Vocabolario italiano della lingua parlata (1893)/M.

M.

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L. N.

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M.


M. Uudccima lettera del nostro al- fabeto, ottava delle consonauti e se- conda dellc semivocali. Si pronunzia emme, e si fa tanto maschile quauto femminilc. lNei nnmeri romani signi- fica Millel M. abbreviatura di Mae- stà. V. lit. Vostra Maestà. LL. MM. Le Loro Maestà.

Ma. Congiunzione che avversa o distingue, o limita, o modifica: c on lo fece per ofl‘enderlo, ma per cor- reggerlo:— buono, ma se ne tien troppo:— Mangia dimolto, ma non si satolla. s [l Posta in principio di mem- bro di un periodo, talora e corretti- va: c Ora tratterò del secondo punto, ma non vorrei abusare della vostra pazienza. 0 || Talvolta è aggiuntiva, e in tal senso le si soggiunge più spesso anche: c Non solo cantò, ma volle an- che ballarc. s || Talora serve all‘enfa- si: c Ma si che ti voglio bene !-Ma no che non lo devi farez-Ma che bella seratal-Ma che bue che tu sei! x || Alle volte si usa quasi a modo di l'i- sentimento: c Ma che pretendi?-Ma che ci vieni a fare qui? s IlUsata el- litticam. Accenna dubbio, o ignoran- za: c Chi è quell’ uomo?— Ma! (cioè non lo so): — Ma! non credo. n I} Usasî pleonasticam. anche innanzi ad altra cong. come Pure, Però, Nandimena, Nonostante, T uuauia.“ Nel linguag- gio familiare usasi innanzi a un adict- tivo ripetuto per recare quasi al su- perlativo la qualità. della cosa: e un ragazzo buono, ma buonoz-Ila molta ma molta roba. 0 ;i E come “HL: «Il se e il ma sono il patrimonio de‘ minchioni: — Il se e il ma son due corbellerie da Adamo in qua (perchò i dubbj e l’esitanze nocciono sem- pre al buon successo delle cose): — Ragiona sempre a forza di se e di ma. 0 H Non c'è ma che tenga, sogliamo dire allorché non si ammettono obie- zioni, scuse, e simili: «Se vuole. lo faro, ma...:— Non c‘è ma che. tenga; lei lo deve fare. t-Dal lat. magia, per mezzo del provenz. mao, addi- venuto di poi ma’ nell' antico vol- gare.

Ma‘. Forma apocopata di Mai, e usasi più spesso nel modo Se ma'mai: «Se ma’ mai tu lo vedi, pregalo che passi da me. 0 Ma è modo volgare.

Macaoco. s. m. Specie di scimmia con lunga coda, natiche nude e cal- losc, di pelo tendente al verde.

Macca. s. f. Grande abbondanza: c In mercato c’è la macca degli nc- celli. s Voce familiare. — Probabilm. è forma varia di mucca, che Bl usò per Gran quantità.

Maccào. s. m. Sorta di giuoco di carte azzardoso e rovinoso: c Fanno a maccao tutta la sera. s

Maccheromita. o. f. Maugiata di maccheroni, fatta in più.

Maccheròne. s. m. nsato più spesso nel pl., Vivanda fatta di pasta di fa- rina di grano, distesa sottilmente in falde e cotta nell' acqua, e poi condita cou cacio e burro, o con sugo di carne. Si fanno per lo più a mano in fami- glia ; ma li fanno auche i pastai, e ue- sti veugono duri e accartocciati. Il 'ù grasso che l' acqua dei maccheroni. V. ACQUA.llCascare o Piacere il cacio su'maccheroni. V. CAClO.'iIn forma d' ad. nell' uso comune dicesi Vino maccherone, Quello che, oltre all'es- ser grave pare, bevendolo, come pa- stoso. — — I‘l‘orma accrescitiva di macco.

Maccheronea. a. f. Composizione gi0coss, scritta in un latino formato di parole volgari con terminazioue e iperbato latiuo: c Nel secolo XVPera in uso lo scriver maccheronee: — Gra- ziose maccheronce sono le lettere del Coltellini, scritte sotto il nome di Do- mini Gufom's de Gufom'bm.» . _

Maccherònico. ad. Aggiunto (Il lill[p. 771 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/771 [p. 772 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/772 [p. 773 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/773 [p. 774 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/774 [p. 775 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/775 [p. 776 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/776 [p. 777 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/777 [p. 778 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/778 [p. 779 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/779 [p. 780 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/780 [p. 781 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/781 [p. 782 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/782 [p. 783 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/783 [p. 784 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/784 [p. 785 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/785 [p. 786 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/786 [p. 787 modifica]MANIERACCIA. — 731 — manìpolo. riotto.» Di maniera, coi verbi La- vorare, Fare ; o coi nomi Quadro, Di- pinto, Figura, e simili, vale Non a- véndo dinanzi il vero, ma dipingendo di fantasia; il elie oggi, intanto ve- rismo, è biasimato, li Su questa voce 8i formano parecchi modi avverbiali: In quelita maniera, Cosi, In questo modo: «Bisogna fare in questa ma- niera. » Il In oyni maniera, In tutte le maniere, Senza preterire. Assoluta- mente, Ad ogni costo: « Bisogna che sia fatto domani in ogni maniera: - Vo' partir domattiuii in tntte le ma- niere. »|| E come specie di condizio- nale e avversativo: « Io non lo farei codesto; in ogni maniera bisogna poi incominciar da capo. » Il .fi inaniera che. In maniera che, Cosi che: «Co- minciò tardi lo spettacolo, in manie- ra che si usci dopo il tocco. » Il in che manierai è lo stesso che Perchè? < In che maniera iersera non venisti da me?» — Ual barb. lat. maneria, Modo di trattare, e questo da manus. Manleràccia. pegg. di Maniera per Modo di procedere; Mal tratto, Mal- garbo: «Ila certe manieracce, clic una volta o l'altra gli danno qual- che lezione: -Io non vo' più compor- tare le sue manieracce. » Manieratamente, avv. In modo ma- nierato, affettato: « Lavora, Dipinge, Scrive, manieratamente. » Manierato, ad. Detto di lavoro d' arte o d' artista, per Affettato, Non naturale; e trasportasi anche ad opere letterario e a scrittore: « Pittore ma- nierato: -Bassorilievo bello, ma un poco manierato: -11 Cesari e anche il Giordani sono scrittori manierati. » Manierina. l'czz. di Maniera: Ma- niera di procedere graziosa, e tal- volta lusinghevole: «Ha corte ma- nierine che incanta: -Con la sua ma- nierina gli leva di sotto quel che vuole. » Manierismo, s. m. Il modo di lavo- rare di chi è manierato, Qualità dei manieristi. Manierista, s.m. Quell'artista che pecca nel manierato per voler segui- tare una certa maniera convenzio- nale, anche dove non si accorda con la natura : « 1 manieristi, cosi in arte come nelle lettere, posson piacere per un poco, ma poi perdono presto fama. » Manicróna. accr. di Maniera; e di- cesi dai pittori La maniera di dipin- §ere larga e franca: « Imita quella ella manierona di Luca Giordano. > Manierosino. ves2. di Manieroso: «Bimbo licllino e manierosino.» Manieróso, ad. Di bella maniera, Che nel mio modo di procedere 6 ur- bano, cortese ed affabile: «Giovane bello e manieroso: -Tutti ammirano il suo manieroso procedere.» Manifattóre. ». m. Colui che fa ope- re e lavori manuali, e specialm. si dice di muratori, legnaiuoli, fabbri, e simili: « Non bisogna trattenere il sa- lario a' manifattori: -Ora ci ho i ma- nifattori alla villa, e bisogna che ci stia da me. » Manlfattrice. ad. Aggiunto di in- dustria, Clic riguarda i lavori di ma- no. Questa sai ebbe la vera voce da usarsi in luogo della sgarbatissima Manifatturiera. Manifattura. .«./". Qualunque lavoro che si IM a mano o a macchina. Opera dj manifattore: «La manifattura del tabacco: - La manifattura della seta: - Manifatture inglesi, nazionali : - La- voro che non costa per la materia, ma per la manifattura. » || Manifatture, si dice da chi ama esser italiano, per Ca- po di vestiario beli' 6 cucito: « Mani- fatture per eorredj: -Manifatture da uomo. » Chi poi ama di esser francese, dice Confezioni, come qua e là per Firenze si legge sui cartelli di certe botteghe. Il L'edilìzio dove sono rac- colte più macchine, utensili e persone per fare una tale lavorazione: « È di- rettore di una manifattura lassù a Mi- lano. » In questo caso i soliti Italia- ni, sempre schiavi de' forestieri, di- rebbero Stabilimento. Manifestamente, owu. In modo ma- nifesto, chiaro, eerto: «Il codice è manifestamente del secolo XIII: -Si vede manifestamente la sua mala vo- lontà. » Manifestare, tr. Far nota altrui una cosa in modo chiaro e aperto: « Gli manifestò la sua intenzione di abbandonare quell' impresa: - Mani- festò al Ke tutto l' ordine della con- giura. » Il Detto di cosa. Dare a cono- scere. Palesare, Kivelare: « Quel- l'atto Io manifestò per uomo di gran cuore. » Il ri/Z. Farsi comecchessia no- to, palese; detto cosi di persona co- me di cosa: «La virtù si manifèsta da ogni sua parola: -Manifestarsi ne- mico a uno: -Manifestarsi avverso a un'impresa: -Quell'opera si manifè- sta per un plagio. » Part. p. Mani- festato. — Dal lat. manifestare. Manìfestatóre-tr(ce.vej-6aJ. da Ma- nifestare; Chi o Che manifesta: « Ma- nifestatore de' segreti altrui: - La bellezza esterna è manifestatrice del- la interna. » Manifestazióne. ». f. L'atto e L'ef- fetto del manifestare: « Manifesta- zioni de'proprj Bentimentì. * Mani- festazione, usato assolutam., diccsi II manifestar che fa il popolo per le vie il proprio risentimento contro a un ordine di cose, o a una persona, ma senza trascorrere a violenze: «È fa- mosa a Firenze la manifestazione del 27 aprile 1859 in Piazza Barbano: - Gli fecero una manifestazione. » — Lat. manifestatio. Manifestino oJtm. di Manifesto: «Ho fatto fare un manifestino del mio li- bro, per raccomandarlo agli amici. » Manifèsto, s. m. Scrittura fatta da chiccliessia per far pubbliche le sue