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LUSSAZIÒNE. — 714 — MACCHERÒNICO

Lussaziònc. s. f. T. chir. Sloga- mento delle ossa dal luogo della loro naturale articolazione: «Le Lussa- zioni sono più dolorose delle fratture.» — Dal lat. luxatia.

Lusso. s. m. Sfoggio nel tratta- mento della vita, ma particolarm. nelle vesti, negli addobbi della cas e simili: c Il lusso oggi ha rotto ogn confine: — Il lusso è cagione di molti vizj: - Vestire con lusso: — Vesti di lusso:— Tiene la famiglia con molto lusso.0— Dal lat. luzua.

Lussureîìyiare. intr. Esercitar la lussuria. H etto delle piante, Avcre soverchio rigoglio.||fif. di scrittore, stile, per Avere soverc Iio ornamento. Part. pr. LUBBUREGGIANTE.llln for- ma d‘ali.- c Piante, Grani, lussureg- gianti. 0 Hfig. Di stile e vale Sover- chiamante adorno: c Lo stile del Bar- toli è lussureggiante.» Pan. p. LUB- BUREGGIATO.

Lussuria. s. f. Ardente e sfrenato appetito uella concupiscenza carnale. Il Nel l. Atti lussuriosi: c Le infami lussurle dei BorgiaJ-Dal lat. lu- zuria.

Lussuriare. intr. Lo stesso, ma men comune, che Lussureggiare. Pari. pr. LUBBURIANTE, usato anche in forma d’ad. Pare. . LUBBURIATO.-— Dal lat. luxun'an. (Lascivamente.

Lussuriosaménteauv. Con lussuria,

Lussuriòso. ad. Che ha lussuria, LaScivo; e usasi anche ìu forza di cast: c Vecchio lussuriosoz-I lussu- riosi campano poco. 0-— — Dal lat. lu- xuriosus.

Lustra. s. f. Finta dimostrazione d'afl'etto, per ritrarre profltto da al- cuno, o per gratificarselo. ll Apparenza per nascondere il vero; e più comunemente si Usa nel pl..- «Son tutte lustre per ingannare la gente. t — Da lmtrare.

Lustràle. ad. Di spazio di cinque u anni in clnque anni. |l Purificante, EspiatoriO' e dicesi dell'acqua con cui i Gentili aspergevano le vittime; e dai Cristiani si prende anche per L'acqua santa.— Dal lat. lmlralù.

Lustraménto. s. m. Il lustrare.

Lustrare. tr. Far rilucere, Dare il lustro, specialmente rif. asca e, mo- bili eo.: c Ho dato a lustrare di nuovo la mobilia: — Lustrami le scarpe.:| fig. e familiarm. Lmtrare una, dices per Adularlo a flne di ottenere cio che vogliamo; e dicesi anche Lu- strare le scarpa a uno.l|s'ntr. Rilu- cere, Aver lustro: c Questi stivali lu- strano pocoz-Mobilc che lustra co- me uno specchio: — Lustlano i capelli: — Lustra il pelo di un animale, e la cute dell'uomo quand'eggi è grasso. 0 Part. p. LUBTRATO.— a lucidare.

Lustrascarpe. o. m. ind. Chi fa il mesticro di lustrare altrui le scarpe; più comunem. Lmtrino, ma alla sua volta più comune nel fig. per Adu- latore: c È il suo lustrascarpe:— Lu- strascarpe di tutti i letterati grandi e piccini che capitano a Fircnze. 0

Lustratòre. s. m. Colui che lustra mobili: c A fare il lnstratore ci vuol buon petto. s

Lustratùra. s. f. L’atto e L’efl‘etto del lustrare.

Lustraziòne. s. f. Bacriflzio d' espia- zione usato da‘gentill.— Dal lat. lu- stratio.

Lustrino. s. m. Sorta di drappo dl seta, chc ora dicesi francesem. giace. ., Sorta di piccolissimo girellino di rame inargentato o dorato, con un buchino iu mezzo, che si usa in al- cnue specie di ricami,o simili. ,lLu- urina, T. miner. Mica. ll Luslrina, T. cala. Un arnese di bossolo, con cui dauno il lnstro agli orlicci del suolo dellc scarpe. , Lmtrino, Colui che sta sn per icanti delle vie, con gli arnesi ‘ da cio, pcr lustrare altrui le scarpe.

Lustra. s. m. Il lustrare, Lucen- tezza: c Questo mobile ha nn lustro com_e uno specchio: — Il lustro de‘ca- pelli, del pelo, eo.: — Questa pelle non plgìlia il lustro.tl|fig.: «Lustro di no iliàz-Lustro di natali:— Profcs- sore di gran lustro, ecJIILevare il ladro a panna, Bagnarlo, prima di tagliarlo, per farne vesti, acciò perda la lucentezza che ha.

Lustra. o. m. T. eran. Lo spazio di cinque anni.|lCenso, Descrizione di cittadini, che facevasi a Roma ogni cinqne anni.— Dal Iat. luatmm.

Lustro. ad. Lucido: c Capelli lustri, Pelo lustro, Bcarpe lustre.»

Luteranismo. o. m. La dottrina di Lutero.-||Professione e stato di Ln- terano.

Luteràno. s. m. Chi segue e pro- fessa le dottrine di Lutero.

