di gran merito. Di sommo me-
rito, detto di persona e usato a mo-
do di aggiunto, vale Che ha qnalità,
doti, e simili, da meritare molta sti-
ma. || Z)or? altrui merito di una co-
sa, o Fargliene merito, vale Ascri-
verla a sna lode, come: « Ne danno
merito a lui, ma è tutto lavoro d'un
altro; - Di tante sue fatiche non glie-
ne fanno alcun merito; » e parimente
Ascrivere, Attribuire,a merito. ,Farsi
merito di uva cosa presso alcuno, si
dice quando altri si studia di esser
il primo a annunziare altrui cosa di
gran momento, o rcnderglisi grazioso
in altro modo: «Si volle far merito
presso di lui dandogli prima di ogni
altro la lieta novella. > || E per Gui-
derdone, Ricompensa; anche in sen-
so ironico; « Ecco il bel merito che
egli mi rende di tanti benefizi ! » J
E i poveri, a cui si dà la limo-
sina, dicono: «Dio gliene renda me-
rito »||E per Usura, Frutto di de-
nari; ma oggi diccsi solo del Frutto
che prende il Monte di Pietà pei de-
nari dati sul pegno: « Al Monte di
Pietà prendono pietosam. il sette per
cento di meriti, e (]nalche altra cosa
per giunta. » n Merito della eausa. La
sostanza di essa: « Conoscendo di
avere il torto nel merito, si rifugia-
no negli incidenti:- Parlò in merito
l'avvocato B.;-La causa fu decisa
nel merito.» li Per i meriti della pas-
sione di O. Cristo, vale Per quel merito
che agli uomini acquistò G. Cristo
con la sua passione e morte; ed è
modo di eflicaee preghiera. — Dal lat.
meritum.
Meritoriamente, opv. In modo me-
ritorio: « Operare meritoriamente. »
Meritòrio, ad. Che acquista merito.
Che è degno di ricompensa: « Il per-
seguitare tal canaglia è opera meri-
toria. » Il E generalmente si dice di
tutti quegli atti che sono accetti a
Dio, e ci acquistano merito appresso
di Lui: « L'elemosina è una delle ope-
re più meritorie. » — Dal lat. merito-
rius, ma in altro senso.
Mèrla, s. f. La femmina del Merlo.
— Dal lat. merula.
Merlare, tr. Circondare di merli un
edifizio: «Vuol far merlare tutto il
palazzo invece di farci il cornicione.»
Fart. p. Merlato. I! In forma d'od.:
« Torre merlata, Castello merlato,
Mura merlate. »
Merlatura, s. f. L'atto e L'effetto
del merlare: «Il palazzo finisce con
una magnifica merlatura. »
Merlétto, s.m. Guarnimento dì abi-
ti, o Trina fatta di refe, di oro filato
d' altro, detta cosi perchè in qual-
che modo rende immagine dei morii
che coronano certi edifizj: «Merletti
di Fiandra:- Abito guernito di mer-
letti. .
Mèrlo. ». m. Uccello piuttosto gros-
so, di penne tutte nere, col becco e
le orbite orlate di giallo. La femmi-
na è bruna di sopra, e bruna rossic-
cia di sotto, con macchie nere sul
petto. Il 3fer/o, dicesi figuratam. e fa-
miliarm. a Persona assai maliziosa;
e più per efficacia Merlo dal becco
giallo: «,Tu se' un bel merlo: -Che
merlo! -E un certo merlo!» i| OoTiia
merlo! diciamo per significare a qual-
cuno che non siamo co.sl gonzi da
credere alle sue fanfaronate o ai suoi
imbrogli, per cosa che egli faccia o
dica. — Dal basso lat. merulas.
Mèrlo. ». m. T. arch. Ciascuno di
qne' rialti di mnro, quadrangolari, on-
de si circondavano le antiche torri e
anche palazzi, ponendoli a una ccrt.a
distanza l'uno dall'altro, perchè da-
gli interstizj si scagliavano o sassi o
altro, e dietro il vuoto si riparava la
persona. I Guelfi gli facevano qua-
dri 5 i Ghibellini gli facevano termi-
nati in due punte; « I merli di P.v
lazzo Vecchio: -Ha fatto un palazzo
co' merli a uso medio evo.»
Merlòtto, dim. di Merlo; Merlo gio-
vane; ma più che altro si usa figu-
ratam. a significare Persona sempli-
ce, e facile a essere ingannata: < Ora
che ha trovato il merlotto, figurati
se lo pela! »
Merluzzo. ». m. .?orta di pesce, noto
volgarm. pel molto olio che si estrae
dal suo fegato, che oggi è assai usato
in medicina; « Olio di fegato di mer-
luzzo. » — Dal lat. maris lucius. Luc-
cio di mare, mediante il fr. merluche.
Mèro. ad. Puro, Schietto, Senza al-
cuna mistura; ma ora si usa solo
unito a certi sostantivi per accennar
la loro vera essenza, o per sola en-
fasi, preponendosi sempre al nome:
«Ella è una mera invenzione; -Son
qui per mera necessità: -Son venuto
per mera curiosità. » — Dal lat. merus.
Mesata, s. /". Lo spazio di un mese :
« A far quel lavoro ci vorrà una buo-
na mesata : - Sta in campagna le in-
tere mesate. » ;| Salario o Paga che
altri ha mese per mese: « Ha una
buona mesata; -Non ho ancora ri-
scosso la mesata: -Ci ha da pagarmi
tre mesate. »
Mesatina. (firn. di Mesat.i,ncl secon-
do significato: « Ha una mesatina di
poche lire. »
Méscere, tr. Versare il vino, o al-
tro liquore, nel bicchiere, altro va-
so, a cui si deve bere: «Mésce il
vino senza verun riguardo: -Mésco-
no la sciampagna ne' bicchieri grandi;
-Mésci il caffè, la cioccolata. » lassol.:
«Non faceva altro che mescere;» e
il prov.; Su' pesci mesci, cioè man-
giando pesce, bevi del vino; e l'altro,
Amo non cresce, se Sieve non mesce ,
cioè se la Sieve non vi scarica molta
della sua acqua, fig. Dare in abbon-
diinza, rif. per lo più a denaro; « Lo
aiutava, e mesceva denari a iosa. »
Wassol.: «Può far benissimo tutte le
mode; tanto c'è chi mesce. » n E an-
che rif. a busse: «Mesceva fior di
pugni a quelli sciagurati. » Part. p.
Mesciuto. — Dal lat. miscere.
Meschinamente, avv. In modo me-
schino. Poveramente; « Vive meschi-
namente, benché lavori dalla matti[p. 815modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/815[p. 816modifica]MÉSSA.
— 760 —
MESTIÉRF,
dirsi per Dire solennemente la prima
mesis'à. l Levar la messa a un prete,
Intimargli che più non la celeori; e
10 fa il vescovo per gravi cagioni:
« Faceva vita scandalosa, e gli fu le-
vata la messa: allora si finse libera-
le, e fece il persegnitito. > [ Servire
ìa messa, Assistere e rispondere al
prete nel sacrifizio della messa. Il Ser-
vire la messa a uno, si dice fignra-
tam. e familiarm. per Metterlo in ma-
la voce appresso clii può gastig.irlo,
Palesare le sue colpe, perchè ne sia
castigato: «Non dubitare, no, birba;
ora ti servo la messa. » || Entrare
o Uscire, la messa, L'andar che fa il
prete all' altare per dire la messa, o
II' uscirne. Il .4??o messa! o Alla mes-
sa, ma una panca per uno, diccsi al
veder mangiare o bere alcuno cosi
strabocchevolmente da sgomentarsi a
far con esso compagnia. Dicesi an-
che Alla messa in Duomo: la è chiesa
grande. || Va' alla messa, dicesi fami-
liarm. con leggiera imprecazione, a
chi dica cose non credibili, come Va'
a farli benedire: « Eh va' alla messa ;
a me tu non me lo dai a intendere. »
— D.il basso lat. missa.