ragioni, una sua impresa, un libro uno spettacolo, ce: «Il governo prov- visorio fece un manifesto per chia- rire i suoi veri intendimenti: - Ho fatto nn manifesto per il mio nuovo libro: -Manifesto di associazione: - Per tutte le cantonate vi sono mani- festi della nuova lotteria: -Manifesti dei teatri.» Manifèsto, ad. Visibile chiaramen- te, P;ilese: « Quello è manifesto se- gno della sua ignoranza: -In questo passo c'è errore manifesto: -Prove manifeste di nn delitto: - Segni ma- nifesti di una malattia: -La cosa si fa manifesta da sé: -Mi è manifesta la sua intenzione. » Il In forza di sosi. Cosa manifesta: « E manifesto che la colpa è tutta sua: -È manifesto quan- to ciò importi a tal effetto. » — Dal lat. manifcstu». Maniglia, s. f. T. art. e mesi. Ci.a- scnuo (li que' pezzi di legno, di ferro o di qualsivoglia metallo, elio servo- no per alzare, sollevare, nua cassa. un baule, ce, come anche per aprire e serrare con facilità chiavistelli, cas- sette, armadj ce., e per diversi altri usi: «Cassettone con le maniglie di bronzo dorato.» ] Maniglia, dicesi an- che a Ciascuno di quo' ferri in cui pa.s- sanoi cignoni e le ventole delle carroz- ze. -r-D;il lat.7nonicù?a,dim. di manus. Maniglina. dim, e vezz. di Maniglia. Maniglióne. s. m. T.mil.Sono quei due come orecchi, che si fanno so- pra la schiena de' pezzi d' artiglieria, che servono per poterli abbrancare quando si alzano. Manigóldo. ». m. Boia, Carnefice; ma ora si prende solo per Uomo di feroce natura : « A me tu sembri un manigoldo: -Che riguardi si debbono avere a quel manigoldo?» Manilùvio. ». m. Immersione delle mani nell'acqua calda, e spesso con senapa e aceto, por richiamare il sangue alle estremità; e si fa per cura di certe malattie: «Per codeste accensioni di testa le farà bene un malinuvio senapato. » Maniméssa e corrottam. Marimés- sa. «. /'. Il manimettere: « Manimessa di una botte, di una pezza di ])anno. » Questa è la voce; ma l'uso comune, dice corrottam. Marimessa. Maniméttere e corrottam. Marì- méttere. tr. Cominciare a usare una cosa per venirla via via consumando negli usi della vita; che dicesi anche Mettere amano: « Domani manimetto la botte e ti mando il vino. » L'uso comune dice corrottamente Marimet- tere. Part. p. Manimeìbso e MarI- MESSO. — Dal lat. mannmittere. Manina, dim. e vezz. di Mano: «Ma- nina gentile e graziosa: -Lo prese con le sne manine: -Lo faccia da sé con le sne sante manine, » si suol di- re giocosamente. Il II segno in forma di mano con l' indice steso, che si fa negli .scritti e nella stampa per ad- ditar luoghi che si vogliono notare. Il Manine, si chiamano per similit. Certi fiori delle siepi, posti a fascetti in cima al ramo, di color biauco, e di odore gentile. Manlno. ». m.dim. di Mano; ma sì dice solo scherzevolm.: « Allunga il manine, e pigliatelo da te. » || Baciar manino, sì dice familiarm. per Fare atto di sommissione, Iticonoscere per da più: «L'hai visto il nuovo libro del G.? Eh 11, caro mio, bisogna ba- ciar manino. » Manipolare, tr. Trattare con le mani più volte, e rimestando in più modi; e si dice di una cosa, ove en- trino diversi ingredienti, che debba- no faro tutto un composto: «E va- lentissimo per manipolare la ciocco- lata: - Manipolare coulozioni, lavo- ri, cc.*fig. dicesi anche di altre cose; ma ha del beffardo: « Hanno in tre quattro manipolato quella le^- ge:- Questi programmi t'urono mani- polati dai soliti mestoni.» Part. p. Manipolato. Manipolatóre-f rice. verhaì. da Ma- nipolare; Chi Che manipola: «Ma- nipolatore di veleni: -Manipolatori di programmi. » Manipolazióne. »./■. L'atto e L'ef- fetto del manipolare: «Valentissimo Eer la manipolazione della ciocco- ita. » Manipolo. ». m. Tante spighe, quan- te ne jinó stringere in una volta la mano del mietitore. || T. eccl. Striscia di drappo, che tiene al braccio man[p. 788 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/788 [p. 789 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/789 [p. 790 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/790 [p. 791 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/791 [p. 792 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/792 [p. 793 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/793 [p. 794 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/794 [p. 795 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/795 [p. 796 modifica]MARMÒREO. 740 - martellìna. Marmòreo, ad. Di marmo: «Base, Colonna marmorea. » ||BiaDCO come nn marmo : « Faccia marmorea. » Vo- ce dello stile elevato. — Dal lat. mar- moreua. Marmorizzare, tr. Dare, o per via di colori, o iu altro modo, apparenza di marmo a una cosa; e specialmente si dice della carta: «Ha una spe- ciale perizia nel marmorizzare la carta.» Pari. p. Maumoiuzzato. H In forma A' ad.: «Carta marmoriz- zata: - Siipone marmorizzato. » Marmòtta, s. f. Animale simile a grosso topo, che ha coda corta, e co- perta di lungo pelo; il pollice delle zampe anteriore è conico, il corpo di sopra è baio scuro, di sotto giallic- cio grigio : sta per le montagne, e vive in letargo durante l'inverno, il fig. dicesi a Chi fugge l'altrui com- pagnia: «Dio mìo, è proprio una mar- motta; sta sempre rintanato.» Il E di Chi è tardo e da nulla: « '^'a' là: tu se' una gran marmotta. » Il Marmotta, usasi anche per Scimmia, Bertuccia, il Pigliare o Peccare, una marmotta, dicesi familiarm. per Infreddare, espo- nendosi al troppo freddo, o a ri- scontri, ec. Marmottina. dim. di Marmotta. || Si dice ancora per far paura a' bam- bini: Ecco la marmottina; o quando vogliono vedere cosa nascosta o chiu- sa, si dice loro: Lascia stare; c'è la marmottina. Marmottino. dim. di Marmotto ; e familiarm. si dice per vezzo ad un bambino: «O che bel marmottino! » Marmotto. s. m. Dicesi schcrze- volm. per Bambino. — Dal fr. marmot. Marna, s. f. Terra calcarea, di co- lor grigio giallastro, che suole ado- perarsi per fertilizzare i terreni, e si chiama anche Terra di purgo. — Dal lat. marga. Marnare, tr. Concimare, o Ravvi- vare un terreno mescolandovi della marna. Part. p. Maunato. Maro. ». m. Pianta aromatica di sa- pore acutissimo, le cui radici alcuni mangiano col lesso. — Dal aA.marum, gr. iiàpov. Maronita, s. m. Cristiano di rito si- riaco, che abita il monte Libano, sotto laprclaturadelpatriarcadi Antiochia. — Da Marone, nome di un monaco che fu l'istitutore di tali cristiani. Maróso, s. m. Ondata violenta del mare: «Nave agitata e battuta da grandi marosi. » Ma è voce dello stile nobile. Marra. ». f. Arnese rusticale, col ferro largo e piatto, che si adopera per ribattere il terreno seminato, e lavorare poco addentro: «Buttatoli seme, si appianano lo porche con la marra. » 11 Afat-ra, T. murai. Arnese di ferro iu forma di una marra, pian- tato in una lunga asta, col quale il calcinaio disfà la calce mescolandola con la rena. Il La parte estrema dei bracci dell'ancora, in forma di vo- mere, e con la quale fa presa nel fondo del mare : « Ancora a due, a tre marre. ^ — Dal lat. marra. Marranàccio. pegg. di Marrano : «Tu se' nn gran marranàccio!» Marrànico. s. m. T. macell. Coltello grosso e pesante del quale si sei-vo- Ho i macellari per fare i diversi ta- gli grossi delle bestie macellate. Marrano, «.m. T. star. Titolo ingiu- rioso che davasi in Ispagna .V Mori convertiti per forza sotto il regno di Ferdinando il Cittolico; ma ora si usa solo per Uomo rozzo di modi e di vestire ; Zotico : « Tu se' un gran marrano: o avvezzati un po' a stare in conversazione. » Marràia. ». f. Colpo dato col ferro della marra : « Con una marrata nel capo lo freddò. » Marregglare.inir. Adoperar la mar- ra lavorando il terreno; e propriam. Ricoprir con la marra il grano e le biade, appena seminate. PaW.^. Mae- REGGIATO. Marrocchinare. tr. Conciare la pel- le di montone in modo da farne mar- rocchino; o anche Dare alla tela in- cerata aspetto di marrocchino. Part. p. M ARUOCCUINATO. : | In fonna d'ad.: « Poltrona ricoperta di tela marroc- chinata. » Marrocchino. » m. Cuoio di becco di capra, concio con la galla in modo speciale, e colorito dalla parte del fiore: « Bel codice legato in mar- rocchino rosso. » — Da 3/arrocco, dove princìpalm. si lavora. Marróne. ». m. accr. di Marra; Ar- nese rusticale simile alla marra, ma col ferro più stretto e più lungo del- la marra, lavorandosi con esso più addentro il terreno. Marróne. ». vi. Sorta di castagna più grossa delle comuni, e che serve spe- cialmente a mangiarsi cotta : « Compra due marroni per far le bruciate: - Marroni giulebbati: - Marron sec- chi ce.» li In forma d'a<i. detto di co- lore, vale Cbc è simile a quello del marrone: « Ha un vestito di color mar- rone. » ||ilfarronc, si dice familiarm. per Errore, specialm. in cose lettera- rie: « A quel passo di Dante il novello commentatore ha preso un bel mar- rone: -Codesto è un marrone badia- le: -Marrone filosofico, politico ec. » Marrùbbio. ». m. Pianta che ha il flore fesso a modo del labbro lepo- rino, e ce ne è di più sorte. Fiorisce dal giugno al settembre; ed è comu- ne lungo le strade di campagna, lun- go i fossi, ed a piò delle rovine. Manda leggiero odore di muschio. — Dal lat. marrubiiim. Marruca. ». f. Pianta spinosa con tronco assai ruvido, che si vede in quasi tutte le siepi : ha le spine gros- se e acutissime, lì Mazza di marruca, Mazza fatta col fusto di essa pianta, che i butteri segnatamente sogliono portare. — Dal basso lat. viarrugina. Marrucàio. ». m. Luogo dove sono molte marruche: «E chi vi penetra là in quel marrucaio? » Marruchéto. s.7;ì. Luogo dove sono molte piante spinose. UE per estens. Luogo incolto e ingrato: « Ila un poderuccio che è nn marrucheto. » Marsala. ». f. Vino bianco, assai spiritoso, che viene da Marsala, città di Sicilia: « Questa è una buona mar- sala: -La marsala che viene in com- mercio, ha sempre una quantità di alcool aggiunto. 