Luteràno. ad. Conforme alla dot- trina di Lutero: c Confessione lute- rana: - Chiesa luterana. a

Lutto. mm. Mestizia cagionata dalla morte di pcrsona a noi cara o per parentela o per amicizia: c Lutto do- mestico: - Esscre in lutto. s || Lutto di corte, Le apparenze del lutto, sospen- dendo per alcun tempo ogni festcg- giamento: c Per la morte della rin- cipessa Carolina fu ordiuato nn utto di quindici giorni.tl| Pianto, Mesti- zia, per qualunque altra cagioue: c Pubblico lutto:— Vivere iu lutto. 0 — Dal lat. lucine.

Luttuoeaménte. avo. Con lutto, La- crimosamcnte.

Luttuòso. ad. Pien di lutto." Che e cagione di lutto. || Funesta, Deplo- rabile, o simili: c Nulla è più luttnoso delle guerre civili.» — Dal lat. lu- duonu.

Lutulènto. ad. Fangoso, Pieno di fango; cosi nel proprio come nel fig.: ma è voce del nobile linguaggio.- Dal lat. lutulentm.


M.


M. Uudccima lettera del nostro al- fabeto, ottava delle consonauti e se- conda dellc semivocali. Si pronunzia emme, e si fa tanto maschile quauto femminilc. lNei nnmeri romani signi- fica Millel M. abbreviatura di Mae- stà. V. lit. Vostra Maestà. LL. MM. Le Loro Maestà.

Ma. Congiunzione che avversa o distingue, o limita, o modifica: c on lo fece per ofl‘enderlo, ma per cor- reggerlo:— buono, ma se ne tien troppo:— Mangia dimolto, ma non si satolla. s [l Posta in principio di mem- bro di un periodo, talora e corretti- va: c Ora tratterò del secondo punto, ma non vorrei abusare della vostra pazienza. 0 || Talvolta è aggiuntiva, e in tal senso le si soggiunge più spesso anche: c Non solo cantò, ma volle an- che ballarc. s || Talora serve all‘enfa- si: c Ma si che ti voglio bene !-Ma no che non lo devi farez-Ma che bella seratal-Ma che bue che tu sei! x || Alle volte si usa quasi a modo di l'i- sentimento: c Ma che pretendi?-Ma che ci vieni a fare qui? s IlUsata el- litticam. Accenna dubbio, o ignoran- za: c Chi è quell’ uomo?— Ma! (cioè non lo so): — Ma! non credo. n I} Usasî pleonasticam. anche innanzi ad altra cong. come Pure, Però, Nandimena, Nonostante, T uuauia.“ Nel linguag- gio familiare usasi innanzi a un adict- tivo ripetuto per recare quasi al su- perlativo la qualità. della cosa: e un ragazzo buono, ma buonoz-Ila molta ma molta roba. 0 ;i E come “HL: «Il se e il ma sono il patrimonio de‘ minchioni: — Il se e il ma son due corbellerie da Adamo in qua (perchò i dubbj e l’esitanze nocciono sem- pre al buon successo delle cose): — Ragiona sempre a forza di se e di ma. 0 H Non c'è ma che tenga, sogliamo dire allorché non si ammettono obie- zioni, scuse, e simili: «Se vuole. lo faro, ma...:— Non c‘è ma che. tenga; lei lo deve fare. t-Dal lat. magia, per mezzo del provenz. mao, addi- venuto di poi ma’ nell' antico vol- gare.

Ma‘. Forma apocopata di Mai, e usasi più spesso nel modo Se ma'mai: «Se ma’ mai tu lo vedi, pregalo che passi da me. 0 Ma è modo volgare.

Macaoco. s. m. Specie di scimmia con lunga coda, natiche nude e cal- losc, di pelo tendente al verde.

Macca. s. f. Grande abbondanza: c In mercato c’è la macca degli nc- celli. s Voce familiare. — Probabilm. è forma varia di mucca, che Bl usò per Gran quantità.

Maccào. s. m. Sorta di giuoco di carte azzardoso e rovinoso: c Fanno a maccao tutta la sera. s

Maccheromita. o. f. Maugiata di maccheroni, fatta in più.

Maccheròne. s. m. nsato più spesso nel pl., Vivanda fatta di pasta di fa- rina di grano, distesa sottilmente in falde e cotta nell' acqua, e poi condita cou cacio e burro, o con sugo di carne. Si fanno per lo più a mano in fami- glia ; ma li fanno auche i pastai, e ue- sti veugono duri e accartocciati. Il 'ù grasso che l' acqua dei maccheroni. V. ACQUA.llCascare o Piacere il cacio su'maccheroni. V. CAClO.'iIn forma d' ad. nell' uso comune dicesi Vino maccherone, Quello che, oltre all'es- ser grave pare, bevendolo, come pa- stoso. — — I‘l‘orma accrescitiva di macco.

Maccheronea. a. f. Composizione gi0coss, scritta in un latino formato di parole volgari con terminazioue e iperbato latiuo: c Nel secolo XVPera in uso lo scriver maccheronee: — Gra- ziose maccheronce sono le lettere del Coltellini, scritte sotto il nome di Do- mini Gufom's de Gufom'bm.» . _

Maccherònico. ad. Aggiunto (Il lill-