Méssa, s. f. T. di giuoc. Quel tanto
(li denaro che i giocatori concordano
che debba correre volta per volta in
certi giuochi, e che si deposita da
ciascuno: «Facemmo una corda di
cinque lire, e, rimasto solo con un al-
tro, facemmo a salvar la messa: -La
messa è di dieci lire. » i! >/?«««, Pol-
lone o Germoglio delle piante: « I
frutti hanno tutti di belle messe. » li
Afesso di voce, T. mus. Voce prolun-
gata che, cominciando pianissimo, va
crescendo fino alla massima forza, e
quivi ritenuta nn poco va digradan-
do sin dove aveva cominciato: eser-
cizio di grande utilità a chi studia il
canto. Il t3/esso in scena, per Appa-
rato scenico, è sconcio gallicismo.—
Da mettere.
Messaggeria, s. f. Voce francese,
ma foggi:ita sopra l'uso antico ita-
liano, che si nsa per quel Servizio
regolare, o di vetture, o di legni di
mare, che fanno gite piuttosto lun-
ghe: «Le messaggerie imperiali. >
Messagglèra. fem. di Messagglcro.
Messagglère e Messaggièro. s. m.
Colui che porta una ambasciata, o
annunzio di molta importanza: « Fu
messaggièro della Uegina il Conte C.:
-Venne un messaggièro da Parigi.»
11 Si usa anche in forma à.'ad. per
Annunzi.atore, detto di cose: «Sogno
mess;igf;iero
|| Per similit. o familiarm.
Libro grande qualunque: « Ecco il
sor Pietro; guarda che messale ha
sotto il braccio ! » — Dal basso lat.
missale.
Mèsse, s. f. La raccolta delle bia-
de^ ma specialmente del grano: « Ora
è il tempo della messe. » Voce del
nobile linguaggio, dicendosi comune-
mente Segatura o Mietitura. || Le bia-
de stesse ancora da mietere: « La
messe è abbondante, e incomincia a
ingiallire. » 11^(7. Raccolta di qualun-
que altra cosa : « Ha fatto buona
messe di notizie: -Buona messe di
materiali per la sua opera.» — Dal
lat. messis.
Messère. ». m. Titolo di maggio-
ranza, che oggi si suol dare sola-
mente a' dottori di legge. Il Qualche
volta si dice, in modo familiarissimo,
a persona di conoscenza che si veg-
ga giungere a noi: « Oh, messere, co-
me va? » Il II messere, dicesi in modo
basso per II deretano: « Cadde, e
battè il messere. » — Da mio e sere.
Mio signore.
Messia, s. m. G. Cristo, il quale fu
il Mandato da Dio, secondo le anti-
che promesse fatte a' patriarchi, per
redimere l' uman genere. Gli Ebrei lo
aspettano tuttora; e però dicesi fa-
miliarmente Aspettare il messia, per
Aspettare invano una persona. — Dal-
l'ebr. masiach. Unto, Consacrato.
Mésso, part.p. di Mettere.
Mésso, s. m. Colui che si manda a
portar annunzj, lettere, ec.: «Ti av-
viserò per mezzo di un messo: -E
venuto un messo a posta per dar no-
tizia del matrimonio. » ;| Donzello di
certi magistrati, che va attorno per
eseguire mandati co., e che oggi, mu-
tato nome, si chiama Usciere; « Ven-
ne un messo del tribunale a portar-
gli un precetto ' [ Aver perduto il
messo e il mandalo, suol dirsi pro-
verbialm. quando si manda alcuno
perchè ci riporti qualche notizia, ed
esso non toma. — Dall' ad. lat. mi'ssus.
Mestamente, aw. Con mestizia:
« Fu mestaiiientc accompagnato alla
sepoltura: -Le valli mestamente ri-
sonavano di lamenti e di pianti. >
Mestaménto, s.m. L'atto del me-
stare; più spesso ne! fig.: «Si vedrà
dove va a riuscire tutto questo me-
stamento. »
Mestare, tr. Agitare, specialmente
cose liquide morbide, con me-
stola, o con mano, acciocché le di-
verse parti di esse si uniscano bene
insieme: «Fa' bollire una mezz'ora,
e poi mesta ben bene per un pez-
zo, finché non sia diventata una pa-
sta atisai consistente: -Mestare la po-
lenda. » Il fig. e familiarm. Adoperarsi
e affannarsi in una o più cose, ma
senza discernimento, e per pura sma-
nia di fare; e usasi anche assolutam.:
« Mesta e mèsta, non fa nulla di buo-
no: -Non sa nemmeno egli quel che
si mesta. » Il Trattar cose pubbliche
private con una certa autorità e
padronanza: « Hanno la smania di
mestare, per avvantaggiarsi: -In ca-
sa B. mesta ogni cosa egli. » Part.i).
Mestato. — Dal lat. mioUus, quasi
miodare. Mescolare.
Mestatóio. ». m. Istrnmento da me-
stare; «Bisogna agitarla molto con
un mestatoio piuttosto grosso. »
Mestatóre-óra-trlce.i;er6(7?.da Me-
stare; Chi Che mesta, specialmente
nel senso di Trattar cose pubbliche
o private con una certa padronan-
a. « È uno dei soliti mestatori : -
Adesso non ci sono solamente i me-
statori ; ma anche, le mestatrici. »
Mestica. ». f. Composto di diverse
terre macln.ite con olio di noce, di
lino, che s'impiastra sopra le tele, o
tavole che si vogliono dipingere.!!
Mescolanza di colori, fatta d.al pit-
tore sulla tavolozza : « Valentissimi
nel far la mestica per le gradazioni
de'colori. »
Mesticare, tr. Dare la mestica, Di-
stendere la mestica: « Fece mesticar
bene la tavola, cominciò a dipin-
gere. » Il in<r. Far la mestica de co-
lori ec.: «Aveva una rara abilità nel
mesticare. » Part. p. Mesticato. ||
In forma A'ad.: «Tela mesticata: -
Colori mesticati.»
Mesticatóre. ». m. Chi fa e vende
le mestichc ed i colori belli e me-
sticati.
Mesticclare. inlr. Trattare una fac-
cenda copertamente ed alla peggio.
Ingerirsi in una cosa senza biso-
gno: « Ma che diavolo mesticela quel-
l'imbroglione? » Part. p. Mestic-
CIATO.
Mestlcclóne-óna. ». m. e f. Chi
fa checchessia di sotterfugio e alla
peggio.
Mesticheria. ». f. Bottega, ove si
vendono mestichc, colori beli' e me-
sticati.
Mestichino ». m. T. piU. Piccolo
strumento di acci.iio, fatto a foggia
di coltello, flessibile e con la punta
rotonda, del quale si servono i pit-
tori per portare i colori sopra la
tavolozza, e quelli mescolare a lor
bisogno.