5 11 Jlfar»a(o vergine, Quella dove non è stato aggiunto alcool: « La marsala vergine, è assai graziosa al palato. > Alcuni, per par- lare in punta di forchetta, la fanno maschile, e dicono il Marsala. Marta, s. f. Nome proprio dì don- na. Per la frase Far da Marta e da Maddalena. V. in MADDALENA. Marte, s. m. Nome del Dio della guerra appresso i Gentili; e presso i poeti è tuttavia simbolo della gnen-a. il Per antonomasia si dice, special- mente in poesia, Marte a un Prode e potente guerriero. H Nel linguaggio familiare si direbbe per Ironia: « GII ufficiali della G. Nazionale eran tanti Marti. » !| Popolo di Marte, si usa per parafrasare gli antichi Romani. HCoot- po di Marte, si chiama anche oggi Quello destinato a farvi gli esercizj militari: «Stamani c'è la rivista al Campo di Marte. ' ,1 T. astr. Nome del pianeta, che è il più vicino alla terra. Il Gli Alchimisti diedero, e i Chimici glielo conservano, il nome di Martr- al Ferro, come di Saturno al Piombo. Marte, dicesi per Martedì, nel noto prov. Né di Venere, né di Marte non si aposa né »»" i>arte. — Dal lat. Mars. Martedì. ». «i. Nome del terzo gior no della settimana. — Dik Marte odi, Giorno dì Marte. Martellaménto. ». m. L'atto, L'ef- fetto e II suono del martellare; «In quella strada non vi si campa, a ca- gione del continuo martellamento de' fabbri. » Martellare, tr. Battere replicata- mente col martello; ma è di raro uso nel significato proprio. || /fj. si dice di una passione che ci tormenti: « La gelosìa lo martella fieramente. » |] intr. si dice più spesso delle forti e dolorose pulsazioni del sangue in al- cuna parte, dove affluisce in copia: « Mi martellano le tempia: -Ila un dito che gli martella spietatamen- te. » Il Picchia e martella, Dagli, pic- chia e martella, sono modi familiari, co'qnali sì accennano i replicati sforzi o tentativi fatti per giungere a nn fine: «Dagli, picchia e martella, fi- nalmente m' è riuscito di concluder questo negozio. » Più spesso Dagli, picchia e mena. Part. p. MARTEL- LATO. Il In forma A' ad. T. mut. Note martellate, Note eseguite come colpo sopra colpo, senza fermavisi sopra. Martellata «./l Colpo dì martello: « Muro che va giù con poche martel- late: -Gli diede una martellata sul capo e l'uccise. » I: Pulsazione dolo- rosa a cagione di afflusso di sangue: «Mi sento certe martellate, che non ne posso più.» 1| Familiarm. di chi è vestito con ogni eleganza e con ogni cura si suol dire, che Non gli manca una martellata: «Va vestito sempre elegante e per l' appunto, che non gli in:inca una martellata. » Martellétto, dim. Ai Martello, il Par- ticohum. dicesi di Ciascuno di quei legnettì articolati, che mossi dai tasti del pianoforte battono sulle corde. Martelllàno. ad. Aggiunto di nna Sorta di versi italiani dì quattordici sillabe, rimati a due a due, come i versi francesi alessandrini, cui corri- spondono; cosi detti da Pier Iacopo Martelli che ne fu il restauratore; e usasi anche in forza dì sost.: « I mar- telliani sono molto monotoni e ug- giosi. » Martellina. ». f. Una sorta di mar- tello d' acciaio, che da una parte ha la bocca, cioè il piano da picchiare, dall' .iltra il taglio; ed è strumento proprio de' muratori ; onde in modo assai comune diccsi Mettere la mar- -^- tellina in una casa, per Cominciare ^m a murarvi: «Quando in una casa si ^ mette la martellina, non si finisce di spendere. 5 || Altra sorta dì martello, col taglio dall'una e dall' altra parte, intaccato e diviso in più punte a dia- mante, il quale serve a' maestri di scalpello per lavorar le pietre dure, [p. 797 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/797 [p. 798 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/798 [p. 799 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/799 [p. 800 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/800 [p. 801 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/801 [p. 802 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/802 [p. 803 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/803 [p. 804 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/804 [p. 805 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/805 [p. 806 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/806 [p. 807 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/807 [p. 808 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/808 [p. 809 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/809 [p. 810 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/810 [p. 811 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/811 [p. 812 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/812 [p. 813 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/813 [p. 814 modifica]MERIDIONALE. 758 MESCHINAMENTE. diano. Il E Quella lìne.i che mostra il mezzodì negli orologi solari. — Dal lat. meridianus. Meridionale, ad. Che è dalla parte del mezzodì: «L'Italia meridiona- le: - I paesi meridionali sono più caldi degli altri. » 1| Che abita in luo- ghi meridionali: «Popoli meridiona- li. > Il Venti meridionali, Quelli che spirano dalla parte di mezzogiorno. {{ Proprio dei popoli meridionali : « Fantasia, Vivacità, Ardore, meridio- nale. > Il In forza di sost. Abitatore dei paesi meridionali : « Parlava con tutto l'ardore d'im meridionale.» — Dal basBO lat. Vieri dionalis. Meridionalmente, aw. Dalla parte di mezzogiorno: « Corrispondo meri- dionalmente alla Italia: » non comune. Meriggiare, inlr. Riposarsi all'om- bra nelle ore calde: «Mentre il pa- store meriggiava a pie d' un vecchio muro, comparve il lupo; - Tengono le pecore a meriggiare.» Part. p. Me- riggiato. — Dal lat. meridiare. Meriggio. ». m. L'ora del mezzo- ^orno : « Arrivò sul meriggio. » |1 Di bel meriggio, Di fitto meriggio, Di pieno meriggio, posti avverbialm. Nel colmo della giornata. || ifertV/i/io, si dice anche L' ombra che gettano le cose o gli alberi o altro nelle ore meridiane : « Sudato a quel modo mi posi al meriggio, e presi una infred- datura: -Il pastore raduna le pecore al merìggio.» — Dal lat. meridits. Meriggióne-óna. s. m. e f. Perdi- giorno, .iiiante dell'ozio. Merino, ad. Aggiunto di pecore che vengono dalla Spagna, e che han- no lana più lunga e più fine della nostra ; e dicesi anche della lana stessa, il In forza di $ost. Merino, si chiama un Tessuto speciale fatto di essa lana. — Dallo spagn. merino. Meritamente, avv. Secondo il me- rito, A ragione, A buon dritto: «Fu meritamente eletto presidente di quella assemblea: -Meritamente ci.v scnno lo onora:- Meritamente cac- ciato da quella assemblea. » Meritare, tr. Essere o Rendersi de- gno di bene o di male, secondo il merito; costruito tanto con l'oggetto diretto, quanto con un infinito retto dalla particella Di: « Meritò di esser fatto primo consigliere del Re, per le prove di accortezza e di senno da Ini date: - Merita una croce, una me- daglia, una ricompensa, un premio: -Ne ha fatte tante, che merita ogni gastigo. »i|E detto di opere, azioni e simili, Richiedere, secondo giusti- zìa, premio o pena: « Ogni fatica me- rita premio: -La sua condotta me- rita il biasimo di tutti. »||E con le particelle pronominali: « Ha avuto quella onorificenza; ma se l'è meri- tata: - Si meritò la galera: - Si merita quello e altro. » [ Meritare checches- sia ad alcuno, vale Rendernelo me- ritevole; e dicesi di cosa morale; < Quella sua abnegazione gli meritò le lodi di tutti. tMeritare, o Ben me- ritare di checchessia. Far opere, on- de ne venga altrui gloria o utilità: « Lode a coloro che hanno ben me- ritato della patria. » Il ossoZ.: «Biso- gna rispettar la memoria di coloro che tanto meritarono. » |! Meritare il conto, la pena. Esser conveniente, utile, ec: « Bisogna considerare se merita il conto di prendersi briga di tali cose: -Non merita la pena il du- rar tanta fatica per nulla. » || Ed an- che impera.: « Non meritava che ella si fosse incomodata. » Pari. p. Meri- tato. —Dal lat. meritare. Meritévole, ad. Che merita, De- gno: « Meritevole di ogni lode, di ogni premio: -Si è reso meritevole di biasimo, di pena; -Ci sono dei pre- mj per i più meritevoli. » Meritevolmente, arti. Secondo il merito, Degnamente: « Fu meritevol- mente riprovato il suo procedere. » Mentissimo, sxip. di Merito ad. Che ha, molto merito, o ha ben me- ritato. È voce di cerimonia; « Meri- tìssimo Arciconsolo della Crusca: - Meritissimo professore. » Mèrito, s. 77». Tutto ciò che rende l'uomo degno di lode, di premio, ov- vero di biasimo, di pena: « Al suo merito è poco ogni premio; -La pe- na fu scarsa al merito suo. » li i>i me- rito. Di gran merito. Di sommo me- rito, detto di persona e usato a mo- do di aggiunto, vale Che ha qnalità, doti, e simili, da meritare molta sti- ma. || Z)or? altrui merito di una co- sa, o Fargliene merito, vale Ascri- verla a sna lode, come: « Ne danno merito a lui, ma è tutto lavoro d'un altro; - Di tante sue fatiche non glie- ne fanno alcun merito; » e parimente Ascrivere, Attribuire,a merito. ,Farsi merito di uva cosa presso alcuno, si dice quando altri si studia di esser il primo a annunziare altrui cosa di gran momento, o rcnderglisi grazioso in altro modo: «Si volle far merito presso di lui dandogli prima di ogni altro la lieta novella. > || E per Gui- derdone, Ricompensa; anche in sen- so ironico; « Ecco il bel merito che egli mi rende di tanti benefizi ! » J E i poveri, a cui si dà la limo- sina, dicono: «Dio gliene renda me- rito »||E per Usura, Frutto di de- nari; ma oggi diccsi solo del Frutto che prende il Monte di Pietà pei de- nari dati sul pegno: « Al Monte di Pietà prendono pietosam. il sette per cento di