Mestlericcio. pegg. dì Mestiere;
Cattivo mestiere, dove altri si affa-
tica molto e guadagna poco: « Quello
del fabbro è un gran mestieraccio. »
Mestierante. ». m. Chi esercita un
mestiere. |; In modo dispregiativo, dì-
cesi di nn artista che esercita l'arte
per il solo guadagno e senza dignità,
come se fosse un mestiere.
Mestière. ». m. Arte mannaie che
si fa per guadagnar da vivere: «Il
legnaiuolo non e un' arte^ ma un me-
stiere: -Dizionario di arti e mestieri:
- Fa il mestier del calzolaio :-Vo'met-
tere il mìo figliuolo a nn mestiere :-
Uomo che conosce il mestiere : - Non
ha nessun mestiere, fall vagabondo. »
Il Ciascuno patisce del suo mestiere,
suol dirsi proverbialm. quando per
esempio nn calzolaio ha le scarpe
rotte, nn cappellaio il cappello lo-
goro, ec. il Si dice anche di altri eser-
cizi che non son propriamente me-
stieri: «Il mestiere delle armi.» |iE
di parecchi che esercitano le lettere,
le arti ec. per puro guadagno, si può
dire che fanno il mestiere del lette-
rato, dell' artista, ec. M^ Essere del
mestiere, nel linguaggio famil. non ha
nulla di avvilitivo, e vale Esser pra-
tico di sua arte, professione ec: « E
uomo del mestiere, e ci si può fidare :
-Vorrei esser giudicato da uno del
mestiere. » il 2?» mestiere, aggiunto al
nome dì qualche arte, come Fabbro,
Muratore ec. ed anche Letterato, Po-
litico ec. vale Che fa il mestiere del
fabbro, del muratore, e dispregìati-
vam. di politico, di letterato, ec. || Chi
vuol far V altrui mestiere, fa la zuppa
nel paniere, prov. che riprende coloro
i quali si voglìon mettere a far cosa
che non è da loro, e della quale non
sanno l'arte. H II. Mestiere, vale an-
che Bisogno, Dnopo, nelle frasi Esser
mestiere. Far di mestiere, Ci me-
stiere la tal cosa: « In queste imprese
è mestiere un gran coraggio: - Dio [p. 817modifica]MESTIERUCCIO.
761 -
METALLO.
conosce quel che fa di mestiere a cia-
scuno. » Ma sono maniere del nobile
linguajjgìo. — Dal lat. viìnisterium.
Mestleruccio. dispr. di Mestiere:
€ Quello del ciabattino è nn mestie-
ruccio. >
Mestizia, s. f. Afflizione di animo
che fa esser l'uomo cogitabondo e
Herio nell'aspetto: < La mestizia sua
gli apparisce nel volto. » — Dal lat.
mcestilia.
Mèsto, oi. Addolorato, Malinconico:
« È sempre mesto, n^ o' 6 verso di
consolarlo. » ii Clio dimostra e denota
mestizia : « Volto mesto : - Occhi me-
sti. » Il Che cagiona mestizia: « Mesto
canto : - Musica mestissima: - Mesta
jioesia, > — Dal lat. mcestus.
Méstola. ». f. Arnese di ferro, di
Torma quasi triangolare, e con Iha-
nico di legno, di cui si servono i mu-
ratori per pigliare la calcina dal vas-
>>oio dalla nettatola, e distenderla
nel suo luogo. Adoperar bene la me-
Uola, Saper bene 1 arte del murare.
il Mestola, Pezzo di asse, da una parte
i3Sottigliata a modo di manico, dal-
l'altra lasciata larga e rotonda, con
la quale si battono le piote, accioc-
ché serrino bene insieme facendo ter-
rapieni; e anche le lavandaie battono
con essa i panni sulla pietra del la-
vatoio. || Strumento simile, salvo che
più piccolo, col quale si giuoca alla
palla. Il ilfesfo^c, per similit. e gioco-
samente si chiamano le Mani assai
lunghe e grosso: € Ha un par di me-
stole da far paura. » Il Ji«nar le me-
stole, Mangiare ingordamente, e anche
Dar busse. — Da mestare.
Mestolàia. ». f. Donna che va at-
torno vendendo mestoli, esca, fusa, ce.
Il Mestolàia, Pezzo di panno di ca-
napa, bianco, che ha più buchi, dove
s' infilano i mestoli, e suol tenersi
attaccato nella cucina appresso al
focolare.
Mesiolàio. ». m. Colui che fa e
vende i mestoli.
Mestolata. ». f. Quantità di chec-
chessia presa con mestola: t Con
quattro mestolate di calcina si rime-
dia. » Il Colpo dato per piatto con un
mestolo.
Mestollno. dim. di Mestolo. || Co-
minciare dal mestolino, si dico fanii-
llarm. per Mettere su casa di tutto
punto, incominciando dalla masseri-
zinola più minuta.
Méstolo. ». m. Specie di cucchiaio
di legno, pochissimo incavato e di
lungo manico, che serve per rimc-
nar la roba nei vasi da cucina o da
fornello. {[Avere il mestolo, dicesi pro-
verbialm. di chi ha autorità sopra
ogni altro in una associazione di
nentc, nel Governo, e simili.
Mestolóne-óna. accr. di Mestolo.
i Per similit. e in linguaggio tamil.
Uomo o Donna scimunita, o di grosso
ingegno.
Mestóne, s. m. Uandelletto o Mat-
terello, col quale si mesta la polenda.
Mestóne-óna. ». m. e f. Uomo o
Donna che abbia smania di mestare,
cioè trattare con una certa padro-
nanza faccende pubbliche o private:
« Tutti sanno che k un gran mestone
costui:-E de' soliti mestoni :-A'tempi
che corrono i mestoni sono in abbon-
danza. > Meno odioso di Mestatore.
Mestruato, ad. Detto di donna, Che
ha i mestrui.
Mestruazióne. ». f. Uìcorrenza del
mestruo.
Mèstruo. ». m. Purga mensuale delle
donne. — Dal lat. menstmum.
Mestùra. ». f. Composizione fatta
di diverse so.stanze per lo più resi-
noso, e manipolata per modo che ne
risnlti una materia assai ten,acc, la
quale si usa particolarmente a riap-
piccicare e riunire assai fortemente
i pezzi rotti di un oggetto, per Io più
di terra cotta o di cristallo: «Me-
stùra da maioliche, cristallami: -Lo
raccomodò con una certa mestnra,
che era impossibile riconoscere il gua-
sto: -Qui ci vuol altro che mestura! »
Mèta. ». f. Tonnine a cui dee giun-
gere chi corre a gara: « Chi primo
arriva alla mèta avrii il premio. » Ij
Anticam. Guglia o Piramide, che si
poneva in cima e in fondo al Circo,
e intorno alla quale giravano i carri,
come sono quelle di Piazza S. Maria
Novella a Firenze, che pur si chia-
mano Mète.WE fig. Mèla, dicesi per
Finca cui tende chi fa viaggio; ma
in questo senso ha del poetico: «Il
pellegrino giungendo alla sua mèta
si consola. » || Più spesso II fine a cui
si tende o col pensiero o col deside-
rio: « Finalmente ho toccato la mèta:
-Mi son proposto questa mèta: -Ha
toccato la sua nobile mèta.» — Dal
lat. meta.
Méta. ». f. Quello sterco che in una
volta fa l'animale, e specialmente
il bue.