meriti, e (]nalche altra cosa per giunta. » n Merito della eausa. La sostanza di essa: « Conoscendo di avere il torto nel merito, si rifugia- no negli incidenti:- Parlò in merito l'avvocato B.;-La causa fu decisa nel merito.» li Per i meriti della pas- sione di O. Cristo, vale Per quel merito che agli uomini acquistò G. Cristo con la sua passione e morte; ed è modo di eflicaee preghiera. — Dal lat. meritum. Meritoriamente, opv. In modo me- ritorio: « Operare meritoriamente. » Meritòrio, ad. Che acquista merito. Che è degno di ricompensa: « Il per- seguitare tal canaglia è opera meri- toria. » Il E generalmente si dice di tutti quegli atti che sono accetti a Dio, e ci acquistano merito appresso di Lui: « L'elemosina è una delle ope- re più meritorie. » — Dal lat. merito- rius, ma in altro senso. Mèrla, s. f. La femmina del Merlo. — Dal lat. merula. Merlare, tr. Circondare di merli un edifizio: «Vuol far merlare tutto il palazzo invece di farci il cornicione.» Fart. p. Merlato. I! In forma d'od.: « Torre merlata, Castello merlato, Mura merlate. » Merlatura, s. f. L'atto e L'effetto del merlare: «Il palazzo finisce con una magnifica merlatura. » Merlétto, s.m. Guarnimento dì abi- ti, o Trina fatta di refe, di oro filato d' altro, detta cosi perchè in qual- che modo rende immagine dei morii che coronano certi edifizj: «Merletti di Fiandra:- Abito guernito di mer- letti. . Mèrlo. ». m. Uccello piuttosto gros- so, di penne tutte nere, col becco e le orbite orlate di giallo. La femmi- na è bruna di sopra, e bruna rossic- cia di sotto, con macchie nere sul petto. Il 3fer/o, dicesi figuratam. e fa- miliarm. a Persona assai maliziosa; e più per efficacia Merlo dal becco giallo: «,Tu se' un bel merlo: -Che merlo! -E un certo merlo!» i| OoTiia merlo! diciamo per significare a qual- cuno che non siamo co.sl gonzi da credere alle sue fanfaronate o ai suoi imbrogli, per cosa che egli faccia o dica. — Dal basso lat. merulas. Mèrlo. ». m. T. arch. Ciascuno di qne' rialti di mnro, quadrangolari, on- de si circondavano le antiche torri e anche palazzi, ponendoli a una ccrt.a distanza l'uno dall'altro, perchè da- gli interstizj si scagliavano o sassi o altro, e dietro il vuoto si riparava la persona. I Guelfi gli facevano qua- dri 5 i Ghibellini gli facevano termi- nati in due punte; « I merli di P.v lazzo Vecchio: -Ha fatto un palazzo co' merli a uso medio evo.» Merlòtto, dim. di Merlo; Merlo gio- vane; ma più che altro si usa figu- ratam. a significare Persona sempli- ce, e facile a essere ingannata: < Ora che ha trovato il merlotto, figurati se lo pela! » Merluzzo. ». m. .?orta di pesce, noto volgarm. pel molto olio che si estrae dal suo fegato, che oggi è assai usato in medicina; « Olio di fegato di mer- luzzo. » — Dal lat. maris lucius. Luc- cio di mare, mediante il fr. merluche. Mèro. ad. Puro, Schietto, Senza al- cuna mistura; ma ora si usa solo unito a certi sostantivi per accennar la loro vera essenza, o per sola en- fasi, preponendosi sempre al nome: «Ella è una mera invenzione; -Son qui per mera necessità: -Son venuto per mera curiosità. » — Dal lat. merus. Mesata, s. /". Lo spazio di un mese : « A far quel lavoro ci vorrà una buo- na mesata : - Sta in campagna le in- tere mesate. » ;| Salario o Paga che altri ha mese per mese: « Ha una buona mesata; -Non ho ancora ri- scosso la mesata: -Ci ha da pagarmi tre mesate. » Mesatina. (firn. di Mesat.i,ncl secon- do significato: « Ha una mesatina di poche lire. » Méscere, tr. Versare il vino, o al- tro liquore, nel bicchiere, altro va- so, a cui si deve bere: «Mésce il vino senza verun riguardo: -Mésco- no la sciampagna ne' bicchieri grandi; -Mésci il caffè, la cioccolata. » lassol.: «Non faceva altro che mescere;» e il prov.; Su' pesci mesci, cioè man- giando pesce, bevi del vino; e l'altro, Amo non cresce, se Sieve non mesce , cioè se la Sieve non vi scarica molta della sua acqua, fig. Dare in abbon- diinza, rif. per lo più a denaro; « Lo aiutava, e mesceva denari a iosa. » Wassol.: «Può far benissimo tutte le mode; tanto c'è chi mesce. » n E an- che rif. a busse: «Mesceva fior di pugni a quelli sciagurati. » Part. p. Mesciuto. — Dal lat. miscere. Meschinamente, avv. In modo me- schino. Poveramente; « Vive meschi- namente, benché lavori dalla matti[p. 815 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/815 [p. 816 modifica]MÉSSA. — 760 — MESTIÉRF, dirsi per Dire solennemente la prima mesis'à. l Levar la messa a un prete, Intimargli che più non la celeori; e 10 fa il vescovo per gravi cagioni: « Faceva vita scandalosa, e gli fu le- vata la messa: allora si finse libera- le, e fece il persegnitito. > [ Servire ìa messa, Assistere e rispondere al prete nel sacrifizio della messa. Il Ser- vire la messa a uno, si dice fignra- tam. e familiarm. per Metterlo in ma- la voce appresso clii può gastig.irlo, Palesare le sue colpe, perchè ne sia castigato: «Non dubitare, no, birba; ora ti servo la messa. » || Entrare o Uscire, la messa, L'andar che fa il prete all' altare per dire la messa, o II' uscirne. Il .4??o messa! o Alla mes- sa, ma una panca per uno, diccsi al veder mangiare o bere alcuno cosi strabocchevolmente da sgomentarsi a far con esso compagnia. Dicesi an- che Alla messa in Duomo: la è chiesa grande. || Va' alla messa, dicesi fami- liarm. con leggiera imprecazione, a chi dica cose non credibili, come Va' a farli benedire: « Eh va' alla messa ; a me tu non me lo dai a intendere. » — D.il basso lat. missa. Méssa, s. f. T. di giuoc. Quel tanto (li denaro che i giocatori concordano che debba correre volta per volta in certi giuochi, e che si deposita da ciascuno: «Facemmo una corda di cinque lire, e, rimasto solo con un al- tro, facemmo a salvar la messa: -La messa è di dieci lire. » i! >/?«««, Pol- lone o Germoglio delle piante: « I frutti hanno tutti di belle messe. » li Afesso di voce, T. mus. Voce prolun- gata che, cominciando pianissimo, va crescendo fino alla massima forza, e quivi ritenuta nn poco va digradan- do sin dove aveva cominciato: eser- cizio di grande utilità a chi studia il canto. Il t3/esso in scena, per Appa- rato scenico, è sconcio gallicismo.— Da mettere. Messaggeria, s. f. Voce francese, ma foggi:ita sopra l'uso antico ita- liano, che si nsa per quel Servizio regolare, o di vetture, o di legni di mare, che fanno gite piuttosto lun- ghe: «Le messaggerie imperiali. > Messagglèra. fem. di Messagglcro. Messagglère e Messaggièro. s. m. Colui che porta una ambasciata, o annunzio di molta importanza: « Fu messaggièro della Uegina il Conte C.: -Venne un messaggièro da Parigi.» 11 Si usa anche in forma à.'ad. per Annunzi.atore, detto di cose: «Sogno

mess;igf;iero
  • || Per similit. o familiarm. Libro grande qualunque: « Ecco il sor Pietro; guarda che messale ha sotto il braccio ! » — Dal basso lat. missale. Mèsse, s. f. La raccolta delle bia- de^ ma specialmente del grano: « Ora è il tempo della messe. » Voce del nobile linguaggio, dicendosi comune- mente Segatura o Mietitura. || Le bia- de stesse ancora da mietere: « La messe è abbondante, e incomincia a ingiallire. » 11^(7. Raccolta di qualun- que altra cosa : « Ha fatto buona messe di notizie: -Buona messe di materiali per la sua opera.» — Dal lat. messis. Messère. ». m. Titolo di maggio- ranza, che oggi si suol dare sola- mente a' dottori di legge. Il Qualche volta si dice, in modo familiarissimo, a persona di conoscenza che si veg- ga giungere a noi: « Oh, messere, co- me va? » Il II messere, dicesi in modo basso per II deretano: « Cadde, e battè il messere. » — Da mio e sere. Mio signore. Messia, s. m. G. Cristo, il quale fu il Mandato da Dio, secondo le anti- che promesse fatte a' patriarchi, per redimere l' uman genere. Gli Ebrei lo aspettano tuttora; e però dicesi fa- miliarmente Aspettare il messia, per Aspettare invano una persona. — Dal- l'ebr. masiach. Unto, Consacrato. Mésso, part.p. di Mettere. Mésso, s. m. Colui che si manda a portar annunzj, lettere, ec.: «Ti av- viserò per mezzo di un messo: -E venuto un messo a posta per dar no- tizia del matrimonio. » ;| Donzello di certi magistrati, che va attorno per eseguire mandati co., e che oggi, mu- tato nome, si chiama Usciere; « Ven- ne un messo del tribunale a portar- gli un precetto ' [ Aver perduto il messo e il mandalo, suol dirsi pro- verbialm. quando si manda alcuno perchè ci riporti qualche notizia, ed esso non toma. — Dall' ad. lat. mi'ssus. Mestamente, aw. Con mestizia: « Fu mestaiiientc accompagnato alla sepoltura: -Le valli mestamente ri- sonavano di lamenti e di pianti. > Mestaménto, s.m. L'atto del me- stare; più spesso ne! fig.: «Si vedrà dove va a riuscire tutto questo me- stamento. » Mestare, tr. Agitare, specialmente cose liquide morbide, con me- stola, o con mano, acciocché le di- verse parti di esse si uniscano bene insieme: «Fa' bollire una mezz'ora, e poi mesta ben bene per un pez- zo, finché non sia diventata una pa- sta atisai consistente: -Mestare la po- lenda. » Il fig. e familiarm. Adoperarsi e affannarsi in una o più cose, ma senza discernimento, e per pura sma- nia di fare; e usasi anche assolutam.: « Mesta e mèsta, non fa nulla di buo- no: -Non sa nemmeno egli quel che si mesta. » Il Trattar cose pubbliche private con una certa autorità e padronanza: « Hanno la smania di mestare, per avvantaggiarsi: -In ca- sa B. mesta ogni cosa egli. » Part.i). Mestato. — Dal lat. mioUus, quasi miodare. Mescolare. Mestatóio. ». m. Istrnmento da me- stare; «Bisogna agitarla molto con un mestatoio piuttosto grosso. » Mestatóre-óra-trlce.i;er6(7?.da Me- stare; Chi Che mesta, specialmente nel senso di Trattar cose pubbliche o private con una certa padronan-
    a. « È uno dei soliti mestatori : -