Metà. ». f. Ciascuna delle due parti
uguali, in cui si divide un intero:
« Spezza questo pollo: una metà pi-
gliala tu, l'altra dàlia a lui: -La
metà de'mlei beni l'ho già consu-
mata: -La prima, la seconda metà
del secolo: -La metà del venti è il
dieci. » Il Metà della metà, La quarta
parte dell'intero; modo usitatissimo
nel prov. Quattrini e santità, metà
della metà, il quale ci avverte che
della ricchezza e della santità altrui
decantata bisogna credere molto meno
di quel che si dice. 1| Il doppio della
cosa nominata: « Quando ha bevuto
ha più coraggio la metà : - È la metà
più alto. » Il Metà dell' anima mia, si
dice per affetto a persona carissima.
Il La mia, la sua metà, si chiama, più
spesso scherzevolmente. La moglie :
« Ecco qua il sor Gaudenzio con la
sua metà. » Il .4 ìnelà, A mezzo, Fino
al mezzo: « Fa'Ia fossa profonda nn
mezzo metro, e riempila a metà di
concime. » || Fare a metà, Pattuire di
spartire egualmente il guadagno o lo
scapito: «Fanno a metà di ogni cosa,»
ed anche Essere a metà. Stare a metà.
Dividere, Spartire, per metà, Fare
parti eguali in due. — Dal lat. me-
dìetas.
Metacarpo. ». m. T. amai. Quella
parte della mano che è compres:v tra
il polso e il cominciar delle dita.
Sono quattro ossi, o cinque, se si con-
sideri anche quello del pollice, simili
alle falangi, e corrispondono di sopra
al dorso, e di sotto alla palma della
mano. — Dal gr. (isxà e xapTióc, Polso.
Metacismo. ». m. T. leti. Vizio del
parlare, consistente nel troppo fre-
quente accozz.amento della lettera m.
— Dal gr. ustax'.aiió;.
Metacronismo. ». m. T. Ictt. Specie
d'anacronismo, il quale con,si.Hte nel
trasportare nn fatto a un tempo an-
teriore. — Dal gr. (isTa e xpii'o»!
Tempo.
Metafisica. ». f. Scienza che trat-
ta delle facoltà dell'anima umana.
do'primi principj delle nostre cogni-
zioni, e delle idee universali. — Dal
gr. xà nìTacfucj'.xa.
Metafiilcaménie. avv. In maniera
metafisica: «Trattò la materia me-
tafisicamente. »
Metafiiicare. intr. Trattar le cose
a modo di metafisici, cioè speculando
e sottilizzando; ma si dice sempre
con qualche ironia: « Egli va sempre
su per le cime degli alberi e meta-
fisica sopra ogni cosa da nulla. »
Part. p. MetAPI.SICATO.
Meiafiiicheria. ». f. Astrattezze inu-
tili e ridicole, dove meno bisognano;
« Colle sue metafisicherie non viene
mai a capo di nulla. »
Metafiiico. ». m. Colui che è pe_
rito nella metafisica, o ne scrive: « E
uno dei più dotti metafisici. »
Metafisico. ari. Di metafisica: «Pro-
se fisiche e metafisiche: -Libri me-
tafisici : - Opere metafisiche. » — Dal
gr. nsxatyuaixós.
Metàfora. ». f. Figura rettorica, ed
è una specie di similitudine abbn*-
viata, per la quale si trasporta un
vocabolo dal senso proprio al senso
figurato: « Scrittore che abusa le me-
tafore :- Bella, nobile, metafora: - Por
metafora si dice che un uomo pau-
roso è un coniglio. » — Dal lat. me-
taphora, gr. iisxàvopa.
Metaforeggiare, intr. Parlare per
via di metafora o di metafore : « Qui
l'autore metaforeggia: - I secenti-
sti metaforeggiano eccessivamente. »
Part. p. MetAPORBOOIATO.
Metaforétta. dim. di Metafora ;
Leggiera metafora: « Qualche meta-
forétta sta bene anche nello stile più
umile. »
Metaforicamente, avv. In modo
metaforico. Per via di metafora: «Il
popolo spessoparlamctaforicamentc.»
Metafòrico, ad. Che ha in sé me-
tafora. Detto per via di metafora:
« Questo è linguaggio tutto metafo-
rico: -Nelle leggi non si debbono
usare voci e locuzioni metaforiche. »
— Dal gr. lisxa-^op'.y.óf.
Metaforizzare, intr. Lo stesso che
Metaforeggiare. Part. p. Metafo-
rizzato.
Metafraste. ». m. T. Ult. Interpe-
tre, Traduttore. — Dal gr. fiexaiypa-
Metàllico, ad. Di metallo. Compo-
sto di metallo: « Istrumcnto metal-
lico:- Verghe metalliche: -Filo me-
tallico.» || Voce mefallica. Voce chiara
e risonante. — Dal lat. metallicus.
Metallifero, ad. Che ha vene di
metallo : « Terreno metallifero. » —
Dal lat. metallifer.
Metallina. ». f. T- art. e mest. Rame
vero o Ifegolo della prima fusione.
Metallizzare, tr. T. fis. Coprire la
superficie di un corpo non condut-
tore, o con finissima polvere metal-
lica, o con veli sottilissimi di me-
t.allo, distesovi sopra per operazione
chimica, a fin di dare a esso corpo
l'aspetto di metallo, o renderlo con-
duttore della elettricità. Part.p.TAE-
TAM,IZZ.TO.
Metallizzazióne, ^.f. L'atto e L'ef-
fetto del met.allizzare.
Metallo. .». m. Corpo semplice e lu-
cido, che si cava dalle viscere della
terra, come l'argento, l'oro, il ferro,
o simili; spesso duttile e malleabile,
come i nominati, e spesso friabile,
come l'antimonio; «Vi sono miniere
di diversi metalli. » || Metalli presiosi, [p. 818modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/818[p. 819modifica]METROLOGIA.
7C3
MEZZANINO.
Metrologia, s. f. Trattato de' metri
poetici. 11 E anche Trattato delle mi-
sure in (Tenere. — Dal gr. (léxpov, e
Xóyoi, Discorso.
Metrologico, ad. Che appartiene
alla metrologia: « Discussioni metro-
lociclie. »
Metrònomo. ». m. Strumento di re-
cente invenzione, il quale col grado
di lentezza o di velocità delle sue
oscillazioni regolari indica il tempo,
secondo il quale deve essere ese-
guito un componimento musicale, o
alcuna parte di enso: «Diceva Ros-
sini che il metronomo bisogna averlo
nella mente e nel cuore. » — Dal gr.
Hixpov, Misura, e vóixos, Distribu-
zione.
Metròpoli, s. f. Città principale di
una provincia o di un regno, Sede del
governo. — Dal lat. meCropolia, gr.
Metropolita. ». m. Arcivescovo di
una chiesa metropolitana.
Metropolitano, ad. Di metropoli,
ed è aggiunto della principal chiosa
o della città principale della provin-
cia. Il In forza di sost. Arcivescovo
d'una metropoli. — Dal basso lat. me-
tropolUanus.
Méttere, tr. Porre, Collocare, una
persona o una cosa in un luogo de-
terminato; e usasi anche in senso
fig.: «Questo libro méttilo là: -Lo
misero in capo di tavola: -La pro-
posizione principale si métte in qncl
luogo del periodo, dal quale meglio
risulti: -Dove si mette tutta questa
roba?» llRif. a persone, intendesi spe-
cialm. per Dar loro comodo ricetto
nella propria casa: «Sono venuti tutti
in un branco, e non so dove met-
terli:- Alcuni li misi in camera mia,
altri nella sala. » H Aggiungere una
cosa a un'altra, Mescolarla con essa:
« In cotesto vino mettici un poco
d'acqua: -Si aggrazi.!, méttendoci un
po' di zucchero. » Il JfeHere ima per-
sona in un luogo, come convento, col-
legio, università, bottega, e simili,
vale Collocarvela acciocché vi ri-
manga per alcun tempo a fino o
d'istruirsi, o di lavorare, o gn.ada-
gnare,cc.i|Annover<are, Comprendere,
ìfncludere: «In questa nota non ci
ho mésso gli acconti; -Ci metta an-
che le ultime visite: -In quella so-
cietà ci hanno voluto mettere anche
me. > lllmput.are, Dare; nei modi Met-
tere a colpa, a difetto, a vizio, e si-
mili. Il Con la particella pronominale,
e rif. a vesti, vale Indossarle: «Met-
titi il soprabito, il cappello: -Ancora
non s'è messo le scarpe. » || 3/e«ers»
in capo, in cuore, in animo. V. i r(v
spettivi sostantivi Capo, Cuore, ee.
Il Rif. a giuoco, vale Scommettere:
« Tutte le scttim.ane mette al lotto
cinque lire:-Qnanto hai messo? »||
E assai.: « Tutte le settimane metto
al lotto. » Il Metter su, Porre in ginoco
la somma che si vuole o si deve scom-
mettere: «Hanno messo su tutti? -
Io ancora non ho messo su. » Il Rif. a
capitale. Impiegarlo, CoUoc.irlo in
checchessia: « Ila messo tutti i suoi
quattrini in cartelle: -Mette tutto il
Buo in libri. » || E rif. a ingegno, dili-
genza, cura, e simili, Adoperarlo,
Spenderlo: « Ci ha messo tutto il suo
ingegno : - Ci metterò tutta la diligen-
za possibile.» il Riferito a tempo: «Ci
hai messo troppo : - Quanto ci mette a
venire? » || Mettere un campo, un ter-
reno, e sim., a vigna, a grano, u aim.,
vale Piantarvi una vigna, Seminarvi
grano, ec. l Mettere a ferro e fuoco un
paese, Disertarlo, togliendo, abbatt(^n-
do, bruciando. Il JlfeHtr male ira due
persone, Porre malignamente discor-
dia tra loro. || Mettere degli scandali.
Inventar cose le quali riescano a divi-
dere persone amiche.l|il/c«cre insieme,
Unire, Congiungere due o più cose,
due pili parti di una cosa. E al-
tresì Comporre unendo le p.arti di un
tutto: «Mettere insieme i varj pezzi
di una macchina; -Mettere insieme
una macchin.i. » Assai migliore di
Mo7!/arc.|lRif. a denari, patrimonio, e
simili. Accumulare: «In pochi anni
ha messo insieme un bel patrimonio;
-Una m.alattia gli consumò quei po-
chi solderelli che aveva messi in-
sieme. » V. anche Insieme. || Metter
su, riferito a persona, vale Istigarla
malignamente contro alcuno: «C'è
chi si diverte a metter su gli scolari
contro i maestri: -Si vede bene che
lo hanno messo sn. » Metter su, nel
parlar familiare, vale anche Porre in
essere per propria utilità, servigio,
e simili, come: « Metter su casa, bot-
tega, un negozio qualunque: -Metter
su carrozza, cavallo ec. » || fig. Metter
su superbia. Insuperbirsi; «Da un
pezzo in qua ha messo sn una gran
superbia » H Mettere, detto di piante,
vale Pullulare, Germogliare; e usasi
più spesso assoL: «Ancora le piante
non hanno messo : - Ha messo di bei
polloni:- Quando l'insalata ha messo
non è più buona. » || Rif. a pelo, barba,
penne, e simili, vale Spuntare: «Li
levò dal nido che ancora non ave-
vano messo le penne: -Comincia a
mettere i baffi.» Il rifl. Collocarsi, Por-
si, in un dato luogo: «Mettiti costì;
-Io mi metto qui. » || Mettersi a letto.
Ammalarsi: «Dio guardi se si mette
a letto! non si rileva più. » || Mettersi
a una cosa, a fare una cosa, Ac-
cingersi ad essa. Incominciare a far-
la: « Si mise a quel lavoro senza al-
cuna preparazione; -Si mette a fare
cento cose, e non ne finisce una:-
Si é messo a fare il ciarlatano : - Met-
tersi a litigare. » Il il/fHerst in cam-
mino. Incamminarsi ; Mettersi per una
strada, e simili. Entrare in essa, e
diccsi anche fig.: « S'è messo per una
cattiva str.ada, e capiterà male. »i|
Mettersi bene male, detto di per-
sona, e riferito a veste, abbigliamen-
to, e simile, v.ale Abbigliarsi bene o
male, Acconciare la persona cosi o
cosi: «La signora Rosina si mette
sempre bene: -Peccato che si metta
cosi male!»liE detto di cose, affari,
e simili, vale Pigliare buona o cattiva
piega: « L', affare si mette m<alo:-Le
coso si mettono piuttosto bene. » Il E
assol. Metter bene o male. Prometter
buono eattivo esito: « Questa volta
il giuoco mette bene; vedremo:-L'af-
farc inette molto male. > || intr. detto
di fiumi, strade, e simili, vale Sboc-
care, Far capo: «La Sieve mette in
Arno; Arno mette nel mare: -Questa
strada mette diritto diritto in piazza
del Duomo. » || Metter conto. Essere
utile. Tornar bene, che fr.incesem.
diccsi oggi Valer la pena: «Vorrei
rispondergli ;ma non mette conto con-
fondersi con uno sciocco: - Mette-
rebbe conto r.nndarvi da sé. »||Jfc<-
tiamo, ns.asi in modo ipotetico, ed è
lo stesso che Supponiamo: «Mettiamo
che egli venga; come si riceve?»
Vart. p. Messo. — Dal lat. mittere.
Mettibócca. ». e. ind. Dicesi co-
munem. Chi vuol entrare in tutti i
discorsi che sente fare altrui, o con-
fermando, contradicendo, benché a
lui non si appartenga: « Chetati, met-
tibocca: -Tu se' un gran mettibocca. »
Mettifòglio. ». e. ind. T. stamp.
Quel lavorante, che per lo più è un
ragazzo o una donna, che stende sulla
tavoletta della macchina tipografica
il foglio bianco per essere stampato.
Mettilòro. ». m. Artefice che adorna
checchessia d'oro, Che mette a oro
una cosa. — Voce tuttora viva in Fi-
renze.
Mettimale, ad. Lo stesso, ma man
comune, che Commettimale. V.
Mettiscàndoli. ». e. ind. Colui o Co-
lei che cerca, a forza di calunnie e di
falsità, di metter la discordia fra le
persone.
Mettitura. ». f. L'opera di nn arte-
fice che mette su qualche cosa: «C'è
da pagare la mettitura della tenda
al tappezziere.»
Mèvio. ». m. Nome proprio di per-
sonaggio antico, passato in sinonimo
di Censore maligno. — Voce dei let-
terati.