    Adesso non ci sono solamente i me- statori ; ma anche, le mestatrici. » Mestica. ». f. Composto di diverse terre macln.ite con olio di noce, di lino, che s'impiastra sopra le tele, o tavole che si vogliono dipingere.!! Mescolanza di colori, fatta d.al pit- tore sulla tavolozza : « Valentissimi nel far la mestica per le gradazioni de'colori. » Mesticare, tr. Dare la mestica, Di- stendere la mestica: « Fece mesticar bene la tavola, cominciò a dipin- gere. » Il in<r. Far la mestica de co- lori ec.: «Aveva una rara abilità nel mesticare. » Part. p. Mesticato. || In forma A'ad.: «Tela mesticata: - Colori mesticati.» Mesticatóre. ». m. Chi fa e vende le mestichc ed i colori belli e me- sticati. Mesticclare. inlr. Trattare una fac- cenda copertamente ed alla peggio. Ingerirsi in una cosa senza biso- gno: « Ma che diavolo mesticela quel- l'imbroglione? » Part. p. Mestic- CIATO. Mestlcclóne-óna. ». m. e f. Chi fa checchessia di sotterfugio e alla peggio. Mesticheria. ». f. Bottega, ove si vendono mestichc, colori beli' e me- sticati. Mestichino ». m. T. piU. Piccolo strumento di acci.iio, fatto a foggia di coltello, flessibile e con la punta rotonda, del quale si servono i pit- tori per portare i colori sopra la tavolozza, e quelli mescolare a lor bisogno. Mestlericcio. pegg. dì Mestiere; Cattivo mestiere, dove altri si affa- tica molto e guadagna poco: « Quello del fabbro è un gran mestieraccio. » Mestierante. ». m. Chi esercita un mestiere. |; In modo dispregiativo, dì- cesi di nn artista che esercita l'arte per il solo guadagno e senza dignità, come se fosse un mestiere. Mestière. ». m. Arte mannaie che si fa per guadagnar da vivere: «Il legnaiuolo non e un' arte^ ma un me- stiere: -Dizionario di arti e mestieri: - Fa il mestier del calzolaio :-Vo'met- tere il mìo figliuolo a nn mestiere :- Uomo che conosce il mestiere : - Non ha nessun mestiere, fall vagabondo. » Il Ciascuno patisce del suo mestiere, suol dirsi proverbialm. quando per esempio nn calzolaio ha le scarpe rotte, nn cappellaio il cappello lo- goro, ec. il Si dice anche di altri eser- cizi che non son propriamente me- stieri: «Il mestiere delle armi.» |iE di parecchi che esercitano le lettere, le arti ec. per puro guadagno, si può dire che fanno il mestiere del lette- rato, dell' artista, ec. M^ Essere del mestiere, nel linguaggio famil. non ha nulla di avvilitivo, e vale Esser pra- tico di sua arte, professione ec: « E uomo del mestiere, e ci si può fidare : -Vorrei esser giudicato da uno del mestiere. » il 2?» mestiere, aggiunto al nome dì qualche arte, come Fabbro, Muratore ec. ed anche Letterato, Po- litico ec. vale Che fa il mestiere del fabbro, del muratore, e dispregìati- vam. di politico, di letterato, ec. || Chi vuol far V altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere, prov. che riprende coloro i quali si voglìon mettere a far cosa che non è da loro, e della quale non sanno l'arte. H II. Mestiere, vale an- che Bisogno, Dnopo, nelle frasi Esser mestiere. Far di mestiere, Ci me- stiere la tal cosa: « In queste imprese è mestiere un gran coraggio: - Dio [p. 817 modifica]MESTIERUCCIO. 761 - METALLO. conosce quel che fa di mestiere a cia- scuno. » Ma sono maniere del nobile linguajjgìo. — Dal lat. viìnisterium. Mestleruccio. dispr. di Mestiere: € Quello del ciabattino è nn mestie- ruccio. > Mestizia, s. f. Afflizione di animo che fa esser l'uomo cogitabondo e Herio nell'aspetto: < La mestizia sua gli apparisce nel volto. » — Dal lat. mcestilia. Mèsto, oi. Addolorato, Malinconico: « È sempre mesto, n^ o' 6 verso di consolarlo. » ii Clio dimostra e denota mestizia : « Volto mesto : - Occhi me- sti. » Il Che cagiona mestizia: « Mesto canto : - Musica mestissima: - Mesta jioesia, > — Dal lat. mcestus. Méstola. ». f. Arnese di ferro, di Torma quasi triangolare, e con Iha- nico di legno, di cui si servono i mu- ratori per pigliare la calcina dal vas- >>oio dalla nettatola, e distenderla nel suo luogo. Adoperar bene la me- Uola, Saper bene 1 arte del murare. il Mestola, Pezzo di asse, da una parte
    i3Sottigliata a modo di manico, dal-
    l'altra lasciata larga e rotonda, con la quale si battono le piote, accioc- ché serrino bene insieme facendo ter- rapieni; e anche le lavandaie battono con essa i panni sulla pietra del la- vatoio. || Strumento simile, salvo che più piccolo, col quale si giuoca alla palla. Il ilfesfo^c, per similit. e gioco- samente si chiamano le Mani assai lunghe e grosso: € Ha un par di me- stole da far paura. » Il Ji«nar le me- stole, Mangiare ingordamente, e anche Dar busse. — Da mestare. Mestolàia. ». f. Donna che va at- torno vendendo mestoli, esca, fusa, ce. Il Mestolàia, Pezzo di panno di ca- napa, bianco, che ha più buchi, dove s' infilano i mestoli, e suol tenersi attaccato nella cucina appresso al focolare. Mesiolàio. ». m. Colui che fa e vende i mestoli. Mestolata. ». f. Quantità di chec- chessia presa con mestola: t Con quattro mestolate di calcina si rime- dia. » Il Colpo dato per piatto con un mestolo. Mestollno. dim. di Mestolo. || Co- minciare dal mestolino, si dico fanii- llarm. per Mettere su casa di tutto punto, incominciando dalla masseri- zinola più minuta. Méstolo. ». m. Specie di cucchiaio di legno, pochissimo incavato e di lungo manico, che serve per rimc- nar la roba nei vasi da cucina o da fornello. {[Avere il mestolo, dicesi pro- verbialm. di chi ha autorità sopra ogni altro in una associazione di nentc, nel Governo, e simili. Mestolóne-óna. accr. di Mestolo. i Per similit. e in linguaggio tamil. Uomo o Donna scimunita, o di grosso ingegno. Mestóne, s. m. Uandelletto o Mat- terello, col quale si mesta la polenda. Mestóne-óna. ». m. e f. Uomo o Donna che abbia smania di mestare, cioè trattare con una certa padro- nanza faccende pubbliche o private: « Tutti sanno che k un gran mestone costui:-E de' soliti mestoni :-A'tempi che corrono i mestoni sono in abbon- danza. > Meno odioso di Mestatore. Mestruato, ad. Detto di donna, Che ha i mestrui. Mestruazióne. ». f. Uìcorrenza del mestruo. Mèstruo. ». m. Purga mensuale delle donne. — Dal lat. menstmum. Mestùra. ». f. Composizione fatta di diverse so.stanze per lo più resi- noso, e manipolata per modo che ne risnlti una materia assai ten,acc, la quale si usa particolarmente a riap- piccicare e riunire assai fortemente i pezzi rotti di un oggetto, per Io più di terra cotta o di cristallo: «Me- stùra da maioliche, cristallami: -Lo raccomodò con una certa mestnra, che era impossibile riconoscere il gua- sto: -Qui ci vuol altro che mestura! » Mèta. ». f. Tonnine a cui dee giun- gere chi corre a gara: « Chi primo arriva alla mèta avrii il premio. » Ij Anticam. Guglia o Piramide, che si poneva in cima e in fondo al Circo, e intorno alla quale giravano i carri, come sono quelle di Piazza S. Maria Novella a Firenze, che pur si chia- mano Mète.WE fig. Mèla, dicesi per Finca cui tende chi fa viaggio; ma in questo senso ha del poetico: «Il pellegrino giungendo alla sua mèta si consola. » || Più spesso II fine a cui si tende o col pensiero o col deside- rio: « Finalmente ho toccato la mèta: -Mi son proposto questa mèta: -Ha toccato la sua nobile mèta.» — Dal lat. meta. Méta. ». f. Quello sterco che in una volta fa l'animale, e specialmente il bue. Metà. ». f. Ciascuna delle due parti uguali, in cui si divide un intero: « Spezza questo pollo: una metà pi- gliala tu, l'altra dàlia a lui: -La metà de'mlei beni l'ho già consu- mata: -La prima, la seconda metà del secolo: -La metà del venti è il dieci. » Il Metà della metà, La quarta parte dell'intero; modo usitatissimo nel prov. Quattrini e santità, metà della metà, il quale ci avverte che della ricchezza e della santità altrui decantata bisogna credere molto meno di quel che si dice. 1| Il doppio della cosa nominata: « Quando ha bevuto ha più coraggio la metà : - È la metà più alto. » Il Metà dell' anima mia, si dice per affetto a persona carissima. Il La mia, la sua metà, si chiama, più spesso scherzevolmente. La moglie : « Ecco qua il sor Gaudenzio con la sua metà. » Il .4 ìnelà, A mezzo, Fino al mezzo: « Fa'Ia fossa profonda nn mezzo metro, e riempila a metà di concime. » || Fare a metà, Pattuire di spartire egualmente il guadagno o lo scapito: «Fanno a metà di ogni cosa,» ed anche Essere a metà. Stare a metà. Dividere, Spartire, per metà, Fare parti eguali in due. — Dal lat. me- dìetas. Metacarpo. ». m. T. amai. Quella parte della mano che è compres:v tra il polso e il cominciar delle dita. Sono quattro ossi, o cinque, se si con- sideri anche quello del pollice, simili alle falangi, e corrispondono di sopra al dorso, e di sotto alla palma della mano. — Dal gr. (isxà e xapTióc, Polso. Metacismo. ». m. T. leti. Vizio del parlare, consistente nel troppo fre- quente accozz.amento della lettera m. — Dal gr. ustax'.aiió;. Metacronismo. ». m. T. Ictt. Specie d'anacronismo, il quale con,si.Hte nel trasportare nn fatto a un tempo an- teriore. — Dal gr. (isTa e xpii'o»! Tempo. Metafisica. ». f. Scienza che trat- ta delle facoltà dell'anima umana. do'primi principj delle nostre cogni- zioni, e delle idee universali. — Dal gr. xà nìTacfucj'.xa. Metafiilcaménie. avv. In maniera metafisica: «Trattò la materia me- tafisicamente. » Metafiiicare. intr. Trattar le cose a modo di metafisici, cioè speculando e sottilizzando; ma si dice sempre con qualche ironia: « Egli va sempre su per le cime degli alberi e meta- fisica sopra ogni cosa da nulla. » Part. p. MetAPI.SICATO. Meiafiiicheria. ». f. Astrattezze inu- tili e ridicole, dove meno bisognano; « Colle sue metafisicherie non viene mai a capo di nulla. » Metafiiico. ». m. Colui che è pe_ rito nella metafisica, o ne scrive: « E uno dei più dotti metafisici. » Metafisico. ari. Di metafisica: «Pro- se fisiche e metafisiche: -Libri me- tafisici : - Opere metafisiche. » — Dal gr. nsxatyuaixós. Metàfora. ». f. Figura rettorica, ed è una specie di similitudine abbn*- viata, per la quale si trasporta un vocabolo dal senso proprio al senso figurato: « Scrittore che abusa le me- tafore :- Bella, nobile, metafora: - Por metafora si dice che un uomo pau- roso è un coniglio. » — Dal lat. me- taphora, gr. iisxàvopa. Metaforeggiare, intr. Parlare per via di metafora o di metafore : « Qui l'autore metaforeggia: - I secenti- sti metaforeggiano eccessivamente. » Part. p. MetAPORBOOIATO. Metaforétta. dim. di Metafora ; Leggiera metafora: « Qualche meta- forétta sta bene anche nello stile più umile. » Metaforicamente, avv. In modo metaforico. Per via di metafora: «Il popolo spessoparlamctaforicamentc.» Metafòrico, ad. Che ha in sé me- tafora. Detto per via di metafora: « Questo è linguaggio tutto metafo- rico: -Nelle leggi non si debbono usare voci e locuzioni metaforiche. » — Dal gr. lisxa-^op'.y.óf. Metaforizzare, intr. Lo stesso che Metaforeggiare. Part. p. Metafo- rizzato. Metafraste. ». m. T. Ult. Interpe- tre, Traduttore. — Dal gr. fiexaiypa- Metàllico, ad. Di metallo. Compo- sto di metallo: « Istrumcnto metal- lico:- Verghe metalliche: -Filo me- tallico.» || Voce mefallica. Voce chiara e risonante. — Dal lat. metallicus. Metallifero, ad. Che ha vene di metallo : « Terreno metallifero. » — Dal lat. metallifer. Metallina. ». f. T- art. e mest. Rame vero o Ifegolo della prima fusione. Metallizzare, tr. T. fis. Coprire la superficie di un corpo non condut- tore, o con finissima polvere metal- lica, o con veli sottilissimi di me- t.allo, distesovi sopra per operazione chimica, a fin di dare a esso corpo l'aspetto di metallo, o renderlo con- duttore della elettricità. Part.p.TAE- TAM,IZZ.TO. Metallizzazióne, ^.f. L'atto e L'ef- fetto del met.allizzare. Metallo. .». m. Corpo semplice e lu- cido, che si cava dalle viscere della terra, come l'argento, l'oro, il ferro, o simili; spesso duttile e malleabile, come i nominati, e spesso friabile, come l'antimonio; «Vi sono miniere di diversi metalli. » || Metalli presiosi, [p. 818 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/818 [p. 819 modifica]METROLOGIA. 7C3 MEZZANINO. Metrologia, s. f. Trattato de' metri poetici. 11 E anche Trattato delle mi- sure in (Tenere. — Dal gr. (léxpov, e Xóyoi, Discorso. Metrologico, ad. Che appartiene alla metrologia: « Discussioni metro- lociclie. » Metrònomo. ». m. Strumento di re- cente invenzione, il quale col grado di lentezza o di velocità delle sue oscillazioni regolari indica il tempo, secondo il quale deve essere ese- guito un componimento musicale, o alcuna parte di enso: «Diceva Ros- sini che il metronomo bisogna averlo nella mente e nel cuore. » — Dal gr. Hixpov, Misura, e vóixos, Distribu- zione. Metròpoli, s. f. Città principale di una provincia o di un regno, Sede del governo. — Dal lat. meCropolia, gr. Metropolita. ». m. Arcivescovo di una chiesa metropolitana. Metropolitano, ad. Di metropoli, ed è aggiunto della principal chiosa o della città principale della provin- cia. Il In forza di sost. Arcivescovo d'una metropoli. — Dal basso lat. me- tropolUanus. Méttere, tr. Porre, Collocare, una persona o una cosa in un luogo de- terminato; e usasi anche in senso fig.: «Questo libro méttilo là: -Lo misero in capo di tavola: -La pro- posizione principale si métte in qncl luogo del periodo, dal quale meglio risulti: -Dove si mette tutta questa roba?» llRif. a persone, intendesi spe- cialm. per Dar loro comodo ricetto nella propria casa: «Sono venuti tutti in un branco, e non so dove met- terli:- Alcuni li misi in camera mia, altri nella sala. » H Aggiungere una cosa a un'altra, Mescolarla con essa: « In cotesto vino mettici un poco d'acqua: -Si aggrazi.!, méttendoci un po' di zucchero. » Il JfeHere ima per- sona in un luogo, come convento, col- legio, università, bottega, e simili, vale Collocarvela acciocché vi ri- manga per alcun tempo a fino o d'istruirsi, o di lavorare, o gn.ada- gnare,cc.i|Annover<are, Comprendere, ìfncludere: «In questa nota non ci ho mésso gli acconti; -Ci metta an- che le ultime visite: -In quella so- cietà ci hanno voluto mettere anche me. > lllmput.are, Dare; nei modi Met- tere a colpa, a difetto, a vizio, e si- mili. Il Con la particella pronominale, e rif. a vesti, vale Indossarle: «Met- titi il soprabito, il cappello: -Ancora non s'è messo le scarpe. » || 3/e«ers» in capo, in cuore, in animo. V. i r(v spettivi sostantivi Capo, Cuore, ee. Il Rif. a giuoco, vale Scommettere: « Tutte le scttim.ane mette al lotto cinque lire:-Qnanto hai messo? »|| E assai.: « Tutte le settimane metto al lotto. » Il Metter su, Porre in ginoco la somma che si vuole o si deve scom- mettere: «Hanno messo su tutti? - Io ancora non ho messo su. » Il Rif. a capitale. Impiegarlo, CoUoc.irlo in checchessia: « Ila messo tutti i suoi quattrini in cartelle: -Mette tutto il Buo in libri. » || E rif. a ingegno, dili- genza, cura, e simili, Adoperarlo, Spenderlo: « Ci ha messo tutto il suo ingegno : - Ci metterò tutta la diligen- za possibile.» il Riferito a tempo: «Ci hai messo troppo : - Quanto ci mette a venire? » || Mettere un campo, un ter- reno, e sim., a vigna, a grano, u aim., vale Piantarvi una vigna, Seminarvi grano, ec. l Mettere a ferro e fuoco un paese, Disertarlo, togliendo, abbatt(^n- do, bruciando. Il JlfeHtr male ira due persone, Porre malignamente discor- dia tra loro. || Mettere degli scandali. Inventar cose le quali riescano a divi- dere persone amiche.l|il/c«cre insieme, Unire, Congiungere due o più cose, due pili parti di una cosa. E al- tresì Comporre unendo le p.arti di un tutto: «Mettere insieme i varj pezzi di una macchina; -Mettere insieme una macchin.i. » Assai migliore di Mo7!/arc.|lRif. a denari, patrimonio, e simili. Accumulare: «In pochi anni ha messo insieme un bel patrimonio; -Una m.alattia gli consumò quei po- chi solderelli che aveva messi in- sieme. » V. anche Insieme. || Metter su, riferito a persona, vale Istigarla malignamente contro alcuno: «C'è chi si diverte a metter su gli scolari contro i maestri: -Si vede bene che lo hanno messo sn. » Metter su, nel parlar familiare, vale anche Porre in essere per propria utilità, servigio, e simili, come: « Metter su casa, bot- tega, un negozio qualunque: -Metter su carrozza, cavallo ec. » || fig. Metter su superbia. Insuperbirsi; «Da un pezzo in qua ha messo sn una gran superbia » H Mettere, detto di piante, vale Pullulare, Germogliare; e usasi più spesso assoL: «Ancora le piante non hanno messo : - Ha messo di bei polloni:- Quando l'insalata ha messo non è più buona. » || Rif. a pelo, barba, penne, e simili, vale Spuntare: «Li levò dal nido che ancora non ave- vano messo le penne: -Comincia a mettere i baffi.» Il rifl. Collocarsi, Por- si, in un dato luogo: «Mettiti costì; -Io mi metto qui. » || Mettersi a letto. Ammalarsi: «Dio guardi se si mette a letto! non si rileva più. » || Mettersi a una cosa, a fare una cosa, Ac- cingersi ad essa. Incominciare a far- la: « Si mise a quel lavoro senza al- cuna preparazione; -Si mette a fare cento cose, e non ne finisce una:- Si é messo a fare il ciarlatano : - Met- tersi a litigare. » Il il/fHerst in cam- mino. Incamminarsi ; Mettersi per una strada, e simili. Entrare in essa, e diccsi anche fig.: « S'è messo per una cattiva str.ada, e capiterà male. »i| Mettersi bene male, detto di per- sona, e riferito a veste, abbigliamen- to, e simile, v.ale Abbigliarsi bene o male, Acconciare la persona cosi o cosi: «La signora Rosina si mette sempre bene: -Peccato che si metta cosi male!»liE detto di cose, affari, e simili, vale Pigliare buona o cattiva piega: « L', affare si mette m<alo:-Le coso si mettono piuttosto bene. » Il E assol. Metter bene o male. Prometter buono eattivo esito: « Questa volta il giuoco mette bene; vedremo:-L'af- farc inette molto male. > || intr. detto di fiumi, strade, e simili, vale Sboc- care, Far capo: «La Sieve mette in Arno; Arno mette nel mare: -Questa strada mette diritto diritto in piazza del Duomo. » || Metter conto. Essere utile. Tornar bene, che fr.incesem. diccsi oggi Valer la pena: «Vorrei rispondergli ;ma non mette conto con- fondersi con uno sciocco: - Mette- rebbe conto r.nndarvi da sé. »||Jfc<- tiamo, ns.asi in modo ipotetico, ed è lo stesso che Supponiamo: «Mettiamo che egli venga; come si riceve?» Vart. p. Messo. — Dal lat. mittere. Mettibócca. ». e. ind. Dicesi co- munem. Chi vuol entrare in tutti i discorsi che sente fare altrui, o con- fermando, contradicendo, benché a lui non si appartenga: « Chetati, met- tibocca: -Tu se' un gran mettibocca. » Mettifòglio. ». e. ind. T. stamp. Quel lavorante, che per lo più è un ragazzo o una donna, che stende sulla tavoletta della macchina tipografica il foglio bianco per essere stampato. Mettilòro. ». m. Artefice che adorna checchessia d'oro, Che mette a oro una cosa. — Voce tuttora viva in Fi- renze. Mettimale, ad. Lo stesso, ma man comune, che Commettimale. V. Mettiscàndoli. ». e. ind. Colui o Co- lei che cerca, a forza di calunnie e di falsità, di metter la discordia fra le persone. Mettitura. ». f. L'opera di nn arte- fice che mette su qualche cosa: «C'è da pagare la mettitura della tenda al tappezziere.» Mèvio. ». m. Nome proprio di per- sonaggio antico, passato in sinonimo di Censore maligno. — Voce dei let- terati. Mezzaiuòlo. ». m. Quegli col quale abbiamo qualche cosa a comune e la dividiamo, come usiamo col conta- dino nelle raccolte. ||^^.: «Non mi 8on messo solo a tal impresa, ci ho un buon mezzaiuolo. » Mezzaléna. ». f. Sorta di grosso e rozzo panno, fatto di lana