Mezzaiuòlo. ». m. Quegli col quale
abbiamo qualche cosa a comune e la
dividiamo, come usiamo col conta-
dino nelle raccolte. ||^^.: «Non mi
8on messo solo a tal impresa, ci ho
un buon mezzaiuolo. »
Mezzaléna. ». f. Sorta di grosso e
rozzo panno, fatto di lana e lino: « La
massaia nelle case dei contadini pensa
alla mezzalana per i vestiti da in-
verno. »
Mezzaluna, s.f. T.milil. Quell'opera
distaccata a guisa di rivellino che si
colloca innanzi agli angoli fiancheg-
giati de' bastioni. Il J/es2a7i(7ia, Spe-
cie di coltella curva, fagliente dal
lato convesso, e i cui duo capi, che
finiscono in códolo, sono ficcati e
ribaditi in due impugnature, o mani-
chctti di legno verticali. La mezz.aln-
na adoprasi sul tagliere, dimenandola
con ambe le m.ani, a modo d'altalena
e quasi ninnando. i| La mezzaluna, in-
tendesi anche L' impero ottomano,
dalla sua insegna che è la mezzaluna.
Mezzamósca. ». f. Nome volgare
di una specie di g.abbiano, macchiato
di bianco, di cenerino e di nero.
Mezzana. ». f. Colei che tien mano
a pratiche amorose.
Mezzana. ». f. Sorta di mattone,
col quale principalmente s'ammat-
tonano i pavimenti. |i T. mar. La vela
che si stende alla poppa del naviglio.
Il Mezzana, dicesi anche Quella parte
del maiale, che rimane tra la spalla
e la coscia, staccata dalle costole e
salata per conservarla.
Mezzanamente, art-. Lo btesso
che Mediocremente : < Mezzanamente
istruito nella meccanica. »
Mezzanèlla. dim. di ìlezzana per
Mattone; Mezzana nn po'più piccola
e più bas.i<a della ordinaria; e anche
meno eoffa.
Mezzanfini. ». m. pi. Pasta da mi-
nestra, di grossezza tra i vermicelli
e i capellini. <
Mezzania. ». f. Cornilo d'inferiore
qualità, di cui si fa assortimento come
dogli altri più pregiati, formando i
mazzi di due chilogrammi, composti
di .54 fila.
Mezzanino. ». m. Ordine di stanze,
che sono immediatamente sopra al
pian terreno, o anche tramezzo ai [p. 820modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/820[p. 821modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/821[p. 822modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/822[p. 823modifica]MIGNOLA.
767 —
MILLIGRAMMO.
fone tanto fatto, che mi morso con
«Iran dolore. >
Mignola. ». f. Quello bocciolinc
hiauclio che buttan fuori gli ulivi in
primavera, che <■, il loro fiore: « Que-
st'anno gli ulivi hanno di gran nii-
j,'nola:-Che bella mignolai -C'è po-
ca mignola. »
Mignolare, intr. Il primo fiore de-
ffli ulivi, 11 mandar fuori essi la mi-
gnola: « Quest'anno gli ulivi migno-
lano presto. » Il E impersonalm.: « Co-
mincia ora l'aprile, e già mignola.»
il «S'è mignola a aprile^ vacci col ba-
rile; Se mignola di maggio, vacci col
maggio, prov. degli agricoltori per si-
gnificare r abbondante o scarsa rac-
colta dell' olio, prognosticandola dal
tempo che gli ulivi mignolano. Pari.
p. Mignolato.
Mignolatura, s. f. L'atto e II modo
<lel inigiioiare: » La mignolatura è
stata bella. »
Mignoli. ». m. pi. Si dice per lo
sfesso che Mignola: « 11 freddo ha
fatto danno ai mignoli. »
Mignolo. ». m. Nome dell' ultimo
dito, che è il più pìccolo, cosi della
mano, come del piede: «11 medio,
l'anulare, e il mignolo. » Ma gli scien-
ziati dicono II mimmo. Il Più spesso
come ad.: « Il dito mignolo. > — Forse
è forma alterata di minimo.
Migrare, intr. Partirsi dal proprio
paese, per andare a stare in un altro;
che più comunem. si dice Emigrare. |,
T. ornit. detto di quegli uccelli ohe
non hanno dimora ferma tra noi. Part.
p. MlOIìATO. — Dal Lat. migrare.
Migratóre, verbal. da Migrare; Chi
o Che migra. || T. ornit. Aggiunto di
quegli nccelli che comnnem. diconsi
Uccelli di passo.
Migrazióne. ». f. 11 migrare; ma si
usa solo parlando del passaggio che
facevano popoli antichi interi da pae-
se a paese: « Le migrazioni degli an-
tichi popoli son quelle che fanno dir
tante belle cose a' novelli etimolo-
gisti. » — Dal lat. migratio.
Mila. pi. dì Millo; ma che si usa
.solo aggiungendola a un adiettìvo nu-
merale, nel significato di Migliaia:
«Vìnse il premio di centomila lire:
-Ventimila: -Tremila.» || Non si use-
rebbe diviso da esso adiettivo se non
interponendovi 1' avv. Più, come:
« Dieci e più mila soldati perirono
in quella battaglia. » || Per una pro-
prietà toscana, suole dividersi, me-
diante la particella Di, la cifra com-
posta, dicendosi Un cento di mila lire,
a simili, il che equivale a Cento mi-
gliaia di lire. Onde il Giusti potè
diro: « Ma per vera bellezza un cento
Di mila scudi avea fra censo e dote. »
— Dal lat. millia,
Milensàggine. ». f. Lo stesso, ma
mcn comune, che Melensaggine.
Milènso. ad. Lo stesso, tna men co-
mune, che Melenso.
t Miliardo. ». 711. Numero, Quantità,
che comprende mille milioni: « Pri-
m.% quando si diceva un milione di
debito, pareva un gran che ; ora non
ci apaventano neanche i miliardi. »
— Dal fr. milliard.
Miliare. ». f. T. med. Malattia d'un
genere particolare, che è accompa-
gnata da un' eruzione cutanea di pìc-
cole vescichette della forma e gros-
sezza dì un grimo di miglio; ed è
assai pericolosa: «Il G. ha la milia-
re: -Il dott. F. è bravo per cnrar la
miliare. » — Dal lat. miliiim, Miglio.
Millonério. t. m. Chi possiede ric-
chezze per la quantità di nno più
milioni: < Era povero, e ora è milio-
nario: -Sì vede che mi ha preso per
un milionario. » ||E in forma d' a J.;
« Famiglia, Casa, milionaria. »
Mllioncino. dim. di Milioue; e si
dice per vezzo: « Ha messo insieme,
non si sa come, il suo milioncino. »
Milióne. ». m. Quantità che com-
prende mille migliaia: «La Francia
ha un milione di soldati: -Su quel-
l'impresa ha guadagnato un milione
di lire. » Il Ma quando si dice di de-
naro, si usa assolutamente, quasi per
antonomasia: « C'è un deficit di quat-
tro miliofii: -Quel palazzo costò un
milione. »||E per iperbole. Quantità
smisurata: « Le domando un milione
dì scuse: -Ila detto un milione di
corbellerie. »
Milionèsimo, ad. num. ord. di Mi-
lione: « Non è la milionesima parte
di quell'altro.» || In forza di tost. m.
La parte milionesima.
Militare, intr. Esercitare la mili-
zia. Fare il soldato: « Militò sotto
Napoleone 1:- Milita a piedi, a ca-
vallo. » Il Parlandosi di ragioni, di ar-
gomenti, significa Valere e tenere,
.Servir di prova, dì sostegno: «Que-
sto argomento non milita nel caso
nostro : - E qui militano le ragioni .ad-
dotto già dal C. » Part. pr. Mili-
tante. |1 In forma A' ad. Chiesa mi-
litante. La unione di tutti i fedeli che
sono sulla terra, a differenza della
Chiesa trionfante, che sono i Beati
del Paradiso. Part. p. MILITATO. —
Dal lat. militare.