e lino: « La massaia nelle case dei contadini pensa alla mezzalana per i vestiti da in- verno. » Mezzaluna, s.f. T.milil. Quell'opera distaccata a guisa di rivellino che si colloca innanzi agli angoli fiancheg- giati de' bastioni. Il J/es2a7i(7ia, Spe- cie di coltella curva, fagliente dal lato convesso, e i cui duo capi, che finiscono in códolo, sono ficcati e ribaditi in due impugnature, o mani- chctti di legno verticali. La mezz.aln- na adoprasi sul tagliere, dimenandola con ambe le m.ani, a modo d'altalena e quasi ninnando. i| La mezzaluna, in- tendesi anche L' impero ottomano, dalla sua insegna che è la mezzaluna. Mezzamósca. ». f. Nome volgare di una specie di g.abbiano, macchiato di bianco, di cenerino e di nero. Mezzana. ». f. Colei che tien mano a pratiche amorose. Mezzana. ». f. Sorta di mattone, col quale principalmente s'ammat- tonano i pavimenti. |i T. mar. La vela che si stende alla poppa del naviglio. Il Mezzana, dicesi anche Quella parte del maiale, che rimane tra la spalla e la coscia, staccata dalle costole e salata per conservarla. Mezzanamente, art-. Lo btesso che Mediocremente : < Mezzanamente istruito nella meccanica. » Mezzanèlla. dim. di ìlezzana per Mattone; Mezzana nn po'più piccola e più bas.i<a della ordinaria; e anche meno eoffa. Mezzanfini. ». m. pi. Pasta da mi- nestra, di grossezza tra i vermicelli e i capellini. < Mezzania. ». f. Cornilo d'inferiore qualità, di cui si fa assortimento come dogli altri più pregiati, formando i mazzi di due chilogrammi, composti di .54 fila. Mezzanino. ». m. Ordine di stanze, che sono immediatamente sopra al pian terreno, o anche tramezzo ai [p. 820 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/820 [p. 821 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/821 [p. 822 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/822 [p. 823 modifica]MIGNOLA. 767 — MILLIGRAMMO. fone tanto fatto, che mi morso con «Iran dolore. > Mignola. ». f. Quello bocciolinc hiauclio che buttan fuori gli ulivi in primavera, che <■, il loro fiore: « Que- st'anno gli ulivi hanno di gran nii- j,'nola:-Che bella mignolai -C'è po- ca mignola. » Mignolare, intr. Il primo fiore de- ffli ulivi, 11 mandar fuori essi la mi- gnola: « Quest'anno gli ulivi migno- lano presto. » Il E impersonalm.: « Co- mincia ora l'aprile, e già mignola.» il «S'è mignola a aprile^ vacci col ba- rile; Se mignola di maggio, vacci col maggio, prov. degli agricoltori per si- gnificare r abbondante o scarsa rac- colta dell' olio, prognosticandola dal tempo che gli ulivi mignolano. Pari. p. Mignolato. Mignolatura, s. f. L'atto e II modo <lel inigiioiare: » La mignolatura è stata bella. » Mignoli. ». m. pi. Si dice per lo sfesso che Mignola: « 11 freddo ha fatto danno ai mignoli. » Mignolo. ». m. Nome dell' ultimo dito, che è il più pìccolo, cosi della mano, come del piede: «11 medio, l'anulare, e il mignolo. » Ma gli scien- ziati dicono II mimmo. Il Più spesso come ad.: « Il dito mignolo. > — Forse è forma alterata di minimo. Migrare, intr. Partirsi dal proprio paese, per andare a stare in un altro; che più comunem. si dice Emigrare. |, T. ornit. detto di quegli uccelli ohe non hanno dimora ferma tra noi. Part. p. MlOIìATO. — Dal Lat. migrare. Migratóre, verbal. da Migrare; Chi o Che migra. || T. ornit. Aggiunto di quegli nccelli che comnnem. diconsi Uccelli di passo. Migrazióne. ». f. 11 migrare; ma si usa solo parlando del passaggio che facevano popoli antichi interi da pae- se a paese: « Le migrazioni degli an- tichi popoli son quelle che fanno dir tante belle cose a' novelli etimolo- gisti. » — Dal lat. migratio. Mila. pi. dì Millo; ma che si usa .solo aggiungendola a un adiettìvo nu- merale, nel significato di Migliaia: «Vìnse il premio di centomila lire: -Ventimila: -Tremila.» || Non si use- rebbe diviso da esso adiettivo se non interponendovi 1' avv. Più, come: « Dieci e più mila soldati perirono in quella battaglia. » || Per una pro- prietà toscana, suole dividersi, me- diante la particella Di, la cifra com- posta, dicendosi Un cento di mila lire, a simili, il che equivale a Cento mi- gliaia di lire. Onde il Giusti potè diro: « Ma per vera bellezza un cento Di mila scudi avea fra censo e dote. » — Dal lat. millia, Milensàggine. ». f. Lo stesso, ma mcn comune, che Melensaggine. Milènso. ad. Lo stesso, tna men co- mune, che Melenso. t Miliardo. ». 711. Numero, Quantità, che comprende mille milioni: « Pri- m.% quando si diceva un milione di debito, pareva un gran che ; ora non ci apaventano neanche i miliardi. » — Dal fr. milliard. Miliare. ». f. T. med. Malattia d'un genere particolare, che è accompa- gnata da un' eruzione cutanea di pìc- cole vescichette della forma e gros- sezza dì un grimo di miglio; ed è assai pericolosa: «Il G. ha la milia- re: -Il dott. F. è bravo per cnrar la miliare. » — Dal lat. miliiim, Miglio. Millonério. t. m. Chi possiede ric- chezze per la quantità di nno più milioni: < Era povero, e ora è milio- nario: -Sì vede che mi ha preso per un milionario. » ||E in forma d' a J.; « Famiglia, Casa, milionaria. » Mllioncino. dim. di Milioue; e si dice per vezzo: « Ha messo insieme, non si sa come, il suo milioncino. » Milióne. ». m. Quantità che com- prende mille migliaia: «La Francia ha un milione di soldati: -Su quel- l'impresa ha guadagnato un milione di lire. » Il Ma quando si dice di de- naro, si usa assolutamente, quasi per antonomasia: « C'è un deficit di quat- tro miliofii: -Quel palazzo costò un milione. »||E per iperbole. Quantità smisurata: « Le domando un milione dì scuse: -Ila detto un milione di corbellerie. » Milionèsimo, ad. num. ord. di Mi- lione: « Non è la milionesima parte di quell'altro.» || In forza di tost. m. La parte milionesima. Militare, intr. Esercitare la mili- zia. Fare il soldato: « Militò sotto Napoleone 1:- Milita a piedi, a ca- vallo. » Il Parlandosi di ragioni, di ar- gomenti, significa Valere e tenere, .Servir di prova, dì sostegno: «Que- sto argomento non milita nel caso nostro : - E qui militano le ragioni .ad- dotto già dal C. » Part. pr. Mili- tante. |1 In forma A' ad. Chiesa mi- litante. La unione di tutti i fedeli che sono sulla terra, a differenza della Chiesa trionfante, che sono i Beati del Paradiso. Part. p. MILITATO. — Dal lat. militare. Militare ». m. Uomo che esercita a, milizia: «È arrivato giù un mili- tare; né so che cosa voglia: -Veste ora da militare, ora da paesano. » Militare, ad. Di milizia. Attenente a milizia: « Arte militare: -Discipli- na militare: - Operazioni, Esereizj, militari: - Spedale militare, ec. » || Strada militare, Quella costruita col proposito di usarla per le marce e comunicazioni dell' esercito. || Archi- lettura militare. Ingegneria militare. Quelle che si occupano delle costru- zioni militari, del fare strade, pon- ti, ec. Il E per opposto a Civile: « Cer- ca un ufficio o civile o militare. » i| Da soldato. Proprio di soldato: «Modi militari. Aspetto, Contegno, militare. » Il Governo militare. Quello che si fon- da sopra la milizia, e che anche i de- litti comuni giudica con leggi mili- tari. Il Alla militare. Al modo dei mi- litari: «Egli fa ogni cosa alla mili- tare: -Veste alla militare.» — Dal lat. mililaris. Militarmente, avv. Al modo dei sol- dati, Alla militare: «Governa mili- tarmente. »il Occupare ìniUtarmente un jiaese, Entrarvi con resereito,cgo- vernarlo con leggi ed arbitrio militare. Milite. ». m. Soldato; ma oggi, do- po che è stata abolita la Guardia na- zionale, e voce pressoché caduta in <lisnso. — Dal lat. milea. Milizia, s. f. L'esercizio e l'arte della guerra: « Si è dato alla mili- zia. »|| E per Esercito: «È entrato nella milìzia: -C'è qua della milizia: che gente sia? -Milizia di mare, di terra. »|| fig. La vita dell' uomo è una milizia. Il Milizia religiosa, dicesi il Clero secolare e regolare. |! La mtVi- 2ia del Cielo, I beati del paradiso. — D,il lat. militia. Millanta, ad. num. Lo stesso che Mille; ma ora si direbbe solo per nu- mero indetcrminato e in ischeizo. Millantare. ri/Z.VantarsijSpacciarsi, esageratamente: «Si millantano gran- di amatori della patria, ma per essa nulla hanno fatto mai: -Si millanta- va per autor di quell'opera; e poi fu scoperto che era un plagio. » Part. p. Millantato. — Da millanta. Millantatóre-trice. verbal. da Mil- lantare; Chi o Che si millanta. Millanteria. ». f. Il millantarsi. Van- tazione esagerata: «Le sue millan- terie sono presso a poco simili a quelle del capitano Spaventa:- Con tanto millanterie ha stomacato tutti.» Mille, ad. num. card. Che si com- pone di dieci centinaia: « Sono mille uomini appunto: -Ci vogliono mille franchi. » Il pi. fa Mila quando segue ad altro nome numerale, con cui sì congiunge, come Tremila, Ventimi- la, ec. V. alla voce Mila. || In forza di soat. Numero di cose o di persone, che giunge a mille. |i Quando è detto assolutam. s' intende di persone : « In quel convento v' è luogo per mille. » Il mille intendesi per L'anno mil- lesimo dell'era volgare: «Nel mille credettero gli uomini che il mondo sarebbe finito. » IIAfiHe, si dice an- che per Quantità indeterminata assai grande: « Ci fece mille carezze: -Gli disse mille cose graziose: -Mille vol- te ho preso la penna per iscrivere, o mille la ho gettata via. » || Mille e mi'Hc, significa Grandissima quantità: « Ci sono mille e mille oggetti, l'uno più grazioso dell'altro. » 11.4 milU miglia. V. in MIGLIO. Il Parer mille anni, e ogn'ora mille. V. in ANNO, e in Ora. Il Star sul mille. Star sul gra- ve, e dicesi anche Esser come la sta- dera dell' Elba, la quale ha la prima tacca sul mille. — Dal lat. mille. Millècuplo, ad. Che è mille volte di più: « Occupano uno spazio mil- lecuplo: -Proporzione millecupla.»]; In forza di sost.: « 11 millecuplo. » Millefòglie. ». m. ind. Pianta che ha lo stelo scanalato, un poco peloso; lo foglie dentate, lisce; i fiori bianchi e alquanto rossi.