Militare ». m. Uomo che esercita
a, milizia: «È arrivato giù un mili-
tare; né so che cosa voglia: -Veste
ora da militare, ora da paesano. »
Militare, ad. Di milizia. Attenente
a milizia: « Arte militare: -Discipli-
na militare: - Operazioni, Esereizj,
militari: - Spedale militare, ec. » ||
Strada militare, Quella costruita col
proposito di usarla per le marce e
comunicazioni dell' esercito. || Archi-
lettura militare. Ingegneria militare.
Quelle che si occupano delle costru-
zioni militari, del fare strade, pon-
ti, ec. Il E per opposto a Civile: « Cer-
ca un ufficio o civile o militare. » i|
Da soldato. Proprio di soldato: «Modi
militari. Aspetto, Contegno, militare. »
Il Governo militare. Quello che si fon-
da sopra la milizia, e che anche i de-
litti comuni giudica con leggi mili-
tari. Il Alla militare. Al modo dei mi-
litari: «Egli fa ogni cosa alla mili-
tare: -Veste alla militare.» — Dal
lat. mililaris.
Militarmente, avv. Al modo dei sol-
dati, Alla militare: «Governa mili-
tarmente. »il Occupare ìniUtarmente
un jiaese, Entrarvi con resereito,cgo-
vernarlo con leggi ed arbitrio militare.
Milite. ». m. Soldato; ma oggi, do-
po che è stata abolita la Guardia na-
zionale, e voce pressoché caduta in
<lisnso. — Dal lat. milea.
Milizia, s. f. L'esercizio e l'arte
della guerra: « Si è dato alla mili-
zia. »|| E per Esercito: «È entrato
nella milìzia: -C'è qua della milizia:
che gente sia? -Milizia di mare, di
terra. »|| fig. La vita dell' uomo è una
milizia. Il Milizia religiosa, dicesi il
Clero secolare e regolare. |! La mtVi-
2ia del Cielo, I beati del paradiso. —
D,il lat. militia.
Millanta, ad. num. Lo stesso che
Mille; ma ora si direbbe solo per nu-
mero indetcrminato e in ischeizo.
Millantare. ri/Z.VantarsijSpacciarsi,
esageratamente: «Si millantano gran-
di amatori della patria, ma per essa
nulla hanno fatto mai: -Si millanta-
va per autor di quell'opera; e poi
fu scoperto che era un plagio. » Part.
p. Millantato. — Da millanta.
Millantatóre-trice. verbal. da Mil-
lantare; Chi o Che si millanta.
Millanteria. ». f. Il millantarsi. Van-
tazione esagerata: «Le sue millan-
terie sono presso a poco simili a
quelle del capitano Spaventa:- Con
tanto millanterie ha stomacato tutti.»
Mille, ad. num. card. Che si com-
pone di dieci centinaia: « Sono mille
uomini appunto: -Ci vogliono mille
franchi. » Il pi. fa Mila quando segue
ad altro nome numerale, con cui sì
congiunge, come Tremila, Ventimi-
la, ec. V. alla voce Mila. || In forza
di soat. Numero di cose o di persone,
che giunge a mille. |i Quando è detto
assolutam. s' intende di persone : « In
quel convento v' è luogo per mille. »
Il mille intendesi per L'anno mil-
lesimo dell'era volgare: «Nel mille
credettero gli uomini che il mondo
sarebbe finito. » IIAfiHe, si dice an-
che per Quantità indeterminata assai
grande: « Ci fece mille carezze: -Gli
disse mille cose graziose: -Mille vol-
te ho preso la penna per iscrivere,
o mille la ho gettata via. » || Mille e
mi'Hc, significa Grandissima quantità:
« Ci sono mille e mille oggetti, l'uno
più grazioso dell'altro. » 11.4 milU
miglia. V. in MIGLIO. Il Parer mille
anni, e ogn'ora mille. V. in ANNO, e
in Ora. Il Star sul mille. Star sul gra-
ve, e dicesi anche Esser come la sta-
dera dell' Elba, la quale ha la prima
tacca sul mille. — Dal lat. mille.
Millècuplo, ad. Che è mille volte
di più: « Occupano uno spazio mil-
lecuplo: -Proporzione millecupla.»];
In forza di sost.: « 11 millecuplo. »
Millefòglie. ». m. ind. Pianta che ha
lo stelo scanalato, un poco peloso; lo
foglie dentate, lisce; i fiori bianchi e
alquanto rossi.— Dal lat. milUfolia.
Millelàiero. ad. T. geom. detto di
Figura regolare che ha mille lati e
mille angoli.
Millenàrio, ad. Di mille anni. Che
ha mille anni: « Dominio millenario:
-Pianta millenaria. » || 3/»//ckoj;/, si
disse Una setta di eretici, che sp.ac-
ci-avano Cristo dover regnare in terra
co' Santi suoi, mille anni innanzi al
Giudizio universale, tra'dilctti dì ogni
genere. — Dal basso lat. millenarius.
Millènnio. ». «1. Lo spazio di mille
anni: «La servitù d'Italia è durata
più d'un millennio. »
Millèsimo, ad. num. ord. di Mille:
« E la millesima volta che si fa que-
sta festa. » Il E ad. num. partii. : « La
millesima parte di un'ora. » 1| In forza
di sost. wi. La parte millesima. || Tutto
lo spazio di mille anni: «Segui tal
fatto un millesimo avanti Cristo. »ii
Si prende anche per La data appó-
sta a pubblici monumenti, strumenti,
lettere, ec, sebbene maggiore dì mille
anni: « Ci manca il millesimo. »||Z)'hii
altro millesimo, dìcesi di Cosa anti-
quata e fuor d'uso. — Dal lat. mille-
siniu.s.
Milligrammo. ». «1. La millesima
parte di un grammo: < Brillante che
pesa dicci grammi, o uovecento mil-
ligrammi. > [p. 824modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/824[p. 825modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/825[p. 826modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/826[p. 827modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/827[p. 828modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/828[p. 829modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/829[p. 830modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/830[p. 831modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/831[p. 832modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/832[p. 833modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/833[p. 834modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/834[p. 835modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/835[p. 836modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/836[p. 837modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/837[p. 838modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/838[p. 839modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/839[p. 840modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/840[p. 841modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/841[p. 842modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/842[p. 843modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/843[p. 844modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/844[p. 845modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/845[p. 846modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/846[p. 847modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/847[p. 848modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/848[p. 849modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/849[p. 850modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/850[p. 851modifica]muta bisogna nutrire i bachi con fo- glie delle più tenere: — Sono già sulla terza muta. p
Mutàbile. ad. Che si muta, Che non erdura nel medesimo stato: c Tutte e cose di questo mondo sono muta- biii.-||E fig. detto di persona, Che cambia facilmente di pensiero, di vo- glie, cc. — Dal lat. mulabih's.
Mutabilità. s. f. aslr. di Mutabile; L' esser umtahile.l|fiy. Leggerezza, Incostanza: c M utabilita di carattere, di propositi. di voglie. p
Mutabilménte. avv. Con mutabilita.
Mutacismo s. m. T. Iell. Pronunzia viziosa,_cousistcute ncll‘ abuso delle consonanti mute. b, m, p.
Mutamento. avo. Scnza dir parola, e come persona muta: c All'intima- zione il |mpnio si ritirò mutamente. r
Mutamento. s. m. Il mutare o Il mutarsi : u 'l‘utti questi mutamenti non mi piaeciouo:— 0gni tanto c'è un mn- tamento.» u Riferito al corpo umano, vale più spesso Un mutarsi in peg- io: t Da un anno a questa parte ba atto tal mutamento che non si ricono- sce più.» “Rit. a condotta, costumi: c In poco tempo ha fatto un gran mutamento. p
Mutande. s. f. pl. Brache di panno lino o lano, o bambagino, che si por- tano sotto ain altri abiti, cosl dain uomini, come dalle donne, a maggior riparo del freddo, o per semplice pu— lizia: x Anche d'estate porta le mu- tande di laua:— -Un par di mutande: — Mutaude chiuse, portate dalle don- ne: — Lo trovai in mutande. r H Malate le mutande, dicesi scherzevolm. in- vece della formula latina Mutalis mu- tandis, comune anche ncl popolo, e che significa Con i dovuti cambia- menti.
Mutare. tr. Rendere una cosa di- versa da ciò che era prima, Variare, Cambiare: uCosl non ista bene; bi- sogna mutarlo: — Ila mutato tutto il sonetto. r .. l’orre nel luogo d'una cosa un‘altra casa diversa, ma dello stesso genere: c Muta coteste seggiole:— A ogni portata si mutano i piatti e le posate. n l. ln senso particolare rif. a vesti, Spogliar quelle che uno ha per indossaruc altre: c Ha mutato tre vol- te abito in tutto il giorno:— Mutarsi la camicia. r u Mularc il letto, la ta- vola, e simili. Mettervi lenzuola, o to- vaglia e tovaglioli di bucato: t Muta il letto una volta al mese. r || Mazara una, vale Togliergli di dosso le vesti che ha ner metter-gliene altre più pu- lit'e; e riferiscesi per lo più a ra- gazzi: xBisogna mutar da capo a piedi cotesto ragazzo; non vedete co- me s'e empito? n || ltif. a malato, Met- tergli lenzuola pulite. nel letto: c La Misericordia va a mutare i malati, tutte le volte che e richiesta. r Il Mu- tare i bachi (da seta), Togliere ad essi il letto formato dain avanzi del- la foglia da essi rosa.“ lilulare, ril'e- risccsi spessissimo a cose morali, co- me Mular ens‘iero, proposito, consi- glio, e simili, per Lasciar quello che uno ha e prenderne un altro. H Mutar vita, costumi, registro, ee.; e assolu- tam. Mutare, vale Cambiare il modo di vivere, di procedere; e intendesi sempre di mutazione in bene: c Qui bisogna mutar vita; altrimenti non è possibile andare. avanti: — Ragazzo, se non muti registro, m'inquieto a buo- no:— Se non muta, lo mando via.» || Mutar casa, Andare a stare in altra casa: tIn un anuo ha mutato casa due volte..- ||Mular paese, Lasciare il paese, ove presentemente dimoria- mo per andare a dimorare altrove: «Bisogna mutar paese, perché qui non c'è più aria per meJHMular l’aria, Aprire le finestre, perche nuo- va aria e più pura entri nelle stan- ze, ehe siano state chiuse per qual- che tempo: c La mattina e bene mu- tar aria alle eamere. r l] E Mular aria, Andare. ad abitare per qualche tempo in paese diverso, specialmente per cagione di salute.||Mutare il vino, Travasarlo d'uno in un altro vaso, facendo in modo che lasci in quel- lo la fondata.||n'fl. Farsi diverso da ciò che rima era, Cambiarsi: c La fortuna s1 muta spesso:-Si mutano spesso lc opinioni, le costumanze, i bisogni, gl‘ interessi degli uomini.»|| Detto del tempo, Mettersi al cattivoì onde in prov. Tempo s volontà n muta spesso. Il Detto di persona, Spo- gliarc l panni che uno ha e metter- sene altri più puliti: «Si muta tutti i giorni: - Tornato a casa, bisognò che mi mutassi da capo a’ piedi.» |lCam- biar di opinione, di pensiero, dì vo- glieu un uomo che si muta spes- so. r || E con un compimento: c Si mutera di pensiero cento volte al giorno. p I] 'i'nl'r. Addivenir diverso, Prendere stato, condizione, qnali- ta, ec. altra da qnclla ehe prima si aveva: c Tntto muta nel mondo: — Le. cose possono mutare da un momento all' altro. n Part. p. MUTATO.— Dal lat. mutare.
Mutatùra. s. f. L’atto e L'efl'etto del mutare; rif. specialm. a vesti, ' vino, cc. (biamento.
Mutaziòne. s. f. Variazione, Cam-
Mutézza. s.f. aslr. di Muto; L‘es- ser muto. (comune Mutilazione.
Mutilaménto. mm. Il mutilare: più
Mutilare. tr. Render mutilo, Moz- zare, Tronca'reJIfiy. Sopprimere una qualche parte di uno scritto, neces- sario alla integrità del senso: c Pri- ma mùtilano i passi come vogliono, e poi eosl mutilati li eitauo:— Ccrti raccoglitori d'Antologie. non fanno altro che. mutilare gli scrittorin Parl. p. MUTII.ATO.— Dal lat. muti/are.
Mutilaziòne. s. f. Il mutilare e L'es- ser mutilato.
Mùtilo. ad. Mozzo, Troneato; detto più spesso anche di passo di scrit- tura.— Dal lat. mutilus.
Muto. ad. Che e privo della favella o natnralmente o accidentalmente.“ Che se ne sta zitto, senza proferir parola: c Se ne stette muto per molto tempo:— Deputati muti. r H Persona - gio muto, dicesi nei drammi Quel o che apparisce nella scena, ma che non ha alcuna parte.||Servo muto, Arnese di legno composto di due o tre palchetti, e che si pone accanto alla tavola nel tempo del desinare, per tenervi piatti, pane o altro, e prenderli da esso comodamente. H T. gram. Male, diconsi quelle conso- nanti le quali da sc non hanno alenn suono come il b, il c, il d ec. il Alla mula, Tacitamente, Senza far motto altrui: c Se ne andò alla muta. n :| In forza di cast. Persona muta: x Rida- va la vista ai ciechi e la favella ai muti. p— Dal Iat. mutua.
Mutollno. p. m. Ragazzo muto: «È un povero mutolino.»
Mùtolo. ad. Lo stesso che Muto; ma è voce. popolare.||Alla mulola, Alla muta, Senza far motto. (te.
Mutuaménte. avo. Scambievolmcn-
Mùtuo. ad. Scambievole, Recipro- co: c Mutuo onore:-Mutua fede:- Mutuo rispetto, ec. n || Mutuo insegna- mento, dicesi Un metodo d'insegna- mento elementarc, per il quale gli scolari sono al tempo stesso maestri.
|| Mutuo, in forza di sosf. vale Denam dato o preso in prestito, con corre- sponsione di frutti: c Ho fatto un mu- tuo: — Ho preso un mutuo: — Contratto di mntuo. r || Dare o Prendere a mu- tuo, rif. a somma di denaro, vale Dare o Prendere a frutto.— Dal lat. muluus.