— Dal lat. milUfolia. Millelàiero. ad. T. geom. detto di Figura regolare che ha mille lati e mille angoli. Millenàrio, ad. Di mille anni. Che ha mille anni: « Dominio millenario: -Pianta millenaria. » || 3/»//ckoj;/, si disse Una setta di eretici, che sp.ac- ci-avano Cristo dover regnare in terra co' Santi suoi, mille anni innanzi al Giudizio universale, tra'dilctti dì ogni genere. — Dal basso lat. millenarius. Millènnio. ». «1. Lo spazio di mille anni: «La servitù d'Italia è durata più d'un millennio. » Millèsimo, ad. num. ord. di Mille: « E la millesima volta che si fa que- sta festa. » Il E ad. num. partii. : « La millesima parte di un'ora. » 1| In forza di sost. wi. La parte millesima. || Tutto lo spazio di mille anni: «Segui tal fatto un millesimo avanti Cristo. »ii Si prende anche per La data appó- sta a pubblici monumenti, strumenti, lettere, ec, sebbene maggiore dì mille anni: « Ci manca il millesimo. »||Z)'hii altro millesimo, dìcesi di Cosa anti- quata e fuor d'uso. — Dal lat. mille- siniu.s. Milligrammo. ». «1. La millesima parte di un grammo: < Brillante che pesa dicci grammi, o uovecento mil- ligrammi. > [p. 824 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/824 [p. 825 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/825 [p. 826 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/826 [p. 827 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/827 [p. 828 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/828 [p. 829 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/829 [p. 830 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/830 [p. 831 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/831 [p. 832 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/832 [p. 833 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/833 [p. 834 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/834 [p. 835 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/835 [p. 836 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/836 [p. 837 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/837 [p. 838 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/838 [p. 839 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/839 [p. 840 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/840 [p. 841 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/841 [p. 842 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/842 [p. 843 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/843 [p. 844 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/844 [p. 845 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/845 [p. 846 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/846 [p. 847 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/847 [p. 848 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/848 [p. 849 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/849 [p. 850 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/850 [p. 851 modifica]muta bisogna nutrire i bachi con fo- glie delle più tenere: — Sono già sulla terza muta. p Mutàbile. ad. Che si muta, Che non erdura nel medesimo stato: c Tutte e cose di questo mondo sono muta- biii.-||E fig. detto di persona, Che cambia facilmente di pensiero, di vo- glie, cc. — Dal lat. mulabih's. Mutabilità. s. f. aslr. di Mutabile; L' esser umtahile.l|fiy. Leggerezza, Incostanza: c M utabilita di carattere, di propositi. di voglie. p Mutabilménte. avv. Con mutabilita. Mutacismo s. m. T. Iell. Pronunzia viziosa,_cousistcute ncll‘ abuso delle consonanti mute. b, m, p. Mutamento. avo. Scnza dir parola, e come persona muta: c All'intima- zione il |mpnio si ritirò mutamente. r Mutamento. s. m. Il mutare o Il mutarsi : u 'l‘utti questi mutamenti non mi piaeciouo:— 0gni tanto c'è un mn- tamento.» u Riferito al corpo umano, vale più spesso Un mutarsi in peg- io: t Da un anno a questa parte ba atto tal mutamento che non si ricono- sce più.» “Rit. a condotta, costumi: c In poco tempo ha fatto un gran mutamento. p Mutande. s. f. pl. Brache di panno lino o lano, o bambagino, che si por- tano sotto ain altri abiti, cosl dain uomini, come dalle donne, a maggior riparo del freddo, o per semplice pu— lizia: x Anche d'estate porta le mu- tande di laua:— -Un par di mutande: — Mutaude chiuse, portate dalle don- ne: — Lo trovai in mutande. r H Malate le mutande, dicesi scherzevolm. in- vece della formula latina Mutalis mu- tandis, comune anche ncl popolo, e che significa Con i dovuti cambia- menti. Mutare. tr. Rendere una cosa di- versa da ciò che era prima, Variare, Cambiare: uCosl non ista bene; bi- sogna mutarlo: — Ila mutato tutto il sonetto. r .. l’orre nel luogo d'una cosa un‘altra casa diversa, ma dello stesso genere: c Muta coteste seggiole:— A ogni portata si mutano i piatti e le posate. n l. ln senso particolare rif. a vesti, Spogliar quelle che uno ha per indossaruc altre: c Ha mutato tre vol- te abito in tutto il giorno:— Mutarsi la camicia. r u Mularc il letto, la ta- vola, e simili. Mettervi lenzuola, o to- vaglia e tovaglioli di bucato: t Muta il letto una volta al mese. r || Mazara una, vale Togliergli di dosso le vesti che ha ner metter-gliene altre più pu- lit'e; e riferiscesi per lo più a ra- gazzi: xBisogna mutar da capo a piedi cotesto ragazzo; non vedete co- me s'e empito? n || ltif. a malato, Met- tergli lenzuola pulite. nel letto: c La Misericordia va a mutare i malati, tutte le volte che e richiesta. r Il Mu- tare i bachi (da seta), Togliere ad essi il letto formato dain avanzi del- la foglia da essi rosa.“ lilulare, ril'e- risccsi spessissimo a cose morali, co- me Mular ens‘iero, proposito, consi- glio, e simili, per Lasciar quello che uno ha e prenderne un altro. H Mutar vita, costumi, registro, ee.; e assolu- tam. Mutare, vale Cambiare il modo di vivere, di procedere; e intendesi sempre di mutazione in bene: c Qui bisogna mutar vita; altrimenti non è possibile andare. avanti: — Ragazzo, se non muti registro, m'inquieto a buo- no:— Se non muta, lo mando via.» || Mutar casa, Andare a stare in altra casa: tIn un anuo ha mutato casa due volte..- ||Mular paese, Lasciare il paese, ove presentemente dimoria- mo per andare a dimorare altrove: «Bisogna mutar paese, perché qui non c'è più aria per meJHMular l’aria, Aprire le finestre, perche nuo- va aria e più pura entri nelle stan- ze, ehe siano state chiuse per qual- che tempo: c La mattina e bene mu- tar aria alle eamere. r l] E Mular aria, Andare. ad abitare per qualche tempo in paese diverso, specialmente per cagione di salute.||Mutare il vino, Travasarlo d'uno in un altro vaso, facendo in modo che lasci in quel- lo la fondata.||n'fl. Farsi diverso da ciò che rima era, Cambiarsi: c La fortuna s1 muta spesso:-Si mutano spesso lc opinioni, le costumanze, i bisogni, gl‘ interessi degli uomini.»|| Detto del tempo, Mettersi al cattivoì onde in prov. Tempo s volontà n muta spesso. Il Detto di persona, Spo- gliarc l panni che uno ha e metter- sene altri più puliti: «Si muta tutti i giorni: - Tornato a casa, bisognò che mi mutassi da capo a’ piedi.» |lCam- biar di opinione, di pensiero, dì vo- glieu un uomo che si muta spes- so. r || E con un compimento: c Si mutera di pensiero cento volte al giorno. p I] 'i'nl'r. Addivenir diverso, Prendere stato, condizione, qnali- ta, ec. altra da qnclla ehe prima si aveva: c Tntto muta nel mondo: — Le. cose possono mutare da un momento all' altro. n Part. p. MUTATO.— Dal lat. mutare. Mutatùra. s. f. L’atto e L'efl'etto del mutare; rif. specialm. a vesti, ' vino, cc. (biamento. Mutaziòne. s. f. Variazione, Cam- Mutézza. s.f. aslr. di Muto; L‘es- ser muto. (comune Mutilazione. Mutilaménto. mm. Il mutilare: più Mutilare. tr. Render mutilo, Moz- zare, Tronca'reJIfiy. Sopprimere una qualche parte di uno scritto, neces- sario alla integrità del senso: c Pri- ma mùtilano i passi come vogliono, e poi eosl mutilati li eitauo:— Ccrti raccoglitori d'Antologie. non fanno altro che. mutilare gli scrittorin Parl. p. MUTII.ATO.— Dal lat. muti/are. Mutilaziòne. s. f. Il mutilare e L'es- ser mutilato. Mùtilo. ad. Mozzo, Troneato; detto più spesso anche di passo di scrit- tura.— Dal lat. mutilus. Muto. ad. Che e privo della favella o natnralmente o accidentalmente.“ Che se ne sta zitto, senza proferir parola: c Se ne stette muto per molto tempo:— Deputati muti. r H Persona - gio muto, dicesi nei drammi Quel o che apparisce nella scena, ma che non ha alcuna parte.||Servo muto, Arnese di legno composto di due o tre palchetti, e che si pone accanto alla tavola nel tempo del desinare, per tenervi piatti, pane o altro, e prenderli da esso comodamente. H T. gram. Male, diconsi quelle conso- nanti le quali da sc non hanno alenn suono come il b, il c, il d ec. il Alla mula, Tacitamente, Senza far motto altrui: c Se ne andò alla muta. n :| In forza di cast. Persona muta: x Rida- va la vista ai ciechi e la favella ai muti. p— Dal Iat. mutua. Mutollno. p. m. Ragazzo muto: «È un povero mutolino.» Mùtolo. ad. Lo stesso che Muto; ma è voce. popolare.||Alla mulola, Alla muta, Senza far motto. (te. Mutuaménte. avo. Scambievolmcn- Mùtuo. ad. Scambievole, Recipro- co: c Mutuo onore:-Mutua fede:- Mutuo rispetto, ec. n || Mutuo insegna- mento, dicesi Un metodo d'insegna- mento elementarc, per il quale gli scolari sono al tempo stesso maestri. || Mutuo, in forza di sosf. vale Denam dato o preso in prestito, con corre- sponsione di frutti: c Ho fatto un mu- tuo: — Ho preso un mutuo: — Contratto di mntuo. r || Dare o Prendere a mu- tuo, rif. a somma di denaro, vale Dare o Prendere a frutto.— Dal lat. muluus.